di Maestra Rosalba

sabato 12 maggio 2012

Racconto breve: Pane e zabaione.

Uno steccato alto poco più di un metro divideva il pollaio dal cortile. Ogni mattina, a turno, qualcuno di noi andava a controllare l'angolo con la paglia dove le uova venivano morbidamente deposte, anche se accadeva spesso che qualche gallina distratta le deponesse sull'asse di legno in alto, poco sotto al tetto di eternit e l'uovo rotolava giù sfracellandosi al suolo. Poco male, le altre galline si avventavano a mangiarlo. La mamma ci spiegava che le galline sono poco selettive e mangiano di tutto, però le loro carni sono più saporite se mangiano le erbe giuste e i giusti cereali.
Nell'angolo di solito ci trovavamo cinque o sei uova, bisognava raccoglierle senza far danni, metterle nel contenitore e richiudere lo steccato altrimenti le galline sarebbero uscite di corsa a fare razzia dei fiori, sempre per il fatto che sono poco selettive, e la mamma si sarebbe arrabbiata tantissimo se i fiori fossero diventati cibo per galline.
Una volta raccolte le uova si lavavano e si riponevano in frigo. Costituivano spesso la base del pranzo e più spesso ancora la colazione e la merenda. 
Solo qualche anno dopo arrivò il pane con la nutella, fino ad allora, la mamma o io che ero la più grande, preparavamo lo zabaione. 
Si separava il bianco dal rosso, si metteva in una ciotola da colazione, si aggiungevano due cucchiai di zucchero per ogni rosso e si lavorava. Si doveva girare con pazienza fino a quando la crema non diventava quasi bianca. Per me che avevo fretta di finire e tornarmene a giocare, lo diventava quasi subito ma il parere inflessibile della cuoca mi rispediva indietro a terminare il lavoro. 
Se era ora di merenda si affettava del pane casereccio e lo si spalmava con lo zabaione ben montato, si disponeva su un piatto e ciascuno ne addentava una fetta. 
Se invece era ora di colazione si metteva un cucchiaio abbondante di zabaione nel fondo del tazzone, si aggiungeva il caffè e il latte della latteria a due passi da casa munto la sera prima e fatto bollire per qualche minuto almeno. I tre ingredienti si miscelavano e lo zabaione risaliva in superficie adagiandosi sul pane usato per inzuppare. 
Aveva il sapore di cose buone ma soprattuto mi ricordo che serviva ad integrare i nostri pasti perchè il timore era che le proteine e le vitamine non fossero mai abbastanza per farci crescere bene.



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4 riflessioni:

Tania il 12 maggio 2012 alle ore 15:34 ha detto...

Io ogni tanto lo faccio ancora. Proprio così come lo descrivi tu: rosso dell'uovo e zucchero. Lo metto nel caffè latte o sulle fette biscottate o su una fetta di pane. Quando voglio proprio esagerare, metto un sottile strato di nutella sulla fetta e poi aggiungo lo zabaione... Buonissimo!

bruna (laperfidanera) il 12 maggio 2012 alle ore 18:37 ha detto...

Io riservavo il nome di zabaione a quello cotto a bagnomaria, uovo-zucchero e marsala, facendo attenzione che non stracuocesse.
L'uovo "sbattuto con lo zucchero" era invece la base cui si aggiungeva caffè appena fatto, per ottenere una delizia schiumosa. A volte lo preparavo a mio padre (mia madre non aveva la pazienza per sbattere fino ad averlo ben montato): è uno degli ultimi ricordi che ho di lui, glie l'ho preparato anche pochi giorni prima che morisse.

Rosalba il 12 maggio 2012 alle ore 19:14 ha detto...

Questo post ha suscitato tanti ricordi, i tuoi Bruna e perfino l'idea di Tania con la nutella. E di là di tante mamme che lo fanno ancora ai loro bimbi...
Perfino mia figlia mi ha chiamato dopo aver letto, ricordandosi quando glielo preparavo da piccola. Tutto ciò per via di un rosso d'uovo e un po' di zucchero, poi dice non è vero che la vita è fatta di piccole cose...

Rosalba il 16 maggio 2012 alle ore 15:16 ha detto...

Ciao mi piacerebbe tantissimo parteecipare al tuo giveaway, purtroppo in questo periodo sono oberata da numerosi impegni che non permettono neppure di aggiornare il blog. Lo farò con piacere qualora riuscissi a liberarmi. Grazie per l'invito!

 

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