di Maestra Rosalba

martedì 26 giugno 2012

Consegna schede nelle classi quarta e quinta: intenzionalità e futuro.

Questi ultimi giorni di giugno sono quelli in cui, nella scuola Primaria, si consegnano i documenti di valutazione  alle famiglie. Il rituale, chiaramente obbligo di legge, che chiude fino al giorno di settembre in cui ricomincia la scuola, i rapporti con la famiglia. 
Finché gli alunni sono stati nelle prime tre classi, considerata la ciclicità degli apprendimenti proposti e considerato, fatti salvi i casi  di alunni con difficoltà oggettive, che il lavoro è stato principalmente metodologico, potevamo ancora guardare con tolleranza e pazienza agli  atteggiamenti infantili, confidare in una maturazione durante la classe quarta. 
Il rispetto dei tempi di tutti è prioritario, è uno dei collanti dei primi tre anni.
Alla fine della classe quarta e ancora di più al termine della quinta è bene sottolineare e riferire ad alunni e famiglia, senza troppo timore, punti di forza e punti di debolezza. 
La classe quarta è la linea di demarcazione tra il bambino e il quasi ragazzino. In un anno i rivolgimenti sono parecchi: nell'arco di nove mesi di scuola si comincia parlando a bambini e si finisce rivolgendosi a ragazzini. Sono gli stessi ovviamente, sono sempre i nostri alunni. 
Molto più coraggiosi nel provare a ribadire il loro punto di vista, nel rispondere anche in malo modo; ma anche più fragili nel non riuscire a controllare ancora del tutto né il corpo né le emozioni. E' il periodo in cui si presenta il bullismo, ancora in fasce ma sempre bullismo è. In cui oltre alla negoziazione delle regole e alla condivisione comincia a farsi necessario "contenere" i comportamenti e imporsi in qualche caso con tutta la nostra autorità e autorevolezza. Di fronte all'obbligo di garantire sicurezza e incolumità di tutti la parola autorità non deve spaventare. Si tratta di un passo obbligato che deve essere necessariamente seguito dalle spiegazioni e dalla messa in atto di soluzioni pratiche: spostamenti di banco,  focus di discussione, carichi di lavoro diversificati e personalizzati, lavori di gruppo che offrano occasione di riflessione su se stessi e sugli altri.

Se di tutto ciò si è fatto adeguatamente memoria durante l'anno, fissando in punti chiave lo stato dell'arte per ciascun alunno, il momento di consegna schede, staccato com'è dalla stanchezza degli ultimi giorni, è l'occasione buona per rendere partecipe la famiglia non solo con il resoconto dei voti e del giudizio finale che restituiscono  la fotografia di un anno, ma rimarcando a voce o meglio ancora con un promemoria che quarta e quinta sono gli anni della responsabilità. Non significa certo infierire sugli alunni ma piuttosto cominciare a delineare la strada della presa di coscienza, focalizzare sul fatto che entrambi sappiamo, noi adulti e loro ormai non più preminentemente bambini, che il raggiungimento di un obiettivo non è solo nelle mani dell'adulto, ma che le percentuali stanno cambiando e che devono fortificare le spalle e imparare a portarne il peso. Certamente non da soli ma il nostro supporto diventa sempre più ideale abbandonando le redini di quel guidare passo passo che lascia spazio all'autonomia operativa, di scelta e di intenzionalità rispetto al proprio futuro
In altre parole ciò che vorremo fare da grandi comincia a correlarsi e a commisurarsi al nostro impegno.


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2 riflessioni:

Anonimo ha detto...

salve, ho scoperto il tuo blog da poco, lo trovo ricco di informazioni e spunti.....ti faccio i miei più sinceri complimenti.
sono d'accordo su quello che hai scritto, mi hai fatto riflettere e ammetto di aver commesso un errore a pretendere ai miei bambini di 3^di contenere, ( non reprimere, questo mai!) i loro comportamenti a volte infantili......sono proprio una pessima maestra, sigh.
Rossella

Rosalba il 27 giugno 2012 alle ore 08:10 ha detto...

Ti ringrazio, forse non mi sono espressa bene, non ho detto che i comportamenti dei bambini di terza quando esagerati e poco consoni vanno tollerati, tutt'altro. Volevo solo dire che data la differenza tra un bambino e un bambino che si avvia a essere ragazzino guardiamo al primo con più tolleranza mentre con l'altro dobbiamo cominicare a essere più decisi sia verso certi atteggiamenti di sfida che verso l'assunzione di responsabilità.
A presto

 

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