di Maestra Rosalba
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lunedì 8 luglio 2013

Schede, giochi e app per esercitarsi con il pregrafismo e il precalcolo: le più belle e utili

Una selezione di schede per le attività di pregrafismo per i bambini che andranno in prima elementare. E' importante esercitare la capcità di gesto grafico, saper eseguire brevi linee chiuse e aperte, linee diritte corte e lunghe, saper seguire un percorso. Ma sarebbe riduttivo se pensassissimo che tale capacità si può esercitare solo con le schede, esse sono un utile completamento di giochi per la coordinazione occhio mano del quale abbiamo parlato poco tempo fa, giocare con i materiali, trasformare, creare con le mani piccoli e grandi oggetti, aiutare in cucina, incollare, ritagliare, limare, scontornare, dipingere, colorare, sono le attività di pregrafismo d'elezione per il bambino che deve andare in prima. L'importante è assecondare la voglia di fare, ma anche stimolare e coinvolgere quando la fantasia manca. Un bambino solo, difficilmente vorrà fare un'attività in solitaria, sicuramente ne sarà attratto se altri lo fanno, l'estate è l'occasione giusta per cercare il contatto con gli altri bambini, anche per poche ore alla settimana.

Una selezione fra le più carine schede di pregrafismo, prelettura, prescrittura e precalcolo trovate sul web, che oltre al gesto grafico prevedano anche un minimo di ragionamento per l'esecuzione.

Schede stampabili:

Pregrafismo, percosi e colori di Mamma Felice

Le schede di Giocolandia

Le stupende schede di Rosalba Corallo

Prelettura e prescrittura da La mamma creativa

Le schede di pregrafismo sul tema del rispetto dell'ambiente di Homemademamma

Su tuttodisegni una selezione per tutti i gusti

Le belle schede di Fantavolando

I labirinti di Pianeta Mamma

Pregrafismo numeri di La mamma creativa

Per quelli più "avanti" un intero quaderno di corsivo

Per esercitarsi online: 

il classico gioco "Unisci i punti"

Esercizi vari su Baby Flash

Ancora giochi, percorsi, puzzle... su Baby Flash

Qualche app per android, alcune gratuite e specifiche per i bambini

Le app per iPad completamente gratuite in puro stile "Montessoriano" 


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mercoledì 11 agosto 2010

Kidopo Un Sito Per Colorare Stampare Creare E Giocare

Kidopo è un sito nuovo, colorato e interamente dedicato ai bambini più piccoli dalla scuola Infanzia alla Primaria: pagine con tantissimi argomenti, tanto per citare un esempio le lettere o i numeri, la storia  da colorare on-line oppure da stampare e colorare a mano, attività manuali, origami, attività di scienze alcuni dei quali corredati da video, giochi educativi per la matematica, per la geografia.

Una serie incredibile di materiali  per gli alunni di scuola Infanzia e  quelli di scuola Primaria, utile supporto per insegnanti sia in laboratorio informatico, che per preparare le attività didattiche. Non rimane che visitarlo e metterlo nei preferiti perchè il sito  completamente in inglese offre anche la possibilità di proporre e utilizzare i materiali in continuità con le attività di lungua inglese.

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lunedì 9 agosto 2010

Iniziare La Scuola Primaria: Le Cose Da Saper Fare

Siamo ancora in piena vacanza estiva e già si parla di rientri a scuola. Ritorno per i più grandi e nuova esperienza per  i bambini del primo anno di scuola Infanzia e per quelli di prima nella scuola Primaria. 

Come ogni viaggio che si rispetti occorre preparare le valigie:  una piena di oggetti  e corredo e una piena di "cose della mente", il saper fare.
Va da sé che ciascun bagaglio riveste importanza e funzioni diverse. Entrambi hanno lo scopo di rendere il più adegauato possibile un passo fondamentale della crescita dei bambini.
La valigia dei bimbi che si accingono a intraprendere un nuovo percorso è quella più delicata.
Vediamo cosa ci dev'essere in quella dei bambini che a settembre inizieranno la scuola Primaria. Implicitamente descriviamo come dovremmo orientarci nella scelta della scuola dell'Infanzia.

Il linguaggio, la manualità, le abilità
Per praticità di esposizione individuiamo tre parole chiave che non hanno nè un ordine importanza nè sono disgiunte tra loro, ma  interdipendenti nella costruzione del "curriculum".

Il linguaggio
Inteso come quantità di parole e significati conosciuti, come capacità di articolazione delle frasi e come complessità.  Già nella scuola  Infanzia viene stimolato, mirando all'aumento del numero di vocaboli conosciuti  e alla pertinenza  nell'uso.
Sinergicamente anche a casa andrebbe arricchito con una varietà adeguata di letture, eseguite dall'adulto: partendo dalle fiabe comprendendo via via gli altri saperi.
Alla lettura deve seguire (o precedere) la  conoscenza per esperienza diretta del mondo naturale,  animale e vegetale, delle scienze, dell'arte, della musica, dei musei.
Non si tratta di spingere precocemente verso un campo o un altro del sapere, piuttosto di seminare stimoli, interessi, sollecitare passioni.
Il linguaggio numerico, la rappresentazione di piccole quantità, l'associazione di oggetti, la rilevazione di caratteristiche peculiari, le similitudini, le assonanze e le differenze si collocano come prerequisiti matematici e geometrici.
Ai bambini occorre rivolgersi con linguaggio adeguato, utilizzando le parole di riferimento rispetto a ciò di cui si parla e di cui possono capire il significato. Le parole nuove vanno spiegate con esempi pratici e riutilizzate in contesti nuovi.

La seconda e terza lingua
Nella competenza linguistica rientra l'apprendimento di una seconda e terza lingua. Prima si familiarizza e meglio è. Rientra tra le capacità del bambino il saper apprendere più lingue senza fare confusione. Nella scelta della scuola Infanzia occorre dare priorità alle scuole dove viene insegnata una seconda lingua e come sostengono recenti studi non è necessario che il docente sia di madre lingua.
Non è estraneo al discorso linguaggi quello informatico, i bambini dovrebbero avere familiarità con il computer,  utilizzare bene il mouse (coordinazione occhio/mano) e saper utilizzare semplici giochi educativi.

La manualità
Secondo punto ma non in ordine di importanza, non pensiamolo mai come fatto a se.
Così come il linguaggio verbale racconta il nostro mondo e le nostre esperienze, allo stesso modo la capacità di controllo del movimento fine (mano) e del corpo,  corrispondono ad altrettante strutture mentali.
E' anche con l'opposizione pollice/indice che l'uomo ha percorso i gradi più alti della conoscenza. E' la stessa opposizione che ci permette di impugnare un pennello, una matita o di stare davanti ad una tastiera (fatti salvi i casi in cui non si possono usare le mani e si vicariano piedi, bocca e persino lo sguardo).
Quindi corpo e mani vanno usati fin da piccoli e i gesti da più grossolani si faranno via via non solo più elaborati e fini ma anche meglio diretti: disegnare, dipingere, plasmare la terra o i materiali, ritagliare fino alla precisione millimetrica.
Si affina il movimento, il gesto e anche la mente e la capacità di cogliere e guardare.
Le lettere e i numeri, nascono più dal primo cerchio chiuso che il bambino esegue all'incirca tra i due tre anni, che dalle figure successive a cui certamente sono legate. Fateci caso:
"Radici quadrate"  e "elle" (indicate dalle frecce rosse) da sinistra verso destra, in questo scarabocchio di una bambina di due anni circa
La freccia rossa indica la direzione della scrittura in questo scarabocchio di una bambina di due anni circa

Le abilità
Sono la sintesi dei punti precedenti ed espressione di fattiva correlazione, la messa in rete delle conoscenze e delle esperienze costruiscono le abilità:  l'agire del bambino, influenzato da ciò che ha fatto (che ha generato apprendimento) si esprime nel ragionamento che diventa più articolato e competente e nella manualità con un esecuzione più decisa e definita.
L'abilità si affina ri-mettendo in pratica, provando e riprovando. Ecco perchè spesso il gioco accompagnato dal parlato si fa ripetitivo, perchè il bambino tramite esso esegue le prove di regia, sperimenta, posiziona e rimette in gioco.

In sintesi
Nel crescere un bambino vi deve essere a cominciare dai primi giorni di vita, oltre che il godimento delle emozioni, del contatto fisico, l'intenzionalità educativa. 
Non possiamo non dichiararci contro l'accanimento educativo che costringe  bambini anche molto piccoli  a imparare in maniera eccessivamente sistematica e con tempi cronometrati, ma non possiamo d'altro canto affidare l'apprendimento esclusivamente all'occasionalità. 
Intendendo per occasionalità il lasciar fare al tempo "che tanto i bambini apprendono comunque". Questo per fortuna è vero ma non basta. 
Scelte come quella della seconda lingua, delle esperienze motorie finalizzate, il rinforzo delle abilità linguistiche e matematiche, l'accostamento ai vari campi del sapere (vedi le scienze, le arti,  le lettere)  vanno esplicitamente formulate e previste. Quindi sostenute e  perseguite con il gioco educativo.

Occorre saper leggere e scrivere prima dell'ingresso nella scuola Primaria?
Ecco perchè porsi il problema se è meglio iniziare la scuola sapendo o no già scrivere è un falso problema, i primi sei mesi di scuola sono comunque dedicati all'aspetto tecnico,  sia che i bambini  sappiano scrivere  o meno.
Non si risolve invece  in pochi mesi il discorso "prerequisiti" substrato del leggere, contare, scrivere e comprendere, che sono la risultante di un bagaglio che si forma negli anni precedenti la scuola Primaria.
Diverso è il discorso se si pratica l'homeschooling, dove i tempi sono diversamente distribuiti, anche se c'è da tenere conto che le competenze da raggiungere sono le stesse degli altri bambini.
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domenica 11 aprile 2010

Dividere una mela e fare scienze, italiano e matematica

La didattica è potente mezzo non solo per insegnare ma anche per trasmettere idee: essa può appiattire il pensiero verso il senso comune oppure farsi promotrice di altrettanti pensieri nuovi che collegandosi generano altre idee. L'obiettivo principe di una buona didattica è dare conoscenza, metodo, sollecitare lo sviluppo idee nuove, favorire collegamenti fra i saperi per "imparare ad imparare".
Un pò come avviene nel mondo dei blog dove un' idea ne richiama un altra, per svilupparla occorre approfondire e studiare se non ci si vuole limitare al copia e incolla.
Una sfida non da poco. Non un semplice riproporre cose dette da altri, si parte dall'esperienza e si trovano contenuti personali, collegamenti nuovi.
Si potrebbe obiettare che è obbligo seguire i programmi (contenuti), ma i contenuti non necessariamente portano al saper fare. Dobbiamo obbligatoriamente perseguire tre ordini di obiettivi: metodo (come fare), competenza (saper fare) e originalità di pensiero (saper produrre idee nuove).

La micro unità didattica che illustro, adatta anche per scuola Infanzia se escludiamo la fase di scrittura,  dimostrerà come partendo da una mela divisa a metà, potremmo parlare di scienza, italiano e matematica senza mai andare fuori tema: il tema resterà sempre la mela.
Diciamo che il tema mela è affrontato su piani diversi.

Antefatto:
Modifichiamo l'assetto dello spazio, per indicare che facciamo qualcosa di diverso, predisponiamo gli alunni all'osservazione attenta, al prendere nota mentale e riferire ogni particolare che viene in mente.

Piano scientifico: la nomenclatura.
Sulla cattedra al centro dell'aula e tutti i bambini seduti in maniera da poter agevolmente vedere, mettiamo alcune mele e dividiamone una a metà. Copiando dalla mezza mela disegniamo sulla nostra lavagna, rigorosamente non multimediale, la mela. Diciamo agli alunni che andremo ad imparare la nomenclatura delle parti della mela: picciolo, buccia, torsolo, seme, polpa. Così:

Piano linguistico e letterario
Chiediamo ora ai bambini di dire cosa è la mela con riferimento ai nomi generici, specifici, propri e comuni. Facciamo compilare sul quaderno (non importa se di Italiano, Scienze, io ho fatto tutto sul quaderno di Scienze)
Nome generico: frutto.
Nome specifico e comune: mela.
Nome proprio: Golden Delicius, Fuji, Renetta, Cotogna.
Spieghiamo ad esempio che se andiamo dal fruttivendolo dicendo "Vorrei un kg. di Renette", stiamo pur sicuri che avremo delle mele e non altro.

Ora coi bambini troviamo esempi alla loro portata di "mele famose". Noi abbiamo trovato la mela di Biancaneve nel film "Biancaneve e i sette nani" della Walt Disney, che nella fiaba originale era un pettine. La mela di Guglielmo Tell, che dovette sostenere la sua prova di coraggio per non aver riverito il capello Imperiale e centrò con l'arco una mela posta in testa al figlioletto.
La mela che fece cadere in tentazione  Adamo ed Eva e che comportò la perdita del paradiso terrestre per tutta l'umanità secondo la religione Cattolica.
Abbiamo scritto sul quaderno semplicemente:
"la mela di Biancaneve"  lasciando al racconto orale la spiegazione.
Altri esempi li trovate su Wikipedia alla voce mela

Piano matematico
Il nostro viaggio matematico con la mela inizia con la domanda "quanto è una mela intera?" I bambini hanno detto "E' una". Quindi abbiamo potuto affermare che una mela intera equivale a uno.
Abbiamo preso la mela divisa a meta e ho chiesto: "Quanto è?" Un bambino subito a detto: "Due..." ma la voce è restata sospesa perche mi ha visto unire le due metà e i conti non tornavano più. Tutti i bambini hanno prontamente aggiunto che "Una mela divisa sono due metà".
Allora abbiamo diviso le due metà. I bambini a quel punto hanno usato la parola "parti", senza suggerimenti e hanno concluso che se divido due metà ottengo quattro parti. "Se mangio un pezzo di mela ora quanto ne mangio? "Una parte di quattro parti!"
Abbiamo diviso le quattro parti e mentre dividevo ho chiesto "Quante parti ottengo stavolta?" "Il doppio di quattro cioè otto" è stata la  risposta ancora prima di aver diviso tutti i pezzi.
Ho chiesto ancora: "Cosa succede se continuo a dividere ancora? Di quanto aumenta ogni volta il numero delle mele?" (Intanto dividevo a metà le otto parti). Qualcuno ha risposto: "Ogni volta che dividiamo, i pezzi diventano il doppio".
Ottenuti i sedici pezzi ho chiesto: "Se mangio tre pezzetti, quanta mela ho mangiato e quanta ne rimane?" Risposta pronta "Tre pezzi di sedici e ne rimangono tredici parti di sedici!"
"E se mangio sedici pezzi quanta mela mangio?" "Una mela!"
Ultima domanda (a mio parere la più difficile) "Fino  che punto posso spingermi nella divisione? Una bambina mi fa "Fino a quando non vedi più le fettine!" "Cioè?" "All'infinito, perchè i numeri sono infiniti!"
A quel punto abbiamo mangiato ciascuno una fettina di mela.
Ogni tanto mentre osservavamo calcolavamo e tagliavamo, alla lavagna abbiamo scritto le nostre osservazioni, che hanno originato il testo con le affermazioni degli alunni:
La mela intera equivale a uno. Se la divido ottengo due metà, non ottengo due mele. Se divido le due metà ottengo quattro parti. Se ne mangio una parte, mangio una parte di quattro parti. Se continuo a dividere ogni pezzo di mela a metà il numero raddoppia ogni volta che divido. Se mangio tre parti di sedici rimangono tredici parti di sedici. Se mangio sedici parti di sedici ho mangiato una mela. Teoricamente posso dividere i pezzi all'infinito.
A questo punto abbiamo illustrato fino ad ottenere 16 fettine nel disegno, così
Gli alunni di seconda non conoscono le frazioni. Neppure quelli di scuola infanzia. Con le frazioni abbiamo a che fare ogni volta che dividiamo un'unità intera. Si può spiegare il concetto fin da piccolissimi e attendere per acquisire la relativa simbologia. Quello che invece conta sono le parole che usiamo. Se il linguaggio è pertinente sarà più facile dopo applicare il concetto.

Il nostro viaggio finisce qui, è stato tutto divertente, istruttivo, collaborativo, nessuno si è annoiato. Sicuramente è molto più noioso leggere questo post. La didattica delle relazioni, dell'ipertesto, del fare con le mani è molto più divertente e soprattutto i bambini non sono mai passivi perchè i ragionamenti li producono loro.
Chiaramente si tratta di spunti didattico/metodologici che poi ciascuno può sviluppare per infinite altre strade a seconda dei contesti.
Download attività: Dividere una mela e fare scienze, italiano e matematica.

Questo post partecipa al Carnevale della Matematica in onda su Divulgazione Scientifica Gravità Zero il 14 Aprile prossimo
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domenica 9 agosto 2009

Un cubo per il precalcolo

Costruire insieme ai bambini ha la prerogativa di far comprendere loro come gli oggetti prendono forma, l'accesso ai meccanismi di assemblamento e in maniera più vasta al "progetto" che sovrintende la costruzione di un semplice oggetto, implica un processo di apprendimento più complesso e completo.
Ispirata da questo post su 4 Crazy Kings, ho costruito questi due cubi per l'attività di precalcolo rivolto ai bambini della scuola Infanzia e a quelli dei primi due anni della Primaria. Sia che il cubo si costruisca a casa o a scuola è essenziale che ciascun bambino partecipi attivamente alla sua costruzione.

Per ciascun bambino vi occorrono
- due brick in tetrapak vuoti da un litro di latte o qualsiasi altro alimento (e così rendiamo ancora utili i contenitori vuoti);
Per la decorazione vi occorreranno:
- carta colorata, ventuno raffigurazioni di piccoli oggetti o animali, io ho adoperato delle coccinelle,
- attaccattutto e forbici.
Procedete così: lavate bene i contenitori e lasciateli asciugare. Un volta asciutti ritagliate così come in foto, non prima di aver misurato che tutti i lati siano più o meno uguali:

L'operazione di ritaglio è meglio se viene eseguita dall'adulto, il cartone è leggermente spesso; volendo fate usare il righello e chiedete ai bambini come si regolerebbero per ottenere le facce tutte uguali. Spiegate loro che le dimensioni dei lati devono essere tutte uguali.
Chiudete il cubo e fissate con pezzetti di nastro adesivo:


Ritagliate sei facce colorate e rivestite i cubi. Su uno di essi disegnate o fate incollare i numeri (1,2,3 ecc.) nell'altro fate incollare gli oggetti, così:


Una volta costruito il cubo, potete iniziare le attività vere e proprie di precalcolo, potete:
-far lanciare il cubo con i numeri e far trovare nell'altro la quantità corrispondente;
-far lanciare il cubo coi disegni e trovare il numero corrispondente nell'altro cubo;
-utilizzare solo il cubo coi disegni e fare le somme a mente ogni volta;
-lanciarli entrambi e trovare maggiore/minore o di più/di meno;
-utilizzare solo il cubo coi disegni e fare le somme a mente ogni volta che viene lanciato.
-far lanciare uno dei due dadi e trovare tra gli oggetti che ci circondano la corrispondente quantità, se ad esempio viene fuori il tre, far cercare tre matite, tre costruzioni, ecc.
Ricordate che già un bambino piccolo è in grado di eseguire delle piccole stime, questa capacità va sviluppata e sostenuta.


I giochi che si possono eseguire sono tantissimi. Una cosa carina da fare è farli portare a casa, o realizzarli a casa e portarli a scuola. Occorre sempre facilitare lo scambio di attività tra casa e scuola. A scuola poi, se riusciamo ad allestire uno spazio individuale per gli oggetti, nella scuola Infanzia si fà di sicuro, ogni alunno può tenere in aula i materiali che ha costruito con le sue mani.
Buon Divertimento!
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venerdì 15 maggio 2009

Giocare coi numeri e le quantità nella scuola dell'Infanzia

Nel precedente post abbiamo visto la possibilità per i bambini di scuola dell'Infanzia di giocare con le lettere dell'alfabeto, con i suoni e con le rime, senza intedimento anticipatorio rispetto alla scuola Primaria. In questo post vediamo quali attività è possibile svolgere nella scuola Infanzia per consolidare e sviluppare il concetto di quantità e di numero. Numerosi studi (derivanti spesso da studi epidemiologici sulla discalculia evolutiva) dimostrano che già il neonato possiede una capacità di calcolo: "i neonati sanno anticipare il risultato di addizioni e sottrazioni di piccole numerosità" (paradigma della violazione dell’aspettativa: Wynn, 1992; Simon, Hespos, & Rochat, 1995; Koechlin, Dehaene, & Mehler, 1997). "Neonati e bambini molto piccoli sanno discriminare la numerosità di piccoli raggruppamenti fino a 3 o 4 elementi" (esperimenti di abituazione: Antell & Keating, 1983; Starkey & Cooper, 1980; Strauss & Curtis, 1981; Wynn, 1996; van Loosbroek & Smitsman, 1990; Bijeljac-Babic, Bertoncini, & Mehler, 1993). (Fonte M.L. Lorusso). Queste abilità se esercitate sono passibili di ulteriori sviluppi, sia in riferimento al bambino tipico, sia per la prevenzione di eventuali problemi in relazione al calcolo e alla competenza matematica. La Lorusso ci chiarisce che il bambino in uscita dalla scuola Infanzia dovrebbe saper enumerare fino a dieci, pertanto esporre in una serie ordinata fino a dieci, eseguire un conteggio fino a cinque, saper fare una stima di piccole quantità, fare una piccola comparazione di quantità e saper eseguire sottrazioni e addizioni in maniera informale, cioè aggiungere e togliere attraverso gli oggetti.
Quanto sopra per evidenziare che non è sufficente l'esercizio che il bambino compie da solo nei giochi, è auspicabile per tutti un esercizio/gioco di rafforzamento e sviluppo di queste abilità.
Ecco alcuni esempi di giochi che è possibile proporre a casa e a scuola in età pre-scolare:
- Ordinare giochi, sulla base dell'indicazione "questo è il primo, questo è il secondo... ecc"
- Giocare con liquidi colorati, riempiendo bicchieri con quantità differenti e ordinarli dal più piccolo al più grande.
- Associare i numeri dall'uno al dieci alla relativà quantità.
- Far fare una stima della quantità numerica "Prova a dire quanti sono" mettendo al massimo 5 oggetti.
- Sommare oggetti.
- Levare oggetti.
- Far fare ipotesi "Se ne levo due riesci a dire quanti ne resteranno?
- Ritagliare forme, oggetti e dire "Incollane due" "Incollane una quantità entro il numero cinque".
- Preparare una linea dei numeri fatta di oggetti e aggiungendo ogni volta uno far dire "quanti sono ora?" aggiungerne un altro e chiedere ancora: "E ora?"
- Preparare una linea dei numeri fatta di oggetti fino a dieci e levare ogni volta un oggetto chiedendo "quanti sono ora?", levarne un altro e chiedere "E ora?"
Due attività interessanti sono proposte in questo sito: Sparkle Power


sul sito Teachmama


Molto altro ancora su ABC and 123 Learning.

Tantissimi giochi da fare a scuola o con i genitori, da riproporre anche d'estate in spiaggia, ai giardini magari in compagnia, per i bambini fino all'età della scuola Infanzia. Anche oltre quando si presentano difficoltà di comprensione del simbolo numerico associato alla quantità.
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