di Maestra Rosalba

giovedì 29 novembre 2012

Realizzare video interattivi con Popcorn maker

Segnalo ai colleghi e ai lettori questo interessante editor video web, Popocorn maker di Mozilla, per realizzare video interattivi e per la scuola Learning objet. l'editor permette di realizzare video completi di audio e soprattutto di renderli interattivi incorporando note, testi, di integrare con informazioni da Wikipedia, Google maps e i tweet di Twitter. Consente inoltre di mettere in pausa ogni volta che è necessario o di riederne un porzione E' possibile poi condividere il video direttamente su YouTube e su Vimeo. 
Si tratta di editor web ancora acerbo che sicuramente potrà essere migliorato, ma da tenere sotto controllo per le buone potenzialità che offre in merito all'utilizzo nella didattica, anche alla scuola Primaria, dove la comunicazione per immagini è sempre più necessaria.
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Popcorn Maker
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mercoledì 28 novembre 2012

Mappa di scienze: il movimento nei viventi

Una mappa per lo studio di scienze per la classe quarta di scuola Primaria sul movimento dei viventi: le piante così apparentemente ferme e gli animali nella loro varietà di movimenti, saltare, strisciare, camminare, volare. Questa mappa è corredata da immagini alcune da colorare, didascalie, un breve rissunto, un piccolo esperimento da fare a casa con le piante e per finire da un gioco da fare in classe sia in piccolo gruppo che in grande gruppo. 

La mappa è un'utile traccia anche per le attività di sostegno: si può far ritagliare e incollare, così da e ricostruire il percorso, i contenuti quando è possibile possono essere rielaborati dai bambini oppure trascritti o verbalizzati e incollati anch'essi.

Tutta l'attività deve seguire l'osservazione pratica: in giardino o dove è possibile osservare esseri in movimento.

Le mappe si adattano anche come contenuto di scienze da proporre ai bamibni dell'ultimo anno di scuola infanzia, sempre consegnando loro qualcosa da colorare, corredando di immagini è possibile introdure la classivificazione dei viventi e delle loro caratteristiche.

Il movimento dei viventi

Alla stessa serie di mappe comparative appartengono:
La respirazione
La nutrizione


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venerdì 23 novembre 2012

Uno storify sul Dibattito Scienza

Delle sei domande ai candidati delle Primarie se n'è parlato un po' ovunque, più o meno tutti gli addetti ai lavori sanno tutto, non voglio ripetere le cose dette in giro, per segnalarlo ai lettori mi limiterò a linkare lo Storify di Gianluigi Filippelli. Che è una sorta di una raccolta di link utili per chi vuol farsi un'idea e per chi come me al di là delle Primarie è sempre interessato al progetto politico, sia sulla scienza in generale sia su quello che ci sta dietro, che ancora una volta è anche la scuola. 
Il Dibattito Scienza è stato finora un bell'esercizio di dialettica tra i politici candidati per le Primarie del Centrosinistra e un folto gruppo di persone che a vario titolo s'interessano alla scienza. 
In realtà la parte più interessante, secondo me, si potrà osservare in seguito,  se  e quando uno dei cinque sarà chiamato al governo del paese, sarà il momento della verifica, della traduzione pratica degli impegni programmatici in questa sorta di anticipo seppur ristretto di campagna elettorale. 
Siamo tutti qui in attesa di segnali. Noi si naviga in alto mare, la terra appare lontana, mi si passi la metafora, più che con solidi remi,  ci ritroviamo a cercare di giungere alla riva con gli stuzzicadenti. Il momento dei proclami è quello più ricco, più aperto alle idee, è sempre la pratica, la percorribilità delle idee a riservare poi le sorprese nel brutto e nel bello.


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mercoledì 21 novembre 2012

Maestri di strada,tecnici e fumo

Io so bene che nessuno può fare miracoli, e ciò che scrivo non è nulla di personale con alcuno, figuraimoci in una macchina mastodontica qual è quella della scuola. Ma leggendo il post di Marco Rossi Doria su Inizi e Iniziative per la  scuola ho provato dispiacere, tristezza e delusione, per quanto non fossi tra coloro che hanno gridato evviva alla sua nomina a sottosegretario. 
Sapere che i quattrini sono destinati per l'ennesima volta a un progetto, come quello sulla disperisone scolastica, che si è rivelato un inutile spreco di risorse, mentre le scuole cadono in pezzi, che le pari opportunità sono diventate una priorità e che del come cambiare la scuola se ne discute con un hashtag su Twitter, senza che il discorso arrivi nelle sedi opportune, mi ha fatto francamente cadere le braccia. Forse il suo report sulle iniziative tranquillizza chi a scuola non ci mette piede, roba buona per i tiggì di mezzogiorno cui piace rendere conto dei trend topic di twitter, certamente non rassicura me da insegnante, da insegnante che aspetta un segnale concreto, qualcosa che vada all'indirizzo di un miglioramento della qualità del servizio e delle iniziative a esso connesso. Ma mi sa che gli unici segnali che vedremo sono quelli di fumo. Molto fumo e poca sostanza, sia che si sia tecnici, sia che si provenga dalla scuola vera, della strada. Allora siamo onesti diciamo che di fronte ai bilanci, ai crudi numeri, il giochino della figura di spicco, del maestro che conosce davvero la scuola e che ha il polso reale della situazione, era soltanto fumo negli occhi.


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lunedì 19 novembre 2012

Mappa comparativa: la respirazione di animali e vegetali

Una mappa per lo studio comparativo delle forme di respirazione dei vegetali e degli animali, mammiferi, insetti e pesci. Contiene i disegni e le immagini illustrative: la sezione della foglia con gli stomi, i polmoni nei mammiferi, gli stigmi negli insetti, gli opercoli e le branchie nei pesci. La respirazione fa parte del programma della classe quarta di scuola Primaria, si può usare con la solita regola, dettare i testi e fornire i disegni, constualmente arricchire il discorso con gli esempi che sono alla portata dei bambini semplicemente guardandosi intorno. L'osservazione di una foglia al microscopio, nel laboratorio di scienze sulla sagoma tridimensionale o su un disegno del corpo umano osservare  come sono fatti i polmoni. Guardare com'è fatto un insetto mentre ci si trova in giardino e se possibile osservarlo al microscopio, il pesce si può invece osservare in cucina quando la mamma lo prepara per cucinarlo.

Download mappa in pdf


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Un esperimento di Google per vedere le stelle: 100.000 stelle

Cari lettori Google ha in questi giorni lanciato un esperimento molto interessante anche per la scuola: 100.000 Stars, un sorta di applicazione interattiva utilizzabile con un computer dalla buona grafica e con Chrome il browser di Google, è possibile usare anche Explorer e Firefox ma la qualità dell'esperienza è piuttosto scadente. 
Sono centomila, appunto, le stelle mappate, 87 individuabili con il loro nome e le altre tutte lì intorno: cliccando sul nome appare una scheda informativa e l'immagine ingrandita. 
E' possibile anche fare un tour guidato, che per esempio a me per gli alunni della Primaria sembra più che sufficiente, anche perché un'idea chiara di com'è fatta la nostra galassia, la Via Lattea, da dà proprio bene partendo dalla posizione del nostro sole.
Se volete corredare la vostra spiegazione di Geografia Astronomica non c'è che da provare questo interessante video interattivo, che è solo in fase sperimentale.
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sabato 17 novembre 2012

I Bambini Astratti

E' vero che nel tempo quando gli insegnanti invecchiano, tra loro e gli alunni si crea una crescente e incolmabile distanza generazionale, non in tutti perché quando la gioventù piace in quanto tale in molti si appassionano alla loro crescita e evoluzione, altri però, la maggior parte, finiscono con il non comprenderli più, con il condividerne sempre meno man mano che il divario si allunga, atteggiamenti, linguaggi e mode.
Ciò è normale, rientra nelle differenze generazionali: gli adulti e gli anziani si convincono le che le loro esperienze e i modi di vivere siano stati i migliori, trovando nelle generazioni future solo difetti. A riprova di ciò basta guardarsi intorno per comprendere che l'opinione diffusa verso i giovani è più o meno quella anzidetta. Salvo che come per  tutte le cose le generalizzazioni escludono le mille sfaccettature di cui si compone anche una nuova generazione.
La scuola che, per chi ama e sa osservare, è sempre luogo privilegiato per capire, certo manca il privato che  non vi entra e non deve entrare, ma sicuramente permette di avere una serie di dati.
E c'è  una conoscenza rispetto ai giovani che aumenta con il progredire dell'esperienza lavorativa:  capire cosa sanno fare i bambini, cosa sono in grado d'imparare, coglierne le sottili evoluzioni nell'arco di un tempo lungo, capire cosa chiedere loro e di riflesso cosa sono in grado di fare.
Due cose in questi ultimi decenni sono andate in due diverse direzioni: le autonomie e la capacità di pensiero astratto. Le prime si sviluppano in modo sempre più lento e tardano a venire. La seconda si presenta spesso con maggiore anticipo.
Bambini anticipati in ogni loro minimo desiderio hanno prodotto individui che impiegano molti più anni a imparare a vestirsi da soli, a orientarsi nello spazio vicino casa, a prepararsi lo zaino: le routine, quando usate perché in molte famiglie l'impressione è che siano scomparse, che da sempre servivano anche a rendere autonomo il bambino, ora sono usate in funzione della sicurezza del bambino a fargli percepire che intorno a lui c'è un'organizzazione.
Al contrario al bambino si parla di tutto come a un adulto: riflessioni e pensieri anche di tipo complesso, sulla vita degli altri, sulla cronaca, compresi quelli economici (cose dal quale la nostra generazione è stata rigorosamente tenuta fuori) e la completa immersione in un mondo pieno di informazione in astratto, sono alla portata di quasi tutti i bambini. Il risultato è un'aumentata capacità di parlare e capire in senso astratto, di comprendere concetti lontani dall'esperienza pratica.

Ieri dovendomi affacciare nell'andito di fronte all'aula per sistemare in una scatola dei materiali per il trasloco nella nostra scuola e prendendo atto che la supplente temporanea del collaboratore era impegnata da parecchio tempo al telefono, ho chiesto a un'alunna di quarta di sedersi per qualche istante al mio posto e di sorvegliare che tutti continuassero nell'indicazione di lavoro che avevo appena impartito. Il tempo di riempire una scatola e sono tornata, si avviavano a concludere il lavoro e la bambina mi ha chiesto se poteva tornare al suo posto, io le risposto che poteva stare seduta lì. 
A un certo punto si è girata mi ha guardato sorridente e mi ha detto: "Maestra è comoda questa sedia", riferendosi alla sedia con i braccioli, io le ho risposto che ciò era vero ma che c'era voluto tanto sacrificio per arrivare fin lì, lei mi ha sorriso e ha guardato la sua sedia nel banco, piccola, sbeccata, strausata, sì le ho detto, la vostra è più scomoda, ma è giusto che la sedia di uno studente sia più scomoda. "Sì maestra è vero, perchè abbiamo da lavorare tanto per arrivare a raggiungere una sedia grande". Una bimba dal posto ha sollevato il capo dal quaderno e ha esclamato, cogliendo solo una parte del discorso che noi stavamo facendo sottovoce, "No anche le nostre sedie sono comode" e lei ha ribattuto "Non hai capito, non volevamo dire che sono comode o scomode, ma di tutto il lavoro che ci vuole per arrivare alla sedia, per arrivare ad avere un lavoro!"

Ecco io non so a quanti è dato di ascoltare i bambini fare questi discorsi, io so che a volte mi sento un'osservatrice privilegiata e fortunata. 
A volte penso che sono perfetti e che forse li dovremo davvero solo rendere più autonomi. Che la loro capacità di pensiero astratto, da alcuni perfino negata insieme alla sensibilità che li accompagna, si coniughi a più esperienza, a una maggiore ricerca dell'autonomia, al coraggio tutto educativo, me lo si lasci dire, di lasciarli andare per il mondo, un coraggio che negli adulti rispetto ai loro figli sta sempre più venendo meno.
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venerdì 16 novembre 2012

Maestra nonl'hocapito

In quinta la correzione dei compiti è un fatto istituzionale. Perché gli alunni grandi come sono e in grado di "misurare" impegno e tornaconto, sono i primi a lamentarsi della mancata correzione, giustamente. Per gli insegnanti sono sempre l'occasione per rendersi conto se l'argomento è stato compreso, gli alunni lavorano ormai quasi del tutto soli anche a casa, quando sbagliano è perché non tutto è chiaro. 
Talvolta qualcuno arriva con i compiti non eseguiti e di ciò si chiede conto invitando l'alunno a spiegare come mai. Da un po' di tempo, anzi dallo scorso anno, la risposta è diventata per tutti: "Maestra non l'ho eseguito perché non ho capito", riferendosi non tanto al contenuto quanto alla modalità di esecuzione dell'esercizio. Di fronte alla frase "non l'ho capito", io, ma credo di essere in compagnia, da quando i contenuti si sono fatti più complessi e articolati, divento subito indulgente, perché mi viene il panico, penso di non aver spiegato abbastanza bene sia contenuto sia compito.
Così da un po' di tempo, proprio in virtù di questo reiterato "non l'ho capito" ho deciso di utilizzare più tempo per spiegare anche le consegne: le faccio leggere e interpretare a loro stessi e integro con ulteriori indicazioni. 
Ed è stato così che su alcuni banchi anche oggi, hanno fatto capolino le pagine bianche del libro con il compito non eseguito, la repentina richiesta di spiegazioni ha ottenuto la risposta che ultimamente ha salvato più situazioni, l'oramai classico "non l'ho capito"
E mentre cominciavo a chiedere cosa esattamente era risultato incomprensibile, nella mia mente distratta, presa da centomila cose, una piccola lampadina si è accesa, l'immagine della pagina incriminata si è fatta largo collocandosi alla fine di una qualche ora di un qualche giorno addietro quando avevamo parlato e spiegato il lavoro da fare eseguire a casa, ricordandomi persino le domande che avevo fatto per controllare che avessero colto nel segno.
Ho guardato con sospetto e molta rabbia gli alunni, mi sono controllata per non eccedere, e ho ribadito forte il mio dissenso invitando gli alunni a dire sul momento quando non capiscono e non a chiudere frettolosamente il libro, portandosi a casa di fatto un problema in più. Poi pian di fronte al mio disappunto la verità è saltata fuori: i compiti erano stati semplicemente dimenticati. Il "nonl'hocapito" buttato lì, lasciato cadere in mezzo all'aula era l'ancora di salvataggio, il modo per evitare di dover dare spiegazioni, perchè di fronte al "non ho capito" qualsiasi insegnante di buon senso si ferma. Non si può sgridare chi non ha capito.
Ma talvolta la soluzione può essere peggiore del male. 
Dopo un po' il nostro cielo è tornato sereno proprio come dopo tutti i temporali che si rispettino.

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mercoledì 14 novembre 2012

Schede senza importanza

Non sono una gran fan delle schede, l'ho già detto, alla scuola Infanzia non credo di averne quasi mai usate, e a dire il vero soprattutto nelle prime classi di scuola Primaria almeno finora, ne ho usato poche, anche perché in accordo con le famiglie abbiamo optato per l'acquisto di un libro operativo dove svolgiamo gli esercizi di consolidamento. 
Una necessità, nel nostro caso, perchè non disponendo di collegamento a internet dove sono reperibili un mare di esercitazioni online, usiamo il libro per le esercitazioni in classe, sempre ragionando e spiegando il perché e il percome, e il libro operativo per i compiti a casa o le esercitazioni di scienze, storia e geografia. 
Se vogliamo, quindi, esse rappresentano oggi un "di più", visto che le fotocopie un tempo non si facevano e i bambini tutto ciò che eseguivano lo dovevano scrivere, ma anche un grande vantaggio: il materiale pronto se ben usato permette di trattare molti più contenuti e facilita soprattutto le materie che richiedono parecchio esercizio. L'importante è non lasciare il bambino solo di fronte all'esercizio, almeno fino a quando non ha capito cosa deve fare, perché tanto non è produttivo. 

Un fatto che mi rattrista sempre è la fuoriscita delle schede dallo zaino dei bambini: schede dimenticate, schede eseguite e riposte al volo in mezzo al libro e poi scappate in un vagabondare solitario dentro lo zaino, schede che cadono a terra quando il resto del materiale prende posto sul banco e nascostamente riposte da manine furtive, sul fondo buio dello zaino.

Ora se scegliamo di fornire la scheda a completamento dei materiali usuali, io credo che dobbiamo dargli la stessa dignità del resto del materiale scolastico e per il quale pretendiamo ordine e cura: riposta nel suo raccoglitore o incollata sul quaderno come pagina aggiuntiva o sopra la pagina se dietro non è stampata. 
Perché la cosa è una: la scheda ha o non ha volore didattico? Se ha valore didattico vanno date indicazioni precise anche sulla loro conservazione, con precisione e puntigliosità come per le altre cose.

Lo so molti sostengono che il bambino deve essere autonomo e deve avere cura del materiale senza che glielo si debba ripetere, ma se ciò non accade, non una, ma due tre e tante volte ancora, significa che ciò va ricordato. E io non confonderei l'autonomia con il ricordarsi le cose: l'autonomia è eseguire a dieci, come nove, otto e sette anni, ciò che dice l'insegnante. Il bambino non autonomo in realtà è colui che non è in grado di farlo anche quando diamo indicazioni in merito.
Quindi se la scheda è un compito che riteniamo valido quanto il resto, essa va curata e conservata in modo analogo all'altro materiale. Altrimenti il rischio è che siano proprio le nostre indicazioni troppo blande a ingenerare l'idea che era solo una scheda senza importanza.

L'immagine è tratta da www.fantavolando.it


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martedì 13 novembre 2012

Mappa per lo studio di Quarta: La Nutrizione

Ancora una mappa per lo studio, questa volta per la classe quarta Primaria, realizzata in forma comparativa: la nutrizione di vegetali e animali. 
Si parte dalla forma della nutrizione, che può essere autotrofa o eterotrofa, per continuare mettendo a confronto animali e vegetali, appunto, nelle due diverse forma di nutrizione. La mappa è corredata di immagini per aiutare l'esposizione dei concetti. Come sempre si può usare come spunto per prepararne una in classe, come ho fatto io, oppure la si può fornire già stampata pronta all'uso avendo cura di chiedere agli alunni se hanno capito come la devono usare. 
L'alunno parla avendo di fronte la mappa che servirà da guida e spunto per l'esposizione dei concetti. La mappa è  altresì strumento compensativo per gli alunni con Disturbi Specidifi di Apprendimento.

Pdf: Mappa per lo studio:La Nutrizione - Classe Quarta Primaria
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domenica 11 novembre 2012

Organi collegiali, hanno ancora senso?

Oggi in parecchie scuole Italiane si vota per il rinnovo dei Consigli d'Istituto, come tanti docenti e genitori sarò volontariamente impegnata nel presiedere un seggio elettorale. 
Stamani mi è venuto da pensare se tutto questo ha ancora senso, se davvero è ancora possibile un esercizio di rappresentanza di insegnanti, personale ATA, genitori e studenti nell'organo che dovrebbe dettare le linee generali d'indirizzo e di funzionamento della scuola. E a dirla tutta anche i Dirigenti Scolastici che lo presiedono di diritto mi paiono parecchio esautorati dal loro ruolo, perché quando non ci sono i denari per l'acquisto dei materiali indispensabili, quando le scuole sono luoghi insicuri, quando il personale è allo sbando costantemente dilaniato tra un taglio di posti e una riforma, è difficile che le diverse componenti possano stare insieme e collaborare, perseguendo una politica comune o un confronto sereno.
La partecipazione agli organi collegiali, se si escludono i primi anni di ubriacatura, quando tutto ciò sembrava una conquista di democrazia partecipata, sono decenni che si trascina stancamente. Formare una lista per una qualsiasi componente è impresa ardua e in alcuni casi ci sono intere componenti che da anni non vedono neppure una lista a loro nome. 
Poi il classico tutto italiano di quelli che non hanno mai tempo, neppure un giorno (che poi si recupera) da stare al seggio, che sotto sotto pensano che lo debba fare chi ricopre altri ruoli, in fondo pensano che chi lo fa o ha qualche interesse nascosto o ha tempo da perdere, e malignamente perfino che gli piace mettersi in mostra, pensano che la gestione della scuola alla base non li riguardi, perché loro stanno dall'altra parte, come se poi il Consiglio d'Istituto non fosse al servizio di tutti, visto che quando non c'è l'Istituzione Scolastica viene commissariata con conseguente danno collettivo. A onor del vero c'è anche chi ha partecipato una volta, rimanendone deluso e ciò è perfino comprensibile, perché di fatto la scuola dell'Autonomia si è infranta contro i dimensionamenti di spesa e di personale, rendendo nulla la capacità delle Istituzioni Scolastiche di determinarsi in modo autonomo. 
Ecco magari una volta nella propria carriera, di genitori, studenti e lavoratori si dovrebbe partecipare, non dico di farlo a vita ma se tutti almeno una volta vi partecipassero forse il compito risulterebbe meno gravoso per tutti.

Certo oggi come oggi apparentemente non rimane nessun motivo valido per partecipare, se non fosse così necessario proprio ora stringersi intorno alla scuola in evidente stato di collasso e provare anche da lì, dagli organi collegiali, a ricostruire e rimettere in sieme i pezzi di ciò che è rimasto. Certamente nessuno può essere tirato per i capelli ma a non partecipare almeno con il voto ai pochi temerari che ancora si candidano si perde il diritto di lamentarsi.

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sabato 10 novembre 2012

Libro interattivo gratuito: Gli aquiloni magici di Nonna Lina

Gli aquiloni magici di Nonna Lina è un libro interattivo gratuito disponibile in italiano e inglese. Il primo di una serie che diventerà una collana, un'applicazione disponibile per iPad, iPhone e iPod Touch. 
La collana si chiamerà “La Libreria degli Aquiloni Magici”, una serie illustrata da Alessandra Liberato, scritta e curata da Manuela Raganati, nella quale saranno disponibili tutti i prossimi episodi delle Magiche Avventure di Nonna Lina, Sofia, Gatto Maiu e dei loro amici!
Le storie sono adatte sia ai bambini più piccoli sia a quelli dell'età scolare, sono curate nei minimi particolari, con finalità didattica, in quanto realizzate con il supporto di docenti e consulenti del progetto MagiKites.  Il libro si può ascoltare, leggere e rivedere in modo interattivo.  Al termine della lettura di ogni episodio è possibile svolgere un'attività: nel caso di questo e-book si può giocare con un memory.
Legato al libro è presente anche un contest: i bambini potranno inviare i loro disegni che verranno pubblicati sulla pagina fan di MagiKites. 

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venerdì 9 novembre 2012

I testimonial per lo spot sull'arroganza

Chi insegna ai ragazzini lo sa bene quanto è difficile far loro capire che la ritorsione non serve a nulla, sa quanta fatica ci vuole a scardinare quel "all'uscita me la paghi" che spesso si sente mormorare tra i banchi, quel se tu fai una cosa a me io  ne faccio una a te, che caratterizza i nostri giovani alunni fino alle medie e oltre. 
A scuola coltiviamo l'illusione che passata una certa età riescano a capire,  sull'istinto prevalga il ragionamento, il buon senso, che superando la logica della contrapposizione si affermi il dialogo. E quando gli studenti rispondono con il fatidico anche mio padre fa così, perchè succede spesso anche se non si dice, sappiamo quanto faticoso è spiegare, sapendo quale ascendente, giustamente, possiede un padre per un figlio, che ciò è sbagliato e deleterio.
Ora mettiamo che il riscaldamento nelle scuole Superiori venga spento davvero, come ha affermato il Presidente dell'Upi, tale Saitta salito ieri agli onori delle cronache, per ritorsione contro la soppressione delle Province.
Chi glielo spiega quindi, a quei ragazzini de "all'uscita me la paghi", che avevano ragione? E che hanno torto gli insegnanti a pretendere che non si usi la ritorsione ma il ragionamento.
A quel punto gli studenti dovrebbero sentirsi autorizzati a ribellarsi, perché se la logica della ritorsione vale per gli uni vale anche per gli altri...

Ma Cittadinanza e Costituzione siamo sicuri debba essere insegnata solo a scuola o occorre un corso accelerato per politici e amministratori pubblici? 
Che in realtà, più che professionisti della politica, ormai sono l'incarnazione dell'inciviltà e della mancanza di rispetto. Ora ci mancano solo gli spot sulla maleducazione e sull'arroganza, a ben riflettere non mancherebbero le figure di spicco che potrebbero degnamente ricoprire il ruolo di testimonial a titolo gratuito.
Anche se, sì insomma, a dirla tristemente tutta non ce n'è bisogno, tutte queste infelici uscite sortiscono effetti perfino migliori di uno spot. 
Anzi forse è tutto un grande spot, qualcuno si alzi e spegna la tivù per favore.
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martedì 6 novembre 2012

Erickson: incontri formativi gratuiti in Emilia

Il Centro studi Erickson mi segnala, con preghiera di diffusione che intende mettere a disposizione, attraverso un iniziativa denominata Erickson per l'Emilia,  la propria esperienza e competenza attraverso l'organizzazione nel territorio emiliano  di 3 incontri formativi gratuiti, ognuno composto da un seminario tecnico rivolto a insegnanti e personale educativo e da un evento aperto al pubblico: un piccolo grande contributo per dare slancio alla ripresa delle attività scolastiche nelle zone colpite dal sisma.

Martedì 6 novembre 2012
Villa «La Tagliata», via Dorando Pietri, Mirandola (MO)
Ore 17.00-19.00: formazione tecnica rivolta a insegnanti, personale educativo, medici e operatori del servizio NPI dell’Azienda USL
Ore 20.30-22.30: evento aperto al pubblico Strategie di intervento su iperattività e disturbi dell’attenzione Relatore: Dott.ssa Giorgia Sanna

Giovedì 29 novembre 2012 
Istituto Comprensivo di Crevalcore (BO)
Ore 17.00-19.00: formazione tecnica rivolta a insegnanti e personale educativo
Ore 20.30-22.30: evento aperto al pubblico Disturbi Specifici di Apprendimento: come deve muoversi la scuola?
Relatore: Dott. Stefano Franceschi

Mercoledì 20 febbraio 2013 
Istituto d’Istruzione Superiore «Ignazio Calvi» di Finale Emilia (MO)
Ore 15.00-17.00: formazione tecnica rivolta a insegnanti e personale educativo
Ore 18.00-20.00: evento aperto al pubblico La scuola nell’Era Digitale: insegnare e educare al tempo di Facebook
Relatori: Dott. Mauro Berti, Dott.ssa Serena Valorzi e Dott. Michele Facci
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giovedì 1 novembre 2012

Racconto: La merenda di sorbo dai nonni

Ma voi l'avete mai fatta la merenda con il sorbo
Si tratta di un frutto che matura in autunno, spesso conservato nelle dispense a seccare e mangiato quando ormai diventa bruno e dolcissimo.
Domani è il Giorno dei Morti, e tutti abbiamo un nonno o una nonna da ricordare, un racconto in un angolo remoto della memoria, tra le pieghe dei giorni e degli anni trascorsi, come questo di oggi.


La merenda di sorbo dai nonni

Pioveva di quelle gocce miti che delicatamente si posano senza neanche un rimbalzo. La lunga salita era faticosa per chi aveva il respiro corto o per gli anziani carichi di spesa, ma ai bambini poco importava. Sotto l’ombrello c’era comunque da fermarsi a curiosare per riprendere fiato: una finestra illuminata a cui affacciarsi, un cortile da guardare dal buco della serratura o un animaletto nascosto dietro il palo della luce. 
Così a più riprese arrivavano in cima, prima della curva dietro il quale scomparivano le altre case. L’abitazione dei nonni era lì proprio, un’apparente primo piano con una terrazza, un uscio piccolo di servizio e la porta dell’ingresso principale con le tendine alle finestre. I bambini venivano accolti dall’uscio di servizio, quello dove si entrava con la legna o con la bombola di ricambio, il soggiorno doveva restare lindo e immacolato perché era la stanza “buona”, infatti finì, come tutte le cose messe da parte per tempi migliori, che lo usarono solo per i funerali. 
La prima fu la nonna, sedici anni dopo lo zio, ultimo il nonno dopo altri vent’anni. 
Ma allora di queste cose non si sapeva nulla e un pomeriggio alla settimana i bambini arrivavano in visita, erano accolti con gioia e severità, davanti al camino scoppiettante della cucina tre seggioline venivano disposte in ordine di grandezza e i piccoli si sedevano composti. 
A quel punto c'erano le domande di rito: “come state”, “come va la scuola?”, “mamma cosa sta facendo?”. Loro rispondevano educati e un po’ imbarazzati, lanciando fugaci occhiate intorno, soprattutto verso lo strano e affascinante ripiano con tanti sportelli in metallo. Fino a quando qualcuno azzardava una domanda e il nonno raccontava che l’aveva costruita lui quella cucina in muratura, apriva gli sportelli e mostrava come dentro si mettevano le braci per cucinare, spiegava che aveva fatto il suo egregio lavoro fino a quando non erano arrivate le cucine a gas e la modernità l’aveva relegata al ruolo di ripostiglio. 

La visita dai nonni aveva un suo rituale, scandita dalle stesse azioni cadenzate, prevedeva anche una durata precisa. Così, dopo i convenevoli, a un certo punto la nonna si alzava e usciva fuori in cortile, sulla destra c’era uno stanzino di un metro per un metro, con una piccola porta azzurra sempre chiusa a chiave. Tirava fuori il chiavistello dal grembiule, apriva e si affacciava perché dentro non ci si poteva entrare tanto era pieno di roba, allungava una mano, prendeva dei rametti che pendevano dal soffitto e li poggiava nel piattino che si era portata dietro. Poi tornava a passi lenti, si sedeva al tavolo della cucina, delicatamente staccava dai rametti ormai secchi dei frutti tra il rosso e il color mattone, li distribuiva ai piccoli, che li afferravano e li portavano alla bocca. Una volta in bocca toccava schiacciarli per far uscire una specie di marmellata dolcissima: era il sorbo. 
In bocca restava la buccia, qualcuno la metteva sul piattino, ma capitava anche che qualcuno si vergognasse a sputarla, così la metteva di nascosto nella mano, la teneva stretta, fino alla fine della visita, poi la buttava in strada,  dopo aver salutato e augurato la buonanotte. (Rosalba 1 novembre 2012 - Tutti i diritti riservati)

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