di Maestra Rosalba

venerdì 27 luglio 2012

La carriera dei bocciati

A leggere bene e fino in fondo, anche perchè sono 207 pagine di roba, il rapporto dei test Invalsi qualcosa d'interessante si trova. Per tutte le classi oggetto dell'indagine una parte di essa fa riferimento, come abbiamo visto qui, ai regolari, agli anticipatari e i posticipatari. Posticipatari è un modo elegante per dire ripetenti.
Nella classe seconda Primaria i dati sono talmente bassi da non essere riportati, confermano la tendenza a fermare un alunno nella stessa classe, cosa che solitamente si fa in pieno accordo con la famiglia, come una scelta estrema. 
Anche se è certo che le due vicende riportate a fine giugno con gran eco dai media, riguardanti alcune classi prime della Primaria, hanno sicuramente fatto maturare l'opinione che anche lì si boccia e non in modo trascurabile.

Ma torniamo ai numeri che sono quelli che parlano di più.
Nella classe quinta di scuola primaria gli alunni in ritardo sono il 5% delle classi campione.
Le cose evolvono vistosamente dalla scuola media in poi. Nella classe prima delle secondaria di Primo Grado nella rilevazione di giugno 2012 gli alunni in ritardo sono il 10%, rispetto alla classe quinta della Primaria il dato è raddoppiato. In terza media il dato è quasi triplicato: gli alunni in ritardo sono il 14%. 
Andando avanti nell'esame dei dati, si giunge alla seconda classe della Secondaria di Secondo Grado e  gli alunni in ritardo sono quasi il 24%, in conclusione al rapporto si osserva che "in generale gli allievi che hanno accumulato almeno un anno di ritardo nel loro percorso di studio conseguono risultati sensibilmente più bassi degli altri studenti".

Al di là di ciò che possano significare i test Invalsi, questi dati rispondono ai numerosi fan della bocciatura che la propugnano come strumento per il recupero. Manco a dirlo un nutrito gruppo di sostenitori è all'interno della scuola stessa: vuoi per incapacità a intravedere altre soluzioni, vuoi, duole dirlo ma succede più spesso di quanto si ammetta, per interesse nella formazione delle classi per l'anno successivo.
Certamente non è escluso che in alcuni casi ripetere un anno possa portare l'alunno alla consapevolezza sul suo ruolo e al recupero delle abilità carenti, talvolta sono perfino i genitori a chiederlo facendosi carico del recupero, è accaduto e continuerà a accadere, ma riguarda un numero esiguo di casi.
Il fatto che dopo almeno un anno di ripetenza i risultati continuino a essere sensibilmente più bassi, significa che abbiamo speso un bel po' di risorse, perché un anno o più di frequenza ha il suo costo, per tenere l'alunno nella stessa classe senza aver centrato l'obiettivo che la bocciatura si proponeva: cioè rimetterlo in pari  nelle competenze.
Del resto sappiamo anche come funziona il recupero nella scuola superiore di Secondo Grado, spesso tenuto dagli stessi insegnanti di classe, non credo di essere solo io a vedere in ciò una sorta di aberrazione.
Dietro a tutto ciò aleggia la questione, mai risolta nella scuola pubblica, se tutti possiamo percorrere uguali strade e se la diversificazione dei percorsi in base agli interessi e alle competeze sia davvero un fatto discrimante. O se non vi sia maggiore cattiveria nell'infierire su un alunno che palesemente mostra segni di non volerne sapere della scuola.

L'immagine è presa da qui

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giovedì 26 luglio 2012

Quando il libro è meglio del manuale

Un antropologo su Marte è il libro che ogni insegnante dovrebbe leggere. Non basta imprimersi la teoria se poi non si prende nota dell'esperienza di vita, delle molteplici esperienze sensoriali, degli adattamenti e le sfide che caratterizzano le diversità umane. E in questo sta l'abilità dell'autore del libro: raccontare prima di tutto la vita dei pazienti,  dal punto di vista della loro umanità, delle loro patologie ma soprattutto  nell'affermazione del sè. Non sempre storie a lieto fine, ma quasi sempre uno spaccato reale di esistenza che consegna al lettore la dimensione tutta umana delle diversità.
E ciò che salta immediamente all'occhio di chi legge è proprio la dimensione educativa dell'esperienza, in quanto racconto delle vite altrui, che Oliver Sacks unisce alla spiegazione accurata della patologia, ma sempre comprensibile ai più, come a proposito delle Sindrome di Asperger così ben raccontata nel libro attraverso l'esperienza di Temple Grandin.
La riflessione che il libro consegna, in particolare agli operatori della scuola, è che non basta conoscere gli aspetti teorici, diagnostici e didattici, come a scuola è richiesto, come non è sufficiente l'esperienza scolastica, tra l'altro strutturata su modelli che per necessità poco spazio lasciano alla globale esperienza di vita, per poter accedere alle reali implicazioni che la Sindrome di Asperger comporta. Il libro di Sacks riferisce il sentire della protagonista che si racconta proprio attraverso il suo modo di vedere il mondo, il modo con cui è riuscita ad affermarsi ed anche le frustrazioni e i limiti, derivanti dalla difficoltà nell'interazione sociale: ne risulta un quadro in cui difficoltà e capacità di rincorrono in una sfida continua aprendo le porte a capacità inusali e inaspettate. 
Il libro ci consente di superare il preconcetto e l'immaginario per entrare nella dimensione dell'agito e del vissuto personale permettendo di empatizzare con i protagonisti, gioire dei loro successi, ma anche di comprendere l'origine fisica delle difficoltà e degli insuccessi, di vedere come loro vedono se stessi e il resto del mondo.
Ci ricorda che l'insucesso che quasi sempre a scuola attribuiamo alla mancata volontà è spesso l'espressione di una diversa sensorialità, aprendo a una visione chiarissima delle sfumature che caratterizzano, al di là delle patologie vere e proprie che l'autore descrive, ciascun essere vivente.
In ognuno di noi è racchiuso un pezzetto di autismo o di chissà quale altra diversità sensoriale, non eclatante certamente ma tale da giustificare l'immensa varietà die modi d'essere, d'imparare e di esprimersi, che a volte sfuggono alle normali spiegazioni.
Per un insegnante ricordare questo non signifca solo tenerlo presente, ma integrarlo nel sistema attraverso cui gestire la relazione apprendimento insegnamento, ricordando continuamente che l'individualità prevale sul gruppo.
E' la stessa Temple a confidare a Sacks di sentirsi come "un antropologo su Marte" impegnandosi, mentre lotta per la sua affermazione, a mantenere semplice la sua vita, cercando di rendere ogni cosa chiara ed esplicita, costruendosi un "catalogo" di comportamenti nelle diverse circostanze che poteva rivedere e riesaminare in modo da essere in poi grado di operare previsioni.
Che in fondo è ciò che facciamo tutti quando ci troviamo di fronte alle difficoltà.
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martedì 24 luglio 2012

Il tiro al bersaglio nel web

Man mano che il web continua a crescere, e cresce smisuratamente, oltre che pozzo inesauribile di contenuti diventa sempre più fenomeno sociale da indagare. Certamente non è questa la sede competente per entrare nello specifico e non se ne avrebbero né i numeri né le necessarie conoscenze. Quello che si può fare da questa finestra è raccontare i fatti così ché un po' di gente ne venga a conoscenza, al punto che un po' qui e un po' là la cosa si riesce a diffondere. 
Nel mio piccolo ho già sperimentato cosa significa "pestare i piedi a qualcuno in rete", dove pestare non significa sbagliare in qualcosa ma andare a toccare interessi di gruppi di persone. Mi capitò con il post sulle scie chimiche, che non parlava di scie chimiche ma raccontava un episodio di scuola, con il quale mi tirai addosso una serie di minacce e insulti attraverso tutti i canali della rete: mail, facebook, twitter e sul blog stesso con commenti che non ho mai pubblicato. La mia foto, prea da facebook, fece il giro del web e fui definita una specie di spia prezzolata al soldo degli spargitori di sostanze velenose nell'aria. La vicenda si è chiusa per abbandono, io non ho mai fatto nulla ho lasciato che la cosa cadesse nel dimenticatoio, sotto lo strato delle novità quotidiane che ogni giorno fanno il web, comprese le nuove accuse ad altri infiltrati che hanno solo il torto di esprimere un'opinione.

Domenica ho assistito praticamente "in diretta web" a quello che è accaduto a Catepol, a partire da una sua frase via twitter riguardante una pagina su facebook che lei ha suggerito come pagina da segnalare per via dei contenuti poco rispettosi delle persone Down. 
La pagina in questione conta circa 160.000 membri, in gran parte giovanissimi, ma non solo, e per loro stessa definizione è una pagina di Humor nero. Il loro divertimento consiste in pratica, non solo ovviamente ma in prevalenza, nell'ironizzare sulle diversità e sulle disgrazie umane: Down, Gay, Donne, terremoti, malattie e quant'altro riguardi il genere umano e perfino quello animale.
Il tweet incriminato ha avuto come esito quello di scatenare gli appartenenti al gruppo, che si sono mossi a centinaia, rispondendo al tweet in tutti i modi e i luoghi possibili in rete: insulti, minacce, foto della protagonista suo malgrado, modificate con insulti e brutali prese in giro, migliaia di accessi al suo blog alla ricerca di un post dove segnalava di essere sotto attacco, attività che si è protratta per tutta la giornata di domenica fino allo sfinimento.

Prendiamo atto quindi che nel web c'è tutta una comunità, a voler essere magnanimi, che trae divertimento dalle tragedie altrui, che confina nel divertimento ciò di cui ha in realtà paura, è un fatto normale fare ironia sulle nostre paure più profonde, non è normale identificarle nelle persone. 
In superficie si vedono giornali, blog, social, le cui scaramucce quotidiane rappresentano la lite con il vicino di casa o al parcheggio. Il resto, spesso sommerso e confinato in zone meno esplorate dai normali utilizzatori del web, c'è l'equivalente del bullo, spessissimo ragazzi nati negli anni novanta, quindi i famosi nativi digitali di cui il web decanda le mirabili gesta e le strabilianti capacità di apprendimento, che chiama i suoi amichetti armati per difendere il territorio dove spadroneggia facendo il bello e il cattivo tempo. 
La riprova è che in tanti stiamo scrivendo quanto accaduto ma nessuno di noi mette un link alla pagina. La verità, non c'è nessuno male a riconoscerlo, è che li temiamo e nessuno di noi vuole ritrovarsi un nugolo di mosconi nelle sue pagine.

Quanto accade, non tanto la pagina in questione, quanto la risposta pervenuta dai suoi iscritti sentendosi minacciati, è roba buona per sociologi, e lo sarebbe perfino per la magistratura se non fosse così drammaticamente presa da altri impegni più pressanti ed ormai eternamente in emergenza. 
Viene in mente, però, che è materia interessante per la scuola: non facciamo abbastanza per insegnare a questa sorta di "nati imparati", in realtà asinelli digitali, felice definizione di un amico della rete,  che dei contenuti si può chiedere la rimozione. Perché se il tweet di Catepol era una richiesta di rimozione inesatta, si poteva chiederle la cancellazione e chiudere lì la questione. Il fatto è che lei è diventata al pari degli altri, che il gruppo prende di mira, un bersaglio. Il momentaneo oggetto del divertimento e dello sfogo collettivo.

[edit] Ovviamente saranno ben accetti tutti i commenti che, debitamente firmati, argomenteranno anche con ironia e humor, ma sempre in modo consono, qualsiasi opinione.
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lunedì 23 luglio 2012

I dettagli del Rapporto Rilevazione Invalsi 2011/2012

L'Invalsi ha pubblicato da qualche giorno i rapporti riguardanti le rilevazioni effettuate nello scorso mese di giugno 2012. Il primo è il rapporto tecnico che spiega e descrive
- Le prove del Servizio nazionale di valutazione: dalle esperienze internazionali alle indicazioni per il curricolo.
- Il processo di costruzione delle prove
- La valutazione delle prove standardizzate del Servizio nazionale di valutazione.
- I dati sulle prove per i vari livelli coinvolti.
- Il placement relativo delle domande rispetto al punteggio di Rasch dei rispondenti
Si tratta di una parte complessa che esplicita come vengono costruite le prove, quali sono riferimenti nelle Indicazioni Nazionali che vengono presi in esame e come vengono interpretati i dati.
La parte più utile, di questo documento, per gli operatori della scuola, è quella che richiama gli obiettivi che incrociati con i risultati permettono di conoscere  le aree dell'apprendimento che andrebbero rinforzate, qualora si volessse tenere conto delle rilevazioni nella didattica.

Il secondo documento è la restituzione vera e propria dei dati rilevati, denominato Il quadro di sistema,  riguardante le classi campione oggetto dell'indagine dell'anno scolastico appena passato, 2011/2012.

Quella che segue è un sintesi del documento, per una lettura più accurata si rimanda alla lettura dei grafici contenuti nel rapporto.

II primaria

I risultati generali
Nella prova di Italiano, le macro-aree che registrano punteggi medi superiori alla media italiana statisticamente significativi sono quelle del Nord-Ovest e del Centro, mentre le due macro-aree meridionali registrano punteggi medi significativamente inferiori alla media e il Nord-Est ottiene un risultato che non si differenzia significativamente dalla media nazionale. Osservando gli andamenti all’interno delle macro-aree, è possibile vedere come quasi tutte le regioni del Nord-Ovest ottengano risultati significativamente superiori alla media dell’Italia (tranne il Piemonte che è in linea con la media nazionale). Tra le regioni del Centro, la Toscana e le Marche hanno punteggi medi significativamente superiori alla media italiana, mentre fra le regioni meridionali, la Campania, la Calabria, la Sicilia e la Sardegna hanno punteggi significativamente inferiori. La regione con il punteggio medio più alto in Italiano è la Valle d’Aosta e quella con il punteggio medio più basso è la Calabria: fra le due la differenza assomma a 21 punti, circa mezza unità di deviazione standard.
Per quanto riguarda la prova di Matematica, vi è innanzitutto da osservare che i risultati medi delle macro-aree e delle regioni sono complessivamente più omogenei fra di loro: nessuna macro-area si discosta significativamente dalla media nazionale e solo cinque regioni hanno punteggi significativamente al di sopra o al di sotto di essa. Tra quelle al di sopra troviamo la Valle D’Aosta, la provincia di Autonoma di Trento, la Toscana e la Puglia, mentre l’Emilia Romagna ha un risultato inferiore alla media italiana. La regione con punteggio medio più alto in Matematica è la Valle D’Aosta e quella con il punteggio medio più basso è la Calabria: fra le due la distanza è di 11 punti. Se si guarda alle distribuzioni dei punteggi delle singole macro-aree e regioni e dell’Italia nel suo insieme, si può vedere che, in Italiano, i dati sembrano indicare che le varie aree e regioni si differenziano soprattutto per la maggiore variabilità nelle prestazioni degli alunni con competenze inadeguate o gravemente carenti (al di sotto del 25° percentile della distribuzione dell’Italia). In Matematica, si nota una maggiore variabilità complessiva lungo tutto l’arco della distribuzione dei punteggi. La regione Campania emerge fra le altre per un andamento particolare: infatti, la distribuzione dei punteggi è amplissima e all’interno del contesto regionale sono presenti quote di studenti con competenze matematiche limitate e allo stesso tempo quote di studenti con competenze matematiche molto elevate.

Maschi e femmine
Per quanto riguarda le differenze di genere, nella seconda Primaria, i maschi sembrano andare meglio in Matematica e le feemmine in Italiano, pur non raggiungendo mai questa differenza un soglia statisticamente apprezzabile.

Alunni stranieri
Per quanto riguarda gli alunni stranieri, a livello dell’Italia, lo scarto medio tra studenti di prima generazione e studenti italiani è di 23 punti in meno in Italiano e di 16 punti in meno in Matematica, mentre fra studenti stranieri nati in Italia e studenti italiani il gap si riduce, rispettivamente, a 16 punti in meno nella prova di italiano e 12 punti in meno nella prova di Matematica. Tutte le differenze sono i n ogni casosignificative. A livello di macro-aree, le differenze tra alunni italiani e alunni stranieri di prima e di seconda generazione, nei risultati della prova di Italiano, sono sempre significative, tranne che per la macro-area del Sud. Per quanto riguarda la prova di Matematica, le differenze tra alunni stranieri di prima e seconda generazione e alunni italiani sono significative nelle due macro-aree del Nord e nel Centro. Nelle due aree meridionali è significativa solo la differenza tra studenti di seconda generazione e studenti italiani del Sud e Isole.

Alunni regolari, anticipatari e posticipatari
I dati della prova di Italiano sembrano mostrare, a livello nazionale, che le differenze sono negative sia nel caso degli alunni in ritardo sia nel caso degli alunni in anticipo e significative da un punto di vista statistico. In altre parole, gli alunni in ritardo e in anticipo in Italiano ottengono punteggi medi più bassi rispetto agli alunni regolari anche se, tali differenze, sono più marcate nel caso degli alunni posticipatari (circa 20 punti di differenza rispetto agli alunni in regola) piuttosto che in quello degli alunni anticipatari (solo 5 punti di scarto). Per quanto riguarda la prova di Matematica, a livello nazionale, solo la differenza tra alunni posticipatari e regolari risulta significativa; gli studenti posticipatari ottengono un punteggi medio di circa 12 punti più basso degli alunni in regola. Da notare che nella prova di Matematica il vantaggio degli alunni in anticipo rispetto agli alunni regolari è statisticamente significativo nelle regioni Valle D’Aosta, Friuli-Venezia Giulia, Umbria, Molise e Sardegna, con uno scarto di circa 26 punti nella regione Molise.

V Primaria

I dati, sia Italiano sia in Matematica, non registrano differenze di rilievo nei risultati delle macro-aree rispetto alla media nazionale, fatta eccezione per il Sud e Isole che in entrambi gli ambiti disciplinari ottiene punteggi medi significativamente inferiori: 6 punti in meno in Italiano e 5 in Matematica. Osservando all’interno delle macro-aree, nella prova di Italiano, quasi tutte le regioni del Nord-Ovest hanno una distribuzione dei punteggi molto simile, con medie che si attestano attorno al valore medio nazionale o poco al di sopra. Nel Nord-Est, al contrario, le due Province Autonome registrano risultati differenti dalla media nazionale (superiori nella Provincia Autonoma di Trento e inferiori nella Provincia Autonoma di Bolzano) statisticamente significativi. Nel Centro solo le Marche hanno un punteggio medio significativamente superiore al punteggio medio nazionale. Viceversa, nel Sud e nel Sud e Isole la Campania e la Sicilia ottengono un punteggio medio significativamente inferiore alla media nazionale. La distribuzione dei punteggi della Provincia Autonoma di Bolzano, come anche quella della Calabria, risulta decisamente più spostata verso sinistra: ciò significa che, in tali contesti territoriali, ci sono più studenti che, a parità di posizione (5° percentile), rispetto agli studenti italiani in generale, sono maggiormente in difficoltà. Per quanto riguarda la prova di Matematica, solo tre regioni hanno un punteggio medio significativamente diverso dalla media nazionale: esse sono la Valle D’Aosta, che ha un punteggio medio inferiore di 9 punti rispetto alla media italiana, la Provincia Autonoma di Trento, che ha un punteggio più alto di 7 punti, e la Sardegna, che ha un punteggio inferiore di 6 punti. Come già rilevato per la classe II Primaria, anche per il livello di V Primaria, la regione Campania presenta un andamento nella distribuzione dei punteggi di Matematica particolare. L’ampiezza della distribuzione e il suo estendersi nella parte superiore dimostra come all’interno del contesto regionale sono presenti contemporaneamente quote di studenti con competenze limitate e quote di studenti con competenze matematiche molto elevate (la barra del 95° percentile è vicinissima ai 300 punti, punteggio decisamente superiore a quello corrispondente dell’Italia).

Maschi e femmine 
 Nella prova di Italiano, le femmine tendono a esser meno rappresentate nella parte bassa della distribuzione rispetto ai ragazzi, mentre, quanto più i punteggi aumentano, tanto più le differenze tra maschi e femmine si assottigliano. Nella prova di Matematica, invece, i maschi conseguono punteggi medi più elevati e sono maggiormente rappresentati nei valori più alti della distribuzione rispetto alle ragazze. Le differenze sono inoltre più marcate che nella II primaria.
Nella prova di Italiano, le allieve di V primaria, a livello nazionale, ottengono un punteggio medio di 203, contro un punteggio medio degli studenti maschi pari a 196. La differenza risulta statisticamente significativa. All’interno di ciascuna delle macro-aree italiane il punteggio medio delle femmine supera quello dei maschi e tali differenze sono sempre significative con la sola eccezione del Nord-Ovest. La differenza di genere nelle regioni Molise, Sardegna e nella Provincia Autonoma di Trento è maggiore rispetto agli altri contesti territoriali; infatti, in Molise, il divario di genere è pari a 15 punti circa, in Sardegna è pari a 11 punti circa e nella Provincia Autonoma di Trento è pari a 13 punti.
Per quanto riguarda la prova di Matematica, gli alunni maschi globalmente presi ottengono un punteggio medio di 203 e le femmine di 196, esattamente l’inverso rispetto alla prova di Italiano; anche in questo caso la differenza risulta essere statisticamente significativa
All’interno di ciascuna delle macro-aree italiane il punteggio medio dei maschi supera quello delle
femmine e tale differenza è significativa, tranne che nel Centro e nel Sud e Isole. La differenza di genere, per la Matematica, nelle regioni Liguria, Emilia Romagna e Marche è maggiore rispetto agli altri contesti territoriali: in Liguria il divario è di circa 11 punti, in Emilia Romagna è di circa 10 punti, come nelle Marche.

Alunni stranieri
Gli allievi stranieri di prima generazione, delle classi quinte, conseguono risultati medi più bassi e sono molto più presenti nelle parti basse della distribuzione dei punteggi. Anche gli studenti di seconda generazione mostrano un andamento simile a quello degli studenti stranieri di prima generazione, sia nella prova di Italiano sia nella prova di Matematica, ma tendono a collocarsi in una posizione intermedia tra gli allievi stranieri di prima generazione e gli studenti di nazionalità italiana. Rispetto alla II primaria si riscontra specie per l’Italiano una riduzione del divario tra gli allievi italiani e quelli di origine straniera indipendentemente dal fatto che sia di prima o seconda generazione. In generale, in Italia, lo scarto medio tra studenti stranieri di prima generazione e studenti italiani è di 28 punti circa in meno nella prova di Italiano e di 18 punti circa in meno nella prova di Matematica, mentre fra studenti stranieri nati in Italia e studenti italiani il divario si riduce, rispettivamente, a 16 punti in meno nella prova di Italiano e 11 punti circa in meno nella prova di Matematica. Le differenze sono in ogni caso significative.

Alunni regolari, anticipatari e in ritardo.
In V Primaria gli alunni in ritardo sono il 5% e quelli in anticipo l’1,4%. Nello specifico sono considerati regolari gli allievi che compiono 10 anni entro il 31 marzo 2012. Sono invece considerati anticipatari gli studenti che compiono 10 anni dopo l’1 aprile 2012 o più tardi e posticipatari quelli che hanno compiuto
10 anni nel 2010 o prima.
Anche in V Primaria si nota che, in generale, gli allievi che hanno accumulato almeno un anno di ritardo nel loro percorso di studio conseguono risultati sensibilmente più bassi degli altri studenti sia nella prova di Italiano sia nella prova di Matematica. Al contrario, la distribuzione dei punteggi degli alunni anticipatari sembra seguire un andamento tendenzialmente simile a quello degli alunni regolari.
Per quanto riguarda la Prova d'Italiano a livello nazionale le differenze sono negative sia nel caso degli alunni in ritardo sia nel caso degli alunni in anticipo, ma solo la differenza tra alunni posticipatari e alunni regolari risulta statisticamente significativa. Gli alunni in ritardo e in anticipo, nella prova di Italiano ottengono punteggi medi più bassi rispetto agli alunni regolari ma tale differenza è decisamente più marcata nel caso degli alunni posticipatari (circa 27 punti in meno rispetto agli alunni in regola) piuttosto che nel caso degli alunni anticipatari (solo 2 punti circa in meno). 
Anche per la prova di Matematica, a livello nazionale, solo la differenza tra alunni posticipatari e regolari risulta significativa; gli studenti posticipatari, infatti, ottengono un punteggio medio inferiore di circa 17 punti rispetto agli alunni in regola, mentre gli alunni in anticipo hanno rispetto a questi un punteggio un po’ più alto. Da notare che nella prova di Italiano il vantaggio degli alunni anticipatari rispetto agli alunni regolari è statisticamente significativo nella Provincia Autonoma di Trento, mentre nella prova di Matematica tale vantaggio è statisticamente significativo in Emilia Romagna, in Sicilia, in Valle D’Aosta e nella Provincia Autonoma di Trento.


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mercoledì 18 luglio 2012

Addio a Maestro Tix

Con queste due righe di post voglio salutare da queste pagine, in cui aveva creduto anzitempo addirittura attribuendogli la definizione di "sito di qualità", maestro Tix che in realtà si chiamava Tiziano Trivella, voce molto amata del sito La Girandala, che aveva contribuito a fondare. Tiziano è andato via all'improvviso domenica scorsa. Mi unico alle numerose testimionianze di affetto che la rete gli sta tributando in questo momento, per ricordarlo quale era, una persona pacata che ha contribuito a migliorare la scuola non solo con il suo lavoro di maestro,   a creare in rete lo scambio e l'aiuto reciproco sia con le segnalazione delle risorse, ma anche attraverso i suggerimenti che dava nella sua rubrica.
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domenica 15 luglio 2012

Carnevale della Matematica #51

Gentile pubblico, affaccendato in facende estive, vorrei segnalare che da Messere Popinga è online da ieri la cinquantunesima edizione del Carnevale della Matematica.
Un'edizione caratterizzata da ben due temi La matematica francese da François Viète a Cédric Villani, e Matematica e sport per ricordare i giochi olimpici che inizieranno di qui a qualche settimana, ma come dice Popinga:

In fondo, dopo temi autoreferenziali e nessun tema, un Carnevale con due temi ci può stare, nevvero? Tanto, come al solito, la maggior parte dei link invia ad articoli fuori tema…

Ovviamente si tratta di un edizione da par suo, dove ironia, sagacia e competenza s'incontrano come solo lui nella sua sconfinata conoscenza sa fare. Qualora vi restasse un po' di tempo io un salto al suo blog a leggere lo consiglio caldamente (ops non è il caso di aumentare le già roventi temperature di Luglio), intanto segnalo anche che la prossima edizione del Carnevale si terrà da Mr. Palomar di Paolo Alessandrini, con il tema Connessioni, nessi, legami, collegamenti, relazioni...
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sabato 14 luglio 2012

Educazione al minimo sindacale

Sono un'abitudinaria lo ammetto, ma è solo apparenza, se torno a fare la stessa cosa significa che c'è un motivo e non perchè il cambiamento mi spaventi. 
Perciò se torno da anni nella stessa pescheria è perchè c'è un motivo in più, oltre che trovarvi la qualità, questa è egregiamente accompagnata dalla buona educazione. La giovane proprietaria accoglie chiunque con un sorriso e in tanti anni che ci vado non c'è stata una volta in cui al sabato non ci siamo scambiate anche la buona domenica o durante la settimana gli auguri reciproci di buon lavoro. Oggi, mentre pagavo, è entrata una coppia di oltre mezz'età,  lei ha chiesto cortesemente se desideravano qualcosa, dopo una fugace risposta entrambi sono usciti, così come erano entrati senza un saluto. Lei ha mormorato  "Che vergogna chi non saluta".

Dopo alcuni minuti mi reco alla Lidl per comprare alcune cose, davanti alla cassa si forma una coda di parecchie persone, la cassiera annuncia di spostarsi alla cassa numero uno, avevo molta gente davanti a me così afferro il carrello con le mie due cose, due ventenni dietro di me mi precedono al volo piazzandosi davanti con le loro altrettante due cose. Faccio notare a voce alta che la fila non è come dovrebbe essere, impassibili come statue le due restano al loro posto. A quel punto venendo meno, ahimè, all'educazione, di pancia mi esce: "Che gente di cacca che s'incontra la mattina presto". Le statue non raccolgono la provocazione, rimangono impassibili. Ripongono la loro merce nei sacchetti, pagano e non si sente né un buongiorno, né un grazie fino a quando tocca il mio turno. Saluto come consuetudine e chiedo se devo far passare sul rullo anche le sei bottiglie d'acqua cellophanate che ho lasciato nel carrello, in modo scortese la cassiera mi risponde che ha già digitato, mi scuso dicendo che non mi ero accorta, pago le mie due cose che infilo velocemente nel carrello per non intralciare chi è dietro e saluto augurando buongiorno. Nessuna risposta arriva dall'altro capo del filo.
Mi avvio all'uscita, sosto un secondo nell'altra cassa, dove sta lavorando sorridente una mia conoscente,  ancora sconcertata dalla palese malagrazia della sua collega così mi viene spontaneo osservare: "Ci mancava proprio la cassiera che non saluta, io di fronte alla maleducazione, mi stranisco sempre." Le sorrido ancora e vado via.

Prendo atto del fatto che la gente ha smesso di salutare e ha generalmente messo in un angolo la buona educazione, la cortesia e il rispetto. Vivo nella certezza che salutarsi e rivolgersi parole di cortesia sono cose che fanno stare bene. Non dico però di esagerare come faccio io, che se trovo terreno fertile due parole veloci, un commento, una battuta non disdegno mai di farle a corollario di un acquisto, di una richiesta d'informazioni. Possiamo ripristinare il minimo sindacale dell'educazione, del rispetto e usare almeno il saluto?

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giovedì 12 luglio 2012

Le mascotte delle Olimpiadi


Cosa c'è di più divertente e intressante per un bambino nelle Olimpiadi? Naturalmente la mascotte olimpica, quella sorta di pupazzo portafortuna che caratterizza, ormai da qualche decennio, i giochi olimpici sia invernali sia estivi.
Ecco allora una piccola rassegna per immagini delle mascotte che hanno rappresentato i giochi Olimpici a partire dalla prima, l'unica che citeremo per i giochi invernali, che fu adottata nel 1968 in occasione della decima edizione delle olimpiadi invernali tenutesi a Grenoble, si tratta di Schuss, uno sciatore stilizzato, benché in realtà non proprio riuscito, diede il la alle successive mascotte:

Toccò poi a Waldi, un cane bassotto, essere la prima mascotte dei giochi Olimpici estivi nel 1972 a Monaco di Baviera. Il bassotto Waldi fu scelto per le sue doti di resistenza, tenacia e agilità, i colori rappresentano invece la gioia che esprimono i giochi.
Amik è un castoro e fu scelto per rappresentare i giochi olimpici svoltisi in Montréal, Canada, nel 1976. Il castoro  è  uno dei simboli nazionali del Canada e fu scelto per simboleggiare il duro lavoro necessario nel raggiungimento  dei risultati anche nello sport.

Per i giochi della XXII Olimpiade di Mosca, nel 1980, fu il turno di Misha l'orso bruno, disegnato dall'illustratore di libri per bambini Victor Chizhikov

Sam the Eagle, un'aquila reale, simbolo degli Stati Uniti d'America, disegnato da Robert Moore della Walt Disney Company rarrpesentò invece la XXIII edizione dell' Olimpiade di Los Angeles nel 1984

Due tigri, Hodori il maschio e Hosuni la femmina, personaggi molto comuni in tante leggende coreane, hanno animato i Giochi della XXIV Olimpiade di Seoul nel 1988.

Durante i Giochi della XXV Olimpiade, a Barcellona nel 1992, ci provò Cobi, un pastore catalano disegnato da Javier Mariscal in chiave cubista.

Izzy, animò i Giochi della XXVI Olimpiade di Atlanta nel 1996, si trattava di una una figura astratta diventata molto popolare negli Stati Uniti d'America.

Spettò poi a Olly, un martin pescatore, Syd, un ornitorinco e Millie, un istrice, tre animali nativi dell'Australia, animare i Giochi Olimpici di Sydney 2000. Questi animali australiani rappresentano rispettivamente la terra, l'aria e l'acqua, mentre i nomi ricordano l'Olimpiade, Sydney, e il nuovo Millennio.

Ai Giochi della XXVIII Olimpiade di Atene nel 2004 presenziarono Athena e Phevos, fratello e sorella, due campane vestite con costumi dell'antica Grecia. 

I Giochi della XXIX Olimpiade svoltisi a Pechino nel 2008, ebbero come protagonisti i friendlies: Beibei, un pesce, Jingjing, un panda Huanhuan, la Fiamma olimpica Yingying, un'antilope tibetana Nini, un piccolo uccello cinese. Insieme i nomi delle cinque mascotte formano la frase Beijing huan ying ni, che significa "Pechino vi dà il benvenuto".

Siamo così arrivati ai nostri giorni in questo breve viaggio fra le mascotte, i prossimi giochi olimpici avranno inizio il 27 luglio a Londra saranno accompagnati dalle mascotte Wenlock e Mandeville.
Wenlock, prende il nome dalla cittadina di Much Wenlock nella contea dello Shropshire (Midlands Occidentali), che ospita ogni anno dal 1850 una manifestazione multisportiva antesignana dei Giochi moderni. Ha cinque braccialetti al polso (ognuno con un colore dei cerchi olimpici) mentre i tre punti sulla sua testa simboleggiano i posti del podio.
Il nome di Mandeville,  che rappresenta la mascotte paralimpica, deriva invece dall'ospedale Stoke Mandeville nel Buckinghamshire, che nel 1948 organizzò la prima competizione per atleti disabili. Ha una testa a forma di elmetto colorata in blu, rosso e verde (i tre colori delle Paralimpiadi) e indossa un orologio sul polso destro fisso sull'ora 00:20:12.
Ben undici edizioni delle Olimpiadi sono state caratterizzate dalla presenza delle mascotte, anche se a voler contare bene sono molte di più, in tante occasioni infatti le mascotte sono state due, tre e perfino cinque!

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martedì 10 luglio 2012

Il guado della revisione di spesa e i costi reali

Dei vari cambiamenti che il Decreto di revisione della spesa impone alla scuola - Spending Review - se n'è ampiamente parlato: dalla modalità di calcolo dei buoni pasto, al trasferimento dei fondi di bilancio dalle banche private alla Banca d'Italia, dall'informatizzazione completa dei dati dalle iscrizioni fino alla consegna del documento di valutazione, della disponibilità di 30 milioni di euro per le spese di funzionamento più altri 30 per il miglioramento dei saldi di cassa, dei maggiori controlli sulla regolarità amministrativa e contabile, della stretta, con controlli più accurati, sulle assenze prolungate del personale, dell'utilizzo del personale inidoneo in mansioni amministrative o tecniche (quindi niente più bibliotecari), dell'utilizzo del personale docente in esubero in materie affini anche se non in possesso del previsto titolo di abilitazione ma che siano comunque in possesso della competenza necessaria, del drastico taglio al personale distaccato e al personale italiano all'estero.

Stralcio dal decreto che qui trovate in versione integrale:
28. A decorrere dall'anno scolastico 2012-2013, le iscrizioni alle istituzioni scolastiche statali di ogni ordine e grado per gli anni scolastici successivi avvengono esclusivamente in modalità on line attraverso un apposito applicativo che il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca mette a disposizione delle scuole e delle famiglie. 
29. A decorrere dall’anno scolastico 2012-2013 le istituzioni scolastiche ed educative redigono la pagella degli alunni in formato elettronico. 
30. La pagella elettronica ha la medesima validità legale del documento cartaceo ed è resa disponibile per le famiglie sul web o tramite posta elettronica o altra modalità digitale. Resta comunque fermo il diritto dell’interessato di ottenere su richiesta gratuitamente copia cartacea del documento redatto in formato elettronico. 
31. A decorrere dall’anno scolastico 2012-2013 le istituzioni scolastiche e i docenti adottano registri on line e inviano le comunicazioni agli alunni e alle famiglie in formato elettronico. 
32. All’attuazione delle disposizioni del presente articolo si provvede con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

Riusciranno tutte le famiglie ad avere accesso alla rete?  
Con quali modalità si riusciranno ad incrociare e importare i dati dal registro elettronico del docente al documento di valutazione? Lo faranno i docenti stessi, se ne occuperanno le funzioni strumentali o la segreteria? 

Se per il controllo delle assenze e l'invio delle comunicazioni alla famiglia non c'è via d'uscita se non online, per il documento di valutazione il decreto lascia uno spiraglio, fornendo la possibilità di fare richiesta del modello cartaceo. Il sospetto è che saranno in tanti a richiederlo.

Tra l'innovazione e la realtà fatta di famiglie tecnologicamente dotate e di altre che un po' non vogliono e un po' non possono, la realtà di docenti che da anni di formano per l'utilizzo delle tecnologie e non cavano un ragno dal buco, continueremo a barcamenarci. E all'atto pratico, quando tutto questo diventerà vero, ma solo in parte come vedremo, resteremo fermi lì in mezzo tra il galleggiare e l'affondare. In mezzo a un sistema che non sarà né carne né pesce per un bel periodo. 
Però a dire il vero a me la consegna delle schede, che rappresenta il momento ufficiale in cui faccio la restituzione alla famiglia, quindi bambini e genitori insieme, a me quel momento mancherà. 
L'intelligenza emotiva, quella che ci permette di fare tesoro dell'esperienza per capitalizzarla e trasformarla in azioni future di miglioramento personale e di gruppo, sia per l'alunno, per i docenti e i genitori, sia per me che sono la linea di tramite di scuola e famiglia, ebbene online non si può fare.
Poi certo ci sarà anche chi preferisce la scheda online scevra da commenti e analisi, così come in tanti finora scelgono di andarsi a ritirare la scheda in segreteria. Il modo con cui parliamo dei dati e delle situazioni alle famiglie è condizionato dalle scelte politiche ed economiche. Certamente per incontrare le famiglie ci rimangono i colloqui, le altre occasioni, sempre meno a dire il vero. Ma d'altronde le riforme, anche quando sono di spesa, sono la classica coperta corta, giusto per tirare fuori un luogo comune, se tiri da una parte scopri i piedi, se ti copri i piedi lasci fuori la testa. Le revisioni hanno sempre un ulteriore costo umano, la cui portata si conosce solo dopo. E sappiamo già che ci metterà una pezza.
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Pessime marchette

Non saperei come altro titolare l'operazione del Sole 24 Ore di due giorni fa, che però ho visto solo oggi, certo non con così abbastanza ritardo da non potermi accorgere immediatamente che titolo e contenuti sono l'ennesima operazione della cacca del ventilatore sulla scuola al prezzo di una marchetta: Il tablet? Meglio di una maestra. Mi permetto nel mio piccolo di suggerire che non c'era bisogno di scomodare ricerche scientifiche sulla quasi bontà della televisione come maestra e dalla sicura bontà del tablet, giusto perchè lo sguardo del bambino lo copre tutto. 
Per smerciare qualche app basta molto meno, quelli del Sole 24 Ore lo dovrebbero sapere. Operazione di difficile riuscita quando si tenta di spacciare la pubblicità per cultura, quindi meglio confezionare una supercazzola dal titolo allettante con in fondo il listino dei prezzi. Eppoi lo chiamtate giornalismo, vi dà fastidio così tanto chiamarlo con il suo nome: distributore di pubblicità a pagamento? O post a pagamento?

Se ne parla pure con altre sfumatura interessanti da Catepol, Galatea e Carmelo.
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lunedì 9 luglio 2012

Quando i social svuotano le parole

Quando leggo un autore, uno scrittore, in silenzio, nel silenzio che la testa riesce a ricreare, in spiaggia, mentre aspetto, mentre viaggio, mi gusto il senso delle sue parole, messe insieme a significare un'emozione, uno stato d'animo, un pensiero, un'idea.
Io Paulo Coelho, Margherita Hack o Alda Merini, Albert Einstein, Karol Wojtyla (e come loro altri) smetterei di citarli. 

Smettere di citare a catena è il modo più efficace per lasciare a ciò che è detto il significato autentico. Citare a catena è svilire il pensiero.  
Perchè quelle parole fuori dal contesto che le ha generate, tante delle quali ho letto nei libri, lette  migliaia e più volte mi diventano vuote. Scritte, riscritte e copiate, tradotte in una fissa immagine, smettono di trattenere in me l'emozione che hanno generato. Svilendo il valore della lettura e consegnandole ad un eco che le confonde in una marea di tante altre cose anche inutili. 
Io le parole degli scrittori le lascerei a loro, nei libri, non me ne approprierei per fare bella figura nei social al posto delle parole che non ho da dire. 

Ogni tanto si può anche fare di ricordare una frase, di riportarla alla memoria perchè efficacemente esprime qualcosa e aggiunge valore a ciò che s'intende raccontare, ma messa così in questo tam tam che sono i social (Facebook e Twitter per primi) finiamo col ricoprire le parole che abbiamo letto, a prescidere che ci siano piaciute o meno, di uno spesso strato di banalità.
Questo è uno dei motivi per cui tutto ciò comincia a non piacermi più. 
L'eloquente immagine è tratta da facebook.
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sabato 7 luglio 2012

Il Bosone e l'oscurantismo

Ora che i riflettori cominciano lievemente ad abbassarsi sulla conferma dell'esistenza del Bosone di Higgs, due parole che mi ronzano in mente da qualche giorno le voglio scrivere. 
Due senza esagerare, perchè io di scienza a quei livelli ci capisco assai poco. 
Il problema è che mi entusiasmo, che m'incuriosco, che vorrei sapere di più di ciò che riesco a vedere,  perchè la curiosità per la scoperta è un fatto normale per tanti, per chi insegna credo sia un fatto naturale, in qualche modo connaturato alla persona e al suo ruolo.
In questi giorni leggendo i commenti su quanto accaduto al Cern di Ginevra, tra i tanti che hanno accolto positivamente la notizia, altri che giustamente si chiedevano quali conseguenze avrebbe avuto sulle teorie attuali, un gruppo, neppure tanto esiguo, sottolineava pure con poca educazione, l'inutilità della scoperta e lo spreco di denaro pubblico. 
Certo non si può giudicare un'intera società per questo, ma neppure si può far finta di nulla. Non si può fingere che quando si è insinuata l'idea che la ricerca sia inutile, dannosa per le finanze e che toglie denaro ad altri bisogni primari, siamo ad una linea di svolta, l'oscurantismo sta tornando (o forse non era mai andato) ha bussato e gli è stata concessa ospitalità. 
Nel clima generale di disappunto verso tutto e tutti, nell'indifferenziata contestazione di ogni cosa, anche il lavoro dei ricercatori paga il suo tributo, e lo paga due volte perchè colpito dai tagli, lo paga quando viene negata la sua utilità all'interno del tessuto sociale.
Stiamo smettendo di guardare alle cose del cielo, stiamo smettendo di farci domande, di voler capire e conoscere. E non è un traguardo bensì un enorme pericolo, perfino per la libertà.
Quando una società, anche se solo in parte e per volontà autonoma, e ricordo che questo ruolo era prima ricoperto da altre istituzioni, sopisce la necessità di conoscenza, ebbene il declino, la decomposizione sono già ad uno stadio avanzato. 
Questi discorsi non si fanno davanti ai bambini? Lo spero ma non credo.

Di seguito qualche link per capire cosa è accaduto, le riflessioni di chi ha lavorato al progetto, in realtà quelli che per me sono gli articoli più belli e quelli che mi hanno permesso meglio di capire cos'è accaduto:
Da Marco Delmastro qui e qui
Da Gianluigi Filippelli qui
Da Amedeo Balbi qui 
L'illuminante intervista di Matteo Bordone a Balbi qui (che se non si capisce da lì cosa è successo).
La pagina aggiornata di Wikipedia

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