di Maestra Rosalba

venerdì 2 luglio 2010

Il MIUR "dà i numeri"... della disfatta!

Dalla newsletter del Miur di Luglio 2010
Più rigore nella scuola della riforma - Dall’esame, infatti, dei dati relativi agli esiti dell’anno scolastico appena concluso, anche se esaminati ancora parzialmente dal ministero, si evince un aumento dei 5 in condotta, che solo negli istituti superiori giungono fino a quota 10mila. In generale sono aumentate le bocciature in tutti gli ordini di scuola. Solo nelle scuole secondarie di I grado è rimasto invariato, rispetto all’anno scorso, il numero dei non ammessi agli esami di terza media (3,5%) mentre passa dal 4, 2% dell’anno 2008/2009 al 4,3% la percentuale degli alunni bocciati nel primo e nel secondo anno. Negli istituti superiori di II grado il numero degli studenti bocciati, in confronto allo scorso anno scolastico, è aumentato in particolare nel liceo classico (dal 3,5% al 4,2%), nel linguistico (dal 3,6% al 4,9%), negli ex-istituti magistrali (dal 7,3% all’8,3%) e negli istituti tecnici (dal 14,1% al 14,4%). Complessivamente è accresciuto il numero degli studenti non ammessi alla classe successiva: 11,4%, rispetto al 10,9% dell’anno scorso.  Particolarmente rilevante il dato che riguarda l’ammissione agli esami di maturità, in quanto risulta in costante aumento: nel 2006/2007 avevamo il 3,9% dei non ammessi; nel 2007/2008 il dato finale era stato il 4,3%; l’anno scorso è aumentato fino al 4,8; quest’anno ha toccato il 5,7% .

Leggo su Facebook il messaggio di Gianfranco Zavalloni che potete apprezzare anche quiqui e qui, che riporta quanto il MIUR ha scritto oggi nella posta elettronica dei docenti. Lo stesso Zavalloni si chiede se davvero si tratta di un successo o di una sconfitta del mondo della scuola e degli adulti.

Il Miur annuncia con enfasi numeri drammatici.
Percentuali e numeri che, come spesso accade con le statistiche, corrispondono a persone e  famiglie reali, che spesso hanno investito nella scuola pubblica anche la speranza di un futuro migliore, che costituiscono oggi il naturale epilogo di un anno tragico per la scuola Italiana: la ri-forma (azzeramento dei fondi di gestione e licenziamento dei precari) - il blocco dei contratti e dei relativi scatti  di anzianità di servizio dei docenti - la bocciatura di massa come criterio di selezione dei meritevoli.

Anche i media, attraverso l'equazione più bocciati = più rigore,  sosterranno la causa della meritocrazia: la competenza è stata premiata, l'ignoranza e la maleducazione bocciata, e l'opinione pubblica (quella dei tg), sosterrà le ragioni di tutto questo scempio.

Tante parole che di fatto non dirannno mai nulla di sostanziale della realtà quotidiana della nostra scuola.
Questi numeri sono indicativi della disastro della scuola, della sua incapacità a rigenerarsi e a trovare nuove motivazioni per sè e gli studenti, ma anche di una scuola dove tutti possono insegnare senza che vengano accertate le competenze e le attitudini umane.
Per fare l'insegnante prima di tutto deve piacere il contatto con l'umanità, non è un lavoro che si può fare solamente per portare a casa lo stipendio: in mezzo tra l'insegnante e la retribuzione c'è una vita umana.
La nostra scuola fallisce per  riforme, governo dopo governo, del tipo si cambia tutto per non cambiare nulla, perchè privata dei mezzi economici per sostenersi, con la complicità consapevole e inconsapevole di tanti operatori sia al vertice che alla base.

Dopo i numeri le contraddizioni che si susseguono anno dopo anno. Nelle superiori di secondo grado  i corsi di recupero, già cominciati e finanziati con fondi statali, sono tenuti nei mesi estivi dagli insegnanti delle classi.
La bocciatura di un'alta percentuale di studenti, si parla anche di punte fino al 50 % in moltissime classi, è un fallimento del team prima che dell'alunno, è eticamente corretto retribuire gli stessi docenti per i recuperi estivi?


Va detto che la scuola non è per fortuna rappresentata solo da tutto questo. Esiste una scuola disequamente distribuita, che funziona al di là dei contratti bloccati e dei bilanci in rosso. La scuola che non si arrende in quanto fucina di spazi intellettuali per le generazioni a venire (sperando che questo venire sia presto).


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3 riflessioni:

Chiara il 5 luglio 2010 alle ore 18:14 ha detto...

ciao Rosalba,
era da un po' che non mi facevo sentire ma dopo questo tuo post sento di dover dire qualcosa. la "riforma" (e una dirigenza non completamente cosciente della realtà di Milano, ma neanche interessata a conoscerla)mi hanno portato ad una fine d'anno pessima e non ancora conclusa. La cosa più brutta è che alcune famiglie, di fronte a questa situazione, hanno preferito una scuola privata lasciandoci in guai ancor più seri. Nei miei pochi anni di insegnamento mi son battuta per me e le mie colleghe (anche per chi non lo faceva)ed oggi sono io a pagarne le conseguenze senza averne le colpe. Spero che il prossimo anno sia diverso (in meglio)anche se l'entusiasmo e la voglia di fare in questi tempi sono un po' scemate.
Grazie di tutto,
Chiara

Rosalba il 5 luglio 2010 alle ore 19:17 ha detto...

Ho potuto apprezzare Chiara, il tuo entusiasmo e la tua voglia di migliarare la scuola anche attraverso la ricerca del confronto e lo scambio. Ricordo bene le tue prime mail... Ora io so che c'è un equazione, perchè vissuta sulla mia pelle, che è la graduatoria d'istituto, che spesso decreta che deve andare via dalla scuola chi magari sta investendo anche in termini di ricerca personale e professionale, forse anche in virtù di un entusiasmo ancora integro.

Le famiglie che possono sono in fuga dalla scuola pubblica. Noi conosciamo questo problema nella scuola media, la primaria ne è meno toccata perchè non esistono in zona scuola private. Se esistessero non credo che potremmo dormire sonni sereni. In questo le famiglie sono condizionate oltre che da situazioni singole( sul quale spesso e purtroppo hanno ragione), anche dal tam tam mediatico.

Nel tempo ho capito che la scuola si può fare ovunque bene, ovunque ci siano bambini cui far crescere la voglia d'imparare.
Ho detto più di una volta che non permetterò a nessuno di farmi passare la voglia di fare questo lavoro, che amo profondamente.
Non farlo neppure tu.
Con tanta stima

Chiara il 6 luglio 2010 alle ore 13:20 ha detto...

grazie

 

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