di Maestra Rosalba

giovedì 5 febbraio 2009

Dalle parole in rima alle filastrocche

Nelle attività da svolgere mentre gli alunni di prima imparano la corrispondenza segno grafico/suono vi è quella di far notare che molte parole finiscono con lo stesso suono. Con l'emissione della voce si possono trovare parole che finiscono alla stessa maniera, il più classico di tutti e il più usato è sicuramente cuore/amore.
Il gioco può consistere nel trovarne di meno note, di costruire e scrivere qualcosa che abbia un minimo di senso. Questa attività di gioco, perchè di gioco di parole si tratta, andrebbe iniziata precocemente già da quando il bambino impara a parlare e conosce un numero minimo di parole, ed è cosi che succede: per gioco ci si avvicina al mondo delle rime, poi delle filastrocche e più avanti a quello della poesia.
La visita del nostro Topino della scuola già ci aveva dato modo di capire che una semplice frase può essere scritta in rima e l'effetto cambia molto, soprattutto se a ricevere la frase sono i bambini. La prima voltà che arrivò ci lasciò scritto:
"Sono il topo della scuola
senza dire una parola
ti lascio un pensierino
per la caduta del primo dentino!!"
 

In seguito il topino è tornato ancora per un dentino caduto e ci ha scritto:

"Ho saputo di recente
che Sofia ha perso un dente,
sono qua senza dir niente
lascio un dono espressamente!!"

Insieme ha lasciato anche delle monetine.
Alcune attività come quella di scienze sono iniziate con l'invenzione di una filastrocca lì per lì e anche le attività di Carnevale fatte di ritaglio, colorazione di maschere, ghirlande per le pareti sono state introdotte da una filastrocca, a sottolineare il clima che si crea durante questo periodo dell'anno:
Carnevale voglia di giocare
Carnevale voglia di scherzare
Carnevale voglia di ballare

Le rime le hanno trovate i bambini spontaneamente.
L'elaborazione delle rime può essere un fatto spontaneo trasversale alle attività, si può ad esempio "rimare" per qualsiasi materia, italiano, arte e immagine e certamente con la musica. 
La rima per sua natura nasce spontanea, qualsiasi forzatura produce l'effetto contrario, va preso come gioco perchè è tale a qualsiasi età, se si è capaci le rime si dovrebbero inventare in presenza dei bambini. Non si apprendono con una lezione ma per imitazione, il veder fare precede l'imitazione, sono i tentativi spontanei che poi portano alle piccole rime e anticipano il tentativo di scrivere poesie che arriverà di lì a poco, quando gli alunni cominceranno a inventare le loro poesie.

Queste attività vanno supportate da tanta lettura sia di testi normali sia di poesie. La lettura serve ad arriccchire la conoscenza lessicale, necessaria base per poter "rimare" bene.

Questi di seguito sono prodotti spontanei della classe prima, arrivati dopo i nostri giochi di rime. I foglietti vengono poi appesi su un grande foglio di carta fissato alla parete che contiene tutti i messaggi, i disegni e i testi creati dai bambini. 
Curioso come questo muro è spesso oggetto di commenti durante l'ora della ricreazione...

"Carnevale per giocare
per ballare e scherzare
ma senza esagerare.
Tra coriandoli e stelle filanti
per tutto il giorno andiamo avanti,
felici e contenti andiamo a casa sorridenti."
Sofia

"Il carnevale è arrivato, tutto l'anno lo abbiamo aspettato."
Martina



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4 riflessioni:

andrea il 5 febbraio 2009 alle ore 18:30 ha detto...

leggendo questo blog.......
saltando come una frog.....
elimino lo smog......
dai pensieri che ho.....g.....razie

Rosalba il 5 febbraio 2009 alle ore 18:42 ha detto...

Scherzi a parte
parole in arte
pensieri scambiati
amici ritrovati
grazie :-)

fratello vento il 5 febbraio 2009 alle ore 18:58 ha detto...

ho i genitori della mia ragazza che parlano sempre con delle filastrocche...nn riesco mai a farne una!! aiutoooo!!

Rosalba il 5 febbraio 2009 alle ore 19:40 ha detto...

Basta lasciare scorrere le parole, certo poi però parlare sempre così viene a noia. E' un modo per giocare ogni tanto.
A scuola ha una sua specifica utilità :-)

 

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