di Maestra Rosalba

lunedì 11 giugno 2012

Dietro a un muro un melograno

Proprio davanti a quella che un giorno era stata una latteria, circondata da case di ogni età, si trovava un cancelletto in ferro, color verde rame, già mezzo arrugginito. 
Si apriva su un lungo cortile: sulla sinistra fitti filari di agrumi, un pozzo al  centro, sulla destra il vialetto che finiva a T di fronte all'ingresso.  La casa era straordinariamente lunga. Lunga e stretta. L'uscita secondaria e il garage infatti si trovavano dalla parte opposta dell'isolato su un vicolo. Ma non era quella la nostra parte preferita, né quella dei bambini che l'abitavano. Il lungo cortile con il pretenzioso vialetto era il più frequentato. Nelle  occasioni in cui il cancelletto restava aperto, non di rado i bambini vi si infilavano mentre giocavano a nascondino, pieno com'era di alberi mezzo aggrovigliati e di muretti.
Puntualmente una voce poco amichevole li invitava a uscire a folle velocità.
Curiosamente dal muro di cinta alcuni rami si gettavano in strada, erano i rami di un imponente melograno, troppo grande in quell'affollato giardino o non saprei, richiamati forse dagli schiamazzi dei bambini, passavano così affacciati una parte dell'anno.
Perché non ricordo di averli mai visti fuori a impicciarsi di noi quando erano carichi di frutti. 
I melograni si caricano di frutti maturi tra ottobre e novembre, quando noi bambini uscivamo fuori per gli ultimissimi scampoli d'estate, i veri saldi di fine stagione delle vacanze di allora. I coronati frutti, così pieni da scacciare i rubini all'esterno, quasi con forza, si potevano osservare a quel punto solo da dietro le sbarre del vecchio cancelletto verde rame.
Ma il mio studio cominciava prima, già durante le assolate giornate estive seguivo la crescita di quelli che allora a me apparivano i frutti più belli e desiderabili. E più li guardavo e più aspettavo di poterli assaggiare. 
Ma non avvenne mai perché nonostante la bimba che ci abitava fosse la mia migliore amica e nonostante sfacciatamente chiesi di assaggiare quei regali frutti, quando ormai bambine non eravamo quasi più, lei rispose che il padre non voleva.
Ora nel mio giardino proprio davanti a me mentre scrivo, c'è un robusto albero di melograno, è fiorito e per ognissanti non mancano mai i frutti della festa, quando per prenderli mi basta allungare una mano. La stessa mano che non riuscì mai ad allungarsi verso il melograno imprigionato dietro cancelletto verde che dava sul pretenzioso vialetto.



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