di Maestra Rosalba

lunedì 14 febbraio 2011

San Valentino A Scuola

La scuola come terreno  del pensiero divergente
Come insegnante e come genitore ho sempre considerato la scuola terreno di intervento neutrale. Non nel senso che non deve prendere posizione sulle cose della società, nel senso invece che deve cercare posizioni diverse rispetto all'onda unidirezionale determinata dai modi di pensare, di concepire, di utilizzare. La scuola è  chiamata doverosamente, ad offrire una punto di vista, non che sta nel mezzo, bensì alternativo, e ribadisco alternativo, alla agire del senso comune. Il comune pensare è spesso visto come l'abito rassicurante del "tanto è opinione comune", quindi se condivisa non è sbagliata.
Alla scuola spetta il compito di considerare gli aspetti che spesso sfuggono ai più, volutamente evitati dai media, che emergono solo ad un analisi più consapevole e approfondita dei fatti.
Ciò vale in tutti i casi e in tutte le scuole dai bambini più piccoli fino ai gradi più altri. Non potremo figurarci la scuola come una replica di comportamenti e modi di pensare allineati con la quotidianità, a scuola è obbligatorio esprimere concezioni e idee divergenti, che partendo dal reale, ne sottolineino le contraddizioni e i falsi miti.

Spunti di riflessione
E' evidente che trattandosi oggi del 14 febbraio parlo della festa di San Valentino. E questo non è un post celebrativo della ricorrenza.

Ho aperto così oggi l'attività didattica "Come forse sapete oggi è San Valentino" e un coro di ohhhh mi ha risposto con un sorrisino affascinato.
Ma io non vi parlerò oggi, di cuori, nè di amori con la A maiuscola, perchè non sarei onesta con voi bambini se vi dicessi che oggi è il giorno degli innamorati. Direi una bugia perchè oggi è il giorno del volersi bene per tutti. Sapete San Valentino è prima di tutto un Santo della chiesa cristiana, che predicava il bene tra tutti, non solo fra marito e moglie, fra fidanzati, ma anche fra i bambini, fra i nonni e i nipoti, fra gli amici, fra genitori e figli. Ecco perchè oggi è la festa di tutti coloro che si vogliono bene. 
Dire a qualcuno "ti voglio bene" o "ti amo" è un gesto di grande responsabilità che va pesato, misurato e non detto così tanto per dire. Pensate a quanto è importante dire ti voglio bene, pensate quando poi si litiga, quando presi dalla rabbia non sappiamo fermarci, senza pensare a quanto stiamo male dopo e a quanto stanno male gli altri. Pensate se il dire ti voglio bene significasse sentire il peso delle parole, dirne di meno, valutarle bene, e invece  accettare realmente  pregi e difetti degli altri. Magari farsi meno regali, meno cuori e meno altro, per imparare che il bene è talmente prezioso da dover aspettare a dirlo quando si è davvero certi che duri a lungo. In fondo significa essere solo più prudenti e  quante amicizie durerebbero di più e forse anche molti genitori riuscirebbero a stare più a lungo assieme, o forse si lascerebbero senza far soffrire i bambini. Ecco non credete anche voi che dire ti voglio bene ci vuole un grande coraggio a farlo quando siamo sicuri che il nostro sentimento, sia esso di amicizia, di affetto o amore sia ben saldo?
Così è iniziato il nostro dibattito, poi abbiamo scritto alcune righe sulla storia di  San Valentino martire della chiesa  nel 270 d.C. di cui si tramandano numerose leggende molte dei quali dedicate ai bambini. Dopo quasi  due millenni  è arrivato il consumismo, il santo lo ricordiamo ancora, ma gli aspetti commerciali sono di gran lunga prevalenti.

Abbiamo svolto il seguente testo:
Oggi è San Valentino, a chi va il tuo ti voglio bene?
I bambini hanno restituito pienamente con testi carichi di significato sul voler bene, sull'amica/amico del cuore, su un cugino speciale, altri si sono rivolti alla mamma. Ci sono ancora bambini in terza Primaria che prediligono l'amore per la mamma. Ma l'amico del cuore è quello che la vince su tutti. Una bella occasione per capire le dinamiche della classe. Il testo non si è ridotto ad un semplice ti voglio bene, ma spiegava il perchè, le passioni in comune, la condivisione delle esperienze.

Conclusione
Accennare (perchè quello può essere) della festa di San Valentino a scuola significa fermarsi anche a riflettere sulle contraddizioni della società, delle famiglie di oggi. Non possiamo parlare di affetto, far disegnare cuori e quant'altro, senza tenere conto che i bambini vedono le  profonde contraddizioni degli adulti,  che non si spiegano perchè i genitori si lasciano e spesse volte nemmeno tanto civilmente, perchè la gente è così litigiosa.
E' doveroso spiegare e far comprendere anche ai bambini la responsabilità del voler bene, l'impegno che assumiamo quando pronunciano quelle tre parole.


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2 riflessioni:

Monica il 14 febbraio 2011 alle ore 22:03 ha detto...

Complimenti

Rosalba il 23 febbraio 2011 alle ore 15:13 ha detto...

Grazie!

 

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