di Maestra Rosalba

martedì 30 dicembre 2008

I bambini: vittime incolpevoli

Questi non sono soldati, nè adulti sono bambini, ho aperto Tiscali e c'è da sentirsi a male a vedere questa immagine. La risposta alla violenza di Hamas non può essere la morte di altre vite innocenti soprattuto se sono bambini. Il viaggio del papa in Terra Santa è ora incerto, e invece è proprio il momento di andare in Terra Santa. Qualcuno deve fermare il massacro dei bambini sia da una parte che dall'altra. I bambini devono stare fuori dalla guerra, non scelgono dove nascere, non scelgono di chi essere figli: se figli di israeliani o figli di palestinesi, di essere ricchi o poveri e tutti siamo stati bambini anche chi ora li uccide è stato bambino. Fermate il massacro. Chiunque lo condivide sottoscriva questo appello, anche mettendo questa foto nel suo blog. Il silenzio uccide due volte le vite dei bambini

Foto Tiscali
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domenica 28 dicembre 2008

Una calza della Befana? un calzino prego


Questo sacchetto rosso, graziosa confezione di un regalo preso nella mia erboristeria preferita, mi ha dato l'idea per una calza della befana speciale.

La metterò nel camino per il prossimo 6 gennaio (perchè come dice una mia collega adoro Babbo Natale ma mi sento più Befana). Sono andata in soffitta e ho cercato un calzino piccino piccino di quando mia figlia aveva pochi giorni e l'ho fissato con due punti nascosti. Poi ho riempito di dolci e ho comprato un libro di quelli che compri e rileggi fino a novant'anni anni: "Il Piccolo Principe" di Exupery ad esempio, un libro che tutti dovremo avere in casa a prescindere dalla nostra condizione umana; o un altro come "Destinatario Sconosciuto" di T. Kressmann... insomma sceglietene uno di quelli che restano nel cuore e infilatelo nel sacchetto/calza, come ho fatto io.Se poi volete fare una cosa davvero speciale, comprate un prodotto per il corpo di quelli che coccolano e mettete dentro pure quello.
Avrete fatto una calza della befana con cibo per il corpo e cibo per la mente. 
Le feste sono occasione per fare i regali e per fissare i ricordi. Se trovate un vostro giochino di quando eravate piccini potete infilare pure quello. Ai figli (ma anche ai nipoti) piace sapere come giocavamo noi da piccoli.
Se preparate la calza per gli adulti, potete completare anche qua con una ricetta, un libro che avete dimenticato di regalare a Natale, un prodotto per la persona, una riflessione personale. Non deve essere necessariamente qualcosa di "serioso" per far riflettere, ma pensando ai vostri cari e conoscendone i gusti, anche qualcosa che li farà sorridere ... che di questi tempi non è una cosa sbagliata.

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Didattica Laboratoriale: in pratica

Già abbiamo fatto un cenno alla didattica laboratoriale intendendo questo modo di fare scuola non come spazio fisico, ma come l'integrazione di due spazi, fisico e mentale, dove il secondo è certamente prevalente, in quanto riferito al modo di porsi rispetto al rapporto insegnamento/apprendimento e apprendimento/insegnamento, in mezzo al quale stanno i "mediatori".
E' opportuno ribadire che anche l'insegnante è a sua volta mediatore, in quanto è evidente che egli sta tra il sapere e l'alunno, per questo vedremo che l'atteggiamento con il quale si pone è fondamentale perchè vi sia apprendimento, cioè modificazione delle conoscenze dell'alunno.
I mediatori possono essere di diverso tipo:
- mediatore simbolico il più conosciuto e più usato; per capirci è quelllo delle lezioni frontali espositive, affinche sia efficace e non si rischi di perdere l'attenzione di chi ascolta ha necessità di feed-back continui, di richiami, di uso continuo di parafrasi e esempi esplicativi. Queste aggiunte sono maggiormente necessarie quanto più si abbassa l'età di chi ascolta. I rischi di questo mediatore sono i problemi di codifica e di decodifica, pertanto occorre essere sicuri che il linguaggio sia compreso; spesso si corre il rischio di cadere nel nozionismo.
- mediatore iconico rintracciabile oltre che nelle immagini anche nelle tabelle, nei grafici, nei diagrammi, nelle mappe, è quello maggiormente vicino alla realtà, perchè immediatamente percebibile all'occhio, possiede una portata informativa limitata.
- mediatore analogico rintracciabile nei simulatori di situazioni reali, consente di evitare la dispersività e la pericolosità di situazioni reali. Non è applicabile a tutti i campi del sapere.
- mediatore attivo è rintracciabile nell'esperienza diretta, il cosidetto "lerning by doing", imparare facendo, dove il contatto con la realtà è continuo e diretto, facilità l'incentivo della motivazione, mediatore e protagonista dell'apprendimento sono in gran parte coincidenti. Presenta problemi di fattibilità e di mantenimento dell'autenticità dell'esperienza.

La didattica laboratoriale è in qualche modo l'esito di tutti questi mediatori, in quanto finalizzata "all'educare al comprendere", pertanto si traduce anche in spazio fisico perchè luogo di conferma di teoria e di addestramento pratico. Il laboratorio pertanto è assumibile a metodo di lavoro, in grado di coniugare teoria e prassi in uno spirito di problematizzazione, ricerca e progettazione di soluzioni. Il passaggio da spazio fisico a spazio culturale attivo e dinamico capace di arricchire e diversificare la lezione scolastica tradizionale è brevissimo: siamo in pieno nella didattica laboratoriale.
L'attività didattica diventa luogo della criticità interpretativa e e della creatività produttiva.
L'insegnante è regista in un ambiente di apprendimento integrato: propone, fa utilizzare e utilizza i diversi mediatori didattici.
Il sapere smette di evolversi in maniera verticistica, ma prende forma reticolare, in quanto si integra con il sapere degli alunni, parte da esso, e ad essi fà riferimento in quanto protagonisti dell'arrichimento del loro stesso bagaglio di apprendimento. Il docente qua deve essere abile nel mantenere il rigore scientifico e proprorre una continua verifica dei contenuti, considerata la molteplicità delle fonti odierne. Pertanto i paradigmi sono costrutti provvisori, integrabili, modificabili: trame in continua evoluzione.
Per maggiore completezza si può brevemente indicare ogni fase e l'evento psicologico scatenante:
Momento iniziale1) Fase della problematizzazione Attivazione della motivazione. Generazione del conflitto cognitivo
2) Fase della focalizzazione dell'attenzioneSi origina il disorientamento. Analisi del problema e scelta degli obiettivi.
Momento centrale

3) Fase della ricerca

Esplorazione, selezione e scelta. Attivazione dei processi creativi.
4) Fase del confronto criticoAttivazione di capacità critiche e logiche.
Momento finale5) Fase della codificazione e cominicazione di "soluzioni"Processi di codifica e transcodifica.
6) Fase dell'analisi critica delle codificazioniAnalisi dei prodotti di codificazione.

In buona sostanza si può riassumere come segue l'impostazione da seguire per organizzare un attività didattica di tipo laboratoriale. Per definire una pista di lavoro che renda gli alunni protagonisti occorre:

  • Definire il problema
  • Analizzare i bisogni e le risorse disponibili
  • Raccogliere le informazioni e definire gli obiettivi
  • Organizzare e realizzare le azioni
  • Monitorare l'intervento
  • Realizzare un prodotto (sito web, ipermedia, pubblicazione scritta, mostra)
  • Valutare i risultati

La stessa procedura vale sia per una semplice ricerca che per realizzare qualcosa di dimensioni maggiori. Si tratta di metodologia, molte sono le strade che si possono seguire, ma se ripensiamo a come sono cresciuti gli alunni di oggi, la didattica laboratoriale ci sembra uno degli strumenti privilegiati per assecondare il loro modo di imparare, che è multiprospettico, ma anche la strada per mettere ordine nelle numerose conoscenze del quale essi dispongono, troppo spesso purtoppo disorganizzate.

Fonte: Corso di formazione ISS, docente Prof. Walter Campana

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sabato 27 dicembre 2008

Leggere Creativamente

In questi giorni di festa mi risuona in testa il contenuto di una pubblicità che promuove la Divina Commedia letta da Roberto Benigni. E mi viene da fare un paragone con i ricordi di scuola, la noia terribile mentre ci veniva imposta la lettura ad alta voce e la conseguente spiegazione durante le interminabili interrogazioni: non perchè fossero lunghe davvero ma a noi studenti parevano durare un eternità. Nulla che durante la spiegazione richiamasse l'attualità o un'espressione, un guizzo che rendesse attraente il testo, eppure di cose da sottolineare nella Divina Commedia ve ne sono parecchie.

Ora mi chiedo che differenza passa tra la lettura ordinaria e la lettura da parte di un comico della Divina Commedia: se ripenso a lui mentre legge vedo il suo volto, le sue smorfie, le mani che si muovono, il corpo che partecipa, la voce ora alta ora sospesa, le emozioni, dalle sue parole traggo ben oltre il testo scritto da Dante ed è come se il libro passasse attraverso il lettore, in questo caso Benigni, diventando sorprendentemente ricco di ulteriori significati, di allusioni che alla consueta lettura sono sfuggite... Ora lui esagera perfino al punto forse da snaturare quasi il testo di Dante, ma ha comuqneu il pregio di riuscire a captare l'ascoltatore.

Per mestiere sono anni che leggo con e per i bambini. La fortuna di lavorare alla scuola dell'infanzia prima e alla scuola primaria poi, mi hanno permesso di poterlo fare senza secondi fini, ma esclusivamente per il piacere di leggere, per il piacere mio di essere voce narrante che entra nella storia e la restituisce con le emozioni che il testo scritto cela e che solo la voce può svelare e per il piacere dei bambini che ascoltano rapiti fino allo sfumare della storia.

Nessuno mi ha insegnato come fare né da genitore né da insegnante, ma un incontro quasi casuale con il compianto scrittore Giuseppe Pontremoli, mi aprì un mondo sconosciuto... leggere ad alta voce non è solo mettere assieme dei suoni.

Cosi da quel giorno pian piano ho cominciato ad aggiungere alle parole, come in una ricetta elaborata, la giusta dose di attesa, a rallentare, a sospendere la parola nel vuoto, a prendere velocità nelle azioni, ad aggiungere la rabbia, la tenerezza, lo spavento, la gioia, il dolore, perché questi sentimenti facilissimi da esternare se si provano dentro di noi, se ci comportiamo mentre leggiamo un racconto come se ci  appartessero.
Urlare se il personaggio urla, piangere se piange, implorare se implora e far partecipare tutte le parti del corpo alle vicende del libro. Immedesimarsi nelle vicende dei personaggi, entrare in empatia con loro, vivere le loro stesse emozioni ed è come entrare dentro il libro, viverci per il tempo che lo si legge e comunicare tutto questo a chi ascolta.

Durante una lettura di questo tipo i bambini di solito ascoltano rapiti e se viene chiesto loro di ricordare cosa è accaduto, tutti sanno di cosa e di chi si parla. Perche le emozioni sono talmente coinvolgenti che è come averle vissute e tutti ricordiamo ciò che nel nostro corpo diventa chimica.

Non ricordiamo ciò che ci scivola addosso senza causare nessuna modifica nelle nostre emozioni, ciò che non ci ha comunicato nulla.

Ho trovato tanto materiale dedicato alla lettura per bambini da zero a sei anni, ben argomentata dal punto di vista pedagogico. Poco su come cimentarsi nella lettura creativa (che in effetti andrebbe prima ascoltata). Ben poco invece sulla lettura per bambini più grandi e poco altro sulle diverse tecniche di lettura, ora che siamo circondati da strumenti di comunicazione orale.

Ne parleremo ancora, sia delle diverse tecniche di lettura, sia di come fare nostri i contenuti: si legge e si ascolta per piacere ma anche per studio e questo comporta delle differenze sia nel leggere che nell'ascoltare.

Alcuni link e fonti utili



Estratto del libro
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mercoledì 24 dicembre 2008

Buon Natale a tutti

L'altra mattina, giorno prima delle vacanze di Natale ho cercato, con gli alunni di prima, le parole del Natale e abbiamo fatto un dettato con queste semplici parole:
Pace, Amore, Gesù, Pane, Carità.
I bambini chiamati a spiegare come rappresentare queste cinque parole hanno detto:

Pace: due mani che si stringono
Amore: un cuore
Gesù: il bambinello
Pane: il pane quotidiano
Carità: il pane che dividiamo.

Al mondo, tutt'oggi il venti per cento della popolazione del pianeta detiene l'ottanta per cento delle risorse della terra,
il restante ottanta per cento della popolazione vive con il venti per cento delle risorse.
Un augurio a tutti, in ogni angolo del pianeta, di pane condiviso.
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domenica 21 dicembre 2008

Realizzare una ghirlanda: fiocco su fiocco

Ricordate l'addobbo per il camino? Ebbene erano avanzati dei rami del nostro vecchio albero di Natale e si trovano ora come vedete sul mio camino in soggiorno... Stamani mentre cercavo alcune vecchie ghirlande che avevo realizzato tempo addietro, ho pensato di provare a creare qualcosa: ho preso la base qua sotto realizzata con dei rami di olivastro almeno 6 anni fa.
Vi spiego come si realizza: si prendono i rami di olivastro (i polloni quelli che crescono alla base della pianta) appena potati, che sono molto flessibili e si intrecciano facilmente, la poi si fa seccare, ed è un ottima base per realizzare le ghirlande non solo a Natale: c'è sempre un motivo per mettere una ghirlanda sulla porta di casa: in primavera, d'estate, in autunno...
Ho fatto così: ho infilato i rami dell'albero, nello stesso senso, in alternativa potete usare dei rami veri, per intenderci quelli che i fioristi usano in questo periodo come base per le composizioni di fiori freschi, che durano sicuramente fino alla fine delle feste. Il vantaggio di usare il ramo finto è che avendo l'anima di ferro si riesce, posizionando bene, a dare movimento e plasticità alla composizione.
Io comunque preferisco il riciclo e l'effetto finale come si potrà vedere non è male. Una volta terminato di sistemare i rami, stando attenti che siano ben incastrati, il risultato è questo:
A questo punto ho preso dei ritagli di stoffa e ho tagliato delle strisce lunghe per i fiocchi, così:

Ho sistemato i fiocchi bianchi, senza seguire un ordine simmetrico, sopra i più grandi ho infilato dei nastrini di raso rossi e ho fatto altri fiocchetti, ho aggiunto poi dei fiocchi di raso argentato e rosso senza aggiungere altro. Si può anche completare con piccoli pupazzetti, piccole decorazioni natalizie, secondo il prorio gusto personale.
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venerdì 19 dicembre 2008

Compiti a casa classi terza, quarta e quinta

Ritorniamo sull'argomento compiti per le vacanze.
Questa volta parliamo di compiti per le classi terza, quarta e quinta per la scuola primaria. Già nell'altro post precedente avevamo proposto un modo per promuovere l'impegno a casa dei nostri alunni, senza che questa incombenza venga vissuta come accanimento da parte dell'insegnante.
Molti alunni partono in vacanza, considerato che ormai tutti posseggono una digitale il compito per chi parte per le vacanze è realizzare delle foto.
In che modo si trasformano in compito? Semplice se gli alunni se la cavano al pc possono organizzare una piccola presentazione con una breve descrizione per ogni foto, del luogo e di ciò che hanno visto di interessante, in alternativa un libro fotografico con didascalie (bastano anche poche foto commentate). Io ho dato questo compito ad un alunno che già lunedì partirà alcuni giorni in vacanza.

Agli altri alunni della classe quinta ho proposto di raccontare come hanno scoperto "Chi è babbo Natale" compito che però non possiamo dare agli alunni che ancora ci credono.
Durante una chiaccherata con gli alunni ho scoperto che sono arrivati a saperlo nei modi più incredibili. Gli elaborati possono essere letti al rientro dalle vacanze in modo da rendere graduale e divertente il ritorno all'attività didattica.
Per gli alunni di quarta e terza si può proporre di raccontare un episodio speciale del loro Natale, una descrizione di un luogo che hanno visto, di curiosità avvenute in questi giorni di festa, e se proprio non hanno nulla da raccontare inventare una piccola storia su Babbo Natale o un altra figura a loro scelta legata a questa festa.
Per le mie attività didattiche utilizzo sopratutto la didattica laboratoriale, e spesso rientra tra i compiti degli alunni la ricerca del materiale: anche qua si può spaziare facendo indagare gli alunni sulle abitudini familiari per poi poter al rientro fare confronti e da qui si possono formulare statistiche, mappe concettuali e tabelle, toccando argomenti come la matematica, la storia e le scienze: diciamo che il compito diventa trasversale alle discipline. Questa attività si può proporre per tutte e tre le classi.
L'ideale sarebbe che gli insegnanti del team concordassero su un compito che poi sia utile a tutti gli insegnamenti, ma questo non sempre è possibile.
I compiti per le vacanze con prevedono la conoscenza di usi e bitudini legati alle festività natalizie, possono essere anche un modo per registrare la realtà da parte dei nostri alunni, un modo per conoscere  i nostri comportamenti, se poi in aula li traduciamo in elementi utili a comprendere come si vive e su come la nostra vita è in continuo cambiamento.
Quest'anno c'è più di un motivo per riflettere insieme a loro sulla realtà, senza spaventarli, ma anche non nascondendo loro le difficoltà del momento.


natale
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giovedì 18 dicembre 2008

Bambini e ricette

C'era un tempo,
quando la tv si accendeva solo a pomeriggio inoltrato, quando non esisteva la PS3, quando i bambini a giocare andavano in vicinato per strada, un tempo in cui c'erano meno macchine e meno palestre... anzi la palestra era il vicinato.
Non lo so più quanto tempo fa perché tutto è cambiato con gradualità forse a partire dalle città e ha coinvolto anche i paesi in questa corsa: la scuola, la palestra, la tv, i videogiochi, i compiti, i giochi in camera in solitaria, il computer, non so dove si è persa la manualità dei bambini, che ritagliano poco, costruiscono poco, e tantomeno cucinano.
C'era un tempo in cui erano i bambini a fare certi lavori, mentre gli adulti si occupavano di altro, loro sgusciavano le mandorle per i dolci di Natale, sbattevano i bianchi d'uovo per le meringhe, andavano avanti indietro a portare gli oggetti di uso quotidiano.
Ora provate a chiedere a vostro figlio "portami lo strofinaccio per favore" mentre sta davanti al computer. Collaborare era una necessità oltreché un dovere, anche i piccoli davano il loro contributo all'economia familiare. Certo ci sono stati tempi più duri quando i bambini a dieci anni andavano a lavorare, e sono echi di un passato che in certe parti del mondo non è ancora passato..... quei tempi non torneranno più e ne auguriamo l'estinzione in ogni angolo della terra.
Mentre si dava una mano si imparava, nessuno insegnava nulla, si imparava guardando. Poi un giorno qualcuno ti diceva ora sei abbastanza grande per provare e ci provavi ripetendo quei gesti che avevi visto tante volte, dapprima con impaccio poi con crescente sicurezza, con perizia e pratica.
Nulla è più bello che preparare il cibo con i bambini, che vanno guidati e invitati a pensare a questo gesto, non come ad un gioco ma come all'accesso ad un vero e proprio rito. L'avvento dei cibi pronti ha comportato proprio questo, lo sminuire il rito della preparazione dei pasti e del loro consumo e non c'entra nulla la famiglia nucleare, il lavoro e tutte le scuse che vogliamo trovare... basta poco per fare famiglia qualche cucchiaio di semola, un uovo, acqua, sale... per preparare una pasta semplice da gustare a casa anche condita con un semplice sugo: è la "fregola" per i sardi, ma similmente è il couscus per tanti altri al mondo:

- si prende un pugno di semola lo si mette in un recipiente, si aggiunge un pizzico di sale, si bagnano le dita con l'uovo diluito in acqua si fanno cadere le gocce sulla semola e si comincia a girare con i polpastrelli, vedrete che la semola comincia ad aggrumarsi.

Noi lo abbiamo fatto coi bambini a scuola, la pastina che si ottiene si può poi separare per grandezza,  si può consumare subito o se fatta tostare nel forno, anche dopo mesi.
Si consuma come una normale pasta, va fatta lessare per alcuni minuti e poi scolata, condita con il sugo che si preferisce e tanto formaggio pecorino o grana. Se la preparate a scuola potete dare a ciascun bambino un sacchettino da cucinare poi a casa: avrà il sapore delle mani dei bambini
Buon appetito
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lunedì 15 dicembre 2008

Addobbo facile da far realizzare ai bambini

Propongo oggi un addobbo semplicissimo da far fare interamente ai bambini completamente: si può realizzare a casa per decorare le finestre, a scuola sia per abbellire l'aula sia per portarlo a casa come dono di Natale.
Durante un viaggio in Germania ricordo che mi colpì soprattutto un fatto, mentre passeggiavamo a piedi per le strade durante i giorni di Natale: le finestre delle case, rilucevano di lucine colorate ma anche di tanti tanti disegni e ritagli fatti con le mani dei bambini. Ricordo che pensai subito che qua da noi non sarebbero stati considerati addobbi degni di tale nome, eppure cosa c'è di più dolce di una disegno di un bambino se il Natale è proprio la festa dei bambini? Solo il consumismo l'ha resa un'ostentazione di benessere da vivere a tutti i costi nella perfezione che la pubblicità ci trasmette. Forse è ora di ripartire da questo e anche dalle piccole cose che i bambini sanno fare, dietro le loro creazioni c'è la fatica di imparare, ma anche il gioco, l'allegria, la spensieratezza e l'attesa. L'attesa del Natale e di più l'attesa del futuro. Nel futuro ci sono i germi della vita di oggi, i piccoli segnali di un esistenza felice o infelice, di un bambino valorizzato o criticato, amato o trascurato.
Dedichiamo loro un'ora e guidiamoli nella realizzazione di questo facile lavoro per il quale dovete attrezzarvi di:
cartoncino giallo, carta da regalo rossa o analoga, un pezzo da un metro di filo dorato o nastro per confezionare regalo, piccoli oggetti dorati da infilare bottoni o perle o palline piccole per albero di natale, colla, nastro adesivo, nastro di raso verde o rosso, glitter e infine le forbici con le punte arrotondate.

Prendete il filo dorato o il nastro regalo, stendetelo sul tavolo, sul cartoncino giallo disegnate la sagoma di una stella e di un cuore, le stesse sagome più piccole le farete con la carta da regalo rossa, fate anche un albero rosso con la base gialla, ritagliate e incollate il cuore rosso sul cuore giallo, la stella rossa sulla stella gialla, l'albero alla sua base e decorate con piccoli riccioli di glitter.
Prendete il cuore e fissate con il nastro adesivo al filo dorato, fate un nodo nel nastro e infilate la pallina (nel nostro caso abbiamo utilizzato dei bottoni dorati in quanto tutto è stato riciclato) fate un altro nodo per tenere la pallina, e incollate l'alberello, infilate un altra pallina sempre fermando con dei nodi, poi fissate la stella e infine ancora l'altra pallina. Cosi come nella foto:

fissate i fiocchetti di raso, stringendoli bene cosi come illustrato, appendete in un punto nascosto della finestra o porta e il gioco è fatto
L'idea vincente di questi addobbi, oltre al fatto che i bambini li possono interamente realizzare da soli, è che quando non vi piaceranno più potrete riutilizzare ogni pezzo in altra decorazione.

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domenica 14 dicembre 2008

Realizzare un addobbo per il camino

Succede a volte di preferire ad un vecchio albero di Natale un albero vero... ed è così che l'albero sostituito finisce in soffitta fino a quando non decidiamo di buttarlo. Ebbene si può dare nuova vita ad un albero di Natale inutilizzato, creando una decorazione per il camino con poca aggiunta di spesa.
Cosa vi occorre: un vecchio albero di Natale, alcuni nastri, noi abbiamo utilizzato dei nastri bianchi prelevati da alcune bomboniere, dei fiori di stoffa, alcuni li abbiamo realizzati noi con dei ritagli di organza e decorati con il glitter, altri piccoli decori come foglie dorate, palline.
Strumenti: forbici, tronchesi, fil di ferro sottile.
Con le tronchesi tagliate i rami dell'albero e intrecciateli, provate sul vostro camino la lunghezza in questo modo:
La base del nostro camino è un po' stretta, abbiamo dovuto adattarci allo spazio.
Una volta sistemata la base, cominciate a decorare, aggiungete rametti di altro colore, inserite i fiocchi legandoli al centro, le pigne, i fiori di stoffa.... fissate con il fil di ferro, provate a vedere l'effetto, posizionando le decorazioni in maniera simmetrica.
Da una prima prova l'effetto era questo: .... ma non ci convinceva allora abbiamo smontato dei vecchi addobbi dorati utilizzando separatamente le varie componenti e dopo varie prove abbiamo ottenuto questo risultato:Abbiamo modificato ancora un po' e infine il risultato finale è stato questo sotto, spesa totale pochissimi euro, due ore di tempo e la nostra taverna è quasi pronta per la Cena di Natale in famiglia, con il vantaggio che anche questo decoro una volta finite le Feste può essere smontato, così come i portacandele, e tutti i pezzi possono prendere nuova vita in altre creazioni il prossimo Natale.
Un grazie ad Eliana per l'idea:
N.B. Babbo Natale verrà a trovare i bambini speriamo che "l'addobbo riciclone" piaccia pure a lui.
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sabato 13 dicembre 2008

Compiti a casa si, compiti a casa no

Ogni anno in questo periodo mi viene da pensare ai compiti a casa per le vacanze natalizie. Da prima ci pensavo come genitore di una scolara. Ora ci penso come insegnante. Ripenso alla preoccupazione di mia figlia nel pensare che aveva da fare i compiti, che aveva delle scadenze... la roba da studiare.... i problemi di matematica... il classico tema "racconta come hai trascorso le vacanze". Ora da docente non ho dimenticato quell'ansia, quel vedere sfuggire i giorni con le cose da fare che si accumulano, fino a ritrovarsi a due giorni dal rientro delle vacanze con ancora tanti compiti da eseguire.
Mi sono spesso domandata se c'è un modo perchè i compiti diventino un momento piacevole. Intanto in questa riflessione ho pensato spesso ai genitori e empaticamente mi sono messa dalla loro parte tutte le volte che si andava via in vacanza e c'era da portarsi dietro i quaderni dei compiti, o a quei genitori che aspettano le vacanze per occuparsi di tante cose trascurate per via del lavoro.
Tra me ho pensato che oltre ai "compiti si e compiti no" può esserci la terza via. Sono sicura che molti colleghi l'hanno sperimentata e divulgata io l'ho trovata da sola attraverso il classico buon senso coniugando la necessità di esercizio con l'obbligo del rispetto del tempo delle vacanze dei bambini e del tempo dei genitori che lavorano e che spesso non possono stare ore a seguire i bambini nei compiti.
Anche lo scorso anno avevo una la classe prima della scuola primaria, i bambini muovevano i primi passi nella scrittura autonoma e nella lettura e mi è venuta un idea:
Ho scritto loro una lettera che diceva pressapoco cosi:
"Carissimo fra poco arriveranno le vacanze di Natale e per un po' starai lontano dai compagni e le maestre, per non dimenticare quello che hai imparato fino ad oggi, oltre a divertirti durante queste vacanze e visitare posti nuovi o stare con gli amici e i parenti, ti chiedo di leggere tutto ciò che incontrerai nei luoghi che frequenterai: i cartelli, le insegne pubblicitarie, le vie, i nomi delle città e tutto ciò che troverai scritto. Se vorrai, quando avrai qualche minuto libero, potrai segnare sul quaderno le persone che hai incontrato, scrivere le cose buone che hai mangiato, i posti che hai visitato, le cose "speciali" che hai visto... Un film ad esempio. 
E se avrai ancora del tempo potrai ascoltare dalla voce dei tuoi genitori la fiaba che voglio donarti. Non dimenticare che il Natale è anche un momento per pensare a chi ha meno di noi, ai tanti bambini che sono meno fortunati di te, quindi sii felice di tutto quello che riceverai sia in doni che in affetto. La tua maestra"
A questa lettera ho allegato un foglio colorato con una piccola fiaba sul natale di Grazia Deledda. lo trovate qua nel caso voleste leggerlo.
Il risultato di tutto questo mi ha stupito, tutti gli alunni hanno eseguito i compiti,  tantissimi senza che io lo chiedessi hanno fatto molto di più, costruendo una sorta di diario di bordo delle vacanze, io ho letto il compito di ciascuno e ho ringraziato per aver condiviso con me le loro vacanze natalizie. Chiaramente con un'organizzazione di questo tipo si valorizza il prodotto del singolo senza soppesare le quantità, ciascuno ha fatto secondo quanto riteneva giusto e il tempo lo consentiva.
Per quanto riguarda le classi successive occorre dosare il grado di difficoltà, si possono dare dei compiti creativi leggermente più impegnativi, l'importante che gli alunni possano parlare e scrivere di ciò che amano.
Si tratta di seminare il raccolto verrà dopo...
A presto
Nell'area download trovate altri materiali scaricabili
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venerdì 12 dicembre 2008

Decorare la tavola a Natale risparmiando

Non gettate i nastri delle bomboniere, nè i piccoli abbellimenti che accompagnano le confezioni regalo!
Ultimamente sono andati tanto di moda i calici, voi direte che c'entrano con il Natale... Intanto come accade spesso, di sei bei calici ce ne ritroviamo quando va bene cinque o anche meno.
L'idea che propongo oggi, che ho visto realizzata durante una cena a Natale dello scorso anno, è fare dei portacandele con questi bicchieri superstiti. Un'idea da realizzare velocemente, con poca spesa, e perfino per rimediare ad una dimenticanza.
Il nostro portacandele si può realizzare anche a scuola: è sufficiente far portare a ciascun bambino uno dei tanti calici spaiati, che si  trovano a casa.
Ecco cosa vi serve: uno o più bicchieri con lo stelo, di qualsiasi foggia, delle candele meglio se tonde o di forma allungata, nastri, decorazioni, quelle che reperite e che soddisfano il vostro gusto, io ho usato degli abbellimenti di  regali di qualche tempo fa e da ultimo qualche punto di colla a caldo per fissare.
I bicchieri che ho scelto sono a stelo, il più pratico dei due è quello verde, prima di acquistare le candele accertatevi che siano di dimensione adatta al bicchiere.
Ecco il materiale da me adoperato: dei semplici nastrini e dei piccoli mazzolini; il trucco è lasciare fuori la plastica dalle nostre creazioni, anche se di recupero i materiali devono essere quanto più possibile naturali. Ho fissato i nastrini con un fiocco sul retro,  nello stelo liscio un punto nascosto di colla a caldo fermerà tutto, con questo risultato:
Ed ecco infine la nostra tavola quasi apparecchiata per la festa.....



Il resto lo farà la vostra fantasia. Buon divertimento
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giovedì 11 dicembre 2008

Realizzare un piccolo presepe

Considerato che in molti mi hanno chiesto suggerimenti per poter realizzare un piccolo presepe. Per chi abita in appartamenti piccoli e possiede solo un angolino da abbellire, magari un tavolino, l'angolo di una credenza o di un mobile, suggerisco questo presepe di facilissima realizzazione ma di grande effetto, non vi occorrerà molto tempo e se avete la fortuna di abitare vicino ad un bosco o a una falegnameria il gioco è fatto.
Per l'idea di oggi ringraziamo la classe quarta della scuola Primaria di Is Boinargius e maestra Tiziana.
Procuratevi: della corteccia di sughero (informatevi se è possibile raccoglierla liberamente) o anche di altro legno l'importante che sia un po' spessa e concava, statuine per il presepe della grandezza che preferite, del muschio (ne basta pochissimo), delle candele piccole, dei gusci di ostriche ben lavate, pistola per colla a caldo o in alternativa bostik, infine delle stelline dorate o brillantini.
Unite due pezzi di corteccia una parte servirà da base e con i pezzi più piccoli create la parete: il tutto non deve superare le dimensioni di una scatola di scarpe; mettete il muschio sul fondo e posizionate le statuine così come sotto, docorate a piacere con piccole stelline dorate o brillantini e una piccola candela (sicuramente ne recuperate una anche a casa).

Altro esempio di presepe minimalista:
Se avete le ostriche potete realizzare la stalla e anche qui sbizzarrirvi con la fantasia come illustrato sotto: oppure cosi:

L'idea in "più" potrebbe essere quella di acquistare delle statuine preziose, le più importanti che stanno nel presepe: San Giuseppe, la Madonna e il Bambinello, tessere in mezzo al muschio dei fili d'oro, ad esempio del semplice filo da cucire dorato, insomma fare di questo presepe una sorta di scrigno...
Anche un piccolo Presepe è un modo per sentire il Natale portando in casa un segno semplice di questa festa, un segno rivolto spesso ai bambini che abbiamo in casa, bambini che anche in questa occasione non mancheranno di dare il loro contributo creativo.

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martedì 9 dicembre 2008

Da cosa nasce cosa: ancora sul Presepe artigianale

Di seguito le immagini di alcune realizzazioni di casette per il presepe con il Das. Questo è stato realizzato da Marilena:

Nei dettagli: la panchina, il pozzo, il lavatoio con la saponetta, la veranda, i cactus con i loro frutti..... il filo per stendere i panni. Spazio alla fantasia nel riprodurre angoli e ambienti che meglio si adattano al Presepe o per rivalutare quelli del passato, che possono fare del Presepe artigianale una sorta di viaggio alla riscoperta delle case tradizionali dei nostri paesi.

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domenica 7 dicembre 2008

Dipingere le statuine

Eccoci oggi alla fase di pittura delle nostre statuine. Ci affidiamo come di consueto alle mani esperte di Daniela e Serenella. Ma tutti siamo in grado, volendo, di realizzare questi piccoli oggetti.
Una volta terminata la pittura delle statuine passeremo alla fase di montaggio del Presepe, alcuni suggerimenti ci saranno utili per dare al nostro presepe un aspetto realistico. Come sapete prelevare il muschio dai boschi si può fare in maniera limitata, allora l'ambientazione si potrà creare con un po' di sabbia e della ghiaia fine, la solita carta roccia potrà simulare le montagne. Il paesaggio deve essere proporzionato rispetto ai pezzi di cui si dispone, vi aiuterà in questo fare riferimento ai centri storici: case vicine, piccole stradine, dal lato opposto potete posizionare la mangiatoia e sistemare le statuine in direzione della mangiatoia.
Non dimenticate che potete aggiungere alle casette che avete preparato parti di altri di precedenti Presepi, man mano poi le sostituirete con i pezzi realizzati con le vostre mani.
Di seguito alcuni personaggi durante la fase di pittura, sono solo alcuni esempi, una volta che fate vostra la tecnica, potete spaziare con la fantasia. Non dimenticate di farvi aiutare dai bambini anche in questa fase, potranno dipingere le parti grossolane e voi farete l'opera di finitura......
La donna:

il fornaio:
e altri esempi:



Come potete notare nel volto, occhi, naso e bocca sono dipinti. Una mano finale di Vernidas o altra vernice trasparente, proteggerà le statuine dalla polvere e le renderà durature negli anni.
Per quest'anno terminiamo la nostra guida sul presepe, ma le idee non sono finite. Esistono altre interessanti tecniche, a costi davvero contenuti, per costruire il Presepe, una buona idea potrebbe essere mischiare le tecniche, sempre che piaccia sperimentare e mettere insieme cose diverse.

A presto
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giovedì 4 dicembre 2008

Dipingere il presepe

Con il post odierno illustriamo la delicata fase della pittura delle case del Presepe in Das. Le sculture sono ormai asciutte e con l'ultima fase prendereanno l'aspetto definitivo.
Ci occorrono: colori a tempera, acquarelli, pennelli di diverse dimensioni, sottili per i dettagli e più spessi per le grandi superfici, colori acrilici  nei colori classici, oro e bronzo.


Ora dipingete secondo il vosto gusto con colorazioni più o meno delicate, avendo cura di sottolineare i particolari che avete inserito nelle vostre casine. Cercate di dare loro un aspetto invecchiato.
Di seguito alcuni esempi di case con dettagli diversi: le panchine nell'ingresso, il fienile, il cortile con il forno, le tendine alle finestre, le ghirlande natalizie e tutto ciò che la fantasia o ciò che avremo cura di osservare dal vivo potremo ricreare nel  Presepe di casa...
Possiamo "sporcare" il tetto con la neve o farlo tutto bianco come sotto:Le nostre casine avranno tutte un ambiente familiare se le arricchiremo di particolari preziosi.
Il fienile:
La fontana pubblica: Dopo la pittura ancora un piccolo sforzo e il lavoro è quasi pronto, una mano leggera di vernice trasparente (Vernidas) per dare un po' di lucentezza e proteggere dalla polvere. Sulla vernice fresca potete spargere della polvere finissima, in vendita nei negozi di bricolage che simula la sabbia e che conferisce un aspetto ancora più reale alle realizzazioni.
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mercoledì 3 dicembre 2008

Costruire le statuine del presepe

Una guida passo che vi permetterà di  costruire in casa, con una spesa modica le statuine del Presepe.
Occorre: Das, Vinavil, stuzzicadenti, acqua, pinzette, forbicine apppuntite.
Partiamo dalla base: preparatene una come illustrato, una pallina schiacciata su cui applicate due mezzi stecchini, fissati sul Das fresco con il vinavil:

Preparate una sagoma come sotto: un pallino per la testa, una sorta di tronco di cono per il busto infilate gli stuzzicadenti spezzatiper tenere insieme le parti.
Realizzate le gambe, un po' spesse e infilatele nel supporto precedente, mettete il Vinavil, per rendere tutto più solido. Otterrette un corpo così intorno al quale potete iniziare a costruire l'abito, stendendo una sfoglia di das sul piano e come una sarta lo modellate sulla figura.

Prendete come esempio le statuine che si trovano comunemente in commercio, per ispirarvi e impratichirvi sulle dimensioni. Oppure cercate su internet illustrazioni di presepi su cui prendere spunto per l'abbigliamento delle statuin.
Questo raffigurato è un pastore, si può notare la lavorazione a puntini  del Das per simulare l'abbigliamento, manca il copricapo e una volta dipinto sarà visibile il volto.
Alla fase di pittura delle statuine sarà dedicato un  post per spiegare passo passo come fare. Intanto ringraziamo ancora Serenella e Daniela per aver concesso di assistere alla produzione delle loro creazioni artistiche.
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martedì 2 dicembre 2008

Didattica Laboratoriale

Si è svolto ieri presso l'aula Consigliare di Guspini (VS) un incontro di formazione/aggiornamento sulla "didattica laboratoriale".
L'incontro, inserito nella formazione nell'ambito del progetto ISS (Insegnare Scienze Sperimentali) è stato organizzato dalla Direzione Didattica di Guspini sede di Presidio territoriale.
Docente del corso è stato il prof. Walter Campana, esperto di Didattica, preside del Liceo Classico "E. Piga" di Villacidro e insegnante nei corsi di Formazione SSIS, che ha efficacemente illustrato le differenze tra l'insegnamento del "sapere esperto" tramite la lezione frontale e l'insegnamento tramite la didattica laboratoriale, non da intendersi come spazio fisico di laboratorio ma come procedura, dove l'insegnante non è semplicemente un veicolo di contenuto e l'alunno un semplice ricevente, ma il primo diventa regista, facilitatore e sollecitatore, mentre il secondo diventa il protagonista del proprio percorso di apprendimento, secondo il proprio stile di apprendimento e tramite l'utilizzo delle diverse intelligenze (visiva, verbale, pratica, motoria, emotiva.....)
Un interessante incontro che sottolinea come la didattica per progetti è uno dei modi privilegiati per favorire l'apprendimento delle nuove generazioni, ormai disinteressate ad un sapere di tipo orizzontale ma abituati sin da piccoli a costruirsi una "rete semantica". Nulla può aderire alla rete semantica individuale, se non vi è interesse e affettività sia dal parte del docente che dell'alunno.
Ne parlava già John Dewey in Democrazia ed Educazione ai primi del novecento,  ancora oggi non se ne è appreso appieno il significato: l'apprendimento avviene prima di tutto attraverso la socialità e lo scambio di informazioni. Il computer, internet, il web erano dietro l'angolo...
Per approfondire:
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