di Maestra Rosalba

giovedì 27 gennaio 2011

Giornata della memoria 2011: Le parole in gabbia

I bambini della scuola Primaria sono troppo piccoli per riempire i loro occhi delle foto di allora. Non che il potere della parola sia minore, ma le immagini mostrando le condizione dei volti, dei corpi, della miseria, della violenza, della negazione hanno la capacità di aggrapparsi al cuore, al cervello.

Il mio sogno
Ho iniziato presto a conoscere le storie dei perseguitati dalle leggi razziali. Ho letto Anna Frank che ero ancora bimba e i miei sogni non si erano ancora formati, probabilmente neppure il mio vocabolario di concetti e idee doveva essere ben maturo. E spesso sono diventata e ancora oggi divento nei miei sogni, l'Anna Frank che sfugge alla persecuzione. L'ultimo sogno è di solo una settimana fa e l'ossessione è cercare un posto ben occultato dove qualcuno inevitabilmente mi scopre. Finisce in due modi o inizio a correre con l'affanno, il cuore in gola e gli occhi schizzati da sanguigno terrore o mi sveglio prima, quasi a proteggermi dalla parte finale.
Ero troppo piccola per leggere di Anna, oggi lo capisco. Ho imparato a convivere con quei sogni e sono la mia personale giornata della memoria ogni volta che tornano. Se fossi più fantasiosa crederei alla reincarnazione, ma non è così. (Rosalba)

E allora oggi, perchè coi bambini occorre parlare e perchè tacere è essere complici anche di chi ci ha preceduto, per noi della classe terza la Giornata della memoria è iniziata con un mio racconto sulla guerra, su quando pochi uomini elevandosi al rango di custodi del vero, cominciano bruciando i libri e continuano per anni sterminando chi non rientra nel loro personalissimo concetto di razza pura. Abbiamo cercato nei nostri vocabolari quotidiani le parole che l'uomo mette in gabbia quando sfodera la sua parte peggiore.
Abbiamo fatto un lavoro tra Italiano e Arte e immagine, perchè le parole hanno un volto: le possiamo rappresentare, rendere vive, materializzare.

Abbiamo elaborato e sintetizzato, opinioni, idee e concetti come segue, collettivamente:

Le parole in gabbia
Le parole del rispetto: pace, accoglienza, ascoltare, rispettare, accettare e amare.
Pace è stare sereni anche quando ti arrabbi.
Accogliere è accettare la diversità.
Ascoltare è prestare attenzione all'altro.
Rispettare è stabilire confini della libertà degli individui. La libertà individuale ha un confine.
Accettare è rispettare un'idea, una persona nella sua differenza da noi.
Amare è voler bene l'umanità in quanto tale, come persone del mondo.
E' quando gli uomini mettono in gabbia le parole del rispetto, che accadono al mondo le peggiori cose. Quando l'uomo ritiene che il suo modo di pensar e di essere è l'unico possibile.





I disegni evidenziano la rabbia nei volti di chi mantiene prigioniere le parole. Parole imprigionate prima che altrove nella mente. Il dolore e il disappunto di chi subisce e ascolta.


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4 riflessioni:

Rosaria il 28 gennaio 2011 alle ore 20:36 ha detto...

"E' quando gli uomini mettono in gabbia le parole del rispetto, che accadono al mondo le peggiori cose. Quando l'uomo ritiene che il suo modo di pensar e di essere è l'unico possibile".

Quanta verità c'è in queste parole
e le condivido.

Tutti i peccati dell'uomo derivano dall'orgoglio e questo fu il primo peccato dell'Eden.Essere superiore a Dio.

Bel post dedicato alla memoria specie se si condivide con i bambini.
Complimenti!

Buon fine settimana
Bacino ciao.

Rosalba il 29 gennaio 2011 alle ore 07:34 ha detto...

Troppo diffusa ancor oggi l'idea che ci siano uomini superiori ad altri. ne vengono influienzati anche i bambini che creano categorie e separazioni. E' un fenomeno connesso alla natura umana, spogliarsene è l'unico atto di intelligenza che veramente ci rende umani.
Grazie, un bacino

mariangela il 31 gennaio 2011 alle ore 14:41 ha detto...

Anche la classe di mio figlio che frequenta la seconda elementare ha commemorato la giornata della memoria con la canzone di Guccini Auschwitz e numerosi disegni. Questo momento terribile della nostra storia gli e' rimasto molto impresso gia' dall'anno scorso tanto che voleva che gli leggessi Anna Frank ma lo ritengo ancora troppo piccolo e preferisco che sia lui stesso a leggere questo libro cosi' importante fra un paio d'anni

Rosalba il 31 gennaio 2011 alle ore 16:48 ha detto...

Io, Mariangela ho iniziato quest'anno con l'attività che è come l'ho presentata nel post. Con il timore di turbare i bambini. Ho preferito lasciare i dettagli a più avanti.
Anna Frank è un libro che scuote e non va letto prima della scuola media a mio avviso.E rimane il miglior testo per i ragazzi a quell'età.

grazie per la testimonianza

 

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