di Maestra Rosalba

mercoledì 2 novembre 2011

Conte d'Italia

Non so voi, ma io che ho giocato a lungo nei vicinati e nei cortili, il pari e dispari l'ho imparato così: organizzando una squadra, dividendoci a  gruppi.  
Una volta ho perfino fatto il portiere coi maschi, per raggiungere un numero uguale di partecipanti, poi presi un'infilata di goal e il quasi immediato sollevamento dall'incarico, e fu la prima e unica volta. 
Altre volte non riuscendo a trovare un volontario ci s'inventava un ruolo di arbitro o supervisore, anche quando il gioco non lo prevedeva.
Le ricordate le conte? 
Le conte e le interminabili discussioni perché qualcosa non tornava mai. Qualcuno furbescamente durante la conta, saltava il compagno sgradito: piccoli trucchi per avere la squadra migliore! Trucchi di matematica applicata li definisco ora: c'era chi in questo genere di manovre era veramente abile.
Però è così che  s'imparava,  bambini in età di scuola infanzia prima e alunni della scuola elementare poi,  a contare molto oltre il dieci, a capire quando non si poteva dividere a metà, il concetto di più e di meno si vedeva  con lo spostamento fisico dei corpi da una parte e dall'altra, perché nei vicinati di allora la decina si superava con facilità.

Quando vedo gli alunni in classe, fare le conte, rivedo quel nugolo di bambini in strada,  in aula le conte non si potevano mica fare, forse all'uscita, e durante ricreazione si stava in maniera composta. 
All'uscita ci si fermava a giocare un po' in strada, senza esagerare perchè anche allora le mamme si preoccupavano e il bello veniva al pomeriggio quando, spesso ancora prima di aver fatto i compiti, si usciva fuori a giocare.

Le conte
Ecco allora una serie di conte regionali, in molti casi dei veri e propri nonsense che se non possiamo certo usare per giocare in strada, possiamo collegarle alla geografia o alla storia: è sufficiente coi bambini di terza e quarta, la riproduzione della cartina politica dell'Italia e abbinare ogni conta alla sua regione.

E se qualcuno volesse aggiungere la sua conta, lo faccia pure nei commenti e il post verrà aggiornato.

Veneto
Piomba la stella in mezzo al mare
mamma mia mi sento male
mi sento male in agonia
prendo la barca e fuggo via. 
Fuggo via di là dal mare
dove sono i marinai
che lavoran tutto il dì
a b c d 
sta di fora proprio ti.

Basilicata
Ho una spilla regalata 
ma non so chi me l'ha data
me l'ha data mia sorella
che si chiama mortadella
me l'ha data mio cognato
che si chiama scornacchiato
me l'ha data mio cugino
che si chiama formaggino
me l'ha data mio papà
che si chiama baccalà.

Lombardia
Un, due, tre
la Peppina fa il caffè
fa il caffè con cioccolata
la Peppina l'è malata.
si è ammalata di  gran dolore
ha chiamato il dottore
il dottore con le ciabatte
qui mi duole e qui mi batte
qui mi sento una gran pena
sor dottore senza cena.

Umbria
Spigole migole, pan pan pan
Batti la ciotola, dan dan dan
Stichele Michele, pam pam pam
Batti le nacchere, tan tan tan
Stichele Michele
Stichele pa
Stichele Michele 
tam tam tam.

Campania
Tre tazzine di caffè
me le bevo tutt'e tre
tre e tre fanno sei
sei e sei fanno dodici
dodici e dodici ventiquattro
uno, due, tre e quattro.

Lazio
Il gobbino va al caffè
e domanda se ce n'è,
se ce n'è un goccettino
per il povero gobbino.

Toscana
Sotto la pergola del papa
c'è un cestino di'insalata, 
c'è un cesto di lattuga;
sorte fuori la più ciuca.

Sicilia
Trizzi trizzi tri maruzzi;
tri surelli stanno 'n casa
una prega a santu Vitu
pri pigghiarsi unu bonu zitu,
buonu zitu cuccurucù
nesci fora e vattini tu.

Sardegna
Custu è su procu
custu d'at mottu
custu d'ari scroxiau
custi si d'at pappau
e custu at nau
poitt'è chi non mi n'd at donau! (conta da eseguirsi con le dita partendo dal pollice).

(tratto da un libro di qualche decennio fa della Giunti Marzocco)

Le vostre conte
Di Claudia-cipi:
Ambarabà ciccì coccò
tre civette sul comò
che facevano l'amore
con la figlia del dottore
il dottore s'ammalò
ambarabà ciccì coccò.

Macchinina rossa dove vai?
(e il bimbo "puntato" doveva dire il nome di una località, che poi veniva sillabata per la conta).
Quanti giorni ci starai?
(e il bimbo "puntato" diceva un numero che poi serviva per la conta). I più simpatici sparavano numeri a tre cifre, che non si finiva più di contare!

La versione nel dialetto del nord Sardegna di Giovanna Arcadu della conta indicata da me:
Cust 'e su polcu
custu l'a(t) moltu
custu l'a(t)'usciadu
custu si l'at manigadu
e a su minoreddu non n'de l'han lassadu!

La conta di Dioniso, usata dai bambini della Sabina (Lazio)
Astambera cutaia a te,
beccate sto schiaffo non chiederm’ il perché,
ciripiripicchio che bel pancin,
questa è la conta del soldatin,
astambera cutaia a te!

Sempre Dioniso segnala la conosciutissima conta "Ponte ponente", la versione italiana non è altro che la desemantizzazione del ritornello di una filastrocca francese.

[Edit] Filastrocche di Bruna del Tamburo Riparato


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7 riflessioni:

Sybille il 2 novembre 2011 alle ore 10:08 ha detto...

Wow, che bella raccolta!

giovanna il 2 novembre 2011 alle ore 11:06 ha detto...

Ahah, Rosalba,
ti scrivo la versione nel mio dialetto? :-)
Cust 'e su polcu
custu l'a(t) moltu
custu l'a(t)'usciadu
custu si l'at manigadu
e a su minoreddu non n'de l'han lassadu!

- con tutti i limiti della mia scrittura del sardo. Ma mi sono divertita, grazie! :-)

g

Unknown il 2 novembre 2011 alle ore 11:35 ha detto...

carineeeeeeeee
non so se siano locali o universali, ma io da piccola contavo con queste:

Ambarabà ciccì coccò
tre civette sul comò
che facevano l'amore
con la figlia del dottore
il dottore s'ammalò
ambarabà ciccì coccò


macchinina rossa dove vai?
(e il bimbo "puntato" doveva dire il nome di una località, che poi veniva sillabata per la conta)
quanti giorni ci starai?
(e il bimbo "puntato" diceva un numero che poi serviva per la conta. i più simpatici sparavano numeri a tre cifre, che non si finiva più di contare ;P )


poi ci sono anche quelle "sporche", che ai bambini piacciono tanto, ma non so se posso scriverle qui (si parla di escrementi e flatulenze, non di sesso, per la cronaca)

Rosalba il 2 novembre 2011 alle ore 11:42 ha detto...

Sybille grazie!

Rosalba il 2 novembre 2011 alle ore 11:43 ha detto...

Grazie Giovanna aggiungerò anche la tua version enella variante dialettale che hai proposto :) anche io mi ci sono divertita!

Rosalba il 2 novembre 2011 alle ore 11:44 ha detto...

Claudia aggiungi anche quelle che contengono le paroline che hai detto, in fin dei conti si tratta di conte e a volte contengono spiritosaggini che ai bambini piacciono! Grazie per le altre che poi inserirò nell post!

Anna Rita Vizzari il 2 novembre 2011 alle ore 20:02 ha detto...

Interessante repertorio :-)
Le conte della mia infanzia non erano in sardo... erano nonsense come "Anglinglò esse-ti enne-o" o coprologiche come "Sotto il ponte di Baracca c'è Mimì eccetera"... se me ne vengono in mente altre le aggiungo ;-)

 

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