di Maestra Rosalba

lunedì 7 gennaio 2013

Maestra visto che insegni scienze, ci dici come nascono i bambini?

Sapete che non tutti i bambini sono fissati con i regali di Natale e anche che non è vero che al rientro da scuola parlano solo di quello? No, non lo sapete perché i luoghi comuni hanno sempre una marcia in più e come la gomma da cancellare passano sopra le cose belle della vita.

"Maestra io e Sara ti dobbiamo chiedere una cosa" "Ditemi care  se posso rispondere lo farò" "Maestra visto che tu ci insegni scienze, ci potresti spiegare per favore" (sì per favore hanno detto) "come nascono i bambini?"

Sorrido, deglutisco, sorrido, tutto in frazioni di secondo perché l'imbarazzo decido altrettanto velocemente che non deve trapelare e comincio il mio racconto davanti a un piccolo pubblico attento e composto: quattordici bambini di quarta che aspettano una risposta.

"Cari bambini, ora vi racconto la storia della nostra nascita, ma prima devo fare due premesse: la prima è che questa domanda riguarda il programma di quinta, però mi sento generosa (li tengo appositamente sulle spine e mi diverto da morire) e vi racconterò, si racconterò è la parola giusta, come veniamo al mondo. La seconda è che dovete ricordarvi, senza dimenticarlo mai, che noi siamo essere viventi come tutti gli altri e che solo incidentalmente abbiamo l'intelligenza che ci permette di fare domande come le vostre, però al pari degli altri animali: nasciamo, ci nutriamo, cresciamo, ci riproduciamo e poi infine, anche se è triste dirlo, moriamo. La cosa che ci rende diversi è che noi riflettiamo sul nostro destino mentre gli animali, sembrerebbe, per ciò che finora ci è dato sapere, che non lo facciano."

"Succede così che due persone s'incontrano si vogliono bene e a volte decidono di avere un bambino,   fanno l'amore, lei mette l'ovetto e lui il semino, che somiglia a un girino". La voce di una bambina m'interrompe: "Ah sì maestra siamo stati tutti dei girini nella nostra vita". Mi scappa da ridere ma mi controllo, riprendo il racconto, dicendo che se m'interrompono continuamente perdo il filo e che forse è meglio conservare tutte le domande a dopo la fine del racconto.
"A questo punto quando l'ovulo e il semino s'incontrano, il semino entra dentro l'ovulo e comincia la divisione cellullare (mi alzo e realizzo un semplice disegno alla lavagna), il bambino avrà il patrimonio genetico, cioè prenderà caratteristiche di entrambi genitori. In tre mesi circa l'embrione, perché si chiama così e ancora non è un vero e proprio bambino come lo immaginate, sarà quasi formato. Poi continua a crescere fino a nove mesi circa, allora se tutto va bene e se non è necessario un taglio cesareo il bambino nasce normalmente perché i muscoli e le ossa della mamma si allargano facendo lo spazio per farlo passare, altrimenti se è messo male, e prima spuntano i piedi anziché la testa, si pratica un taglio che senza rovinare la muscolatura della mamma permetta al piccolo di uscire."

Ora bambini è il vostro turno, potete fare le domande:

"Maestra perchè a volte nascono i gemelli e non sempre sono uguali?"
"Maestra perché a volte i bambini nascono malati?"
"Maestra ma una donna può avere bambini da sedici anni fino a cinquant'anni?"
"Maestra ma si può fare un bambino senza il papà?" Una bambina mi anticipa al volo si gira verso la compagna che ha fatto la domanda: "No è solo perché il papà scappa prima che il bambino nasce, succede molto spesso"


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