di Maestra Rosalba

mercoledì 31 ottobre 2012

Gestire la comunicazione con le famiglie nella scuola Primaria

Le riforme a ciclo continuo nella scuola, comportando un  aumento degli aspetti burocratici e una riduzione dell'attenzione alla persona,  hanno fatto sì che la scuola diventasse un po' una corsa a ostacoli rendendo più difficile comunicare con le famiglie, in un tempo in cui comunicare, per via del cambiamento dei rapporti tra le generazioni e delle generazioni stesse, è diventato prioritario quanto insegnare.
Un problema che si pone meno alla scuola dell'Infanzia dove lo scambio con le famiglie è quotidiano, diventa spesso una criticità da non sottovalutare alla scuola Primaria,  a volte fonte di fraintendimenti e di deterioramento dei rapporti se non la si gestisce in modo adeguato.
E se da un lato è vero che il tempo è consistentemente diminuito, dall'altro vi sono una serie di errori che noi insegnanti continuiamo imperterriti a compiere con conseguenze sul piano della realazione  insegnante alunno, scuola e famiglia e con inaspettati (?) risvolti finali a volte a nostro stesso danno.
Tra i vari vi è un errore particolarmente sottovalutato: lo scambio di informazioni veloci e fugaci a inizio attività didattica o al termine di essa durante l'uscita. Se è pur vero  che spesso sono i genitori a chiedere velocemente informazioni, non di rado anche gli insegnanti trattengono i genitori per comunicare informazioni sull'andamento scolastico e in relazione a qualcosa accaduto durante la mattina.
Passi che si tratti di informazioni organizzative, cui dovrebbero seguire sempre e per norma informazioni scritte, quando si tratta di informazioni che riguardano l'andamento scolastico degli alunni, questa scelta  da entrambe le parti è quasi sempre sbagliata e dannosa perchè condizionata dal momento e dalla fretta.
Ed è dannosa in virtù del fatto che proprio quando si rende necessario fare discorsi articolati e con la dovuta calma, invece si sbotta all'improvviso in preda alla grande stanchezza della mattinata o alla confusione dell'ingresso. E' sbagliata perché anche l'interlocutore ha spesso una mattinata di lavoro alle spalle o che lo aspetta, ha premura di tornare a casa, non per volontà ma per via della situazione contingente accade  che quanto si dice e quanto si ascolta è condizionato pesantemente dai fattori esterni alla comunicazione stessa.

Come fare e quando?
Tutte le informazioni alla famiglia, affinché la comunicazione sia funzionale alla soluzione del problema e non diventi essa stessa un problema, devono seguire una procedura precisa, e solo dopo che si è ragionato con calma sul da farsi, mai sull'onda emotiva di una arrabbiatura o di una pesante mattinata di lavoro:
- convocazione per iscritto alla famiglia, sul diario o sul quaderno, con garbo e senza allarmismi, in orario di ricevimento dell'insegnante (o se è un modulo con tutti gli insegnanti), fornendo una o più disponibilità oraria.
- una chiacchierata faccia a faccia da seduti, ad uno stesso tavolo, perché gli attori della comunicazione che riguarda il bambino non devono stare su piani differenti, che con calma svisceri i problemi. 
Quando invece è il genitore ad avere necessità di comunicare, lo si ascolta e gentilmente si rimanda al primo momento adatto: un'ora buca o l'orario di ricevimento per fornire le risposte necessarie.

Quando la comunicazione diventa efficace?
In entrambi i casi la comunicazione diverrà efficace, pur se non risolutiva dei problemi, se si riuscirà a evitare le rigidità, le accuse, se diventerà almeno un'assunzione di impegno a sorvegliare meglio, ad ascoltare, a tenersi in contatto e a collaborare. Meglio evitare la pretesa di azioni risolutive, in specie da parte dell'insegnante che calibrerà il suo successivo intervento proprio in ragione del tipo di collaborazione che sarà riuscito ad avere. E quando quest'ultima viene a mancare è preferibile accettare la situazione e cercare di lavorare per quanto è possibile sull'alunno evitando i messaggi trasversali alla famiglia. Non si tratta di fare passi indietro, bensì di salvaguardare, come è doveroso, la relazione insegnante/alunno.

La cura della comunicazione casa/famiglia non è meno importante dell'aspetto didattico, rapporti sereni sono il terreno su cui poggia l'apprendimento del bambino, lo abbiamo detto mille e più volte.
Una famiglia poco convinta della modalità della relazione con i docenti scredita, anche non volendo, il loro lavoro e pur non essendovi intenzionalità, il livello di considerazione tende a impoverirsi minando in tal modo la credibilità anche agli occhi del bambino. 

Infine
Le procedure non possono essere sostituite da atteggiameni informali, che con la scusa di risparmiare tempo, si mangiano di contro la nostra autorevolezza e la nostra credibilità. A meno che non non usiamo quei momenti per "rassicurare", rimandando a situazioni più proprizie la comunicazione delle cose da migliorare.

E a proposito di questo, occorre ribadire che frasi come "suo figlio non combina nulla" o peggio suo figlio "non capisce nulla", pur comprendendo che spesso sono la risultante di una tensione emotiva e di una sincera preoccupazione dell'insegnante per la situazione dell'alunno, sono un danno comunicativo quasi irreparabile. Nessuno vuol sentirsi dire per il proprio figlio il peggio. E' altrettanto vero che possiamo descrivere le situazioni più gravi con l'attenzione che meritano, misurando le parole, senza alienarci la collaborazione della famiglia. La mancata collaborazione della famiglia non fa altro che restringere la via di comunicazione verso il bambino.

L'insegnante in questo senso deve scegliere sempre il bene maggiore del bambino e mai dimenticarsi del proprio.
Continua a leggere...

martedì 30 ottobre 2012

U.D. La riproduzione delle piante: dal seme alla pianta

Una Unità didattica di Scienze per la classe quarta Primaria riguardante la riproduzione delle piante: Dal seme alla pianta. Con brevi testi corredati da immagini, l'unità didattica spiega i passaggi del ciclo vitale delle piante, come si chiamano le fasi di riproduzione e come avvengono. 

Fase operativa
Si può lavorare in diversi modi: stampando il file e fornendo direttamente i testi e i disegni ai bambini, alcuni di essi sono da colorare, altri sono già pronti, in alternativa si possono riprodurre solo le immagini, si ritagliano, si mettono in unico foglio, si fotocopiano e si distribuiscono man mano che si dettano i testi relativi che sono abbastanza brevi.

Nel caso di alunni DSA (Dislessia) si possono dare i testi pronti, io faccio il dettato anche a loro, ovviamente dettando lentamente, anche perché gli esperti con i quali, nella mia Istituzione, abbiamo svolto una sperimentazione triennale suggerivano di farli esercitare comunque nella scrittura, per evitare che perdano del tutto l'abilità.
L'unità così riassunta è adatta anche per le attività di sostegno nella scuola Secondaria di Primo Grado. 
La relativa verifica, si trova nella terza pagina del pdf, ricordando sempre che agli alunni DSA le domande vanno lette e spiegate in base agli strumenti compensativi.


Le immagini utilizzate sono prese da
Tuttodisegni.com,
midisegni 
qui  quella del post a cui rimando per gli approfondimenti.  
Continua a leggere...

lunedì 29 ottobre 2012

Mappa per lo studio classe 4: ovipari, vivipari, ovovivipari

Ancora una mappa per lo studio di Scienze per la classe quarta di scuola Primaria e per l'insegnamento facilitato delle scienze nella Scuola Secondaria di Primo Grado, con argomento: Come si riproducono gli animali: ovipari, vivipari e ovovivipari.  La mappa pronta per essere stampata è corredata di disegni e semplificata per gli alunni che presentano Disturbi Specifici di Apprendimento. In calce alla mappa ci sono due disegni da colorare correlati con l'argomento proposto perché un po' di relax dopo l'attività non guasta mai ed è sempre doveroso dopo che i bambini hanno lavorato concedere qualcosa da fare di loro gradimento. Impareranno ad apprezzare il lavoro sapendo che dopo viene sempre un momento piacevole e mentre si colora si continua a parlare dell'esperienza appena trattata. 


Continua a leggere...

domenica 28 ottobre 2012

DSA in classe: la comprensione della consegna

La percentuale di alunni DSA (Dislessia) presenti nelle classi di scuola Primaria è in continua ascesa. Come ben sanno i colleghi, osservando la situazione reale non è azzardato dire che il quattro per cento finora indicato dalle statistiche è sottostimato. Probabilmente ci stiamo avvicinando al dieci per cento e non è un numero esagerato. 
Non sappiamo, invece, se è un dato reale perché sotto la diagnosi di DSA, ancora una volta gli insegnanti possono confermare, si stanno attestando una varietà di modi di imparare e di difficoltà che non sempre corrispondono a quanto previsto per i DSA. Una prova è che in alcune certificazioni il Q.I. viene indicato in maniera vaga o addirittura omesso, benché sia l'unico dato che  garantisce di trovarci in presenza di un alunno autenticamente DSA.
Fatta questa premessa e considerato che non dipende dalla scuola la modalità di certificazione e anzi la scuola non può fare altro che prendere atto, occorre invece ripensare al lavoro in aula, quando in questa sono presenti quattro, cinque e anche più alunni con Disturbi Specifici di Apprendimento. E se finora con uno o due alunni era possibile un affiancamento individuale, le cose cambiano e di molto, quando ci si trova in presenza di un piccolo gruppo che ha necessità di aiuto costante. 

Una differenza sostanziale tra le tre prime classi e le ultime due della Primaria, è che queste ultime sono all'insegna dell'autonomia operativa, si può quindi comprendere quanto sia faticoso per un bambino essere autonomamente operativo se ad esempio non è in grado di decodificare il testo che spiega l'attività che deve svolgere da lì a poco, sia che si tratti di un esercizio o che sia invece il testo di un problema. Finché in una classe si tratta di seguire un alunno o due è pensabile di poter intervenire specificando a voce, così come è necessario in base agli strumenti compensativi, "il cosa fare", ma quando il numero di coloro che hanno bisogno di spiegazioni verbali e esempi che lo conducano alla comprensione è elevato,  è la metodologia che necessita di essere ripensata in queste classi. 
In questi casi la buona pratica della lettura, più usata nei primi anni, delle consegne di lavoro, in particolare per gli esercizi di italiano che sono un numero significativo e in matematica per i problemi, le operazioni e le attività procedurali, deve continuare anche nelle classi quarta e quinta.

Possiamo allora formalizzare una sequenza di azioni che ogni volta va messa in atto per garantire a tutti la comprensione dei procedimenti:
- Lettura a voce alta e scandita della consegna da parte di un alunno (sempre preferibile) o  dell'insegnante.
- Successiva ripetizione della consegna da parte di chi ha letto o di un alunno che ha compreso.
- Spiegazione con parole proprie della consegna da parte dell'alunno con DSA.

Questo lavoro di compensazione va ripetuto per ogni esercizio che si propone, con costanza. Per esempio si potrebbe pensare che una volta spiegato come si leggono le consegne ciò sia sufficiente alla comprensione dell'indicazione di lavoro, ebbene con i Disturbi Specifici di Apprendimento non è così, quando la memoria di lavoro non basta è proprio questa difficoltà a portare poi all'incapacità di eseguire il compito, non si tratta della difficoltà a eseguire il compito, ma della difficoltà a ritenere l'informazione che serve a eseguirlo.
Quando in una classe i bisogni si moltiplicano tanto vale fare la stessa cosa per tutti, ne deriva comunque un vantaggio collettivo. La stessa cosa vale per le mappe, altro strumento compensativo: sono strumento utile a tutti per lo studio, ognuno poi ne farà l'uso che gli necessita.

Per concludere, credo che il problema della lettura delle consegne sia un fatto che si protrae anche alla scuola Secondaria di Primo Grado e forse anche dopo, è il caso quindi di continuare anche nelle classi successive a fornire la compensazione della consegna di lavoro.

Continua a leggere...

lunedì 22 ottobre 2012

Finora abbiamo fatto finta, d'ora in avanti si fa sul serio. Parola di Renzi

"Una scuola dove s'impara davvero" è lo slogan di Matteo Renzi per la scuola del futuro, quella che realizzerà quando diventerà premier. Si vede che finora abbiamo fatto finta d'imparare. Stavolta si farà sul serio, con una serie di novità che cambieranno radicalmente il volto della scuola (sigh).

Gentili lettori, e anche cari genitori, leggete bene il punto sei, la valutazione dei docenti tanto auspicata, con un ingegnoso meccanismo degno del più raffinato esperto di valutazione di sistemi formativi... 
Sono sicura mi sfugge molto altro, intanto un potente odore di fritto misto di idee riciclate si spande nelle aule, spacciate come la "cura miracolosa" per la scuola.
  1. un forte investimento sulla scuola e, in particolare, sulla formazione e l’incentivazione degli insegnanti, sull’edilizia scolastica e sull’upgrade tecnologico della didattica;
  2. la valutazione degli istituti scolastici attraverso il completamento e il rafforzamento del nuovo Sistema di Valutazione centrato sull’azione di Invalsi e Indire, con la prospettiva di avvicinare gradualmente il nostro modello a quello britannico centrato sull’azione della Ofsted;
  3. incentivi ai dirigenti scolastici basati sulla valutazione della performance delle strutture loro affidate;
  4. una revisione complessiva delle procedure di selezione e assunzione dei docenti, basata sulle competenze specifiche e sull’effettiva capacità di insegnare;
  5. una formazione in servizio per gli insegnanti obbligatoria e certificata, i cui esiti devono contribuire alla valutazione dei docenti e alle progressioni di carriera, basata su un mix di: aggiornamento disciplinare, progettazione di percorsi con altri colleghi, aggiornamento sull’uso delle nuove tecnologie per la didattica, incontri con psicologi dell’età evolutiva o con medici per capire come affrontare handicap o disturbi di apprendimento sui quali la scienza ha fatto progressi.
  6. la valutazione e incentivazione degli insegnanti, attivando in ciascun istituto scolastico un meccanismo finalizzato all’attribuzione di un premio economico annuale agli insegnanti migliori, scelti da un comitato composto dal preside, da due insegnanti eletti dagli altri (cui andrà il 50% del premio e che non potranno ovviamente essere selezionati per il premio intero) e da un rappresentante delle famiglie eletto dalle stesse, sulla scorta del progetto pilota “Valorizza”, già sperimentato in quattro province nel corso del 2010-2011.
Commentate voi che a me sta scappando da ridere.

Continua a leggere...

domenica 21 ottobre 2012

Il mio racconto di fantascienza va alle scuole Superiori

Lo ricordate il mio racconto Alta Scuola Per Bambini, lo scrissi per Barabba Edizioni insieme a un folto gruppo ne scrissi qui. Questi giorni scorsi Emanuela Zibordi (ma io sono abituata a leggerla come @melamela su Twitter) mi ha scritto per chiedermi se poteva usare il mio racconto per la loro sperimentazione con i tablet. Figuariamoci se io ho detto di no. Io, già lo scrissi, sono a favore delle risorse gratuite per la scuola, penso persino che la logica dei libri da comprare dovrebbe essere superata in tutti gli ordini di scuola e almeno per un certo tipo di contenuti credo che dovrebbero essere disponibili senza troppi oneri. Il mio racconto nasce sul web e tale rimane a disposizione di tutti, così come gli altri racconti o le attività didattiche così amate da voi lettori. Mi compiaccio di questo sforzo di condivisione e di gratuità, che ci volete fare io per certe cose sono all'antica: ho un forte spirito sociale.

Mi scuso per la divagazione e torniamo al lavoro di @melamela, che così racconta:

Agli studenti più giovani ho proposto una sequenza un po’ più ludica permettendo loro di trovare autonomamente le funzioni multimediali come le immagini e i filmati, audio e giochi. Solo successivamente ho introdotto la scrittura, sempre con Polaris Office e la lettura scaricando, quando è stato possibile, un racconto di genere fantascientifico, “Alta Scuola Per Bambini”, che l’autrice Rosalba Cocco e Barabba Edizioni  ci hanno permesso di distribuire sulla piattaforma d’Istituto.


Il resto è qui

Continua a leggere...

venerdì 19 ottobre 2012

Mappe per lo studio: Atene e Sparta

Continuiamo con la serie delle Mappe facilitate per lo studio, questa volta per la Storia e dedicate ad Atene e Sparta, le due poleis della civiltà greca.
Non c'è bisogno qui di ricordare, data la notorietà di queste due città autarchiche quanto siano importanti quali primi esempi di democrazia la prima e di oligarchia la seconda. Ulteriori aspetti interessanti che colpiscono e catturano l'attenzione degli alunni sono quelli riguardanti la vita quotidiana, anch'essi indicati nelle mappe, aspetti ormai riportati in tutti i libri di storia. 
E' intuibile per i bambini anche il parallelismo con gli attuali sistemi di governo e la grande modernità di quel periodo storico, tutti aspetti espandibili nell'ambito di cittadinanza e costituzione.
Ricordo che le mappe sono progettate e idonee anche come materiale compensativo per gli alunni con DSA



I crediti dell'immagine, che rappresenta una ricostruzione della polis, sono di Wikipedia

Continua a leggere...

giovedì 18 ottobre 2012

Giunti Scuola rende disponibili i testi della Primaria per iPad

Giunti Scuola rende disponibile gratuitamente sull'AppStore tutta la serie di libri adottabili per la scuola Primaria. E' il primo editore che decide in tal senso al fine di sperimentare l'utlizzo dei suoi libri con iPad, il cui utlizzo continua a diffondersi sperimentalmente in diverse scuole.
Si tratta di sette applicazioni, una per ciascun corso (Castelli in aria, Nel giardino, Nel giardino delle storie, Nel giardino dei saperi, Poster, Io tu e Pilù, Gatto bianco Gatto blu) per un totale di oltre 50 volumi, sono da oggi disponibili (gratuitamente) per chiunque, studente, genitore o insegnante, disponga di un iPad.
L'iniziativa di Giunti viene incontro alla richiesta di libri digitali da poter usare sia a scuola casa sia casa. 
Ma come sono fatti e soprattutto come si usano questi libri impalpabili?
Una volta scaricata, ciascuna App si apre con una vetrina dalla quale è possibile scegliere il volume o i volumi di interesse fra quelli che compongono il corso, che vanno poi a popolare la propria libreria. I volumi a quel punto essere consultati offline in forma di sfoglialibro, con moltissimi strumenti di lavoro a disposizione: miniature delle pagine, ricerca all’interno del testo, segnalibri ecc. Lo studente può risolvere direttamente gli esercizi sulla pagina attraverso lo strumento del disegno a mano libera, può sottolineare, prenderenote vocali e testuali, sia all’interno della pagina che in un blocco appunti che vale per tutto il volume. Del resto molte applicazioni su iPad fanno ciò. Tuttavia il motore sviluppato da Enhanced Press, che sarà a disposizione gratuita di tutti coloro che richiederanno questo servizio, presenta e questa è tra le novità più interessanti, una vera e propria applicazione dentro l’applicazione: un ambiente, attivabile in qualsiasi momento dagli strumenti didattici, che permette di creare i propri quaderni di lavoro sia utilizzando i contenuti del volume di partenza che altri contenuti presi da internet o creati direttamente dall’utente. L’applicazione consente di scrivere appunti, inserire immagini, link a internet (pagine, immagini, audio, video…) copiare e incollare testo e impaginare il tutto semplicemente trascinando i vari elementi all’interno della pagina di lavoro (se ne possono creare quante se ne vogliono). I file così realizzati possono quindi essere inviati via e-mail, salvati tra i documenti dell’iPad e recuperati tramite iTunes su un qualsiasi PC o Mac, oppure possono essere condivisi in modalità cloud, salvandoli nella propria cartella Dropbox!

La parte più interessante dal punto di vista didattico è proprio la possibilità, utilizzando i contenuti di partenza del libro, di scrivere appunti, di incollare immagini, di creare link a internet e di creare file che poi si possono salvare e ricondividere nei diversi modi che la rete consente. Ciò che per esempio in molte classi si fa con la didattica laboratoriale, modificando e riadattando i contenuti, incollando immagini su carta si può fare agevolmente e più facilmente sul tablet.
Augurando che questo sia l'inizio di soluzioni multicanale, che altri editori adotteranno e per sistemi diversi, oltre l'iPad, che non abbandonando il libro, consentano di integrarlo con attività diversificate che sostengano l'individualizzazione degli apprendimenti.

iPad Italia
Continua a leggere...

sabato 13 ottobre 2012

Requiem per la programmazione settimanale dei docenti

Tutti i colleghi della Primaria,  ma sicuramente lo sanno anche i genitori, sanno cosa sono le due ore di programmazione settimanale. Delle ventiquattro ore di servizio di una maestra o un maestro di scuola Primaria ventidue sono di insegnamento frontale con gli alunni e due sono di programmazione. 
Si chiamano così ma è riduttivo: servono a concordare la stesura dei contenuti dei progetti educativi, organizzare la partecipazione ai progetti promossi dal ministero, cosa ancora più rilevante: servono a confrontarsi e discutere nel team docente delle situazioni delle classi, a concordare procedure, soluzioni, mettere a punto strategie educative sia per il gruppo sia individualizzate, pianificare le attività per i casi più  complessi che necessitano di attenzioni speciali,  e udite, udite  spesso sono ore dedicate a ulteriori colloqui con le singole famiglie quando, come spesso capita c'è necessità di un confronto frequente. 

Ma queste sono cose che sanno tutti, a distanza di trentacinque anni dal 1977 e dall'approvazione della L. 517, che sancì le ore di programmazione come attività didattica importante quanto le attività in classe, sono cose che ormai si danno per scontate. Quello che forse è meno noto, ma qualche collega anziano di servizio lo ricorderà, è che le ore di programmazione dei docenti sono il frutto di battaglie, sono una conquista, insieme a quelle che misero alla porta le classi differenziali, che introdussero i documenti di valutazione e cosa più importante consentirono di vedere scritta  la parola "collegialità".

La legge di stabilità di prossima emanazione, ne ha parlato Galatea qui per quel riguarda le superiori, parla, e non credo di ingannarmi perché non sono la sola ad averlo percepito, riferendosi ai docenti della Primaria, di servizio già previsto di ventiquattro ore, ciò che non è scritto ma è facile da intuire, è che sono destinate a diventare ventiquattro ore d'insegnamento frontali. 
E la programmazione dirà il lettore attento? la programmazione non servirà più, perché come i più bravi ricorderanno la scuola Primaria da qui a breve diventerà di ventiquattro ore settimanali anche per gli alunni. I conti sono quindi presto fatti. Si disse maestro unico e maestro unico sarà. E' cambiato il ministro ma il disegno previsto per la scuola è rimasto tale. E non dovremo neppure aspettare tanto per avvertirne le conseguenze.
Ora ci vorrebbe un musicista bravo che componga un Requiem  non solo per la programmazione, ma per tutti i pezzi di scuola, frutto di conquiste e segno di civiltà, che tristemente ci stanno lasciando, assieme all'idea che una scuola dignitosa sia lo specchio di altrettanta politica.


Continua a leggere...

venerdì 12 ottobre 2012

Profumo di bastoni e carote

Se c'è un aspetto della didattica che ho sempre curato particolarmente è quello sulla comunicazione, sui modi coi quali ci rivolgiamo agli altri. Non ho mai permesso a nessuno di eccedere nelle risposte e nei toni e io stessa mi sono eticamente messa il problema dell'esempio, dei modi che prima di esigere occorre usare. Di ciò ho fatto una questione essenziale ed esistenziale del mio modo di essere insegnante.
Nella scala gerarchica penso che allo stesso modo debbano operare con uguale criterio, consapevoli che stanno veicolando un esempio, quindi coi modi che a questo ruolo si addicono, il mio Dirigente Scolastico, il Dirigente provinciale, quello Regionale e infine il Ministro.
Ecco perché l'esempio usato dal Ministro Profumo del "bastone e della carota" non è solo un semplice esempio sbagliato, perché tratta tutti indifferentemente come una massa di pecoroni, ma è proprio un atto irrispettoso e irriguardoso, oserei dire quasi di ineducazione. E poco importa se rivolto in generale agli italiani, solo agli studenti o esclusivamente ai docenti.
Non importa neppure se il bastone è lo stesso sventolato in piazza la settimana scorsa sulla testa degli studenti. Importa, anzi è parecchio offensiva, l'idea che si possa ammansire o minacciare a seconda delle circostanze o a seconda del provvedimento da far digerire. 
So bene di essere io quella che sbaglia e che in una comunicazione fatta a chi la spara più grossa, in continuità manco a dirlo con il precedente ministero, siamo ormai in pochi ad ancorarci alle buone maniere,  e mi vergogno tantissimo a dover richiamare l'attenzione su un mero fatto educativo, che impallidisce al confronto di ciò che alla scuola si prospetta ulteriormente, dopo la promessa della fine dei tagli fatta all'inizio di questo governo tecnico.
Il ministro ci blandisce (immagino si tratti della carota) con questa iniziativa "Porta a scuola il tuo sogno" e allora scriverò al Ministro per portare il mio sogno: chiedere il rispetto degli studenti, dei lavoratori della scuola e degli Italiani prima di tutto attraverso il linguaggio.

I crediti dell'immagine sono qui

Continua a leggere...

giovedì 11 ottobre 2012

Mappa per lo studio: Il calore e la sua propagazione

Ancora una mappa per lo studio delle scienze: Il calore e la sua propagazione. In questi giorni le mappe sono la nostra passione: le stiamo usando moltissimo sia per il ripasso che per il riepilogo, questa l'abbiamo costruita con gli alunni e io l'ho rifatta per renderla disponibile sul blog.
Metodologicamente è fondamentale saper usare le mappe, crearle direttamente alla lavagna o sul quaderno utilizzando le porzioni di testo del libro. Così come è importante comprendere il passaggio dal testo alla mappa e viceversa.
A turno in classe qualcuno ripete i contenuti seguendo la mappa e aggiungendo tutte le spiegazioni che riesce a ricordare o gli esempi che gli vengono in mente. Al contrario altre volte, sempre a turno si prende il testo e lo si riduce in mappa.


Altre mappe per le scienze del programma di classe quinta Primaria.


Continua a leggere...

martedì 9 ottobre 2012

Trasformare una negligenza in un'occasione: Quel giorno che i libri volarono via

Succede anche nella vostra classe che i bambini dimentichino quaderni e libri?
L'altro giorno l'ennesima dimenticanza è stata occasione per inventare un racconto di tipo fantastico. Una mia battuta sul fatto che forse i libri hanno i piedi e scappano volontariamente degli zaini nottetempo, è stato il là per quest'attività, che non solo ci ha permesso di lavorare sul testo fantastico e di portare la fantasia alla sua espressione più creativa, con il racconto, ma ci ha anche consentito di rendere proficua una situazione che spesso tende all'incandescenza. Perché a dire il vero e tanti colleghi converranno con me, quello della dimenticanza dei materiali è una vera piaga scolastica. Allora se non volete arrabbiarvi fate appello all'intelligenza emotiva e trasformate una dimenticanza, una negligenza in un'occasione. Almeno guadagnerete dei bei testi e ci si farà tutti una risata.
In un successivo post tutta la raccolta dei testi inventati dai bambini. Per ora il mio

Racconto: Quel giorno che i libri volarono via
La mattina appena giunti in classe, nella scuola dei Bambinismemorati, i libri ascoltavano corrucciati le scuse che gli alunni inventavano per giustificare la dimenticanza di uno di loro dallo zaino. 
Anno dopo anno di storie ne avevano sentite un bel po': dalle più ingenue, alle più esilaranti fino a quelle più incredibili. Chi lo aveva dimenticato sotto il cuscino perché ci aveva studiato fino a notte tarda, chi invece lo aveva messo nello zaino e poi all'arrivo a scuola non lo aveva più trovato, chi  addirittura diceva che a smarrirlo era stata la mamma che lo aveva messo chissà dove mentre riordinava la cameretta.
Alla fine i libri non ne potevano più di tutte queste scuse, ma soprattutto detestavano di venir dimenticati così tristemente a casa, odiavano passare la mattina soli mentre gli altri erano tutti a scuola. Se almeno i bambini li avessero lasciati tutti a casa avrebbero potuto organizzare qualcosa fra di loro, invece no, ne restava uno,  in compagnia al massimo di un solitario quaderno.

Un giorno più triste di un altro, quando si sparse la notizia che il libro di geografia era stato definitivamente smarrito, i libri presero una decisione: abbandonare i loro proprietari  e trasferirsi altrove, nella scuola dei Bambinichericordano. Sarebbe stato un viaggio molto lungo ma valeva la pena tentare l'impresa. Così la sera tardi, mentre i bambini dormivano, volarono via dalle finestre e a pagine spiegate fecero migliaia di chilometri. Finalmente dopo una notte intera di volo arrivarono al paese. Un paese tutto colorato, rampicato in cima a una collina, pieno di balconi fioriti che al massimo avrà avuto mille abitanti. Si fecero indicare la scuola e chiesero gentilmente di essere accolti, per tutti rispose un ragazzetto tutto rosso di capelli con tante lentiggini su naso e guance: -Come vi siete permessi di arrivare fin qui? Non sapete che noi siamo i bambini che ricordano tutto? Non c'è spazio per voi, tornate indietro, non abbiamo bisogno di nulla, qui ogni bambino si ricorda sempre di portare tutti i libri a scuola!-
Il libri si guardarono l'un l'altro e il più piccolo di loro, il libretto delle assenze, che veniva dimenticato più spesso degli altri, sussurrò: "Ammazza oh, che antipatico, mi sa che è meglio che voliamo verso casa,  i nostri proprietari erano smemorati ma almeno erano gentili!"
Così fecero. I libri si rimisero in viaggio mestamente per tornare alla vita di sempre, la missione era fallita. 
Ma le sorprese purtroppo non erano finite, giunti nuovamente al paese d'origine, stanchi e delusi, si fermarono a riposare davanti all'edicola e lì un cartello a caratteri cubitali attirò la loro attenzione: Spariti misteriosamente tutti i libri scolastici, si cercano i colpevoli tra gli alunni della scuola Primaria.
I libri a quel punto avrebbero voluto sparire davvero, ma dalla vergogna, rendendosi conto in che guaio avevano messo i loro proprietari.
Mortificati andarono alla segreteria della scuola e spiegarono l'accaduto al Direttore che fece sospendere immediatamente le indagini, poi convocò tutti i bambini, sgridò i libri per come si erano comportati e fece promettere agli alunni che mai più li avrebbero dimenticati a casa. Da quel giorno vissero tutti felici e contenti, pardon felici e letti!
(08/10/12 Rosalba Cocco - Tutti i diritti riservati)

Continua a leggere...

lunedì 8 ottobre 2012

Mappe per lo studio: Fonti di energia rinnovabili e non rinnovabili



Abbiamo già visto la mappa per lo studio dell'energia, argomento che fa parte dele programma della classe quinta di scuola Primaria. Si focalizza sul concetto di energia, sulle sue due forme fondamentali con un cenno alla legge di conservazione dell'energia. 
Ma da dove proviene l'energia e in quali forme si presenta? Quale energia si può esaurire e quale invece si può usare senza che si prospetti una sua fine immnenente come spesso si sente dire. 
L'argomento energia si dipana in una serie infinita di collegamenti alle altre discipline scolastiche: educazione alla salute, geografia, storia ed ecologia, solo per citare qualche esempio. 
Un semplice riferimento si può ottenere prendendo spunto dal quotidiano dei bambini, rivolgendo le seguenti domande: 
- come è  riscaldata la tua casa?
- come viene rinfrescata in estate? 
- la tua casa è provvista di pannelli solari?
- usate la macchina anche per piccoli tragitti o preferite andare in bici o a piedi?
- hai mai visto un parco eolico? 

Sopo aver sollecitato nei bambini immagini, esperienze e ragionamenti si può schematizzare usando la mappa, che come al solito serve anche per lo studio: corredata dai disegni è utile anche da dare come supporto agli alunni con DSA.

Mappa energie non rinnovabili
Mappa energie rinnovabili

Continua a leggere...

domenica 7 ottobre 2012

Errori educativi

Sono sicura nella mia educazione c'è più d'un errore.
Quando alla scuola Media gli altri uscivano da scuola allegri perché c'era l'assemblea sindacale, io ricevevo l'ordine di rientrare a casa e di occuparmi di qualche facenda domestica. Lo facevo. Non che non avessi la tentazione di unirmi agli altri, anzi lo desideravo molto, ma il senso del dovere era molto più forte e seppur malinconica mi occupavo della mia piccola incombenza.

Poi alle Superiori ho conosciuto i primi scioperi studenteschi, niente di che, si scioperava per il riscaldamento guasto, si scioperava perché era doveroso manifestare il nostro dissenso giovane verso il mondo costituito degli adulti. Studentessa al primo anno non mi rendevo conto nemmeno di cosa ero e tantomeno avevo in mente un disegno del mio futuro. Mi lasciavo trasportare dalla corrente, come tutti a quella età. E quel primo sciopero per il riscaldamento che mancava o per i problemi alla sede staccata, e chi non l'aveva una sede staccata allora? lo ricordo ancora.
In corteo per qualche ora intorno alla scuola a cantare slogan, quattro leader che andavano a trattare la resa, poi via tutti verso la libertà nei bar e nelle piazzette del paese. Il giorno dopo si rientrava a scuola.

Che ne so cosa sarà stato, sta di fatto che mi sono sentita abbastanza in colpa, non di quel tempo giovanile che quando è passato tra giovani è speso bene sempre e comunque, quanto della consapevolezza che lo sciopero era un'occasione. 
Un'occasione persa per riflettere, che non ho capito subito, ma sul finire del secondo anno ho cominciato a pensare quanto fosse inutile scioperare, senza mai costituire un presidio stabile di contrattazione con il modo degli adulti, un dialogo (sempre che ci venisse concesso, perché mica lo so se si sarebbe potuto realizzare). Sta di fatto che ho iniziato a convincermi che fatto così uno sciopero fosse inutile e spontaneamente, senza che nessuno me lo chiedesse, quando si preparava uno sciopero io me ne restavo direttamente a casa. 
Dalla fine della seconda superiore in poi, ho cominciato sul serio a pensare che tutto ciò che avrei potuto cambiare sarebbe dipeso da ciò che fossi riuscita a costruire. Compreso il mondo della scuola. E così è stato non nella scuola come istituzione ma nella scuola del mio quotidiano.
E non è che mi sono convinta di essere contraria agli scioperi, no, mi sono convinta che  far la parte degli sbandati che scioperano per bigiare la scuola non era per me.
Poi erroneamente l'ho insegnato a mia figlia, non le ho permesso di occupare la scuola insieme agli altri, quando poi mi ha chiesto se secondo me era una buona idea partecipare a una forma di protesta basata sull'autogestione con un'organizzazione che prevedeva anche gruppi di studio e altri che gestivano una trattattiva con il preside, ho detto che era una buona idea. E la cosa si fece e fu una bella esperienza.

A miei piccoli alunni cerco di far capire la stessa cosa: anche a loro non insegnerò che la protesta di piazza è sempre giusta, gli insegnerò a perseguire un obiettivo. A me pare un'arma molto più efficace.
Continua a leggere...

sabato 6 ottobre 2012

Tutta la classe si è appassionata di scienze. In cosa ho sbagliato?

L'altro giorno in classe abbiammo parlato di un argomento nuovo di scienze, spiegato, argomentato, utilizzato esempi. Poi ieri è stata l'ora delle domande, tantissime mani alzate che si levavano verso il soffitto, agitazione nei banchi, voglia d'intervenire e soprattutto in tanti a conoscere gli argomenti.
D'un lampo mi è passata di fronte la certezza che a questi miei alunni piacciono le scienze e ho detto "Ah se vi piacessero le altre materie come vi piacciono le scienze!"

Facciamo grammatica, si dice che la grammatica è quasi come l'aritmetica nell'immaginario di chi a scuola c'è stato qualche decennio fa, e a questi gli piace la grammatica: è tutto un sollevar di mani, un ragionare fitto, un dire "ah no è così, ora l'ho capito". Ma la grammatica la fanno come se fosse uno scarabeo per giocare a capire le parole, a incastrarle bene nel discorso e scoprire perché stanno lì e non altrove, che lavoro fanno e perché non ne possono fare un altro, o perché a volte lo fanno doppio.

"Ma qualcosa devo averlo sbagliato perché non sono bravi nei temi" mi sono detta dopo il primo tema dell'anno. Fatto con ancora il sapore del sale in bocca dei recenti bagni al mare era scarno, povero di spirito e di emozioni, con pochi timidi accenni al futuro. Mi ha deluso e mi sono chiesta dove ho sbagliato convincendomi che questi miei alunni non amano scrivere.

Questa è una classe che ci mette un po' a carburare lo dimentico puntualmente di fronte a testi  che non fanno centro nella mia mente, che non  sono quello che mi aspetto.

Poi passano i giorni e alla terza settimana l'inizio d'anno è già un pallido ricordo, le penne si sono scaldate, le menti sono contentrate nello scopo per cui si sta seduti a scuola, ecco che comiciano a scorrere veloci e riga dopo riga sono un periodo, un discorso infine un tema. Ecco che i fatti mi smentiscono. Sì questi sanno scrivere anche i temi e a volte lo fanno con la consapevolezza di scrivere per farti piangere perché hanno imparato prima di tutto che il tema deve piacere alla maestra.
E quando è così hanno capito tutto. Si scrive anche per chi legge e non solo per raccontarsi.

Continua a leggere...

giovedì 4 ottobre 2012

Arricchire il proprio vocabolario: sinonimi, omonimi e...

Nell'ambito della riflessione linguistica un occhio di riguardo va rivolto sempre e con costanza all'arricchimento lessicale. Un'occasione per riflettere sul nostro lessico e sulla capacità di adottare parole nuove in alternativa a quelle usuali è l'approfondimento dei sinonini, degli omonimi e dei contrari: parlare può diventare riferire, ribadire, consigliare, bisbigliare, urlare e via dicendo, oppure capire che lira o tasso hanno più di un significato. 
I bambini già hanno compreso, ma è bene ribadirlo ancora, che la ricchezza del proprio vocabolario si persegue e si pianifica con vere e proprie attività, in parte si fanno a scuola e in parte sono dovute anche a un impegno personale che si tramuta nell'essere, e più ancora diventare, lettori assidui.

A questo proposito è bene dare delle indicazioni da scrivere sul quaderno, dopo aver discusso in classe sulle abitudini degli alunni in qualità di "lettori":

Invito alla lettura
Arrivati in quinta è necessario possedere e usare un vocabolario più ricco. Come raggiungere questo importante obbiettivo? 
Prima di tutto abituandoci durante i dialoghi a usare parole meno solite, cioè quelle parole che benché conosciute tendiamo a usare meno. Ad esempio le parole nuove che troviamo sui libri di testo: Storia, Geografia, Italiano...
Un altro metodo efficace per imparare l'uso di parole nuove è leggere tantissimo. Quando leggere? Un po' tutti i giorni: dopo fatti i compiti, mentre si aspetta la cena, quando si sta nelle sale di attesa, al posto di guardare la televisione è meglio leggere un fumetto, infine, per conciliare il sonno qualche pagine prima di andare a dormire. Cosa leggere? Un po' di tutto, i racconti, i fumetti, i libri di scienza o di storia illustrati...
Un vocabolario ricco è lo specchio dei nostri interessi e delle nostre curiosità ed è il migliore biglietto da visita per presentarci agli altri.




Continua a leggere...

Mappa per lo studio: L'energia

Anche per quanto riguarda il programa di Scienze sarebbe necessario, per quanto è possibile, fornire le mappe di riepilogo pronte per lo studio a casa. Ovviamente oltre a leggere sul libro, compresi coloro che usano la sintesi vocale, nella mappa si possono rintracciare i contenuti ordinati e collegati tra loro in nesso causale e la si può usare come schema per ripetere e studiare. 
La mappa già pronta costituisce anche uno strimento ideale per l'insegnante che la vuole costruire a scuola anche attraverso un'attività di laboratorio o con la Lim, in alternativa la si può ricostruire sul quaderno ritaglliando le parti con i disegni.
Il primo argomento di Scienze della classe quinta è l'energia: definizione, forme e tipi di energia, la legge di conservazione dell'energia.

La mappa in PDF: L'energia
Continua a leggere...

martedì 2 ottobre 2012

Impari: Self publishing online

Impari è un servizio in versione Alpha, quindi ancora in fase di rodaggio e con alcune funzionalità che devono essere completate, per generare e pubblicare  e-book online in formato Epub3. Si tratta di una sorta di "spazio collaborativo" per la scuola messo a disposizione da Luciano Pes ideatore del sito scuolasarda.it.
I libri in formato Epub3, che è un formato aperto, sono editabili da tutti. Per poterli leggere è sufficiente scaricare l'ebook reader per Desktop Azardi che è l'unico per ora di leggere il formato, un volta pubblicato il libro, IMPARI provvede da solo a creare l'indice il libro.  Lo stesso può essere consultato da tutti anche online e diventa una vero e proprio sito.

Nei link troverete tutte le informazioni sia creare un e-book di prova sia per saperne di più.


Continua a leggere...

lunedì 1 ottobre 2012

Le civiltà del Mediterraneo: schemi per lo studio

Per facilitare lo studio a casa ho preparato alcuni schemi di storia delle cinque civiltà che si affacciano su mar Mediterraneo, riguardanti il programma di Storia di quarta Primaria: Fenici, Ebrei, Cretesi, Hittiti e Micenei.
Sono fatti secondo un unico schema: Periodo Storico, Territorio, Organizzazione Sociale, Attività, Religione e Cultura.
Le mappe sono pensate anche come supporto nello studio per gli alunni con DSA (Disturbi Specifici D'Apprendimento), per facilitare lo studio per punti e contengono le informazioni già sintetizzate. A tale proposito ricordo che tra gli strumenti compensativi l'insegnante è tenuto a fornire materiale pronto per lo studio quali sono appunto le mappe.
E' doveroso precisare che le mappe andrebbero preparate a scuola in un lavoro congiunto di elaborazione delle informazioni, ma non sempre si riesce  a farlo per ogni singolo argomento. A tale proposito ho predisposto una mappa vuota da stampare cui eventualmente aggiungere un'immagine o un disegno e da completare con i dati secondo lo schema indicato sopra.

Nel link sottostante download dei file che sono tutti in pdf:
Mappa sui Fenici

Mappa sugli Ebrei

Mappa sui Cretesi

Mappa sugli Hittiti

Mappa sui Micenei

Mappa vuota da completare


Continua a leggere...
 

Lettori fissi

Chi sono

La mia foto
"Si impara scambiando conoscenza"

Crescere Creativamente: per bambini e non solo Copyright © 2009/2015 Gadget Blog is Designed by Ipietoon Sponsored by Online Business Journal

Questo blog è visibile in maniera ottimale con IE7 - IE8 - Firefox

Privacy Policy and Privacy e Cookie