di Maestra Rosalba

mercoledì 23 settembre 2009

Scuola pubblica o homeschooling? E se si venissero incontro...

In anni precedenti occuparsi a livello familiare, sia da parte di genitori che da parte di un insegnante privato, della formazione scolastica dei figli si chiamava "studiare in privato", oggi questi termini sono stati superati dalla definizione di homeschooling, intendendo un complesso di attività didattiche e non, curate quasi sempre dai genitori e perlopiù da mamme, miranti alla formazione oltre che educativa anche scolastica dei figli. Premesso che la cura della formazione della persona è già per una buona parte a carico della famiglia, rimane da capire se la famiglia può adeguatamente essere anche  il luogo del fare scuola.
Di questo argomento si dibatte su Grazia.blog.it, dove Claudia mamma-blogger de Lacasanellaprateria, pur avendo mandato i propri figli nella scuola pubblica su loro richiesta, argomenta una serie di motivi per il quale rimane convinta che la homescholing è un valida alternativa alla scuola, e soprattutto ad un tipo di scuola. Nel suo caso alla scuola Francese perché è li che vive, che definisce troppo rigida, pertanto poco adatta alla flessibilità mentale dei bambini.
Va sottolineato in premessa, che questo tipo di esperienza in Italia è scarsamente diffusa, è maggiormente rintracciabile  nei paesi anglossassoni. In Italia è invece diffusa la contrapposizione  scuola privata/scuola pubblica che apre altri scenari di dibattito.
Commentando il suo interessante articolo, l'ho fatto in coda a una serie numerosa di commenti anche abbastanza polemici dove vi era una contrapposizione forte delle idee.
Dal mio punto di vista di mamma, di zia e di maestra di alunni che frequentano e hanno frequentato la scuola pubblica, resto convinta nonostante le forti difficoltà endemiche della scuola, che essa rimanga il luogo per "eccellenza dell'apprendimento".
Come genitori credo che non possiamo rivendicare a noi stessi tutti i ruoli, credo che il ruolo di cura e di allevamento dei figli (che includono altresì numerose attività previste nell'homeschooling) sia un ruolo che catalizza di per sè gran parte delle risorse emotive, affettive e fisiche rilevanti. Pertanto aggiungere il ruolo di "trasmettitore del sapere" e farci percepire dai figli come unica figura tutto-fare sia un eccesso, tra l'altro  neppure sovrapponibile al ruolo cosi complesso del genitore.
Domandarsi cosa è l'apprendimento, comprendere in quali contesti avviene e si sviluppa un apprendimento significativo, cioè quello che dà origine ai collegamenti nel pensiero e nella scoperta individuale è il secondo passo per concludere che non può realizzarsi in un esclusivo meccanismo dualistico genitore/bambino o adulto/bambino. L'apprendimento si pone in essere soprattutto nel gruppo dei pari livello. Non a caso tutte le moderne teorie sull'appprendimento hanno superato il verticistico rapporto docente/discente dando al primo il ruolo di facilitatore e al secondo il ruolo di protagonista del suo stesso percorso di crescita. Il legame che si forma è di tipo reticolare, senza predominanza di ruoli prevaricanti o frustranti.
Anche nella scuola sono entrati a pieno titolo (forse è meglio dire sono tornati perché Montessori e tanti altri non sono mica tanto recenti) i contenuti che l'homeschooling prevede come attività di apprendimento, sono entrati tramite la didattica laboratoriale, con i progetti che non sono altro che la concretizzazione di una serie di contenuti prima proposti esclusivamente come assunti teorici, che oggi al contrario sono veicolati tramite le attività dell'imparare facendo: "learning by doing".
E' nel gruppo che è possibile parlare di intelligenza emotiva, come capacità di superare la frustrazione e di dare risposte adeguate al problema. E' nel gruppo che si confrontano e si accostano le diverse intelligenze (intuitiva, riflessiva, verbale, visiva...).
 Pertanto è proprio la scuola e mi riferisco a quella dell'Infanzia e quella Primaria, che conosco molto bene, che deve andare verso una didattica di tipo homescholling, dove l'insegnante incarna un ruolo nella via di mezzo tra docente e genitore, la parte genitoriale ne prende in carico l'aspetto affettivo ed emotivo, necessario affinché si sviluppi apprendimento significativo e la parte docente interpreta il ruolo di facilitatore e regista.
Al genitore rimane da curare e seguire tutta la parte educativa che è approfondimento a casa anche attraverso le esperienze di manipolazione, le attività di giardinaggio, le incursioni negli ambienti naturali che comprendono a loro volta parte della literacy e del counting. Scuola e casa che comunicano come parte di un unico disegno educativo e non in contrapposizione come se perseguissero obiettivi differenti. Entrambe le istituzioni non sono esaustive dell'atto formativo. Entrambe le istituzioni lavorano in ambienti diversi condividendone gli obiettivi.
Per quanto riguarda gli ambienti scolastici dove si moltiplicano gli atti di bullismo, è certo che non è confrontandosi con un clima simile che i nostri figli possono imparare a difendersi e a controbattere, è proprio lì che si esplica il nostro ruolo genitoriale anche a livello legale e di tutela. Laddove le iniziative di tipo educativo e di sensibilizzazione non sortissero alcun effetto, ogni genitore ha diritto di non voler più prolungare la permanenza del figlio. Ma il confronto fra i pari, la condivisione in un gruppo classe con dinamiche corrette rimane un luogo privilegiato (non il solo) di apprendimento. Mentre la famiglia, o il gruppo familiare di riferimento, rimane il luogo privilegiato (non il solo) della crescita, della cura e dell'allevamento dei figli.
Iniziare un percorso scolastico significa intraprendere per gradi il progressivo inserimento in società con la supervisione del genitore e dell’ insegnante e per supervisione si intende un atteggiamento non invasivo, protettivo si, ma sostenitore e di stimolo a percorrere le strade della vita.

Alunni di scuola Primaria impegnati in attività di tipo laboratoriale


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4 riflessioni:

Francesca ha detto...

Ho già abbastanza problemi a fare la mamma, figuriamoci se oltre l'educazione fosse sulle mie spalle anche l'istruzione...in più i bambini devono imparare a confrontarsi anche con gli altri e in casa con la mamma(anche se insegnante)non è possibile:il mondo è fuori dalle quattro mura domestiche.Non è giusto pensare di tenersi i figli in casa per forgiarli come li vorremmo noi(anche se a volte ci piacerebbe...)CIAO!!!

Rosalba il 24 settembre 2009 alle ore 12:20 ha detto...

Ciao Francesca talvolta l'homeschooling può essere una necessità, il più delle volte una scelta. Quando mi sono documentata per scrivere l'articolo ho scoperto che non è un fatto che si può improvvisare che occorre una vocazione oltre l'essere semplicemente genitori. Chi lo fa lo fa costo si sacrifici particolarmente gravosi. E' una scelta che non va fatta in contrapposizione, ma bensì parte da motivazioni interiori molto forti.
Un caro saluto

.C annA il 26 settembre 2009 alle ore 18:26 ha detto...

Rosalba, ma in Italia questa cosa come funziona?
Cioè, voglio dire, come si fà con l'obbligo scolastico?

Ad essere sincera questa cosa della homeschooling assoluta non mi convince, o almeno la vedo una cosa così lontana dalle mie competenze, dalle mie conoscenze, dalle mie vocazioni, dalla mia scarsa cultura personale, e sopratutto dalla mia labile pazienza che davvero vorrei conoscere una persona che la pratica così, per capire come stà messa, psicologicamente parlando!
:P

Noi siamo appena alla seconda vocale e già vado fuori di testa!!!
:D :D :D

Rosalba il 26 settembre 2009 alle ore 19:18 ha detto...

Ciao Anna si fa che i bambini devono sostenere un esame al termine della quinta e se non è un esame è una prova di accertamento delle competenze, che adesso vanno anche certificate. In italia è una scelta sporadica e come spiega nella precedente risposta una scelta che ha motivazioni profonde e che va fatta non in antitesi al "sistema scuola". Anche io penso che il ruolo di genitori è già abbastanza gravoso oggi, pertando propendo per la collaborazione fra le due istituzioni. Famiglia e scuola possono fare vivere esperienze diverse ma perseguire gli stessi obiettivi.

Per quanto riguarda il tuo lavoro con i compiti di Ale, spero che gli vengano proposti come una sorta di apprendimento-giocato così anche tu a casa puoi ristabilire quel clima. Quando la tensione si fa alta, sospendi e si riprende dopo a mente fresca!

 

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