di Maestra Rosalba

giovedì 9 maggio 2013

Cambiare pelle

Più che aria di fine anno, durante le ultime settimane della quinta, si respira aria di cambiamento. E se
qualche volta mi ha sfiorato l'idea che lasciare gli alunni dopo cinque anni fosse un fatto triste, scopro che dentro di me si sta rafforzando la convinzione che nulla di più allegro stia per avvenire. 
E sta per avvenire allegramente, questo fatidico passaggio, perché c'è un bel clima, magari proprio perché finalmente si cambia... 
Fatto sta che siamo rilassati, in pratica abbiamo terminato il programma di quasi tutte le materie, italiano compreso, ci siamo lasciati il tempo per vivere queste ultime settimane in pieno relax. Non per non fare nulla, beninteso, ma per farlo senza annaspare.
Finita l'ora  delle interrogazioni frenetiche, affronteremo un lungo periodo di ripasso, scriveremo, parleremo, discuteremo, gusteremo il sapore del tempo che sta finire. 
E' una consapevolezza forte quella che attraversa i bambini di quinta, compresa tra la curiosità del futuro, la voglia di andarvi incontro e l'idea di qualcosa che finisce per sempre. Ma più che da emozioni tristi tutto ciò è attraversato da un'allegria mista a bonaria goliardia. Si sono trasformati tutti, anche i più timidi, abbandonando le ultime remore per avvicinarsi con la battuta, la presa in giro, non sempre bonaria a dire il vero, lo scherzo, il commento sagace. Sono grandi, provano a sentirsi grandi, mentre ancora si scuotono di dosso la prima pelle, quella della permalosità, per imparare a fare orecchie da mercante verso ciò che non piace, ignorare, passare oltre, concentrarsi su quello che conta davvero. Così mentre grattano i residui dell'altra pelle, quella innocente dell'infanzia, lasciano uscire la finta scorza dura, dei sorrisi forzati, delle risposte fulminanti, degli attacchi per mascherare la difesa. E ridono, ridono per tutto. Fino a ridiventare seri quando richiesto.
Con il tempo si indurirà ancora, fino a sembrare così dura da lasciare intuire solo all'occhio esperto che è ancora piena di piccole crepe e leggeri solchi, che di volta in volta si apriranno e richiuderanno, fino a diventare, pur apparendo liscia e intatta, come la corteccia di una quercia.




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