di Maestra Rosalba

giovedì 10 febbraio 2011

Mediare i contenuti: esempi e metafore

L'insegnamento è fatto di continue mediazioni.  Sulle regole spesso, talvolta anche sui contenuti. La mediazione non è solamente il mettersi d'accordo sulle cose, talvolta è trovare il modo giusto per far comprendere le cose, ciò che si intende e perfino sul come condurre e gestire le cose.
Come vi comportate voi quando, cercando di portare gli alunni su un discorso, vi sommergono di domande, di appunti personali, di assonanze a volte devianti?

La propensione naturale è far zittire i bambini, perchè è vero mentre si cerca di affabulare, di raccontare, l'interruzione della costruzione di un contenuto che avviene solo in quell'istante e per quel pubblico, rende difficile il racconto, frammentario, con il rischio di perdita perfino della coerenza. E d'altronde la reazione d'imperio è inadeguata al contesto. In una situazione che vede il racconto protagonista e gli ascoltatori grondanti di domande, rapiti dalla curiosità, non si può dare ordine agli eventi tramite un gesto autoritario.

L'unico modo per venirne fuori è inserire nel racconto, i motivi per cui in una certa situazione non possiamo che fare in un solo modo. Magari usando delle metafore, degli esempi.

Ecco allora che:
L'insegnante è come il comandante di una nave, controlla che tutto a bordo funzioni bene. Che la rotta sia quella giusta. Ed è quando ci guida verso un porto ancora sconosciuto, verso qualcosa che dobbiamo ancora esplorare, che non va disturbato, va lasciato parlare e agire fino all'arrivo. Perchè è una strada che conosce solo a memoria e se s'interrompe rischia di non travare mai il luogo di arrivo. Sarà solo in quel momento, quando giunto alla meta stanco e dovrà riposare, che gli altri abitanti della nave potranno prendere loro il comando e guidare, e uno alla volta ogni passeggero, si cimenterà nel compito di guidare, di condurre (il ragionamento).

Ai bambini è piaciuta la metafora del comandante, hanno conservato le domande alla fine, quando io davvero stanca per lo sforzo espositivo e della carica emotiva che ha richiesto il far comprendere determinati passaggi, ho restituito loro la parola. Ma non c'è tempo per riposare, perchè ogni domanda richiede la moderazione delle risposte, l'aggiustamento dei concetti o la rifinitura della spiegazione.
Ecco l'insegnamento è questo: tra il racconto, l'emozione del far comprendere, il piacere di raccogliere nelle risposte dei bambini i segni dell'aver compreso. Un processo continuo, stancante, anche pieno di insidie a volte. Ma quando finito il racconto gli alunni guardano tutti con un mezzo sorriso,  come a dire ecco questo aspetto non lo avevo colto ancora, ecco che siamo giunti alla nostra vera meta.



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2 riflessioni:

Roberta il 10 febbraio 2011 alle ore 20:06 ha detto...

Trovare le metafore giuste non è semplice ma, quando si riesce si ottengono risultati sorprendenti. A volte le uso anch'io...con scarsi risultati però! Mi sa che devo fare allenamento;))
Ciao Rosalba, Roberta.

Rosalba il 13 febbraio 2011 alle ore 09:15 ha detto...

Roberta difficile a volte farsi capire dai bambini facendo breccia nei loro pensieri, riportarli nella concetrazione e giusta attenzione. Distrarli dalle loro preoccpuazioni.
Stando a lungo con loro s'impara presto.

Un caro saluto

 

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