di Maestra Rosalba

domenica 8 febbraio 2009

Attività bilingue o plurilingue

Per noi sardi la lingua materna fino a poco meno di quaranta anni fa era il sardo.
Considerato erroneamente dialetto per via delle sue numerose varianti locali, ha definitivamente conquistato il posto tra le "lingue minoritarie" grazie alla normativa di appena un decennio fa, sia a livello nazionale che a livello locale.
Certamente non si può restituire per via legislativa ciò che è stato levato a causa del pensiero diffuso che apprendere sardo e italiano contemporaneamente avrebbe portato dei danni nella comprensione di entrambe le lingue.
La ricerca ha dimostrato che questa idea è totalmente priva di fondamento, anche se ancora c'è chi sostiene che apprendere due lingue fin da piccoli crea confusione. Chi lo sostiene ovviamente, non è al corrente della grande "plasticità" del cervello di un bambino che può apprendere perfino tre lingue senza creare confusione; quella che avviene entro tre anni è una apparente commistione di lingue che si risolve presto in una differenziazione precisa delle parole delle due lingue usate dal bambino. I vantaggi in termini di contenuti sono rilevanti in quanto il bambino conosce e utilizza due codici linguistici, il guadagno cognitivo è enorme per via di un maggior numero di parole conosciute e un ulteriore maggior numero appreso di significati, perchè di ogni lingua occorre non solo valutare l'esplicito ma anche l'implicito cioè il contenuto veicolato tramite le parole che va oltre le parole stesse.
Per molti di noi al quale è stato proibito di parlare il sardo per non creare confusione con l'italiano la perdita è enorme. Perchè è solo con la lingua materna e coi suoi significati impliciti che si possono veicolare una serie di espressioni e modi di dire che inevitabilmente si perdono se non usati.
E' evidente che ora di lingua materna per noi non ce n'è una sola, e se si chiede ai giovani quale lingua sentono come materna risponderanno "l'italiano" nella maggior parte delle zone della Sardegna.
Ora per recuperare il tempo perduto e per non disperdere una risorsa preziosa quale è una lingua, il sardo si insegna nelle scuole, ed è piacevole scoprire che non è perso del tutto, che pur non utilizzandolo molti alunni lo comprendono.
L'italiano è la lingua ufficiale, anche se è stata introdotta la possibilità di stendere anche i documenti pubblici in forma biligue.
Anche l'insegnamento della seconda lingua deve avvenire in forma biligue, non può più essere un fatto estemporaneo di mero folklore, che tra l'altro svilirebbe l'utilizzo della lingua confinandolo a fatto legato alla tradizione, ma deve essere per quanto possibile legato ad un utilizzo quotidiano.
Dovendolo inserire nelle materie del curricolo, ora che gli alunni di prima sono diventati più spediti nello scrivere, lo introduco per veicolare i contenuti di scienze e i contenuti della lingua italiana in forma comparativa. Ad esempio avendo fatto i 5 sensi in scienze, li facciamo utilizzando anche la lingua sarda e se possibile anche con la lingua inglese. Si tratta di trascrivere gli stessi contenuti nelle tre diverse varianti e di lavorare in maniera laboratoriale sui significati e sulla diversità delle parole. Ovviamente i contenuti debbono essre semplificati al massimo. Quello che a noi serve ora è introdurre un vocabolario nuovo, fatte di parole semplici e facili da memorizzare, ma nel contempo formare frasi intere di facile utilizzo.
Io ho schematizzato come segue e fatto copiare sul quaderno, sempre facendo accompagnare i contenuti dal disegno, su pagine diverse e in momenti diversi, richiamando la prima attività sui cinque sensi e specificando che possiamo dire le stesse cose con altre parole, abbiamo scoperto che in sardo una stessa parola può voler dire cose diverse e così pure in inglese:


con gli occhi vedo / biu cun is ogus / whit my eyes I can see

con il naso odoro / fragu cun su nasu / whit my nose I can smell
con la lingua sento il sapore / intendu su sapori cun sa lingua /whit my tongue I can taste
con le orecchie sento / intendu cun is origas / whit ear I can listen
con le mani tocco / toccu cun is manus / whit my hands I can touch

Sono attività semplici e non devono diventare nè ripetitive, nè noiose o forzate. I bambini vengno invitati a ripetere e a familiarizzare i suoni, nulla di più. Per loro è un gioco. Se il gioco è piaciuto cercheranno di ripeterlo a casa e già questa è la realizzazione del nostro primo obiettivo, sollecitare l'utilizzo della lingua anzi delle lingue, inglese compreso. Anche perchè oggi ci sono tanti strumenti per approfondire oltre la scuola.


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3 riflessioni:

Luciano il 11 febbraio 2009 alle ore 20:28 ha detto...

Ciao!
Perchè non organizzare un corso di inglese per noi blogger? Che ne pensi?
Ciao un abbraccio

Rosalba il 12 febbraio 2009 alle ore 15:25 ha detto...

diciamo ehm non so come dirlo ehm ... che il mio inglese è un pò come dire .. elementare? si elementare è la parola giusta!!

.C annA il 13 febbraio 2009 alle ore 09:29 ha detto...

Mi piace moltissimo questa iniziativa: è proprio interessante!

 

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