di Maestra Rosalba

sabato 14 febbraio 2009

Dalle scienze al testo creativo

Diversi sono gli argomenti di scienze che riguardano il programma della classe quinta di scuola primaria. Una di queste, legata allo studio degli apparati e dei sistemi del nostro corpo, è la riproduzione. Gli alunni sono in un età tale per il quale possibili scivolamenti dell'argomento sono dietro l'angolo e occorre tenersi sempre pronti a rispondere in maniera serena alle loro impreviste domande.
Potrebbe perfino diventare una sorta di lezione di educazione sessuale, ma sta a noi giudare sapientemente, senza anticipazioni ma anche senza sviare in maniera colpevole. Il modo giusto? Rispondere con serenità alle domande senza aggiungere né togliere.
Per fortuna spesso i libri di testo in questo ci aiutano, sostenendoci nello sviluppare un argomento con il linguaggio adeguato, in maniera semplice e più naturale possibile.
In questo caso è utile riferirsi ai comportamenti umani, come a comportamenti che ci accomunano anche agli animali (l'accoppiamento, la nascita dei cuccioli); la cosa che va aggiunta ed esplicitata è che l'uomo e la donna creano un legame duraturo, che solitamente la nascita di un bambino è un atto pensato e responsabile, accompagnato da un sentimento tra i genitori.

E' in questo modo che gli alunni della classe quinta, durante la chiaccherata che accompagna ogni nuovo argomento, si sono ritrovati a darsi spiegazione del loro arrivo al mondo.
In particolare la domanda di uno di loro "Vero maestra che noi siamo tutti bambini frutto di una scelta responsabile e che i nostri genitori ci hanno voluto?" ci ha condotto prima a chiarire che nascono tanti bambini non voluti, ma che possono essere figli di altrettanti genitori che non hanno avuto il dono di un bambino e infine ci ha portato a raccontare, con un piccolo testo, quali episodi hanno caratterizzato la nostra nascita, come siamo arrivati al mondo, e come abbiamo sconvolto la vita dei nostri genitori.
L'idea è sempre quella di legare un argomento ad altro (rete di conoscenza semantica), di dare sempre e comunque la possibilità agli alunni di esprimersi su cose del quale a loro piace scrivere. Rendere piacevole lo studio di argomenti meno "graditi" inquadrandoli in un contesto, per il quale capiscano che la conoscenza porta a scelte consapevoli.
Partendo dall'esperienza della propria nascita gli alunni hanno legato il concetto di riproduzione al concetto che oggi la nascita è un fatto non casuale bensì voluto e progettato, ma non per questo meno emozionante. Anzi loro stessi hanno detto che la nascita deve essere una "scelta responsabile".
A volte li guardo e quattro mesi dopo averli conosciuti mi pare di vedere altri bambini e li ammiro nel loro coraggio di dirsi le cose a viso aperto.

Maria Laura: "Appena nata "
Mia mamma mi ha raccontato che quando mi ha visto per la prima volta ”non si è spaventata”, perché aveva già avuto l’esperienza con i miei fratelli Simone e Marco, anzi era al settimo cielo dalla felicità, perché ero una bambina. Appena nata ero bravissima mangiavo e dormivo, ma dopo quindici giorni dalla nascita piangevo molto spesso perché avevo le coliche. Quando sono nata pesavo kg. 2,850, avevo già i capelli, gli occhi piccoli e castani e guance paffute, per fortuna ho preso il meglio da mamma e papà. All’inizio mi allattava lei, ma poi aveva poco latte e a me non bastava allora mi aiutava anche con il latte artificiale, apposta per i neonati e lo bevevo con il biberon.
La notte, dice che piangevo come una matta, lei cercava di farmi smettere con il ciuccio, ma non funzionava, perchè io non lo volevo e non l’ho mai voluto, dopo un ora mi riaddormentavo “ovviamente” dopo aver svegliato tutti. Il primo dentino è spuntato dopo sei mesi, ho fatto i primi passi a undici ed ad un anno, ho cominciato tranquillamente da sola. Tutti quanti mi dicono che ero una bambina molto tranquilla e brava. Io quando ero piccola ero un po’ magrolina perché non avevo molto appetito, mia mamma per farmi mangiare doveva inventare sempre qualcosa di nuovo. Mi ha raccontato che quando avevo quattro anni pur di farmi mangiare qualcosa mi faceva giocare con una vaschetta d’acqua e dentro c’erano dei ravanelli e io facevo finta di pescare dei pesciolini e nel frattempo lei mi imboccava.

Carolina: Io da piccolaQuando ero nella pancia della mia mamma avevo spesso il singhiozzo e mi ciucciavo il pollice. Quando sono nata pesavo kg 2,830. Per i primi tre mesi ho pianto parecchio perché avevo le coliche gassose. Da piccolina poppavo il latte molto velocemente facendomi venire il singhiozzo. Ero molto affettuosa e nadavo volentieri con tutti. Verso gli otto mesi ho cominciato a gattonare e verso un anno ho iniziato a camminare “e mi piaceva tanto” facevo tante volte il giro della casa e mi divertivo: per me era come un gioco.
Quando uscivamo con i miei genitori loro mi mettevano nel passeggino ma io non volevo stare seduta e allora passeggiavo anche io.
La mia mamma aveva preparato una tabella alimentare per tutta la settimana, in modo da potermi far mangiare di tutto. Ero molto ghiotta di ravioli e ne potevo mangiare in un giorno dieci molto grandi.
Io sino a 5 anni ciucciavo un cuscinetto molto morbido, mia nonna aveva preparato molte fodere per il cuscinetto con tanti disegni bellissimi. Io quando ciucciavo facevo uno strano rumore co0me questo: “GNA-GNA-GNA” allora mio papà aveva deciso di chiamare il mio cuscino “GNAGNO” e a me piaceva tanto, ero molto gelosa a prestarlo a mio fratello Alberto, ma lo prestavo a mio fratello Federico con cui andavo molto d’accordo.


Valentina: Ciao a tutti!
Sono Valentina, sono nata il diciotto Maggio del 1998 un mese prima di quando dovevo nascere, attraverso un parto cesareo.
Dopo tanto aspettare sono nata! I miei genitori erano un po’ indecisi tra Alice e Valentina ma poi hanno deciso di chiamarmi Valentina, perché Alice dava più l’idea di un acciuga!
Alla nascita ho pesato 2,350 kg ed ero lunga 46 cm, ero piccola perché, come ho già detto sono nata un mese prima. Avevo i capelli di un colore biondo – rossiccio, quasi arancione, gli occhi erano celesti. Ero una gran dormigliona, non che non lo sia più. Da uno “stecchino” sono diventata paffutella tant’è che mia nonna dopo due settimane che non mi vedeva, si era spaventata e aveva chiesto cosa mi era successo. Dormivo e mangiavo, mangiavo e dormivo tutto il giorno così. Ero tranquilla tant’è che mia mamma e mio papà avevano deciso di rivolgersi ad un altro pediatra proprio perchè ero troppo tranquilla, pensavano che avevo qualcosa che non andava invece… ero normalissima e stavo benone!
Non piangevo quasi mai ed ho tardato a parlare e a mettere i dentini, ma non solo anche a camminare perché ero paffuta (d’altronde ero una buongustaia e lo sono ancora!) Non riuscivo a dire bene Valentina e dicevo che mi chiamavo Tittina.
E da allora il mio sopranome è Titti come il canarino dei cartoni animati (la serie Titty e gatto Silvestro) che il gatto tenta sempre di mangiarsi ma poi finisce che nonna Granny lo picchia!
Sto cambiando adesso, però sono sempre tranquilla. Bè ormai sapete tutto di me! Ciao Ciao


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2 riflessioni:

Anonimo ha detto...

Che attività interessante! Quante cose scoprono e sanno i bambini di oggi.
un caro saluto

Rosalba il 15 febbraio 2009 alle ore 11:35 ha detto...

Ciao Elisa è vero, ed è da sfatare il mito che i ragazzi di oggi sono superficiali invece hanno interessi di tanti tipi e sanno ragionare.La tv come sempre ci rimanda un immagine distorta della gioventù. un caro saluto

 

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