Per la seconda volta in breve tempo il post di Anto'stuff mi sollecita alcune riflessioni e le voglio condividere qui. Credo che un blog di didattica oltre che parlare di attività, debba alimentare la riflessione, trovare spunti nella pratica quotidiana per il miglioramento, nel confronto con le altre realtà.
Lo faccio rispondendo da questa casa virtuale dove ho iniziato il viaggio di condivisione con i colleghi e le famiglie.
Questo spazio di documentazione è servito a rendere pubbliche le attività prima di tutto alle famiglie, ma questo non sarebbe bastato se non avessi affiancato ai contenuti il lavoro sulla relazione scuola famiglia: un patto di fiducia reciproca nel quale ho speso parecchio tempo e investito al pari della didattica.
Premetto che alla scuola primaria è comunque facile sapere cosa fanno i bambini intanto perchè raccontano e poi perchè ci sono i quaderni e da questi si capisce molto sia in ordine al metodo che ai contenuti fino alla risposta in termini di partecipazione dell'alunno. Questo discorso cambia alla scuola media e ancor più alle superiori dove entrambi studenti e professori hanno spesso da perdonarsi vicendevolemente alcuni comportamenti, il risultato è di non riuscire a comprendere come si svolgono le giornate a scuola dei nostri figli (ne sono uscita solo di recente).
Il guaio è che da una certa età in poi si ritiene che l'interlocutore priviligiato diventi l'alunno in via esclusiva. Ma questo semmai è valso in passato non può esserlo oggi, considerato il cambiamento dell'entità dei rapporti genitori figli.
Il guaio è che da una certa età in poi si ritiene che l'interlocutore priviligiato diventi l'alunno in via esclusiva. Ma questo semmai è valso in passato non può esserlo oggi, considerato il cambiamento dell'entità dei rapporti genitori figli.
E non basta l'apertura delle scuole con attività pratiche e/o di laboratorio che possono a volte apparire più vetrina che specchio della realtà o tramite strumenti online dal quale non è più possibile prescindere, se alla base non c'è un patto educativo fatto di azioni concrete. Tali attività pur se mirate all'apertura potrebbero non agire concretamente da "legante", perchè la finalità dell'apertura altro non è che il lavorare concordemente e comunemente allo stesso obiettivo: la formazione degli alunni/figli.
Azioni
- Un incontro ad inizio del percorso dove si esplicitano le modalità, dove giocando "a carte scoperte", a suo tempo usai questa frase per suggerire di avere anche il coraggio di dirci reciprocamente e non negli anditi o a casa cosa non ci piace ma anche cosa ci piace, si indica cosa si chiede all'alunno e alla famiglia e dove di contro la famiglia sa esattamente cosa chiedere alla scuola. E non si pensi che il POF, ormai svuotato di contenuti insieme ai finanziamenti, possa costituire il patto educativo: un patto per essere tale, integra il POF, va esplicitato faccia a faccia, se necessario va sottoscritto.
- La negoziazione di regole (sempre in presenza) con la partecipazione della famiglia, sulle modalità di impegno a casa, sullo studio e sulla valutazione del lavoro a scuola: le famiglie devono poter conoscere gli strumenti che si intendono adottare, poterli comprendere e argomentare. Se sento mia quella decisione lavorerò anche a casa affinchè possa divenire strumento educativo. Il lato tecnico decisionale rimane della scuola che in tal modo si mostra competente e adatta al ruolo.
- Quando gli alunni crescono e i comportamenti cambiano i patti vanno ri-negoziati, modulando obiettivi legati all'età, per evitare con il passare del tempo che ciascuna istituzione viaggi per strade separate. Non ha senso comportarsi sempre allo stesso modo con bambini o studenti di età diverse. Se cambiano le richieste e i bisogni questi vanno concordati (in presenza) ancora una volta con le famiglie. Questo è un momento di condivisione assai gradito per le famiglie, in quanto occasione di solidarizzare su problemi comuni.
- Un tempo gli studenti portavano a casa in visione i compiti in classe che venivano firmati dai genitori. C'è altro di più evidente di un compito e del suo esito che restituisca almeno un parte delle cose che si fanno a scuola? Anche le interrogazioni si segnavano suol diario e la famiglia le sottoscriveva. Era un modo efficace per sapere e restare collegati al quotidiano scolastico.
Queste sono alcune delle cose che mi vengono in mente in relazione ad una "scuola aperta". Più che strumenti sono accorgimenti comunicativi, esplicitazioni e dialoghi sulla scuola nel quale le famiglie sono parte attiva. Questo non comporta perdita di autorevolezza anzi al contrario il rapporto con gli alunni se ne avvantaggia. Il giocare a carte scoperte contempla la possibilità di errore, e la possibilità della buona fede. E' più impegnativo ma si corrono meno rischi di umbratilità dei comportamenti.
Rimane un punto da chiarire: in quali ore? Ci sono le ottanta ore, qualche collegio docenti in meno, che tanto è rimasto poco da decidere e più momenti con le famiglie. Sono pronta a scommettere che i genitori partecipano anche alle medie e alle superiori.
Concludendo rimane il problema della misurazione dei risultati. Di recente ho letto che facendo i test si impara a fare i test, e così è. E riprendendo un pensiero di Antonio l'apertura implica in sè il miglioramento, aggiungo che i risultati non si misurano al termine di un anno o di un quinquennio bensì all'arrivo: quanti e come ne abbiamo portati al traguardo?
6 riflessioni:
Già i risultati si contano all'arrivo. Ma il percorso è tortuoso. La comunicazione con i genitori deve essere alla base. Il POF che abbiamo sottoscritto nella scuola che frequenta mio figlio, prevede il coinvolgimento delle famiglie nella vita scolastica, i voti ci vengono scritti ancora sul diario e noi dobbiamo sottoscriverli, l'unico mio rammarico è la non visione delle verifiche, lo posso fare recandomi a scuola...quello che ho notato è che sempre più genitori, concedimi il termine, se ne fregano della vita scolastica dei figli e di conseguenza si spezza quella linea sottile che lega scuola-famiglia-alunni.
Ciao Rosalba, Roberta augurandoti un lieto fine anno e un prospero 2011♥
E' un discorso lungo e complesso, che purtroppo necessiterebbe di spazi più ampi. Ho cercato di condensare quelle che secondo me sono le priorità e il tuo commento mi conferma che ce ne sono di impellenti. Non si può parlare di trasparenza della pubblica amministrazione senza che davvero le modalità di valutazione e le prove vengano condivise dalla famiglia.
Rimane tanto da costruire alla luce delle generazioni di oggi e dei nuovi genitori.
Ricambio con affetto i tuoi graditi auguri, che sia un anno ricco di ciò che desideri per te e i tuoi cari.
A presto
Ha ragione Roberta e te
I risultati si contano all'arrivo
anche se il percorso sarà tortuoso,
ma ogni cosa ha le sue lotte, l'importante è vincere!
Cara Rosalba,il vecchio anno ci sta lasciando
ma io lo ricorderò sempre lui benevolmente mi ha regalato un mese di agosto splendido!
Mi ha fatto conoscere te e Gianni e altri amici e chi lo dimentica più il 2010.
CIN CIN E BUON ANNO A TE E AI TUOI CARI VEDRAI CHE QUEST'ANNO SARà CARICO DI BELLISSIME SORPRESE.
UN ABBRACCIONE CIAO
ciao Rosalba cara,sono passata per augurarti un anno nuovo ricco e pieno di felicita'!!un abbraccio!!
Cara Rosy, agosto mi rimane nel cuore per i bei momenti che ci ha regalato. E sono contenta che questo ricordo è legato ad una stagione che amo molto da un pò di tempo a questa parte.
Conoscerti è stato senza dubbio il più regalo del web.
Ti auguro un anno in salute e sereno, che si realizzano i tuoi desideri grandi e piccoli.
Un bacino e un abbraccio grande
Nicole grazie. Ti auguro un felice e prospero anno pieno di desideri realizzati!
Grazie e a presto
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