di Maestra Rosalba

venerdì 27 luglio 2012

La carriera dei bocciati

A leggere bene e fino in fondo, anche perchè sono 207 pagine di roba, il rapporto dei test Invalsi qualcosa d'interessante si trova. Per tutte le classi oggetto dell'indagine una parte di essa fa riferimento, come abbiamo visto qui, ai regolari, agli anticipatari e i posticipatari. Posticipatari è un modo elegante per dire ripetenti.
Nella classe seconda Primaria i dati sono talmente bassi da non essere riportati, confermano la tendenza a fermare un alunno nella stessa classe, cosa che solitamente si fa in pieno accordo con la famiglia, come una scelta estrema. 
Anche se è certo che le due vicende riportate a fine giugno con gran eco dai media, riguardanti alcune classi prime della Primaria, hanno sicuramente fatto maturare l'opinione che anche lì si boccia e non in modo trascurabile.

Ma torniamo ai numeri che sono quelli che parlano di più.
Nella classe quinta di scuola primaria gli alunni in ritardo sono il 5% delle classi campione.
Le cose evolvono vistosamente dalla scuola media in poi. Nella classe prima delle secondaria di Primo Grado nella rilevazione di giugno 2012 gli alunni in ritardo sono il 10%, rispetto alla classe quinta della Primaria il dato è raddoppiato. In terza media il dato è quasi triplicato: gli alunni in ritardo sono il 14%. 
Andando avanti nell'esame dei dati, si giunge alla seconda classe della Secondaria di Secondo Grado e  gli alunni in ritardo sono quasi il 24%, in conclusione al rapporto si osserva che "in generale gli allievi che hanno accumulato almeno un anno di ritardo nel loro percorso di studio conseguono risultati sensibilmente più bassi degli altri studenti".

Al di là di ciò che possano significare i test Invalsi, questi dati rispondono ai numerosi fan della bocciatura che la propugnano come strumento per il recupero. Manco a dirlo un nutrito gruppo di sostenitori è all'interno della scuola stessa: vuoi per incapacità a intravedere altre soluzioni, vuoi, duole dirlo ma succede più spesso di quanto si ammetta, per interesse nella formazione delle classi per l'anno successivo.
Certamente non è escluso che in alcuni casi ripetere un anno possa portare l'alunno alla consapevolezza sul suo ruolo e al recupero delle abilità carenti, talvolta sono perfino i genitori a chiederlo facendosi carico del recupero, è accaduto e continuerà a accadere, ma riguarda un numero esiguo di casi.
Il fatto che dopo almeno un anno di ripetenza i risultati continuino a essere sensibilmente più bassi, significa che abbiamo speso un bel po' di risorse, perché un anno o più di frequenza ha il suo costo, per tenere l'alunno nella stessa classe senza aver centrato l'obiettivo che la bocciatura si proponeva: cioè rimetterlo in pari  nelle competenze.
Del resto sappiamo anche come funziona il recupero nella scuola superiore di Secondo Grado, spesso tenuto dagli stessi insegnanti di classe, non credo di essere solo io a vedere in ciò una sorta di aberrazione.
Dietro a tutto ciò aleggia la questione, mai risolta nella scuola pubblica, se tutti possiamo percorrere uguali strade e se la diversificazione dei percorsi in base agli interessi e alle competeze sia davvero un fatto discrimante. O se non vi sia maggiore cattiveria nell'infierire su un alunno che palesemente mostra segni di non volerne sapere della scuola.

L'immagine è presa da qui



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7 riflessioni:

con il ♥ e le mani il 27 luglio 2012 alle ore 10:21 ha detto...

Ottimi spunti, concordo in pieno: difficilmente la sola bocciatura ha dei risultati, occorre un percorso, un progetto... l'ho sempre pensato e ora i numeri lo confermano.
Poi sarebbe estremamente interessante rilevare la differenza tra italiani e stranieri nella percentuale dei ripetenti, ma questa è un'altra storia...

Galatea il 27 luglio 2012 alle ore 10:35 ha detto...

Il problema però è sempre quello: anche alle medie usiamo la bocciatura come scelta estrema dopo che si è fatto di tutto (spesso anche il percorso personalizzato per obiettivi minimi). E non funziona lo stesso? Che altro si può fare?

Rosalba il 27 luglio 2012 alle ore 10:59 ha detto...

Infatti è il problema che ponevo nell'ultimissima parte del post, il non voler accettare che ci sono alunni, studenti che della scuola non vogliono comunque sapere in qualsiasi modo gliela si presenti, alunni che dichiarano apertamente di volersi occupare di altro, di avere altri interessi. Se è vero che sono piccoli per decidere, che devono assolvere l'obbligo scolastico, d'altra parte è vero che per questi alunni non si fa abbastanza orientamento.
Certamente la bocciatura è necessaria quando si è tentato di tutto: è che da sola come risposta non serve a nulla, o almeno così sembra messa come la racconta il rapporto.

Sybille il 27 luglio 2012 alle ore 13:01 ha detto...

Rosalba, avevo conosciuto anni fa un caso di un ragazzo bocciato diverse volte, che all'etá di 16 non ne voleva piú sapere niente di rifare la terza media insieme ai "piccolini" di 13 anni (inoltre era un ragazzone di quasi 2 metri, che era anche seguito dai servizi sociali per diversi problemi). È stata la scuola stessa a proporre alla famiglia l'homeschooling per quell'anno, aiutandoli anche a organizzarsi con libri ed esercizi. Ha fatto l'esame statale insieme a mio figlio (nel primo anno di Invalsi con voto) ed é uscito con il 7. Un successo per tutti, direi, perché altrimenti oggi sarebbe un giovane senza diploma, cosí invece ha potuto iniziare a fare l'apprendista da un artigiano. (Certo, un caso un po' estremo, ma penso che quando tutte le parti insieme cercano una soluzione... il problema c'é quando, come dici tu, ci sono dei ragazzi che proprio di scuola non ne vogliono piú sapere... e sono quasi sempre maschi, vero?) ciao e buona giornata

bruna (laperfidanera) il 27 luglio 2012 alle ore 14:22 ha detto...

"posticipatari": lo dici ironicamente, vero? che è un "modo elegante" per definire i ripetenti! per conto mio, uno che usi una parolaccia del genere dovrebbe rimanere ripetente a vita (in 1ª elementare).

Rosalba il 28 luglio 2012 alle ore 07:39 ha detto...

Sybille la soluzione che scuola e famiglia hanno adottato nel caso che racconti, denota una notevole capacità di intelligenza emotiva e adattiva. Certamente nata in un contesto dove l'homeschooling è contemplato e visto come risorsa. Non so se sia trasferibile in altri contesti, può essere una delle strade percorribili.
Spesso si tratta di maschi, tra l'altro che anche il numero dei bocciati sia maggiormente nei maschi, ma credo che i numeri siano destinati ad andare in pareggio.

Rosalba il 28 luglio 2012 alle ore 07:41 ha detto...

Bruna "posticipatari" è il termine usato nel rapporto, non so poi se posticipatari ne esistano per una sola questione anagrafica, sicuramente sì. Ma la maggior parte di loro sono i ripetenti.

 

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