di Maestra Rosalba

giovedì 9 febbraio 2012

Restare coi piedi per terra

Il web è un'invenzione bellissima. Permette di leggere tante cose interessanti. Di conoscere gente nuova. Di scrivere e scoprire che ciò che si scrive interessa a qualcuno. Di condividere i propri interessi e perfino le idee politiche. 
Può accadere che anzichè vivere un'esperienza che occupa una parte della giornata, complice l'aspetto social e complici i più piccoli dispositivi di collegamento alla rete, che ci permettono un accesso costante dai più disparati luoghi, essa possa diventare totalizzante e finire con l'occupare molto più del tempo che normalmente si dedicherebbe a un normale interesse, finendo con l'annullare la percezione del confine tra il reale, il fattibile e l'immaginario.
Proteggerci da questo pericolo, che a volte si presenta proprio come una sorta di fagocitazione a nostra insaputa, è un dovere verso noi stessi, e a parte la misurazione del tempo che effettivamente passiamo collegati alla rete, possiamo, a prezzi relativamente modici, senza che necessariamente si debbano investire risorse extra, porre in essere azioni concrete di contrasto, dedicando alla rete un tempo "ragionato" e non un tempo come se ci vivessimo in pianta stabile:
- Leggere libri, anche digitali.
- Cucinare.
- Fare del bricolage.
- Camminare per le vie della nostra città o paese.
- Andare in campagna e osservare la natura.
- Giocare coi figli, se li abbiamo.
- Scrivere.
- Imparare cose nuove.
- Coltivare piante nel balcone o in giardino.
- Ascoltare musica.
- Stare in silenzio.
E poi:
- Domandarci prima di scrivere in rete, se è opportuno e se ciò che scriviamo è verificato.
- Lasciare lo smartphone a casa quando siamo a lavoro e metterlo via o spegnerlo mentre facciamo le cose qui sopra.

Non sono cose da farsi tutte tutti i giorni, bensì, occorre ricordarsi ogni tanto che costituiscono una valida e salutare alternativa al delirio dei social. Quando sui social scriviamo più di dieci post al giorno, probabilmente è ora di ripensare al nostro tempo in rete. Se accade ogni tanto mentre ci annoiamo, può essere un utile trastullo. Ma se diventa la normalità è ora di farci qualche domanda su quanto il web si è preso un pezzo della nostra vita. Io ogni tanto me lo domando. E voi?


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6 riflessioni:

Anonimo ha detto...

inutile dire che anch'io me lo domando. spesso.

a volte per me il web è un utile surrogato della vita reale quando non posso o non voglio viverla per davvero. e a volte invece è un utile incremento della vita reale quando posso o voglio viverla per davvero. inutile dire che tutto questo dipende da me, e da come è ordinata "quella" classifica interna che definisce quali sono le vere cose importanti e le finte cose importanti.

ci vuol testa per usare internet. e non solo neuroni, ma anche un certo ordine mentale ...

Rosalba il 9 febbraio 2012 alle ore 18:43 ha detto...

Io credo che usato bene integra, e vicaria perfino, in modo adeguato la realtà. Io stessa ho sempre scritto che il blog mi ha restituito, permettendomi di raccontare, cose che ritenevo perse. Il riferimento maggiore è ai social, al delirio d'onnipotenza che ne deriva, all'incapacità di alcuni user di fermarsi e di discernere tra il possibile e il surreale, ormai proiettati come sono nell'etere.

Sottoscrivo: ci vuole ordine ementale stare ben ancorati.

.C annA il 9 febbraio 2012 alle ore 18:58 ha detto...

Per una volta faccio io la Maestra e metto un triplice voto a questo post:
10 per l'argomento
10 per come è stato impostato
10 perchè rendi semplici e fruibili i miei stessi caotici pensieri

PROMOSSA! :)

Rosalba il 9 febbraio 2012 alle ore 19:02 ha detto...

La pagella dei lettori è cosa gradita, cara Anna, e comunque resto coi piedi per terra! (Grazie)

Marco Fulvio Barozzi il 9 febbraio 2012 alle ore 19:43 ha detto...

Come membro del consiglio di classe (sono l'insegnante di inutilità) mi associo al giudizio della collega Scara Bocchio. Io uso il cellulare solo per le telefonate, non ci navigo, non ci messaggio, non scatto foto, non ci ascolto musica. Anch'io devo tuttavia riflettere sul mio tempo di permanenza davanti a FB.

Rosalba il 9 febbraio 2012 alle ore 19:56 ha detto...

Caro collega Popinga, avendo per anni insegnato il Superfluo, ora mi vedrò costretta a cambiare materia e insegnare Misurazione Del Tempo In Rete, certa di fare cosa gradita a me medesima, onde dedicare questo tempo a più proficue attività. Non tralasciando le gustose letture che in rete capita di trovare ;-)

 

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