di Maestra Rosalba

giovedì 28 febbraio 2013

La Costituzione, che fatica

Alla scuola Primaria si insegnano i rudimenti della Costituzione, insieme a essa si insegna cosa è un diritto di voto, cosa è una democrazia, cos'è il parlamento, il governo, la rappresentanza e via dicendo. Posso garantire che è una faticaccia. Per ottenere qualche risultato decente, sempre che si continui a studiarne anche dopo, si comincia già coi bambini di prima con i diritti e i doveri. 
Ad esempio quando si parla dei tre poteri dello stato, si spiega che un nuovo governo per poter iniziare il suo lavoro deve, dopo la sua formazione, ricevere la fiducia del parlamento, così è scritto chiarissimo nei libri, e non può essere altrimenti: semplicemente riprendono quanto scritto nella Costituzione.
Mi ripeto, sono cose che è fatica insegnare e lo si fa a colpi di esempi, metafore e perfino simulazioni per far capire ai bambini come funziona, per dare un'idea, a loro così pratici e concreti, così ancora legati agli oggetti, di quel mondo astratto che è il funzionamento dello Stato, interessante certo, ma molto astratto.
Ora pensando alle note vicende nazionali di questi concitati giorni, che per l'ennesima volta ci coprono di ridicolo verso il mondo, perfino quando si cerca di cambiare rotta, penso che La Costituzione è troppo poco studiata, che non bastano le simulazioni e le metafore alla scuola Primaria ma occorrerebbe studiarle anche dopo. Dovremmo chiamarle Esercitazioni di Cittadinanza. E parlo con assoluta convinzione, scevra da qualsiasi ironia, se vogliamo formare nuovi cittadini del quale abbiamo un disperato bisogno.
Così il parlamentare di freschissima elezione intervistato ieri da Vittorio Zucconi in radio, il quale cercava di capire come intendano partecipare alla gestione del paese i componenti del Movimento 5 Stelle, forse avrebbe dato miglior prova di sè, quando rispondendo alla domanda  sull'assoluta necessità del voto di fiducia affichè un nuovo governo possa effettivamente diventare esecutivo, ha con assoluta incrollabile e ostinata convinzione citato l'art. 94 della Costituzione, che secondo la sua interpretazione, sostiene che un esecutivo può funzionare anche senza ottenere la fiducia del Parlamento.

Ora cari colleghi, per il futuro, semmai usciremo in qualche modo da tutto questo, bisogna che ci diamo una priorità di obiettivi: la comprensione del testo. 
Bisogna che ne facciamo di più di analisi del testo, che si comprenda bene l'uso delle parole e della punteggiatura. Perché è vero che l'onestà e la voglia di fare sono una cosa bellissima, ma mi dite che serve se non si capisce ciò che si legge? 

Sezione I Il Consiglio dei Ministri
Articolo 94 
Il Governo deve avere la fiducia delle due Camere. 
Ciascuna Camera accorda o revoca la fiducia mediante mozione motivata e votata per appello nominale. Entro dieci giorni dalla sua formazione il Governo si presenta alle Camere per ottenerne la fiducia. 
Il voto contrario di una o d'entrambe le Camere su una proposta del Governo non importa obbligo di dimissioni. 
La mozione di sfiducia deve essere firmata da almeno un decimo dei componenti della Camera e non può essere messa in discussione prima di tre giorni dalla sua presentazione. 

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sabato 23 febbraio 2013

Scuola Primaria: Omaggio a Nicolò Copernico

Ricorrevano il 19 febbraio i 540 anni dalla nascita di Nicolò Copernico. Anche google lo ha ricordato con  un doodle animato. 
Anche a scuola, come abbiamo fatto per altre ricorrenze significative abbiamo celebrato la sua opera con questo video, essenziale nelle informazioni e semplice nel linguaggio ben si presta alla visione  per gli alunni di scuola Primaria: racconta da prima dei suoi studi in Italia e come è giunto a elaborare la sua teoria eliocentrica.
Per poter comprendere la portata della sua teoria è bene che i bambini capiscano l'importanza del passaggio dalla teoria aristotelica e tolemaica, che poneva al centro dell'universo conosciuto la terra, alla teoria copernicana che invece indicava il sole come centro dell'universo con i pianeti che gli ruotavano intorno. 
A questo poposito è utile fornire anche un'immagine, perché i bambini imparano e comprendono meglio se quanto diciamo è riscontrabile in un riferimento concreto.
Noi abbiamo completato la nostra attività con alcune brevi informazioni scritte, che insieme al disegno a lato ci hanno permesso di ricordare questa importante figura di astronomo, che con la sua ricerca e i suoi studi è stato il fondatore della moderna astronomia. 

E' importante precisare che un buon curriculum, un buon portfolio anche nella scuola Primaria, è quello che mette accanto alla capacità esecutiva e alla conoscenza, il fare memoria delle figure che hanno ricoperto ruoli importanti nei diversi campi della "sapere". E' spesso grazie alla loro ostinazione, al puntiglio, alla fermezza dei propositi, spesso contro ogni evidenza, che persone come Copernico, ma anche Galileo, giusto per stare in tema, sono riusciti a imprimere nuovo vigore al progresso. 
Educare è anche mettere a confronto le imprese umane, prenderle come esempio per dare slancio al lavoro scolastico. Queste figure, citate spesso nei libri di testo, vengono a volte trattate con sufficienza, come se bastasse nominarle per sapere. La celebrazione, l'omaggio, è invece l'unico modo per conferire l'ufficialità dell'incontro tra gli alunni e gli autorevoli studiosi che ci hanno preceduto.

I credit delle foto sono del Ilpost.it

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lunedì 18 febbraio 2013

Futuro e cocci

Una delle maggiori cicatrici della scuola di un passato nemmeno tanto lontano, che anzi si è mischiato al futuro prima di scomparire quasi del tutto, è stata la severità di certi insegnanti mista a una certa dose di sadismo. 
Per questo, ancora condizionati da questo passato, ciò che tantissimi genitori (legittimamente) cercano negli insegnanti al momento dell'iscrizione a scuola, sono la gentilezza, la tolleranza e che si voglia bene ai bambini.
Oggi mi viene da sorridere di ciò. Ora che li vedo in quinta, a un palmo dal raggiungermi in altezza, apparentemente sicuri, alcuni recalcitranti e stretti nelle regole della classe. 
E' come una corda che si sta tendendo, sempre più, sempre più, pronta rompersi nel desiderio di libertà, pronti a lasciar esplodere l'agognata frase "ora sono grande non mi devi dire cosa devo o non devo fare, che non ho fatto i compiti o che non ho studiato". Alcuni sul punto di rompere il patto che avevamo stabilito, nella fretta di andare avanti e di sentirsi liberi, hanno già sacrificato sull'altare della crescita quell'affetto che ci legava in modo quasi materno. E come a casa sono pesanti, mal sopportate e detestate, certe indicazioni dei genitori, a scuola lo diventano ancora di più perché date da un'estranea o un estraneo. 
Voglio sfatare un mito quindi. In cinque anni di scuola Primaria alcuni smettono prima loro di volerci bene, così lasciano trasparire, e a pensarci bene è normale che sia così. Si preparano al distacco? Sono già fuori dalla scuola con la mente, stufi di quaderni, libri e regole? 
Non lo so. 
I bambini sono tutti diversi, c'è chi rimane lì acchiocciato tra le gonne, felice ancora di una carezza, di un sorriso complice, di una merenda divisa come un tempo, fedele al rimprovero che accetta come un consiglio, come in effetti ancora è. 
Chi invece si allontana nel corpo e nella mente, quasi con rabbia, prendendo quel rimprovero come un attacco personale, come una mina piantata nella strada della libertà fuori dal recinto della scuola, verso un campo di calcio, verso uno spazio cementato dove fare rollerblade, ovunque ci sia da stare fuori da regole e prescrizioni. 
C'è chi invece fa finta che vada tutto bene infrangendo regole e patti nella calma della quotidianità, in sordina, approfittando delle miriadi di distrazioni della quotidianità scolastica.

E preparandoci al futuro non lasceremo sparso di cocci, come quando dopo una bella festa si lascia la sala in condizioni pietose. Noi lasceremo l'aula pulita e i detriti quelli che si sono accumulati nello stress di stare tante ore assieme a dirci cose belle ma anche cose che non ci piacciono, li raccoglieremo e li getteremo via, facendo spazio alla memoria delle cose belle.
La cosa più difficile per loro è proprio capire quest'ultimo, ultimissimo, concetto. Perché l'impressione è che alcuni hanno già salutato e neppure ascoltano più.
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venerdì 15 febbraio 2013

Il racconto Fantasy

Ancora un'altra tipologia di racconto che si affronta in classe quinta Primaria: il racconto di tipo Fantasy. Genere amatissimo dagli alunni, basta pensare a Harry Potter, un classico del fantasy contemporaneo, al Signore degli anelli scritto nel secolo scorso, negli anni a cavallo della seconda guerra mondiale o alle  Cronache di Narnia, all'incirca negli anni cinquanta.
Un genere con una storia piuttosto recente, nato nella seconda metà dell'ottocento,  trasferitosi cinematograficamente in opere altrettanto conosciute, felicemente approdato anche nei giochi e videogiochi, giusto per citare ambiti molto famigliari ai nostri alunni.
E questi sono i generi, assieme all'horror, il giallo che più li appassionano e li colpiscono, anche perché il riferimento al cinema, alla tv e ai videogiochi li rende ai loro occhi reali e concreti. 

Struttura del fantasy
Anche in questa tipologia testuale la struttura rispetta la scansione: inizio, sviluppo e conclusione. La vicenda è intricata e ricca di cambiamenti e colpi di scena. Il protagonista deve compiere un'impresa, un viaggio o deve ritrovare qualcosa che gli è stato sottratto, viene ostacolato  e deve superare innumerevoli sfide e/o pericoli. Nel racconto fantasy la lotta tra bene e male e continua, il protagonista nella sua missione è sostenuto dagli aiutanti e ostacolato dagli antagonisti.

I personaggi
Fantastici o reali, buoni e/o cattivi, quasi sempre dotati di poteri, maschi, femmine, demoni, creature strane e mai viste, come gli hobbit, ma anche streghe, orchi, maghi, gnomi, elfi, folletti, troll, fate, guerrieri. Sono spesso presenti anche animali fantastici, come i draghi.

I luoghi
Il racconto è ambientato in luoghi magici: foreste, castelli, boschi, caverne o palazzi fantasmagorici. In questi ambienti dove spesso vivono animali e piante anche loro dotati di strani poteri, tutto può accadere, anche la cosa inimmaginabile e straordinaria.

Il tempo
La storia può essere ambientata indifferentemente nel passato, nel presente o nel futuro.

Mini dizionario delle creature del genere fantasy
Mago: Persona con poteri magici

Fata: personaggio con sembianza di fanciulla eterea e magica.

Folletto: piccola creatura leggendaria che si muove anche nell'aria, difficile da vedere, abita nelle tane dei boschi e si diverte a fare dispetti e scherzi, tuttavia è assolutamente innocuo.

Gnomo: è rappresentato come un esserino vecchio, barbuto e burbero, che vive sottoterra e custodisce tesori.

Troll: indica una creatura fantastica, generalmente malvagia, con carattere antropomorfo, abitante nelle foreste. Generalmente ha sembianze umane ma può trasformarsi in pietra, alcune volte è feroce e malvagio altre volte appare come un omino innocuo.

Hobbit: sono definiti mezzi-uomini, somigliano agli umani ma molto più  piccoli, un hobbit adulto è altro circa tra gli 80 e i 120 cm, hanno grandi piedi pelosi e resistenti, non indossano mai calzature a causa della pelle coriacea e spessa.

Elfi: sono spiriti con sembianze umane, sono alti e magri, forti e velocissimi, hanno un volto pulito e sereno, i capelli biondi, gli occhi chiari, non hanno la barba e le orecchie leggermente a punta. Si dice abbiano una grande vista e un udito molto sensibile. Riescono a percepire i pensieri delle persone, si dice che siano dotati di telepatia. Hanno bella voce e chiara. Sono intelligenti ed armoniosi, nutrono molto rispetto per la natura. Sanno forgiare spade e metalli, conoscono la magia.

Unicorno o liocorno: è  raffigurato come un cavallo bianco dotato di attributi magici, con un unico lungo corno avvolto a torciglione sulla fronte. Molte descrizioni attribuiscono all'unicorno anche una barbetta caprina, una coda da leone e degli zoccoli.

Drago: è una creatura mitico-leggendaria dai tratti solitamente somiglianti ai rettili. Nella cultura occidentale porta morte e distruzione.

Orco: è un mostro antropomorfo gigantesco, crudele e divoratore di carne umana.

Ora la filastrocca che riassume le caratteristiche del racconto fantasy:
 Il racconto fantasy 

Il racconto di fantasia
è un'avventura in compagnia.
Gnomi, elfi, folletti e maghi,
streghe, fate, guerrieri e draghi!
Un orco qua, un troll di là,
ma chi è che li sconfiggerà?
Luoghi magici e ambienti fatati,
tempi presenti, futuri e passati.
Il protagonista salverà
i personaggi in difficoltà.
Tutto questo forma una storia
che se vuoi puoi imparare a memoria!

(La classe quinta e Maestra Rosalba)

Attività:
Scegli un protagonista (un ragazzo o una ragazza) che deve compiere un impresa: raggiungere un luogo, ritrovare il suo oggetto magico per riconquistare il suo potere, attraversare una foresta malvagia...
Ambienta in un luogo come un castello, un bosco o una foresta.
Tempo presente, passato o futuro.
Individua degli aiutanti: elfi o fate.
Individua degli antagonisti: troll o orchi.

Tutto il pdf dell'attività: Il racconto fantasy

Link utili: i disegni fantasy da colorare di Midisegni

Le creature magiche della saga di Harry Potter

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giovedì 14 febbraio 2013

Scuola primaria: Monere e Protisti

Monere e protisti, due dei cinque regni, sono presentati in alcuni libri per la classe quarta primaria un po' di corsa. Vale la pena riprendere l'argomento e cercare di fare ordine nelle informazioni, anche perché agli occhi degli alunni i due regni potrebbero apparire molto simili, trattandosi di organismi molto piccoli  descritti da qualche immagine e pochi riferimenti reali.
Nel pdf, corredato di immagini, qualcuna anche da colorare, sono contenute anche le mappe da preparare con gli alunni, per capire e memorizzare la classificazione dei due regni. Il regno dei funghi lo trovate invece descritto qui.

E' senz'altro utile integrare le informazioni sia dei libri sia dell'altro materiale, con quest'animazioni di Ufotto Leprotto, per conoscere i diversi regni basta sfogliare con le frecce gialle in basso.

Pdf: Il regno delle monere

Pdf: Il regno dei protisti

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lunedì 11 febbraio 2013

La geografia delle maschere italiane

La proposta didattica, adatta anche a trascorrere un pomeriggio in casa è un percorso geografico. In realtà si tratta della geografia delle maschere della Commedia dell'arte.
Tutto ciò che riguarda il carnevale, nelle tradizioni geografiche e storiche si presta a essere usato trasversalmente alle discipline, ai bambini piace, serve a variare la routine didattica: cibi, manifestazioni, tradizioni, teatro, non c'è che l'imbarazzo della scelta per imbastire attività, cartelloni, piccole ed estemporanee recite.
Ho preparato una cartina dell'Italia con le maschere più note della Commedia dell'Arte, sono già unite con una freccia alla regione di appartenenza, gli alunni devono scrivere sulla freccia il nome della regione, anche utilizzando l'elenco riepilogativo in alto.

File pdf dell'attività didattica: La geografia delle maschere italiane

Altre attività sul Carnevale: Un itinerario geografico, al cui interno si trovano le notizie sulle diverse maschere e i carnevali tradizionali della nostra Penisola.
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venerdì 8 febbraio 2013

C'è posta per me

Il nostro si sa non è un mestiere che si può fare così alla trallallero, mentre  c'industriamo nell'applicare e perfino ricercare i modi per far imparare i bambini, dobbiamo mantenere le orecchie ben tese ai segnali che ci mandano: si stancano, si demotivano, si annoiano, sono distratti. 
I motivi sono tanti e neppure volendo ci si potrebbe star dietro a capirli tutti, per curare, come si dice, le cause. Poi a dire il vero ci sono cause che anche a scovarle non è neppure nostro compito curare. Le soluzioni, le strategie vanno invece spesso trovate al volo e per intuito. Dalla parte delle maestre e dei maestri c'è spesso l'esperienza, e se si è svegli, perché anche a noi spetta essere svegli e non solo agli alunni, basta un ciclo al massimo due per capire, senza troppo margine di errore, cosa succede a un bambino.

Ci sono anche i bambini appartenenti alla categoria del  "è bravo ma non si applica", che se per un ragazzo di una certa età vuol dire che quello che riesce a fare lo conquista con abilità quali la capacità di ascolto, la logica e la memoria, per gli alunni più piccoli significa che a scuola rispondono bene, hanno capito,  sanno collegare fatti e dati, poi la volta successiva hanno parzialmente dimenticato. Allora li osservi li guardi al lavoro e pensi che no, non ci sono particolari difficoltà. Però le cose a guardarle bene non vanno affatto bene, perché dimentica oggi, dimentica domani, un "non so" oggi, un "non so" domani, succede che è proprio la fondamentale preparazione della Primaria a essere intaccata, un danno al quale si potrà certo rimediare, ma con più fatica di quanta non se ne farebbe a lavorare costantemente sulle cose al momento in cui si deve.

Così un giorno osservando l'ennesimo caso, mi sono avvicinata a una bambina che stava facendo al computer un buon lavoro su una mappa, una bambina che è sempre incerta, che sbaglia sui dettagli, ma che spesso ha una buona conoscenza globale, confermata nel mio dubbio dal lavoro che eseguiva, le ho detto: "Sei brava, hai fatto un buon lavoro con quella mappa. Posso chiederti una cosa?" Lei mi ha sorriso estasiata dal mio complimento e mi ha risposto: "Sì certo!" "Non so perché ma mi sono fatta l'idea che tu a casa studi poco, che le cose che facciamo a scuola non le rileggi,  io so che sei una bambina sveglia, lo dimostra il lavoro che fai ora, ma spesso le tue risposte sono incomplete, non capisco, forse lo studio non ti piace? O qualcosa non va?" Mi ha sorriso ancora e ha sollevato le spalle. Ho capito che non voleva rispondere e le ho detto di continuare pure il suo bel lavoro.

Oggi sulla cattedra ho trovato una letterina, un foglio bianco, con un grande cuore disegnato sopra, sigillato con la colla e che conteneva un foglietto: "Cara maestra Rosalba, avevi ragione io a casa studio molto poco, però ti devo dire che l'altro giorno ho studiato più di due ore. Ti voglio bene"

Ora scusate vi devo lasciare, devo rispondere a una lettera.

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mercoledì 6 febbraio 2013

Il racconto horror

In classe Quinta di scuola Primaria è un allegro sfilare di tipologia di racconti, oltrepassata la classica divisione degli anni precedenti che distingueva principalmente tra il racconto fantastico e quello realistico, ora è il momento di affrontare i "generi": per ogni tipo noi stiamo cercando di fare variazioni sul tema, in modo da focalizzare sulle caratteristiche.

1) Una prima variazione è quella di costruire una filastrocca  che riprendendo le parole chiave del genere ne riassuma i tratti.

2) La seconda è fare un continuo accostamento al cinema, contando sul fatto che la televisione rimane il mezzo più fruito da tutti.

3) Infine, ma non ultimo, riferisi alla letteratura per ragazzi, oggi così variamente ricca da aver declinato anche i generi per adulti in una sorta di parodia adatte ai più piccoli.

Il racconto dell'orrore

Il racconto dell'orrore
dove tanta gente muore,
ci son posti inquietanti
e danzanti fantasmi fluttuanti.
C'è il perfido l'assassino
dal pensiero sopraffino,
 e un sinistro scricchiolio...
Sarà stato il nonno oppure lo zio?
(Maestra Rosalba e i bambini di 5^)

La filastrocca si può scrivere dopo aver letto le indicazioni del libro di testo, su cui i bambini dovranno studiare a casa, oppure prima per poi andare a leggere i diversi elementi e confrontarli. 

Durante la conversazione mentre si scoprono le caratteristiche del testo, si può fare l'accostamento con il cinema, anche senza riferirsi a un film in particolare, anche perché i film identificati con il bollino rosso nessuno di loro dovrebbe guardarli, ma quasi tutti sanno di cosa si tratta. 

Anche la letteratura per ragazzi offre spunti per accostamenti e paragoni, benché alcuni libri siano ovviamente una parodia della tipologia del testo destinata agli adulti.

Si può tracciare un diagramma di flusso per evidenziare: 
gli elementi del racconto horror
- Inizio, sviluppo e conclusione
- Riflessioni - descrizioni - dialoghi - narrazioni
- Il racconto è scritto generalmente in prima persona
- Narra fatti di fantasia
- Vi è un senso talvolta di prevedibilità di ciò che sta per accadere, altre volte d'imprevedibilità in situazioni apparentemente tranquille.
- I fatti raccontati sono spaventosi. 

Vediamo ora quali possono essere i personaggi adatti alla stesura di un racconto dell'orrore, affiancati alle loro terribili caratteristiche:
- Mostri ---> orripilante, disumano, enorme, grottesco, disgustoso
- Strega ---> malefica, arcigna, cattiva, crudele,
- Fantasma ---> invisibile, spaventoso, fluttuante, lamentoso
- Vampiro ---> sanguinario, infernale, tenebroso, infernale
- Zombi ---> viscido, cadente, bavoso, raccapricciante
- Scheletro ---> tremolante, scricchiolante, incerto, inquieto
- Mummia ---> rinsecchita, irrigidita, raggrinzita, cadaverica.

I luoghi dove ambientare un racconto dell'orrore e le loro principali caratteristiche:
- Casa ---> vecchia, decrepita, polverosa, piena di ragnatele cadenti
- Foresta ---> scura, fitta, buia, intricata.
- Labirinto ---> pericoloso, opprimente, angosciante, ossessionante.
- Soffitta ---> polverosa, cupa, piena di vecchi oggetti, dimenticata.
- Palude ---> desolata, nebbiosa, maleodorante, vischiosa.
- Cimitero ---> macabro, sinistro, silenzioso, tetro.
- Cantina ---> buia, ripida, disordinata, silenziosa.
- Caverna ---> scura, profonda, buia, rimbombante

Attività
Inventa un racconto dell'orrore, aiutandoti con la scaletta che segue
- Il protagonista si ritrova in un luogo a scelta tra quelli indicati sopra.
- Cerca una via d'uscita ma si perde, ha paura, ma cerca di ragionare su come tirarsi fuori da quella situazione.
- All'improvviso incontra un personaggio, scegline uno tra quelli indicati sopra e descrivilo nei dettagli, come se lo dovessi disegnare.
- Trova una strategia affinché il protagonista si salvi: scappa (come?), oppure sconfigge il mostro (in chemodo?).
- Conclusione: si salva all'ultimo minuto quando sembrava ormai senza scampo.

Per stampare quest'attività cliccare sul bottone verde sotto o scaricare qui il pdf.

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lunedì 4 febbraio 2013

Piccole e grandi attese

Cinque anni sembrano tanti,  invece io ho la prova, la dimostrazione, che volano via. A scuola quando si sta bene gli anni volano via, è un fatto inoppugnabile.  Per me questi ultimi cinque sono stati un soffio. Mi preparo a salutare i miei alunni, siamo al traguardo del primo quadrimestre poi meno di cinque mesi e ciao ci saluteremo. 
Intanto sotto sotto, perché anche se sembra che no, io penso alla futura classe. Lo sapete no che ogni classe ha una storia? Individuale, di gruppo, e man mano che si forma, con il tempo che passa, si caratterizza sempre più: le relazioni, i modi di fare contagiosi, le risposte... Abbiamo voglia noi insegnanti a lavorare contro l'omologazione, in parte è una battaglia persa, in parte no perché fare gruppo, che è anche la bellezza della scuola è omologarsi. 
A cambiare i gruppi, a smontare tutto ci pensa la scuola media, perché è a ciò che serve il passaggio di grado, a scombinare i giochi, le amicizie, slegare i legami e crearne di nuovi, si cresce così, riadattandosi, facendosi un po' di scorza.
Oggi mentre stampavo in laboratorio il materiale per gli scrutini di questo pomeriggio, sono entrati i bambini della scuola Infanzia a fare la loro attività accompagnati dalle loro maestre. Ho chiesto scusa dicendo che avrei lasciato subito libero il laboratorio, ma sono stata subito circondata da un paio di bimbi cinguettanti e sorridenti, gli occhi luminosi di infantile curiosità a vedere cosa stavo combinando. e infatti la più vivace mi ha chiesto cosa stavo facendo. Un po' ammutolita dall'essere improvvisamente oggetto di tanta curiosa confidenzialità da parte di bambini così piccini e che conosco nulla si può dire, ho pensato cosa rispondere intanto che  la loro maestra li invitava a non disturbarmi, così la piccola ha detto che prima di andare a sedere aveva da dirmi una cosa, mi  si è avvicinata, ha messo una mano vicino al mio orecchio e sottovoce mia ha detto: "Lo so chi sei, sarai la mia maestra, me lo ha detto mio nonno". Io li ho guardati, ridendo divertita: "Anche io so una cosa, vi adoro già siete una meraviglia", così abbiamo conversato qualche minuto, il tempo di salvare le mie cose e alzarmi.

Quindi ogni volta che mi domanderò sulla fatica del ricominciare con la classe prima, mi devo ricordare perché: perchè i bambini di scuola Infanzia aspettano la loro maestra o il loro maestro. E anche io, ora che so, sto già aspettando.
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venerdì 1 febbraio 2013

Colloqui via skype: ora non esageriamo.

Mi metto avanti con il lavoro e casomai al Ministero venisse in mente un'idea come questa dico da subito cosa ne penso. Forse vanno bene per le superiori, forse anche per la scuola media, forse. Ma a pelle e di pancia verso i colloqui via skype il mio è un no. Via skype si possono fare un sacco di cose utili nella comunicazione scuola-famiglia, cose tecniche insomma, ma a confrontarci sui bambini, sugli studenti, parlare di situazioni, senza avere l'interlocutore di fronte corpo compreso, non mi ci vedo.
Ora di tutto ciò che riguarda la scuola digitale un mare di cose mi trovano d'accordo, per me che detesto scrivere sulla carta, compilare il registro digitale è una pacchia, comunicare via mail la cosa più veloce e più semplice, digitalizzare il materiale, cosa che ormai faccio da decenni, un piacere, ma a parlare con i genitori, fatto che di norma accade una o due volte all'anno circa, no davvero non mi ci vedo proprio. Non solo penso che sia doveroso incontrarsi quelle due striminzite volte, ma penso che vada fatto proprio faccia a faccia, e visto che parliamo di persone, credo che vedersi due volte l'anno non sia un grande sacrificio in fondo. In cinque anni di frequenza sono dieci volte in tutto, dieci volte in cui stiamo entrambi nello stesso posto, fisicamente, a parlare di una persona che sta a cuore a entrambi. Io a un volto non accompagnato dai gesti, dal respiro, dal tono di voce non filtrato dalla distanza, dallo sguardo puntato su di me mentre gli parlo o del mio verso di lui mentre ascolto, non ho nulla da dire, come d'altronde le cose dette da me dall'altro capo del video, so che non avrebbero lo stesso effetto delle cose dette stando a respirare la medesima aria.
Lo so, lo capisco il risparmio di tempo, le file ai colloqui, quello che non capisco è se poi queste comunicazioni debbano essere organizzate tutte nel medesimo pomeriggio, se vengono diluite nel tempo, se va data una disponibilità settimanale e già che ci siamo sarebbe utile conoscere a quali attività sottrarremmo tante ore da passare su skype, per poi non andare mai a fondo alle cose, ché già è difficile quando ci si vede andare a fondo alle cose, trovare strategie e soluzioni. Ma poi davvero un pomeriggio a fare i colloqui a parlare con gli insegnanti e a sentire, mentre si aspetta, gli altri genitori sono tutto questo spreco di tempo? 
Se è così mi dispiace tanto perché di tempo ne ho sprecato tanto da genitore e ora una quantità inestimabile da docente e skype lo riserverei alle situazioni d'emergenza, quando davvero è difficile incontrarsi anche per motivi non dipendenti dalla nostra volontà, che purtroppo non mancano mai nella scuola come altrove.
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Come inserire l'inizio di un racconto

Spesso viene chiesto agli alunni di inserire un inizio di racconto, di recente ho di nuovo proposto quest'attività e mi sono resa conto che nonostante il fatto gli alunni siano in quinta non c'è ancora nulla di scontato, o almeno non per tutti, su certe attività. Ancora ci sono cose che vanno rispiegate e riproposte anche indicando il metodo per poterle realizzare. 
Così abbiamo preparato con gli alunni, perché il metodo è sempre quello di far individuare a loro stessi cosa devono fare anche partendo dalle cose che hanno sbagliato durante l'esecuzione del compito. 

Per non sbagliare grossolanamente nell'inserimento di un inizio di racconto, occorre ricordare di:
1) leggere molto bene, anche più volte, il testo proposto, sottolineare i protagonisti, il luogo, il tempo se sono indicati, serviranno per progettare l'inizio;

2) ricordarsi che nell'inizio va specificato: "chi? dove? quando?" non necessariamente in quest'ordine ma devono comparire almeno due di queste informazioni. Può essere necessario anche specificare il "cosa?" esso va scritto secondo la logica di ciò che viene dopo. Se il protagonista o un personaggio della storia si trova in un certo ambiente, non può stare improvvisamente altrove, in qualche modo ci dev’essere andato;

3) importantissimo è il fatto di tenere conto delle scelte già operate dall'autore, se scrive in prima o in terza persona, sul luogo, sul tempo e soprattutto va rispettato il senso e la consequenzialità delle azioni (vedi punto 2);

4) prima di dichiarare concluso il lavoro, procedere alla rilettura, o farlo leggere ad altri a alta voce, per vedere se le due parti una volta unite rispettano il senso del racconto. Da ultimo fare una revisione delle parole utilizzando il vocabolario.

5) Ricorda: l'inizio va immaginato come una porta che si apre sul racconto, che con due o tre frasi, non molto lunghe, ma dal tratto deciso, ci fa capire chi, quando e dove, spesso ci introduce con garbo e curiosità, o altre volte con decisione e mistero nella storia.

In un comodo pdf stampabile tutti i suggerimenti

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Segnalazioni editoriali: Per quest'anno le rondini non tornano

La rete fatta è di persone che s'incontrano, e io di persone ne ho incontrate tante, alcune le seguo ancora, altre no, e altre ancora le ho appena conosciute. Una di queste è Giuliana e dopo qualche mese di chiacchere e di conoscenza,  mi ha fatto un regalo importante, un suo libro.
E questo libro, come ho anche scritto all'autrice mi ha riportato in quel periodo della vita tra l'adolescenza e l'età adulta, quando divisi tra il desiderio di uscire da casa e i legami profondi con la famiglia ci si affaccia alla vita: si scopre l'amore, si scopre la morte e infine la nascita come riscatto stesso della vita. Il ciclo si compie agli occhi della protagonista restituendo speranza e forza.
Lo so oggi le cose non stanno più così e io me ne rendo conto anche a guardare i miei alunni con questa fretta e smania di crescere. E penso che invece si dovrebbe fare come Claudia la protagonista di questo romanzo che si prende il tempo che le serve per riflettere, per riconoscere, senza correre, cosa accade dentro di lei. 

Un libro bello e piacevole,  attraverso la vita dei protagonisti, racconta di innamoramento, di lavoro, di rapporti famigliari. Adatto agli adolescenti così come agli adulti che cresciuti non lo sono mai, che ha una storia di libro quasi pubblicato,come l'autrice racconta, ma che grazie a Internet ci è concesso di leggere.

[Aggiornamento del 06/02/13: Il libro è tornato in editing, non appena sarà disponibile, aggiornerò il post]

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