di Maestra Rosalba

lunedì 30 gennaio 2012

Coriandoli per contare, coriandoli per giocare

Un'attività carina che si faceva negli anni in cui ho insegnato nella scuola infanzia era l'organizzazione di giochi a tema. Lo sforzo didattico era quello di integrare i contenuti previsti per le abilità matematiche, nelle attività di gioco in modo da renderli attraenti per i bambini. 
Uno dei periodi più belli per queste attività è proprio il Carnevale. Ricco di colore e allegria permette di mettere insieme diversi elementi: forme, numeri, canto, gioco di movimento.
Non solo, quindi, filastrocche a tema, canti e giochi, ma anche conte, attività organizzate attraverso i colori e le forme, classificazioni e seriazioni. La matematica, già ne avevamo parlato, si può imparare integrandola ad altri argomenti e con i bambini piccoli uno dei modi più semplici per quantificare è inserire quest'attività in modo trasversale.

Quali sono di più, le maschere femminili o quelle maschili? Conta tutti i vestiti di Zorro. Metti vicino i Batman coi Ninja, poi conta, che differenza c'è? Qual è di più, qual è meno?
Sono alcune delle domande che si concretizzano con un'azione, che si possono fare, senza mai scrivere un numero, facendo operazioni concrete. Questo sia che si tratti di figure sia di bambini vestiti in maschera, anzi più il gioco coinvolge il corpo e meglio è.

A questo proposito propongo una piccola filastrocca per i bambini di cinque anni di scuola Infanzia e per i piccoli di prima della scuola Primaria, si può usare proprio per introdurre giochi come quelli illustrati sopra, contando grossi coriandoli, non prima di averli fatti ritagliare ai bambini stessi, di diversi colori e se si vuole anche di diverse forme. Poi una volta terminata l'attività si possono incollare alle finestre e colorare così i vetri di Carnevale. Come dire... Prendere tre attività con un coriandolo!!


Quanti sono? 

Quanti sono i coriandoli, si posson contare? 
Sparsi per terra ce n’è un mare. 
Un mare fatto di colore e di carta,
speriamo sia almeno riciclata. 
Quante sono le maschere, si posson contare? 
Sono milioni in tutte le strade,
vestite strane e di ogni colore 
saltano, ridono e fanno rumore. 
Quant’è l’allegria, si può contare? 
Risponde il bambino sveglio e acuto: 
No, perché non si può contare tutto! 
(Rosalba 30/01/12)
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venerdì 27 gennaio 2012

Carnevale della chimica #14 a febbraio su questo blog

Questo blog ospiterà a febbraio l'edizione numero 14 del carnevale della Chimica. Il tema non vincolante è la "Chimica delle nascite". Il primo annuncio lo si può leggere sul sito del Carnevale
Perchè questo tema? Intanto perchè questo mese il tema delle nascite riveste per me un particolare significato, diverse persone che mi sono vicine in rete e nella realtà hanno avuto la gioia di vedere fiorire la vita di un bimbo. 
Ma la nascita non appertiene in via esclusiva alla vita animale e vegetale, anche la nascita delle stelle, dei pianeti, di un cristallo, di un farmaco ad esempio, e perché no di un'idea, di un progetto che ha a che fare con la chimica, rappresentano il cambiamento, il nuovo. 

E allora se vi viene in mente di raccontare una nascita dal punto di vista chimico, spiegando così come facciamo sempre, un fatto conosciuto attraverso meccanismi meno evidenti, così da imparare divertendoci come facciamo sempre,  sarò ben felice di pubblicarlo sul blog in occasione di questo carnevale che cade in periodo di carnevale. Se invece la chimica del quale scrivete verrà da altre strade, sarà sempre un modo perr arrichire questo evento, di altre diversità.

Inviate pure i vostri contributi, c'è tempo fino al 21 febbraio prossimo, al mio indirizzo di posta elettronica alba.rosa61@gmail.com

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giovedì 26 gennaio 2012

Software gratuito di controllo navigazione NavigaBimbo

Del progetto Coltiva il tuo sogno avevamo già parlato. Segnalo oggi ai lettori e in particolar modo ai genitori e alle famiglie, nella stessa pagina del progetto, una risorsa che Ing Direct mette a disposizione gratuitamente per le famiglie. Si tratta di un programma per il controllo dei bambini durante la navigazione in rete. Nelle stesse pagine è presente un decalogo della sicurezza in rete
In sintesi il fuzionamento del programma NavigaBimbo:

Il genitore scarica il programma, seguendo le istruzioni. Una volta lanciato, la finestra di controllo occupa tutto lo spazio del monitor e blocca il desktop del computer: in questo modo i bambini possono muoversi in uno spazio protetto. Solo l'adulto può sbloccare il software, e quindi il pc, cliccando sul pulsante. In alto, la barra degli strumenti presenta i comandi per interagire con il browser: Home, Avanti, Indietro, Preferiti, Impostazioni.
I bambini possono navigare all'interno di una lista di indirizzi sicuri, con link esterni bloccati, senza quindi la possibilità di accedere ad altri contenuti. I siti consigliati già precaricati possono essere implementati dai siti scelti dai genitori. Il tempo è invece regolato da un timer a scorrimento, modificabile dai genitori mediante il pannello Impostazioni.


Il software NavigaBimbo è compatibile con i sistemi operativi: Windows XP - Windows Vista - Windows 7.
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Concorso Progetta L'Energia

Il Ministero dell’Istruzione dell’Università della Ricerca ed il Consorzio CEV indicono il Concorso “Progetta l’Energia!” rivolto a tutte le scuole nazionali Primarie e secondarie, di primo e secondo grado, con l’obiettivo di promuovere il tema dell’efficienza energetica per sviluppare nelle giovani generazioni una nuova cultura dell’energia in grado di consolidare oggi i “modelli sostenibili” degliadulti di domani. “Progetta l’Energia!” coinvolge gli studenti partendo dallo studio attento dei luoghi d’appartenenza, per i quali dovranno rilevare le inefficienze e pianificare soluzioni e strategie per migliorarne la qualità energetica. A supporto delle attività previste dal bando è previsto uno spazio web dedicato www.cevprogettalenergia.enea.it, con seminari di approfondimento sul contesto europeo in cui le azioni dello sviluppo sostenibile si inseriscono e sugli strumenti tecnologici che gli studenti dovranno utilizzare per predisporre gli elaborati. Al fine di promuovere la massima diffusione del concorso, l’accesso ai seminari sarà consentito anche tramite I-phone ed I-pod.
In particolare per la scuola Scuola Primaria:

Gli studenti dovranno osservare il territorio (paese o quartiere) e preparare un breve testo per descrivere l’ambiente in termini di: 
- Numero di abitanti, scuole presenti, giardini pubblici e parchi, ecc.; 
- Vocazione economica del territorio, presenza di industrie, attività produttive prevalenti del settore primario (agricoltura, allevamento, pesca) e terziario (turismo, artigianato); 
- Trasporti, con la descrizione dell’intensità del traffico ed il tipo di trasporti pubblici esistenti e maggiormente utilizzati.
Inoltre, gli studenti dovranno porsi i seguenti quesiti: “Da dove proviene l’energia che consumiamo?”, e quindi segnalare l’esistenza o meno nell’area d’impianti di produzione d’energia elettrica e/o termica; “Quale è la causa di maggior inquinamento nel nostro territorio?”, proponendo un’indagine, che coinvolga anche le famiglie, per far emergere le possibili cause di inquinamento ambientale del territorio in esame. Una volta osservato e descritto il territorio, i ragazzi dovranno individuare un'area "Il Luogo della sostenibilità" e proporre soluzioni per ridurre le cause di inquinamento, facendo emergere quali sono le azioni che dovrebbero compiere le Amministrazioni Locali e quali sono invece i contributi che tutti i cittadini possono dare. Il progetto potrà essere sviluppato con strumenti diversi, quali disegni, collage fotografici, prototipi, video, testi, ipertesti, ecc., che documentino una sorta di "prima e dopo" dei luoghi prescelti. Verranno premiate le idee più originali e innovative.

Le scuole che intendono partecipare al concorso dovranno individuare un docente-tutor che effettuerà l’iscrizione sul sito www.cev-progettalenergia.enea.it e supporterà gli studenti nell’elaborazione dei progetti. Gli elaborati dovranno pervenire a CONSORZIO PER L’ENERGIA CEV, C.so P.ta Nuova 127 – 37122 Verona., entro e non oltre il 21 aprile 2012, accompagnati da una scheda tecnica del lavoro svolto unitamente ai dati anagrafici dei partecipanti ed ai dati della scuola di appartenenza. 


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martedì 24 gennaio 2012

Attività educative per bambini e insegnanti sul portale UE

Sul portale dell'Unione Europea è presente un'interessante pagina dedicata a bambini e insegnanti: L'angolo dei bambini e l'angolo degli insegnanti.
La pagina dei bambini, disponibile nelle 22 lingue della comunità europea, contiene una selezione di giochi dai 6 ai 16 anni. I giochi sono divisi in base alle fasce d'età per agevolare la ricerca del gioco. Essi riguardano le diverse politiche dell'Unione europea, da apprendere attraverso semplici quiz, puzzle o giochi d'azione.
Nell'angolo degli insegnanti sono disponibili materiali gratuiti sull'Europa in generale e sulle sue principali politiche adottate. Album da colorare, opuscoli, pacchetti informativi e tanto altro materiale, organizzato anch'esso, in base alle varie fasce d'età. L'angolo degli insegnanti contiene anche giochi e materiale sul Parlamento europeo, oltre a una grande quantità di contenuti audiovisivi da utilizzare nelle lezioni sull'Europa. I bambini possono imparare a conoscere i loro diritti giocando, guardando cartoni animati e video. Alcuni simpatici personaggi Oli, Ana e i loro amici li aiuteranno nella scoperta dei diritti.
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lunedì 23 gennaio 2012

Verifica di storia primo quadrimestre classe quarta

Rendo disponibile la verifica di storia per il primo quadrimestre riguardante i popoli della Mesopotamia: I Sumeri, i Babilonesi e gli Assiri.
Più o meno sono gli argomenti che si trattano nel primo quadrimestre della classe quarta di scuola Primaria. Per quanto di volta in volta si propongano le verifiche relative ad ogni argomento specifico, è utile proporre una sintesi che riepiloghi gli argomenti generali, giusto per per rendersi conto di quanto, a distanza di qualche mese, è rimasto impresso agli alunni. Al termine io  propongo agli alunni di riguardarsi le parti dove hanno avuto più incertezze, in modo da mantenere un quadro omogeneo sia dei fatti storici relativi alle prime civiltà, sia delle diverse caratteristiche di ogni popolo. 
La verifica è corredata di immagini, per gli alunni con DSA chiaramente può essere necessario proprorre la verifica al computer e la lettura  delle domande.

In download il file pdf Verifica Storia classe quarta scuola Primaria, per chi volesse, mi scrive via mail e spedirò il formato su word.

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domenica 22 gennaio 2012

La messa della domenica

Durante quei pochi metri di strada che facciamo assieme, all’uscita, si parla del più e del meno, a quell’ora la priorità è sedersi a tavola e rilassarsi dopo una lunga mattinata. 
Quando il discorso inizia: “Posso chiederti un parere?”, capisco subito che si tratta di questione importante, delicata, che devo prestare attenzione nel rispondere, ponderare. 

“Posso chiederti un parere?” “Certo, sempre che io sia in grado di esprimerlo, eh …” 
Avanziamo di qualche passo, io sotto il peso dei libri sottobraccio e della borsa, lui sotto il peso dello zaino. Il pesante abbigliamento invernale non aiuta, rendendoci più goffi, mentre camminiamo contro il vento di maestrale che ci sferza. 
Riprende con un linguaggio pulito, una voce pacata che sembra quasi quella di un adulto, ed è proprio questo che lo fa bello, penso, mentre ascolto quanto ha da dirmi di così importante, “Secondo te è giusto essere costretti ad andare a messa, nei giorni di vacanza? La catechista mi ha detto che non mi farà fare la comunione perché mi sono assentato…”. 
Ho riflettuto i miei soliti trenta secondi, rendendomi conto di essere di fronte a un’altra cruciale domanda che riguarda la vita dei bambini: il catechismo. Ho risposto con sincerità che il discorso era un po' complicato, che gli obblighi non sono mai una cosa buona, soprattutto in quel campo, e ho aggiunto, che si tratta comunque di un impegno che si prende quando si frequenta il catechismo e che occorre fare ogni sforzo per cercare di mantenerlo, anche durante le vacanze e non solo la domenica. 

Per una volta non ho detto quello che penso esattamente e la cosa non mi fa stare bene. Si badi non penso affatto che i bambini non debbano frequentare il catechismo. Penso che la frequenza, scelta dalla famiglia, che solo in un tempo ancora lontano il bambino farà sua come scelta di vita o non farà sua, come a volte  capita, debba comportare flessibilità, tenendo conto del fatto che si tratta di bambini. Troppo spesso essi riferiscono, come nel caso sopra, di obblighi, di accordi unilaterali e mi si lasci dire, in qualche caso, si spera molto sporadico, anche di discorsi poco adatti alla loro età. 
Il catechismo, pur non essendo un fatto obbligatorio, è un po’ come la scuola, io credo, un modo per stare insieme condividendo un percorso, idee che ci accomunano e sul quale dovremmo per prima cosa dialogare con i bambini, volendo davvero dare un senso alle parole del Vangelo. 

E voglio chiudere con la più classica delle citazioni “Lasciate che i bambini vengano a me” (Matteo 19,13-15), essa non significa che i bambini debbano avvicinarsi alla fede attraverso gli obblighi, le prescrizioni o le minacce (“non farai la comunione”) significa parlare al bambino con il linguaggio del cuore, significa far intravvedere loro una strada, presentargliela, lasciare che pian piano, da soli, per scelta e non per costrizione, si accostino a essa. In altre parole significa accogliere i bambini, anche con la loro impossibilità a rispettare tutto quanto è prescritto, che a volte deriva proprio da fatti esterni alla loro volontà: a volte i genitori non possono accompagnarli, altre volte sono impegni di lavoro, o di salute e perfino economici. La raccolta delle presenze domenicali a Messa, pratica piuttosto diffusa, è un fatto che lascia non poca perplessità. Gli esempi contano e per i bambini sono il modo attraverso il quale imparano e verificano la veridicità di quanto diciamo loro. 


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sabato 21 gennaio 2012

Attività per la giornata della memoria e una mia poesia

Ho aspettato che gli alunni crescessero abbastanza da essere in grado di comprendere un argomento come la Shoah. In questi anni abbiamo parlato spesso di diritti, di libertà, di democrazia, di diversità. Per mia scelta non ci siamo spinti troppo lontano,  gli esempi traevano spunto più dal quotidiano che dalla storia stessa, proprio per restare aderenti al mondo dei bambini. 
Credo che un bambino di quarta sia in grado di fare esperienza, di conoscere e comprendere fatti anche drammatici del passato per trarne, se non un insegnamento, almeno una riflessione. E con i bambini non possiamo che stare proprio sul piano della riflessione, dell'oggettivamente inaccettabile e sui modi con quali è possibile sottrarsi alla violenza, non colludendo con il silenzio.
Parlarne serve a questo, riconoscere nei  fatti della storia somiglianze con l'attualità, cose che si ripetono spesso nel silenzio. Fatti per i quali possiamo fare a volte poco e per i quali un atteggiamento di condanna è già il primo passo.

Parleremo quindi della Shoah, lo faremo in modo delicato, anche attraverso una piccola poesia di otto versi, una poesia che non rinuncia alle rime, nonostante il tema, perché ai bambini si può, e si deve, raccontare con il sorriso, anche quando la speranza è ormai assente.

Shoah

 Un lungo viale imbiancato,
un silenzio che geme di pianto.
Uomini, donne e bambini.
Ragazzi, adulti ed anziani.

Strappati alle case e agli affetti,
trascinati e rinchiusi nei ghetti.
Poi un cancello, tutto intorno c'è un muro,
restan fuori la speranza e il futuro.
 (Rosalba Cocco 20/01/12)

Attraverso qualche immagine le foto di quel periodo o i disegni di Helga ragazzina ebrea, nel lager-fortezza di Terezin, vicino a Praga, troveremo altro materiale nel sito della Girandola, che dedica un'intera pagina alla Giornata della memoria che si celebrerà  il 27 gennaio prossimo. Altre  poesie per non dimenticare.
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giovedì 19 gennaio 2012

Classe quarta: nomi concreti e nomi astratti

Già nelle classi precedenti abbiamo presentato la differenza tra i nomi concreti e i nomi astratti. Il discorso si riprende anche in classe quarta Primaria, aggiungendo qualche informazione in più. Ovviamente è l’occasione per verificare che anche gli alunni più incerti possano giungere ad una comprensione della definizione, se non ad un livello avanzato almeno a quella che soddisfi gli obiettivi minimi.

Procediamo allora con il fornire una definizione:

I nomi comuni possono essere distinti in nomi concreti e nomi astratti. I nomi concreti indicano esseri o cose reali che si percepiscono attraverso i cinque sensi: Pertanto li possiamo vedere, udire, toccare, annusare e gustare. I nomi astratti, invece, indicano idee e concetti che non hanno consistenza fisica e, quindi, non si percepiscono con i sensi, ma sono il prodotto del pensiero o dell’immaginazione. Indicano: sentimenti, qualità emozioni e idee.

Si può ora eseguire il primo esercizio: facciamo disegnare o disegniamo noi stessi alla lavagna, una sorta di fumetto in cui la mamma dice: "Bambini sentite che profumo: la torta è pronta!" e i bambini rispondono "Corriamo! Che felicità!"

Chiediamo ora agli alunni di sottolineare, all'interno dei fumetti, i nomi concreti in rosso e in blu i nomi astratti. Il profumo può essere confuso ancora da qualcuno con un nome astratto, occorre spiegare che il profumo è fatto di piccole parti di materia, invisibili. La felicità è invece un sentimento, un’emozione. 

Prima di proseguire diamo qualche ragguaglio in più, informiamo i bambini del fatto che può accadere di incontrare nomi che usati una frase sono astratti, e usati in un’altra sono concreti. Se diciamo: “A tutti piace la bellezza” indichiamo un concetto astratto, se invece diciamo “Sofia è una bellezza” la parola bellezza è concreta in quanto indica una persona di bell’aspetto. Non sono cose che dovranno padroneggiare, sarà invece utile per comprendere come il significato di una parola cambia in base al suo utilizzo, ai riferimenti che si vogliono creare.

A questo punto l'attività può proseguire con altri esercizi compreso il passaggio dal nome concreto al relativo nome astratto: es: fratello --> fratellanza.  Dall'aggettivo al nome astratto povero --> povertà.

Nel file in download Classe quarta: nomi concreti e nomi astratti tutta la spiegazione e una serie di esercizi.

L'immagine astratta è presa da qui
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lunedì 16 gennaio 2012

Saper scrivere: L'ordine cronologico, il flashback o analessi

Finora abbiamo imparato che i racconti seguono un ordine cronologico o temporale nell'esposizione dei fatti, cioè rispettano la sequenza degli eventi così come accaduti. Riconosciamo queste parti nel racconto per la presenza delle parole del tempo: prima, poi, adesso, ora. 
Certamente non ci limitiamo più in quarta Primaria a queste quattro ma utilizziamo anche parole quali improvvisamente, frasi come ad un tratto, o dopo lungo tempo che trasmettono al testo velocità o lentezza a seconda delle situazioni narrative. Talvolta succede che il racconto si interrompa, passando a fatti precedenti a quelli narrati.
Come si evidenzia nel brano che segue:

La mamma salì in soffitta a cercare alcuni pezzi di stoffa per confezionare un abito di Carnevale per il più piccolo dei suoi due bambini, mentre cercava la sua attenzione fu catturata da un panno colorato e morbido regalatole da una sua amica tanti anni prima, si ricordò allora di quando lei cuciva nella sartoria all’angolo della strada, prima di sposarsi e prima che nascessero i suoi due bambini. Mentre lavorava, nella bottega si udivano le grida dei ragazzini che giocavano in strada. Le auto passavano di rado e i bambini potevano fare i loro giochi tranquillamente, non come ora che sfrecciano a velocità pazzesca. Prese il pezzo di stoffa e decise che avrebbe fatto il costume di Carnevale proprio con quello.

Questa tecnica è chiamata, un po’ impropriamente, a dire il vero, flashback, si tratta di una tecnica molto usata nel cinema e letteralmente significa flash=lampo, back=indietro. Di fatto nella narrazione significa fare un salto nel passato per raccontare altri fatti che interrompono l’ordine cronologico. Occorre porre particolare attenzione a non confondere l’analessi con la spiegazione di un fatto accaduto nel passato.
Analizziamo gli esempi che seguono, il primo non è un’analessi:

Marco non amava il minestrone. Ciò accadeva perché da piccolo la mamma lo costringeva a terminare tutto il piatto.

Il nel secondo esempio, invece, si percepisce lo spostamento all’indietro del piano cronologico, un salto indietro nel tempo, l’apertura di una finestra sul passato:

Marco non amava il minestrone. Ogni volta che si ritrovava il piatto di fronte, gli veniva voglia di alzarsi e scappare. Ricordava bene quella volta in cui a tre anni, la mamma lo aveva costretto a mangiarlo, ormai freddo e con la pasta molliccia e stracotta, l’aveva mangiato di corsa, mandandolo giù senza masticarlo e senza sentirne il sapore… Ma ora faceva di necessità virtù o ogni volta lo mangiava in silenzio, con il capo chino sul piatto e senza commentare.

Il flashback può essere introdotto nel corso del racconto da demarcatori temporali del tipo "alcuni anni fa" in opposizione a "ora", oppure da verbi come "ricordare", "pensare". 
Occorre sottolineare che non è pensabile un utilizzo competente già dalla classe quarta Primaria di questa tecnica narrativa, l’obbiettivo in questa fase è conoscerne l’esistenza e riconoscerla all’interno dei brani proposti. Inizialmente si può proporre un lavoro collettivo, per consentire di sperimentarne l’utilizzo in forma guidata.

Nel pdf in download L'ordine cronologico, il flashback o analessi, tutta la spiegazione e alcuni esercizi  per la comprensione e l'utilizzo della tecnica.

Altre risorse nel sito La teca didattica

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venerdì 13 gennaio 2012

Crescere Creativamente tra i primi 10 siti creativi più affidabili

Cari lettori del blog, condivido con voi come ho già fatto in alcuni social, il piacere nell'apprendere che questo blog é stato selezionato dallo Staff de GliAffidabili tra le migliori risorse internet dedicati ai lavori creativi.
GliAffidabili raccontano così questo blog:

L’autrice di Crescere Creativamente è Rosalba, una maestra di scuola primaria senza dubbio dotata di invidiabile inventiva.
In questo blog presenta ai lettori una grande varietà di contenuti dedicati alla crescita e alla formazione dei più piccoli, ovviamente in chiave creativa, come lo stesso titolo ci suggerisce.
Si ha solo l’imbarazzo della scelta tra riflessioni sulla scuola, suggerimenti sui compiti per le vacanze, tutorial di lavori con cui stuzzicare la creatività dei bambini e molto altro ancora; una fonte ispiratrice per insegnanti e genitori, complimenti maestra Rosalba! 

Parole che mi riempiono di orgoglio. Aggiungo che nulla sarebbe accaduto senza i lettori e gli amici del blog, senza le parole di chi mi ha sostenuto all'inizio, invitandomi a continuare, senza il supporto di continua a sostenere, a leggere e scambiare. 
Un successo in rete è anche la misura della delle idee di un individuo, ma più che altro è la misura della partecipazione ad un progetto. E Crescere Creativamente è diventato un progetto partecipato, perchè riporta, condivide rielabora le idee della rete, che talvolta si realizzano semplicemente in classe, altre volte a casa prendendo altrettante forme creative. Partecipare a un progetto del web non significa necessariamente esserne parte attiva, significa, e forse è ciò che davvero serve, sostenerlo.
Perciò come sempre è ai lettori, oltre che in questo caso allo staff de GliAffidabili, che va il mio grazie.
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mercoledì 11 gennaio 2012

Antenati del computer: I bastoncini di Nepero

John Napier, meglio noto come Nepero, è stato un matematico, astronomo e fisico scozzese. Diventò famoso per l'introduzione del logaritmo naturale, dei bastoncini (o ossi) di Nepero, per aver sostenuto l'uso delle frazioni decimali e del punto come separatore decimale.
Egli non si occupava di matematica per professione, in realtà era un ricco proprietario terriero di nobile famiglia che a quanto si racconta era assai abile nell'amministrare le sue proprietà.

Si hanno poche notizie sulla sua vita al punto da non poter affermare con sicurezza in quale università studiò. Ciò che è interessante ricordare, anche ai bambini di oggi, è l'invenzione di uno strumento di calcolo, chiamato appunto "bastoncini di Nepero". 
Questi strumenti sono considerati, insieme ad altre invenzioni analoghe, moderni antenati del computer, per via del fatto che utilizzano un sistema di calcolo. 
I bastoncini, chiamati anche virgulae numeratrices, sono costituiti da 10 moduli verticali nei quali vengono riportate le tabelline dei numeri da 0 a 9. Ogni risultato viene scritto in un quadrato diviso a metà dalla diagonale principale; si scrive una sola cifra per ogni parte, una per le unità e una per le decine. Questi sono i bastoncini mobili, perchè come si vedrà possono essere spostati per fare le operazioni. Oltre a questi “bastoncini” se ne prepara un altro che che è fisso, esso è costituito dalla sequenza di cifre da 1 a 9. Come si può vedere sotto, messi in questa posizione i bastoncini formano una normale tavola pitagorica:

Ipotizziamo di moltiplicare 6 x 247. Lasciamo il regolo fisso da una parte e preleviamo solo i bastoncini 2, 4 e 7, affiancandoli come sotto:
Per ogni fila abbiamo ottenuto il risultato corrispondente. Le cifre della combinazione devono venire considerate in diagonale e quelle della stessa diagonale vanno sommate. Nel nostro esempio, l'uno rimane solo, i due si sommano in quanto appartenenti alla stessa diagonale, i quattro si sommano per lo stesso motivo, il due rimane solo perchè è nella quarta diagonale, si otterrà il numero 1482, che infatti è il risultato di 6 per 247.

Da non dimenticare il calcolo del riporto come si può osservare sotto, prendiamo ancora il bastoncino fisso e l'8, il 5 e il 9 di quelli mobili, affiancandoli, moltiplichiamo per 7:
Come nelle normali operazioni si tiene a mente il riporto sommandolo alle cifre successive: in pratica partendo dal 3, 5+6 fanno 11, si scrive l'1 si riporta uno, si aggiunge a 6+3 che dà 10, si scrive lo 0 e si aggiunge l'uno al cinque che è solo nella diagonale.
Naturalmente con i bastoncini di Nepero è possibile eseguire anche le divisioni e negli anni numerose altre varianti hanno consentito di perfino di estrarre le radici quadrate. 


E' un interessante strumento che è semplice realizzare anche a scuola, che seppure non facilitando il calcolo può tornare utile nel far cogliere le numerose relazioni fra i numeri e a conoscere la storia delle invenzioni degli strumenti di calcolo.

Nepero non ritenne di aver inventanto qualcosa di nuovo, in quanto aveva rielaborato uno strumento preesistente chiamato Gelosia, che si sviluppò probabilmente in India e si diffuse nel medioevo in Arabia, Persia, Cina, venne introdotto in Italia nel 1300 e prese il nome dalle griglie delle finestre a cui graficamente assomigliava. Anticamente la finestra era infatti chiamata gelosia. Gli ossi di Nepero vennero conosciuti solamente nel 1617, anno della sua morte, attraverso la pubblicazione di  un piccolo volume dal titolo Rabdologia, fu così che da quel momento e nel giro di pochi anni l'uso dei bastoncini,  si diffuse in Europa e fino alla Cina.


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lunedì 9 gennaio 2012

Il monitor degli inganni

L'esperimento è francese,  presto potrebbe diventare una realtà percorribile per molte altri classi, si pensi ad esempio, per non andare lontani, al piano digitale che la Regione Sardegna sta attuando in questi mesi, al termine del quale ogni bambino potrà lavorare direttamente su un tablet di ultima generazione. 
Però da qui a dire che gli alunni impareranno a scrivere in Italiano con i centoquaranta caratteri di Twitter, ecco, ce ne corre parecchio.
Intanto sgombriamo subito il campo da un equivoco: la colpa dell'errore non nasce dal quaderno e non si supera attraverso un tablet, solo perchè su uno s'imprime l'inchiostro e sull'altro si usa il tasto per cancellare. La paura dell'errore nel bambino, nasce dalla reazione dell'adulto, insegnante o genitore che sia. Nasce dalla incapacità di saperlo accettare come dato utile nel complesso reticolo di fatti e stati emotivi che si sviluppano durante la conoscenza. 
Un tablet di per sé non ha nessuna capacità di minimizzare l'errore o di evitarlo in assoluto. E non basta neppure un correttore ortografico a risolvere il problema. Non si capisce perchè l'aspirazione ad ottenere una prestazione priva di errore all'origine, situazione assolutamente al di fuori di ogni esperienza di vita. Come se la colpa fosse intrinseca nell'errore e non nel modo di affrontarlo.
Si sbaglia nel fare una strada che porta ad un luogo, si sbaglia nell'acquistare un abito, perchè non possiamo più sbagliare a scrivere?
Il tablet è uno strumento che porta i suoi vantaggi,  è pratico, abbatte i costi della carta, migliora la gestione del tempo, permette di lavorare molto di più sulle immagini, e ciò per i bambini è importantissimo. Ma comunque le produzioni degli alunni vanno corrette, il metodo, le regole e i suggerimenti vanno insegnati prima e sperimentati poi, per poter diventare in un tempo lunghissimo competenza. 
Twitter in particolare, ma vale per tutti i social, non può essere veicolo dell'insegnamento di una lingua, si possono scambiare emozioni, saluti, commenti, notizie lampo e link, un mare di link utili. Ma per imparare a scrivere occorre imprimere pagine sul quaderno o al computer poco importa: occore usare la narrazione, il dialogo, la riflessione, la descrizione, tutta roba che in centoquaranta caratteri non ci può stare. Per imparare a scrivere occorre prima ancora comprendere un testo e centoquaranta caratteri non sono un testo.
Centoquaranta caratteri sono un messaggio di testo.
Twitter può sostituire parzialmente il caro vecchio scambio epistolare, o via mail come usa oggi, tra le classi, sempre che gli alunni abbiano poco da raccontarsi. Lo si può fare per qualche minuto al giorno, poi però occorre costruire dell'altro per imparare a scrivere. 
La scuola non è il luogo di tecnologici amori effimeri, ieri la lim, oggi il tablet e twitter. La scuola è la relazione duratura, per la vita, con lo scrivere che tutt'al più può affiancarsi la tecnologia come strumento, per passare dall'uno all'altro, dal tradizionale al più innovativo, ma che non può affidare a nessuno di essi in via esclusiva la capacità di catturare l'attenzione dell'alunno, restituendogli il sapere. Ancora uno strumento di quel tipo ha da essere inventato.
«Se non hanno uno schermo davanti a loro, non seguono la lezione», non mi pare un traguardo, ma un limite e un inganno.

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giovedì 5 gennaio 2012

Racconto breve: Una lanterna per la Befana

E domani è il sei gennaio e questo blog riprende le sue regolari pubblicazioni con il ritorno della Befana. Una figura amata un po' da tutti, di origine laica e che come in tutte le feste ha finito con il rappresentare aspetti legati sia alla cristianità, sia quanto c'era prima di essa.
Gli adulti, forse un po' meno i bambini, sanno certamente che la tradizione della Befana è quasi tutta italiana, fatte salve poche eccezioni.
E allora conosciamola questa Befana, per nulla cambiata nell'aspetto ma sicuramente invecchiata, perchè gli anni passano pure per lei, che ritroviamo in un futuro solo apparentemente lontano, dove molte cose sono cambiate ma le emozioni, quelle restano identiche, al di là del tempo e dello spazio. 

Una lanterna per la Befana 
(di Rosalba Cocco - Tutti i diritti riservati) 


Anni e anni di fermate a domicilio, d’instancabili viaggi notturni, avevano enormemente affaticato la vista della Befana. Su e giù per le regioni d’Italia a soddisfare le richieste dei bambini, da nord a sud, da est a ovest, controllare indirizzi, spuntare elenchi e la Befana non ci vedeva più tanto bene. Una visita dal più antico occhialaio della città e un paio di occhialini dalla classica forma tonda alleviarono per qualche tempo il problema. Ma gli occhiali, si sa, servono quando c’è luce, invece la povera Befana era costretta a viaggiare di notte: niente da fare non ci vedeva proprio. 
Fu così che prese la sua decisione: era tempo di andare in pensione. 
Si recò dal tipografo, l’anziano signor Stampus, quello della viuzza stretta che insieme alle sue antiche macchine per la stampa sembrava stare lì dalla notte dei tempi, chiese di poter stampare degli avvisi e porse un foglietto stropicciato con scritto: Ormai giunta in età di pensione e con la vista malandata, Vi comunico che a partire da oggi mi ritiro a vita privata. Un saluto affettuoso a tutti i bambini. 
L’uomo strabuzzò gli occhi incredulo, cercò tentoni una sedia, la avvicinò senza mai staccare lo sguardo dalla vecchietta, che non sembrava poi così male in arnese, e si sedette. 
Pensò che la portata della notizia era davvero sensazionale. Questo fatto avrebbe cambiato persino il calendario e lui i calendari li aveva ormai tutti stampati, che dire poi delle chiusure dei negozi o delle vacanze scolastiche… Si fece largo tra i suoi pensieri, che correvano veloci come meteore nella notte buia, un’altra certezza: come avrebbero reagito tutti i bambini, da Lampedusa fino a Predoi, al pensionamento della Befana? 
Bisognava fare qualcosa, altro che stampare avvisi, occorreva riportare la Befana alla ragione. Non era possibile che arrivati al 2050 tutto finisse così, all’improvviso. E sì che i bambini da nativi digitali erano ormai diventati DNA-Digital, ma alla Befana non volevano certo rinunciare, sarebbe stato come rinunciare ai sogni e all’infanzia stessa. Perfino molti adulti si sarebbero risentiti a questa dolorosa notizia. Certo, occorreva riconoscere che il teletrasporto e l’avvento definitivo dell’ologramma aveva ormai ridotto al lumicino lo spostamento delle persone, ma la Befana no, era ancora presto per dirle addio definitivamente. 
La congedò invitandola a ripassare da lì a qualche ora, prese tempo dicendole che le sue macchine antiche avrebbero impiegato un po’ a stampare gli avvisi. La Befana bofonchiò qualcosa a proposito di quel negozio così poco moderno e si eclissò. 
Il tipografo corse a chiamare i nipoti. Sollevò la pesante tenda che copriva il retrobottega e loro stavano lì, accucciati coi volti rigati di lacrime, non ci mise molto a capire che avevano origliato e che erano al corrente di tutto. Erano bambini svegli, anche se poco DNA-Digital, abituati a trovare soluzioni pratiche si recarono nel negozio di elettronica lì accanto, presero alcuni vasetti di vetro auto-riflettente, inventato nel 2030 da Illuminus per risparmiare sulle illuminazioni delle città, dentro ci misero una candela autorigenerante, anche quella invenzione di Illuminus, che era servita a sostituire la cera d’api scomparsa nel 2020 e ottennero così un potente faro per illuminare il viaggio notturno della Befana. 

Era ormai sera tarda, al sei gennaio mancavano una manciata di ore, la Befana tornò a prendere i suoi manifesti di addio. Guardò sul banco, vicino alla cassa, ma nessun pacco somigliava a una risma di carta, aggiustò gli occhiali guardò meglio e fu in quel momento preciso che il Signor Stampus accese la lanterna: tutta la tipografia s’illuminò come se il sole fosse lì a due passi. La befana fece un passo indietro e sorrise, lui le porse delicatamente la lanterna. E lei si avviò, nella notte buia affrettò il passo, accese la lanterna e migliaia di stelle si sparsero nella nebbia che da blu intenso virò al caldo color oro. La magia entrò nelle case ancora una volta e per tanti anni ancora

Il disegno della Befana è di Paola Senesi, che ringrazio di cuore, sul suo sito le sue altre meraviglie.
La foto ritrae una Pupazza di Gaia.
 
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