di Maestra Rosalba

lunedì 21 gennaio 2013

I giudizi in classe quinta: verso il passaggio di grado

Siamo a un tiro di schioppo dalla fine del primo quadrimestre, inevitabile quindi parlare dei giudizi che andranno a riempire le righe  vuote del documento di valutazione da consegnare alle famiglie. La stesura dei giudizi non è un'attività molto amata e d'altro canto non riscontra neppure tanto favore negli alunni. Una rilevazione  mediocre quando descrive capacità ancora non ancora ben sviluppate viene percepita anziché come una situazione in evoluzione e di qualcosa che deve migliorare, come un giudizio sulle proprie capacità. Quindi la prima cosa da fare è evitare che quanto scriviamo diventi altro rispetto alla descrizione dei traguardi di sviluppo: sa fare/non sa fare, cose verificabili, ovviamente a patto che si tratti di argomenti ben sviscerati. E anche quando quel non sa fare va detto, verbi quali "appare" e "sembrerebbe" aiutano parecchioa esprimersi in modo adeguato.

Se nei primi quattro anni la stesura del giudizio, pur raccontando la "situazione" teneva conto della possibilità che certi traguardi arrivassero entro la scuola Primaria, all'ultimo anno di questa non possiamo più fare a meno di sorvolare su una serie di prerequisiti, che a a metà della classe quinta, e ancora di più al termine di essa, devono essere pienamente raggiunti, che vanno riportati nei giudizi e nella scheda di passaggio che descrive le competenze.

- Il metodo. Dovendo dare delle priorità direi che il metodo è fondamentale più delle conoscenze, perché presuppone il possesso della capacità di reperire informazioni poi di riorganizzarle secondo la richiesta. Un alunno in uscita dalla scuola elementare deve quindi possedere un metodo di base, certamente ancora grossolano, ma  sicuro. Di fronte alla richiesta di informazioni su un determinato argomento un alunno deve saper individuare una fonte, capire se è adeguata al suo grado di comprensione,  prendere ciò che gli occorre, riassumerlo per esempio in una mappa o un semplice testo. Deve saper organizzare un testo con il linguaggio adeguato al tipo di testo, saper preparare una semplice esposizione orale partendo da parole chiave...

- Autonomia operativa. Strettamente legata al metodo deve essere allo stesso modo sufficientemente consolidata: si esprime in un utilizzo adeguato dei contenuti e dei  materiali, nella loro catalogazione ordinata sia che si tratti di cartaceo o di digitale, nella capacità di raccogliere informazioni e utilizzarle, di agire quando chiamato a farlo con i soli  imput necessari allo svolgimento del compito.

- Organizzazione delle conoscenze, è la capacità di individuare legami tra le discipline  e quindi di saper collocare una nuova informazione, anche questa si matura a patto che si sia fatto un lavoro interdisciplinare continuo, fin dalle prime classi.

- Competenza, il saper fare da non confondere con la conoscenza, che è la capacità di saper applicare le conoscenze: grammaticali, matematiche, scientifiche, storiche e geografiche. La competenza implica un continuo utilizzo e trasferimento delle informazioni in possesso dell'alunno, il loro ri-assemblaggio con altri contenuti, come allo stesso modo la loro scomposizione per essere nuovamente associata a nuovi dati.

Questi quattro indicatori, alla scuola Primaria, sono solo parzialmente misurabili  attraverso prove strutturate, quanto  maggiormente evidenti durante l'attività didattica. Ecco perché è bene segnare su un'agenda da qui alla fine dell'anno quando capita di osservare gli alunni mettere in atto la competenza, riorganizzare la conoscenza, manifestare autonomia operativa in situazioni nuove e utilizzare il metodo di lavoro che nel tempo hanno affinato.

Alla scuola Primaria l'osservazione sistemica delle risposte degli alunni che invece ancora non sono completamente sistematici, può aiutare proprio a colmare l'incompletezza delle prove, spesso falsate da ansia, insicurezza, fretta e a volte distrazione.  Occorre ancora ribadire che data l'età degli alunni stiamo parlando di procedure consolidate solo per pochi, quindi di aspetti che nella maggior parte dei casi troveranno la loro naturale evoluzione nel grado successivo di scuola, e questi aspetti evolutivi vanno tenuti in pari conto durante la stesura dei nostri giudizi, perché ricordiamoci che si tratta di bambini di dieci anni, spesso messi sotto pressione da noi adulti ugualmente a scuola come a casa e perché a buon diritto ciascun alunno deve poter ricominciare nel grado di scuola successivo.



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