di Maestra Rosalba

mercoledì 8 giugno 2011

Wi-Fi, Nativi e Dsa

In questi giorni una nota dei genitori dell'Age Toscana (associazioni genitori), invita le scuole a non aderire al piano Wi-Fi per le scuole lanciato tempo addietro dai ministri Brunetta e Gelmini. Anche alla luce dei pronunciamenti dell'Oms circa il probabile (quindi ancora non è certo) danno dovuto all'esposizione delle onde elettromagnetiche, i genitori si dichiarano contrari a che questa esposizione avvenga anche a scuola. Per non essendovi ancora dati certi la preoccupazione delle famiglie è condivisibile: esistono sistemi alternativi, il cablaggio strutturato. Io stessa durante la ricognizione per un lavoro di questo tipo nella mia scuola ho espresso parere contrario all'utilizzo del Wi-Fi.
Ciò che suscita ben più di una perplessità nel comunicato che l'associazione ha divulgato, e che sta facendo il rapido giro del web e dei media, è una considerazione di tipo pedagogico, evidenziata sotto:


quanto scritto è azzardato e fuorviante.
Per un paio d'ordini di motivi, che brevemente cercherò di esporre. Nessuna ricerca finora condotta ha dimostrato, secondo i criteri della scientificità, che i bambini nati dopo il 1990 e dintorni, apprendono differentemente e hanno strutture di pensiero diverse dai loro predecessori. Semmai hanno fatto esperienze di tipo diverso.
In nessun caso poi è dimostrabile, nè argomentabile in quanto totalmente priva di fondamento scientifico e didattico la conclusione che se ne deduce, diversità della struttura di pensiero come capacità ottime a trattare immagini, suoni e informazioni (digitali), conseguenza difficoltà ortografiche, mnemoniche e/o di calcolo.
Allo stato attuale, e per fortuna i dati dimostrano il contrario: bambini che sanno trattare immagini, suoni e informazioni digitali con ottime abilità ortografiche mnemoniche e di calcolo. E purtoppo bambini che hanno difficoltà in entrambe le cose.

Chiunque abbia esperienza con alunni nati prima del 1990 sa bene che la dislessia e i problemi ad essa connessa erano ben presenti nella scuola ed erano rappresentati spesso da altrettanti casi di fallimento scolastico. Io stessa ho fatto la mia tesi di specializzazione nel 1986 sulla dislessia: si andava ancora a tentoni, si facevano ipotesi, di computer nelle scuola non si parlava ancora ma la casistica era già ampia. Solo in seguito si è cominciato a capire ed è stato proprio l'utilizzo del computer che ha permesso a moltissimi bambini con Dsa di ricominciare a scrivere con fiducia.  Badando al testo e non alla scrittura delle singole parole.
Appare chiaro ora come prendere per vera una dichiarazione di quel tipo priverebbe proprio il bambino di uno dei pochi veri strumenti che gli permette di esprimersi con la scrittura, in caso di DSA.
Il Wi-Fi non c'entra nulla nè coi nativi digitali (che non esistono) nè con i DSA che invece sono persone che hanno spesso, a seconda dell'entità del problema, davvero bisogno di un computer con un correttore ortografico. Magari collegato alla rete con il classico connettore RJ45 ecco questo si mi trova d'accordo. E in nessuna scuola si trovano così tanti computer da trascurare la scrittura a mano e la cara vecchia lavagna.


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