di Maestra Rosalba

lunedì 6 aprile 2009

Didattica Laboratoriale e autonomia operativa

Le possibilità che offre la didattica laboratoriale, che fin quì abbiamo presentato nei suoi contenuti essenziali sono molteplici, le ricadute da quelle di tipo comportamentale sia individuale che di gruppo, dalla fiducia in se stessi, fino al rapporto positivo con l'insegnante. Per non parlare poi dell'apprendimento dei contenuti, la passione per gli stessi, il gusto della ricerca e dell'approfondimento.
Queste sono le cose che ho potuto analizzare in sei mesi di attività con gli alunni della classe quinta, dove il metodo è stato completamente incentrato secondo i canoni della didattica laboratoriali in classe, i cui contenuti sono sintetizzati per necessita di spazio in questo post.
Questa scelta ammetto parte da una incapacità mia personale di fare didattica tramite il sapere esperto, cioè la spiegazione tradizionale, ma di mantenere vivo il dialogo continuo con gli alunni, dal bisogno di rimandi positivi continui, interessata come sono al fatto che quei contenuti diventino patrimonio degli alunni.
Stamani appena entrati in aula gli alunni parlottavano, ho chiesto che cercassero il libro, nel frattempo sistemavo alcune questioni riguardanti la visita guidata di domani.
Sono andata al mio tavolo e lì ho trovato alcuni foglietti, ritagliati con cura e con scritto "Per la maestra". Dentro c'era scritto "Maestra ci interroghi a me Vero, Vale e Martina?"
Io ho letto ho guardato gli alunni e sono scoppiata a ridere.
Ho pensato sono tre passi avanti.
Ho chiesto allora volete essere interrogati?
Si mi hanno risposto ci siamo divisi gli argomenti, ti presentiamo gli Etruschi.
Altri tre gruppi si sono offerti volontari.
Hanno fatto delle interrogazioni molto buone, non hanno studiato a memoria, io ho interrotto spesso con domande sulla comprensione, integrando informazioni che non avevo dato in precedenza e loro procedevano spediti nel discorso con sicurezza e competenza.
I laboratori di Geografia ci hanno insegnato tanto. Ci hanno insegnato che insieme si impara, che è bello studiare il mondo, la nostra storia e le scienze.
I laboratori hanno consgnato agli alunni autonomia operativa e organizzativa, trasmettendo l'idea che lo spazio fisico scuola è riorganizzabile anche con la loro compartecipazione e che sono i primi responsabili del loro esito formativo. Pur se bambini di dieci anni hanno capito di avere le loro piccole responsabilità, tra i quali amare lo studio e perseguire l'obiettivo della loro formazione culturale e personale.
Uno dei modi per far amare agli alunni queste materie, è comprendere che le materie prima devono piacere a noi docenti, questo piacere di imparare va trasmesso, non possiamo mettere stancamente il libro sul tavolo e spiegare, dobbiamo aprire un dialogo e un patto con gli studenti.
Questa è una classe che a settembre diceva: non ci piacciono nè la Geografia, ne la Storia, nè le Scienze... ora si organizzano per parlare all'interrogazione. Credevo di raccogliere questi risultati a Giugno e invece sono arrivati molto prima.
Prima che dispensatori di un voto sul registro, abbiamo il dovere di capire che siamo "mediatori di sapere" che la passione e la voglia nascono da passione e voglia. E' una questione empatica null'altro.


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6 riflessioni:

Rosaria il 6 aprile 2009 alle ore 23:14 ha detto...

Ho letto con molta attenzione il tuo post e mi sono ricordato di un piccolo episodio personale.

Stavo in seconda elementare, la Suora, (ho vissuto in collegio dai 4 a 15 anni, da noi venivano a scuola anche gli esterni, a pagamento, l'attenzione delle suore era rivolta a questi ultimi e meno a noi interne)
spiegò dove andava messa l'acca, capi tutto immediatamente. Dopo la spiegazione passeggiando nell'aula disse...chi ha capito alzasse la mano, prontamente alzai la mia, suor Teresa, guardò la mia mano alzata con gli occhi e continuò a dire...ragazzi vediamo chi ha capito.
Abbassai piano, piano la mano e da quel momento non l'alzai più, anche se le cose le sapevo.

Comunque ieri sera ho postato il Canaletto, ho pensato a te e sai perchè?

Sul libro d'arte da dove ho attinto le notizie si parlava della camera ottica dove spiegava il suo funzionamento, la dinamica è uguale al tuo binocolo.

@@@@@@@@
Anzi, per ottenere maggiore verità di quanta non possa restituirla l'occhio umano, ci si serviva di uno speciale apparecchio, la «camera ottica», uno strumento ( conosciuto fin dai tempi più antichi ) che, come avviene nella camera oscura, facendo passare all'interno, mediante un piccolo foro, i raggi della luce, permetteva di proiettare l'immagine della realtà sulla superficie opposta, dove appariva capovolta e sfocata; raddrizzata e resa nitida con lenti e specchi, essa, riflessa su uno schermo di carta oleata o su un vetro smerigliato, veniva ricalcata dall'operatore.

Che ne dici, leggendo ho pensato a te
ti abbraccio. Buona serata.

ci sentiamo domani in serata, adesso vado a letto, domani sveglia alle 6 vado dai nipotini.

elisa il 7 aprile 2009 alle ore 15:34 ha detto...

Ciao Rosy! ho letto tutti gli ultimi post che mi ero persa ...la torta alle mele cotogne: chissà che delizia! a piacciono anche così.. da bambina ne mangiavo tante anche cotte con lo zucchero, perchè le aveva mio padre nell'orto e poi adoro il loro profumo intenso...che meraviglia!
complimenti per le idee che ogni tanto suggerisci davvero creative ...carina quella della candela ottenuta dall'uovo! peccato che non l'ho letta prima perchè ero proprio a digiuno di idee e avevo proprio poco tempo per realizzarle..
comunque la prendo e la metto da parte per l'anno prossimo..
un caro saluto e grazie per gli appprezzamenti che fai nei confronti del lavoro dei miei alunni birbantelli!
un abbraccio

Rosalba il 7 aprile 2009 alle ore 19:31 ha detto...

@rosy anche io conservo un ricordo della scuola non sempre felice, magari non ero la vittima, però ricordo il trattamento riservato ad alcune compagne. Sono cose che segnano e la scuola dovrebbe essere fatta da persone serene che amano davvero i bambini. O che perlomeno li rispettino, anche perchè un bambino non sceglie nè dove nasce nè da chi nasce.

Ho visto il tuo post sul Canaletto a me ha ricordato Venezia, che ho visto in un giorno piovoso di Gennaio. Racconterò al rientro delle vacanze quanto mi dici sulla camera ottica, agli alunni di 5^, leggendo il pezzo che mi hai trascritto.
Grazie e a presto cara amica :-)

@Elisa cara ..... si l'ovetto di cera è facile facile :-)
Voi siete alle prese coi laboratori immagino. Noi non si sa quando si comincia. A me piace molto la scuola che fate te e i tuoi bambini, credo sia giusto trarre ispirazione anche dalle esperienze positive altrui. Lo scambio e la contaminazione ci permettono di crescere.
Un caro saluto a te e ai tuoi alunni

lella il 8 aprile 2009 alle ore 19:43 ha detto...

cio cara,nell'augurarti una serena Pasqua desideravo kiederti una cosa:
nella vs scuola come vi siete regolati x l'adozione dei testi?considerato il vincolo quinquennale e ke quindi saranno le colleghe di 5^ a scegliere x le furure 1^ dei prossimi 5 anni,state condividendo le scelte con tutto il plesso ?
Potresti farmelo sapere?C'è una tale confusione ke credo sia meglio confrontarsi con altri.
grazie
Lella

Rosalba il 8 aprile 2009 alle ore 22:43 ha detto...

Ciao cara Lella, credo che concorderemo su un testo in cui tutti trovano un riferimento al metodo di ciascuno(anche se la vedo dura riuscire in questa operazione vista la diversità delle metodologie che carattterizzano noi insegnanti).Questo è quanto abbiamo pensato di fare, premetto che il mio è un plesso di 5 classi dalla prima alla quinta, e che riusciamo a mediare tra le diverse posizioni.
Ti farò sapere cmq
Una serena Pasqua anche a te e ai tuoi alunni :-)

Rosalba il 9 aprile 2009 alle ore 10:29 ha detto...

Ciao Pasquale, grazie per l'apprezzamento :-) ho inserito il tuo blog, che ritengo utile anche i fini del cosidetto "turismo scolastico", nella pagina dello scambio link, nella barra di navigazione.
A presto e Buona Pasqua

 

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