di Maestra Rosalba

martedì 30 marzo 2010

L'identità sulla linea del tempo: passato, presente e futuro.

E' la difficoltà più consueta che emerge quando si producono i primi testi autonomi: il bambino inizia utilizzando il passato e finisce con lo scrivere al presente, anche se si riferisce al passato. E' un fatto normale anche quando si prolunga nel tempo. L'alunno è talmente preso dallo scrivere da dimenticare di far concordare i tempi verbali. In fondo è lo stesso errore che fanno mentre imparano a parlare, quando dicono oggi anzichè ieri e viceversa. Mentalmente non hanno ancora strutturato per la scrittura le stesse categorie temporali che hanno ora per il parlato.
Niente paura quindi se gli errori continuano, con calma e pacatezza facciamo rileggere fino a "sentire" cosa non torna nel testo.

Passato, presente e futuro: un identità in progress
Per dare una prima idea di come ci si comporta con i tempi verbali nella produzione scritta del testo seguite questa breve attività didattica, che non solo chiarisce ai bambini come usare i tempi, ma anche quando e perchè usare il passato, il presente e il futuro.
E non possiamo parlare di passato, presente e futuro con i bambini se non riferendoci a loro, a ciò che hanno appena vissuto, ciò che vivono e ciò che pensano di vivere in futuro: in una parola parlando anche di identità.
Creiamo un collegamento con la storia, introducendo il concetto di linea del tempo, perchè la prima, significativa e più importante linea del tempo è quella che riguarda l'individuo. Visivamente ci consente di mettere a fuoco sui traguardi di sviluppo, i cambiamenti, le tappe della vita. Così come la storia dell'umanità è fatta di momenti di passaggio anche la storia del bambino è fatta di momenti di cambiamento.

Il passato
Iniziamo chiedendo ai bambini di ricordare la primissima infanzia appena passata: è incredibile quanto ricordino, anche perchè i genitori su richiesta degli stessi figli ogni tanto raccontano episodi curiosi e divertenti. Lasciamo che ciascun bambino si racconti, condividendo con i compagni esperienze e ricordi.
Diamo quindi un titolo e una frase per cominciare e chiediamo agli alunni di scrivere qualcosa sul "passato", invitiamoli a far concordare i tempi verbali riferendosi sempre a ciò che è già accaduto.

"Il passato"
Quando ero piccola...
Quando ero piccola copiavo molto quello che facevano gli altri, ero disordinata e imbranata, cadevo sempre dal letto e mi facevo male. Mettevo in bocca le matite e piangevo. Da piccola non gattonavo, mi appoggiavo alle cose, mangiavo molto e bevevo quasi tutto. (Un alunna di classe seconda)

Ora facciamo costruire una linea del tempo un pò speciale, quella che riguarda ogni bambino. Ognuno di noi ha una personale linea del tempo che inizia con l'anno della nascita. Chiediamo ai bambini di indicare l'anno zero, avendo in mente la linea dei numeri, capiranno subito che l'anno zero è quello di nascita, saranno loro stessi a spiegarvi che il primo anno si compie al termine del primo anno di vita e che in realtà contiamo gli anni che abbiamo alle spalle. I miei alunni hanno ragionato da soli in questo modo, è comunque il ragionamento che volevo portare e che abbiamo visualizzato con
"La linea del mio tempo"
Ogni bambino si è disegnato a  partire dall'anno di nascita quando era un bebè e via via nelle tappe di crescita fino all'anno attuale, la freccia indica il futuro. Sopra gli anni sono suddivisi tra prima, adesso e poi.

Il presente
Con uno sguardo ai verbi e uno alla costruzione dell'identità personale, chiediamo ora ai bambini di indicare cosa c'era prima della loro nascita. Indicheranno il papà e la mamma che prima si sono fidanzati, poi si sono sposati e dalla loro unione sono nati uno o più bambini. Qui sarete assaliti da racconti, alcuni anche tristi perchè alcune unioni saranno già finite. Con calma e pazienza si può spiegare che a volte l'amore tra due persone finisce e che comunque i genitori non smettono di voler bene ai figli anche se spesso litigano.
Dopo aver moderato il dibattito, si può introdurre il concetto che la personale linea del tempo di ciascuno non inizia con l'anno di nascita, ma prima con l'incontro di due persone, il loro volersi bene e comprende i nove mesi trascorsi al sicuro nella pancia della mamma.
Fate realizzare una linea del tempo su questo modello e fate completare a casa le date mancanti.
"La linea del tempo delle mie origini"

Facciamo capire che il trovarci in questo mondo è il concatenamento di episodi, che non saremmo noi se non fossimo nati proprio da quelle due persone che un giorno si sono incontrate. La vita è lo svolgersi di una serie di fatti che si incrociano, di cose che accadono e che ne determinano altre, in cui ciascuno decide di fare una cosa piuttosto che un altra: in altre parole sceglie.
Facciamo eseguire ora il testo sul presente

"Il presente"
Come sono oggi...
Oggi sono una bambina di seconda elementare, ho sette anni e sono molto tranquilla, studiosa, allegra... Sono dolce, abito a Guspini e frequento la scuola di Is Boinargius. Mi piacciono: la carne, le verdure, la pasta e i dolci ovviamente. Ho una famiglia numerosa con molta gente che mi vuole bene e amici che mi adorano e io adoro loro. Mi piace la tecnologia e il computer, non ho sorelle ma mi piacerebbe averne, da grande vorrei avere più amici anche se per ora questi bellissimi amici mi bastano e sono felice con la mia migliore amica che si chiama Chiara mi batte forte il cuore quando gioco con lei, ti voglio bene Chiara! (Un alunna di classe seconda)

Uniamo al come sono oggi "l'autoritratto", chiedendo ad ogni bambino di realizzare una rappresentazione di se stesso

Futuro
Il futuro è il tempo che deve venire... apriamo così la discussione coi bambini e facciamo in modo che esplicitino sogni e desideri, piccoli e grandi. I bambini al contrario di ciò che appare, soprattutto nella dimensione scolastica dove gli spazi per la conversazione sono circoscritti a favore dell'atto dello scrivere, hanno molto da dire, spesso più da dire che da scrivere, sul futuro. Essi proiettano situazioni, desideri e come gli adulti sperano in cuor loro di fare cose migliori di quelle che vivono. Chiediamo loro a questo punto di trasferire sul quaderno qualche idea di ciò che pensano di essere in futuro.

"Futuro"
Come sarò?
Io immagino che da grande uscirò con le amiche e farò un viaggio a Miami, avrò dei figli, una bella casa dove vivere con mio marito e farò la veterinaria. E quando mio nipote avrà le vacanze di scuola andremo al mare e cucinerò la pasta al sugo. Avrò un cane grande e se mio marito non si comporterà bene lo prenderò a colpi di matterello in testa! (Una bambina di classe seconda)

A titolo di esempio ho messo tre testi.
Scegliere è stato difficile, perchè i testi realizzati sono tutti bellissimi, oltre che generalmente corretti dal punto di vista del linguaggio. Anche quelli di poche righe. La scelta di dare significato a ciò che si scrive e di introdurre trasversalità a metodo, contenuto e tecnica è vincente quando pone al centro il bambino con la sua esperienza, nel suo incedere verso le età prossime della vita.
Durante queste attività la conversazione deve avere un tempo predominante, non solo perchè i bambini hanno tutti tante cose da dire, ma anche perchè il raccontarsi in classe fra pari è una attività che piace e rende motivante la didattica.

E voi come genitori e insegnanti che occasioni cogliete per conversare con i bambini per il puro piacere della conversazione, senza preoccuparvi che dopo occorre mettere nero su bianco?

Download attività didattica: l'identità sulla liena del tempo: passato, presente e futuro.
Continua a leggere...

mercoledì 24 marzo 2010

La teoria dei colori spiegata ai bambini

Vi siete mai chiesti come sarebbe il mondo se non fosse a colori? Con questa domanda è iniziato il viaggio che cerca di spiegare "La teoria dei colori" di I. Newton nella classe seconda di scuola Primaria dove insegno, attraverso l'unità didattica che segue.

E' un viaggio affascinante fatto di onde luminose, arcobaleni e colori che si assorbono o che riflettono. E' anche un viaggio nell'occhio umano perchè è risaputo che non tutti gli esseri viventi, neppure gli uomini, vedono nello stesso modo.

L'esordio: citiamo Isaac Newton
Un mondo di colori
Un signore inglese Isaac Newton, trecento anni fa circa, scoprì che la luce bianca è la somma dei colori dello spettro solare, ad esempio quando la luce bianca proveniente dal sole colpisce una goccia d'acqua, appare l'arcobaleno. In pratica la luce passando attraverso la goccia  sospesa dopo la pioggia, viene riflessa nell'aria e la vediamo divisa nei colori che la compongono, questi colori sono chiamati colori dell'iride. Essi sono rosso, arancione, giallo, verde, azzurro, indaco e violetto.

Un esperimento semplice
Dopo aver argomentato con i bambini sulle notizie del dettato, facciamo eseguire un semplice esperimento dando a tutti un cerchio di cartoncino bianco del diametro di circa 11/12 cm., facciamo dividere in molti spicchi sottili e facciamo colorare in sequenza nei seguenti colori: rosso, arancione, giallo, verde, azzurro e violetto.
Rinforziamo il cerchio di cartone se necessario e facciamo un buchino al centro, infiliamo una cordicella  e facciamo ruotare in modo molto veloce il cerchio. Facciamo provare a tutti i bambini e chiediamo di osservare...
Cosa accade?
Nella foto è ben visibile cosa accade, il cerchio ruotando velocemente diventa bianco. E' lo stesso principio della luce bianca che contiene in se i colori dell'iride.

Facciamo scrivere l'esperimento e le relative osservazioni.
I miei alunni hanno scritto: "con questo esperimento abbiamo capito che la luce bianca contiene i colori dell'arcobaleno."

Osserviamo la realtà attraverso oggetti che hanno la proprietà del colore: un fiore bianco, una mela, un pezzo di carbone.
Spieghiamo ora come dalle osservazioni precedenti si capisce che l'oggetto che ci appare bianco riflette tutti i colori, mentre ci appare nero l'oggetto che assorbe tutte le onde luminose, e ci appare del colore che riflette l'oggetto che assorbe tutti i colori tranne uno, quello riflesso.

Mettiamo sul tavolo un fiore bianco ad esempio una calla, facciamola disegnare e chiediamo ai bambini di disegnarla sul quaderno e di scrivere perchè ci appare bianca .
Risposta dei bambini: "Il fiore è bianco perchè riflette tutte le onde luminose"

Mettiamo sul tavolo una mela rossa facciamola disegnare e chiediamo di spiegare perchè la vediamo rossa.
Risposta dei bambini: "La mela è rossa perchè assorbe tutte le onde luminose, tranne quella rossa"

Infine mettiamo un pezzo di carbone facciamolo disegnare e chiediamo di spiegare perchè lo vediamo nero.
Risposta dei bambini: "Il carbone lo vediamo nero perchè assorbe tutte le onde luminose"

Ripetiamo questo gioco per gli oggetti presenti in aula, per gli animali di casa, o in giardino. Facciamolo durante un uscita: è divertente e istruttivo.

Colori caldi e colori freddi
Raccontiamo ai bambini che i colori hanno una "temperatura" e si suddividono in caldi, freddi e neutri in base alle diverse sensazioni che trasmettono, alle immagini e alle situazioni che richiamano alla mente.

Chiedete ora di associare i colori al calore e vi confermeranno quanto segue che: i rossi, i gialli e gli arancio sono luminosi e si associano alla luce del sole ed al suo calore, mentre i blu, i violetti e i verdi richiamano la neve, il ghiaccio, il mare, il cielo.

Fate disegnare un altro cerchio e fate dividere in sei porzioni: dal lato sinistro mettete i colori caldi rosso arancione e giallo e sul lato destro i colori freddi blu, fucsia e verde:

Fate disegnare tre quadrati affiancati, fate colorare di rosso, giallo arancione e sotto scrivete i concetti come segue:
- Sono caldi i colori che tendono al rosso e arancione.
Disegnate tre quadrati affiancati, fate colorare di blu, viola e celeste e sotto scrivete:
- Sono freddi i colori che tendono al blu e al viola.
Infine introducete il concetto di colori neutri, facendo disegnare tre quadrati da colorare di bianco, grigio e nero:
- Sono neutri i colori che tendono al biano, al grigio e al nero.

In questa fase spiegate che per gli artisti il bianco e il nero sono dei non-colori, perchè appunto il bianco è dato dalla somma dei colori mentre il nero dalla loro assenza.

Per chiudere
Effetti speciali sul quaderno
Sul quaderno a quadretti o su un foglio da incollare, fate contare i quadretti e fate disegnare due quadrati perfettamente uguali come quelli sotto, suddivideteli nello stesso modo,  sono due stanze colorate diversamente; seguite scrupolosamente i colori, aiutate i bambini disegnando alla lavagna e scrivendo in ciascuna porzione il colore da utilizzare (per aiutarvi nel file di download trovate il disegno già realizzato da stampare, è preferibile comunque far disegnare le stanze a ciascun bambino sul quaderno).
Ora chiedete di coprire con una mano alternativamente i due disegni: cosa accade? I bambini si accorgeranno subito che la stanza con i colori scuri appare più lontana e più piccola, mentre quella coi colori chiari più vicina e luminosa. Argomentate con loro questo fatto. Come il colore cambia la percezione della realtà, in questo caso sarete sicuri delle dimensioni uguali delle stanze perchè avete contato i quadretti, quindi non c'è trucco. Solo il colore fa la differenza. Fate scrivere sotto ai quadrati le osservazioni.

Il nostro piccolo viaggio nei colori finisce qui, ma è solo l'inizio perchè con questo post partecipiamo al Carnevale della Fisica della Professoressa Annarita Ruberto, manifestazione che ospiterà nel suo blog Scientificando il 30 marzo prossimo.
Speriamo di avervi appassionato e che come a noi i colori vi suscitino tante belle emozioni. L'arcobaleno è poesia ma è soprattutto fenomeno fisico, leggere la natura con gli occhi dello scienziato è il modo migliore per rispettarla e amarla...

...e voi con quale sguardo cogliete i fenomeni della realtà?

Download unità didattica "La teoria dei colori spiegata ai bambini"

Ecco una versione dell'attività ridotta, adattata e ancora più giocata, per chi coraggiosamente volesse sperimentare con i bambini di cinque anni di Scuola Infanzia "la teoria del colore"
Download unità didattica "La teoria dei colori spiegata ai bambini di scuola Infanzia"

Fonte Retecivica milano
Continua a leggere...

domenica 21 marzo 2010

Omaggio alla Primavera

Non è come sembra, non si tratta di una filastrocca nè di una nuova poesia. Bensì di una micro unità didattica dedicata alla Primavera rivolta alle classi seconda e terza di scuola Primaria. In stile celebrativo e così va presentata attraverso un esordio che sottolinei come in un rituale antico, l'importanza di questa bella stagione per tutti gli essere viventi.
Sia  che arrivi in punta di piedi o in maniera esuberante nelle diverse regioni d'Italia, aiutiamo gli alunni a sintonizzarsi con il ciclo stagionale e a percepire non solo i segnali più eclatanti dei cambiamenti, ma comprendere come e perchè avvengono i cambiamenti e soprattutto quali sentimenti suscitano attraverso le espressioni artistiche.

Per iniziare un dettato tratto da tg3 Leonardo
Ho cercato in rete materiali per "raccontare" ai bambini i segnali del cambiamento stagionale e del perchè avvengono e ho trovato poco che avesse un impronta per così dire "scientifica". Martedì scorso mi è giunto in soccorso tg3 Leonardo, che con un bel servizio divulgativo ha spiegato come avviene il meccanismo del "risveglio".
Ne ho fatto una sintesi che ho presentato agli alunni con un dettato:
La Primavera quest'anno inizia il 20 Marzo alle ore 18,32. Nella biosfera con l'arrivo della Primavera accadono alcune cose. L'aria si riscalda, si sente il canto degli uccellini e sbocciano le gemme. Ma cosa accade in realtà? Quando fa freddo la terra è dura come roccia e ci impiega molti giorni ad ammorbidirsi, solo allora gli alberi attraverso le radici sentono il calore e tirano fuori le gemme. A quel punto gli insetti cominciano a circolare e gli uccellini possono cibarsi. Ricomincia il ciclo vitale. le piante per riprodursi hanno bisogno dell'aria, del vento, degli insetti e dell'acqua. (Fonte Tg3 Leonardo)
Subito dopo  con i bambini abbiamo diffusamente parlato di questo meccanismo delle radici che sentono il calore e si rivitalizzano consentendo alle gemme di sbocciare, in tal modo i fiori richiamano gli insetti, gli insetti gli uccellini e così tutto ricomincia. Spieghiamo termini come biosfera, ciclo vitale, disponiamoci al risveglio e alle giornate più lunghe e ancora più tardi al calore estivo.

La Primavera in arte: musica, pittura e poesia
Musica
Già lo scorso anno avevamo parlato della primavera nei diversi aspetti artistici: musicale e poetico.
Ora addentriamoci maggiormente  procediamo con l'ascolto della primavera di Vivaldi, un classico dei classici. Osiamo invece con il meno noto Primo Vere di Carl Orff tratto dalla Carmina Burana. Più intimista ma altrettanto ricco di suggestioni. Oppure fate cullare i bambini dalla musica di Ludovico Einaudi nel video di You tube segnalato sul Quadernone blu: è bello da togliere il fiato e la Primavera è in ciascuna nota che ascolterete.
Pittura
Nella pittura ci vengono in aiuto il grande maestro del cinquecento Sandro Botticelli con l'allegoria della Primavera. Il quadro meriterebbe certo spiegazioni più dettagliate che si inoltrerebbero fino ad aspetti filosofici. Con i bambini è sufficiente far notare l'intreccio degli alberi carichi di frutti che esaltano l'aspetto danzante delle figure. Lasciamo i bambini liberi di trovare i particolari e raccontarli.

(Sandro Botticelli- Allegoria della Primavera)

L'Arcimboldi al secolo Giuseppe Arcimboldo, è pittore milanese del seicento e ci ha regalato alcune delle  allegorie delle stagioni in forma di volto umano: facciamo osservare agli alunni i particolari, la meticolosità con il quale il pittore ha descritto e raccontato la Primavera. Lasciamo ancora liberi i bambini di commentare.

(Giuseppe Arcimboldo - Allegoria della primavera)
Poesia
Per la poesia mi sono permessa di presentare agli alunni la mia filastrocca più recente sulla primavera. Altre filastrocche le trovate su bambini.info e su reportonline.

Per creare un ancoraggio con il contenuto successivo suggerisco la lettura dellla Poesia di Gianni Rodari che segue, in quanto ci introduce al tema dell'uovo e della Pasqua:
E' arrivato un treno carico
E arrivato un treno carico di..
Il quarto vagone è riservato
a un pasticcere rinomato
che prepara, per la Pasqua,
le uova di cioccolato
Al posto del pulcino
c'è la sorpresa.
Campane di zucchero
suoneranno a distesa.
(G. Rodari)

Le origini della Primavera
Infine diamo agli alunni qualche notizia riguardante le origini della Primavera, sul sito Avalon e dintorni ho trovato un interessante articolo del quale ho fatto una riduzione adatta ai bambini più piccoli, in classe abbiamo letto e commentato tutti insieme, soffermandoci sul prima e dopo Cristo, visto che in storia e italiano stiamo trattando l'argomento sulla "linea del tempo":

La primavera
L’Equinozio di primavera, come quello d’autunno, è uno dei due momenti dell’anno in cui giorno e notte sono uguali: la parola equinozio deriva dal latino “aequus nox”, notte uguale.
E’ il primo giorno della primavera, la stagione della rinascita, associata in diverse parti del mondo alla nascita, la resurrezione, l’inizio.
Nelle antiche tradizioni sono presenti i miti legati alla primavera, in tutte è presente l'idea di un sacrificio a cui succede una rinascita.
Queste antiche tradizioni sono precedenti alla nascita di Cristo e vengono chiamate tradizioni pagane.
Come molte delle antiche feste pagane, anche l’Equinozio di Primavera diventò un rito Cristiano: i cristiani celebrano la Pasqua commemorando la resurrezione di Cristo avvenuta proprio durante la festività ebraica così denominata che ricorda l'esodo del popolo di Israele dall'Egitto.
In inglese la Pasqua si chiama “Easter” che origina da un’antica divinità pagana Eostre, a cui era cara la figura della lepre. La lepre di Eostre, che deponeva l'uovo della nuova vita per annunciare la rinascita dell'anno, è diventata l'odierno coniglio di Pasqua che porta in dono le uova, altro simbolo di fertilità.
E l'uovo non è scelto a caso ma è da sempre, anche per l’uomo vissuto in tempi antichissimi, simbolo di vita, di creazione, di rinascita. (Fonte Avalon e dintorni)

(N.B. Spero che le notizie contenute siano attendibili, se qualcuno riscontrasse imprecisioni  sarei grata se volesse farmelo sapere e integrerò ben volentieri le informazioni.)
 
E voi come avete celebrato la Primavera?
 
Download Unità didattica Omaggio alla Primavera
Continua a leggere...

venerdì 19 marzo 2010

Il testo denotativo: la cronaca

Il testo denotativo nella seconda classe di scuola Primaria
In classe seconda Primaria arrivati a questo periodo dell'anno scolastico abbiamo già conosciuto varie tipologie di testo. Narrativo: realistico e fantastico. Descrittivo: persone, animali, cose. Regolativo: ricette, regole di gioco, la stessa Costituzione Italiana è presentata come il più importante testo regolativo.
Un fatto importante di vita scolastica, quindi un uscita didattica, un esperienza con esperti esterni o una manifestazione sportiva possono costituire uno spunto per presentare in maniera semplice il testo denotativo, sotto forma di cronaca.

Spiegare cosa è una cronaca
Cronaca è una parola nota agli alunni: conoscono la cronaca nera e molti anche quella rosa. Allora è bene seminare qualche idea più precisa e pertinente su cosa è una cronaca. Non solo fatti di cronaca, ma viceversa spieghiamo che si tratta di racconto dei fatti come sono avvenuti in ordine cronologico, a differenza della narrazione (racconto) sono privi dell'aspetto del vissuto, non dicono nulla sulle emozioni, si limitano a "informare" chi legge sui fatti.
Gli esempi che si possono presentare ai bambini sono tanti, sia a livello orale che scritto: gli articoli dei giornali, il telegiornale che nella sua struttura con sommario e notizie è un articolo di cronaca a livello orale.

Ipotesi operativa
Creiamo una sorta di simulazione, decidiamo con gli alunni di scrivere una articolo su un fatto importante della vita di classe con l'intenzione di pubblicarlo su un giornale locale. Il nostro "motivo scatenante" dell'idea è l'occasione di una visita di alcune classi del plesso ad una fattoria didattica. Ciascuno nella sua classe troverà sicuramente più di un occasione per impostare il lavoro su una cronaca.

Conduciamo tutto il lavoro alla lavagna sempre con il metodo che gli alunni mettono le idee e la maestra aiuta ad affinarle e le trascrive per tutti alla lavagna.

Per costruire il testo seguiamo questo schema di testo scaricabile qui:
1° Capoverso
(che è di fatto il sommario il quale spiega in sintesi chi, dove, quando e perché è accaduto un fatto)

2° Capoverso
(Consiste nello descrivere la prima parte dell’avvenimento)

3° Capoverso
(consiste nello descrivere la seconda parte dell’avvenimento)

4° Capoverso
(consiste nello descrivere la terza parte dell’avvenimento)

5° Capoverso
(consiste nello descrivere la quarta parte dell’avvenimento concludendo)

Ai bambini facciamolo scrivere come nella foto sotto, evidenziando lateralmente al testo di cosa si tratta, noi abbiamo usato cinque diversi colori e di lato abbiamo scritto la parte della cronaca (sommario, capoverso ecc.):
Sommario: Villanovafranca 16 Marzo 2010, le classi prima, seconda e quarta della scuola Primaria di Is Boinargius sono andate in visita alla fattoria "Su Gagliardu".
1° Capoverso: Appena arrivate in fattoria le classi hanno fatto conoscenza con gli animali: asinelli, capre, maiali, cagnolini, cavalli, pavoni tartarughe
 2° Capoverso: Ivano uno dei proprietari ha spiegato agli alunni come si allevano i maiali, sia per l'uso delle carni che per fare i salumi
 3° Capoverso: Tutti gli alunni hanno potuto degustare i salumi prodotti in fattoria: coppa, pancetta, prosciutto, salsicce, arista e lardo, tutti accompagnati da un buon pane casereccio.
4° Capoverso: La giornata si è conclusa con tanti giochi all'aria aperta.

Infine facciamo scrivere la parte tecnica cioè le fasi del diagramma di flusso, lo schema lo trovate qui, riflettendo sull'operazione appena conclusa e sottolineando con la rilettura sulla tipologia di testo prodotta. Facciamo assieme ai bambini una considerazione molto semplice andando a confrontare la struttura del testo narrativo che ha un inizio, uno sviluppo e un finale, al cui interno i fatti possono intrecciarsi. Nel testo denotativo l'attenzione è volta alla registrazione dei fatti, più ingenerale essi registrano la realtà. Non a caso più avanti il testo denotativo potrà tornarci utile con le scienze, la geografia o la storia, funzionale alla capacità di saper produrre una relazione e/o esposizione scritta.


Altri lavori sul web sul testo denotativo li trovate su Impariamo a scrivere
Continua a leggere...

mercoledì 17 marzo 2010

L'ochetta Pasqualina per il lavoretto di Pasqua o per decorare le finestre dell'aula

Ebbene si l'ochetta Pasqualina è versatile e la potete usare per il lavoretto di Pasqua o semplicemente può con allegria decorare le finestre primaverili dell'aula. Va bene per la scuola Primaria e la scuola Infanzia. Potete ritagliarla o usare il punzecchio o punteruolo. I grandi possono benissimo ritagliare e i piccoli con l'aiuto delle maestre l'una e l'altra cosa.
Intanto specifico subito che non è tutta farina del mio sacco, Pasqualina nasce da un ochetta che ho visto realizzata in una scuola. Ho quindi "carpito" il modello e fatto delle modifiche.

Scaricate il modello qui, dovrebbe essere una pagina in formato A4, se è piccolo ingranditelo in formato A4.
Vi occorre:
- del cartoncino bristol bianco se dovete fare l'ochetta per le finestre,
- del cartone spesso per la base, se userete il modello per un lavoretto di Pasqua da appendere,
- appendicartelli se realizzate l'ochetta per il lavoretto di Pasqua.
- del cartoncino bristol azzurro per il cappello e la tascona sul davanti.
- del cartoncino arancione per il becco e le zampe.
- matita.
- forbici,
- attaccatutto potente,
- striscioline di stoffa da annodare al collo dell'ochetta,
- occhietti mobili da applicare o pennarello nero sottile per disegnare.
- carta velina per i fiorellini del cappello.

Addobbo per la finestra di Primavera
Fotocopiate le sagome, ritagliate i pezzi e realizzate le matrici con cartoncino di riciclo. Decalcate i vari pezzi: capello azzurro, becco arancio, zampe arancio e corpo bianco. Fateli ritagliare ai bambini o se sono di classe prima o scuola infanzia fateli punzecchiare. Assemblate i pezzi usando l'attaccatutto forte, fate dei piccoli fiorellini di carta velina e applicateli sul cappello. Volendo potete fare il cappello, il becco e le zampe da applicare anche sul retro, così anche dall'esterno si vede l'oca completa. Disegnate l'occhio, le ciglia, il taglio sul becco e le narici a mano libera su entrambi i lati.
Ora preparate la tascona: a mano libera ritagliate una sorta di semicerchio, tagliuzzate il semicerchio nel perimetro del  bordo circolare per circa tre millimetri e piegatelo, riempite i bordi piegati di attaccatutto e lasciateli asciugare un minuto. Applicate sul davanti dell'oca, come se fosse la tasca di un grembiule da cucina, quindi larga in alto,  tenete premuto finchè la colla non fa presa. Mettete il fiocchetto di stoffa. Fissatela al vetro e abbinatevi coniglietti, fiori o uova magari su un prato di carta velina.

Lavoretto di Pasqua
Se intendete usare l'oca Pasqualina per il lavoretto di Pasqua, procedete come segue: scaricate le parti qui, ricavate una prima sagoma di carta e fate un modello tutto intero, ora fate tutte le sagome intere, che userete come base. Ricavate le parti colorate e incollatele sulle sagome intere, avendo cura di incollare le zampe sotto il corpo bianco, invece il cappello e il becco sopra.  Mettete i fiori di carta velina sul cappello (vedi foto sopra). Incollate l'occhietto mobile e disegnate con un pennarello nero la base dell'occhio, le ciglia,  le narici e il taglio sul becco.
Procedete con la tascona: a mano libera ritagliate una sorta di semicerchio, tagliuzzate il semicerchio nel perimetro del bordo circolare per circa tre millimetri e piegatelo, riempite i bordi piegati di attaccatutto e lasciateli asciugare un minuto. Mettete il fiocchetto di stoffa. Applicate un appendicartelli sul retro del cappello e  riempite le tasca di ovetti di cioccolato, ve ne stanno tre circa.

Continua a leggere...

domenica 14 marzo 2010

Unità didattica: Il riassunto, la frase minima e l'espansione

Altro punto cardine della riflessione linguistica nelle classi seconda e terza di scuola Primaria è acquisire la capacità di comprendere cosa è ridurre un testo alla sua essenzialità. In classe seconda la riduzione di un testo significa spogliarlo di tutti gli abbellimenti, aggettivi, descrizioni e quant'altro per evidenziare solo la sostanza dei fatti. Con questa attività non miriamo solamente a far riassumere il testo, piuttosto far comprendere cosa significa riassumere: lo facciamo mettendo a frutto quanto abbiamo finora appreso sulla frase e la sua espansione, percorrendo il passaggio dalla frase minima all'espansione nei due sensi di marcia.
In fondo la distinzione tra frase minima e frase con l'espansione altro non sono l'una la frase essenziale, l'altra la frase con ulteriori riferimenti e specificazioni. La procedura che segue mira non solo a far intuire come fare, ma soprattutto a comprendere l'utilità del ridurre un testo ai fatti principali.

Procedura metodologica

Il testo si restringe (Step uno)
Nella prima fase occorre consegnare ai bambini la fotocopia di un testo di media lunghezza, con fatti precisi e circoscritti che si presti allo sfoltimento.
"Una famiglia di merli
La famiglia dei merli aveva trovato la sua casa su un grande noce. La merla dal becco nero stava tranquilla sopra le sue uova e ogni tanto si sentiva il suo canto tra le foglie. Il merlo dal becco arancio volava in giardino, si posava in mezzo ai cespugli spinosi delle rose rosse, saltellava qua e là fra l'erba, cercava qualche filo fresco di rugiada o qualche vermiciattolo.
Poi planava sul balcone della grande casa dipinta di giallo per cercare le briciole cadute dalla tovaglia. Al primo rumore, apriva le ali, velocissimo raggiungeva la merla e le offriva il cibo che aveva appena trovato. I due merli si volevano bene e aspettavano con ansia la nascita dei loro piccoli."
Testo di F. Panzeri e Marisa Manacorda "Il coccodrillo a pois" Ed. Arcobaleno

Sottolineiamo tutte le parti del testo da levare e facciamo ricopiare il testo ridotto che risulterà così:
"Una famiglia di merli
La famiglia dei merli aveva la sua casa su un noce.
La merla stava sopra le sue uova.
Il merlo volava in giardino e cercava qualche vermiciattolo.
Poi planava sul balcone della casa per cercare briciole.
Raggiungeva la merla e le offriva il cibo.
I due merli aspettavano la nascita dei loro piccoli."

Il testo che ne risulta, riletto ad alta voce dai bambini sarà con tutta evidenza ridotto ai fatti essenziali.

Ogni frase si riduce a soggetto e predicato (frase minima) (Step due)
Leggiamo assieme ai bambini le frasi ottenute nel testo ridotto e chiediamo se è possibile operare altre riduzioni. Chiediamo:  ad esempio la frase "La famiglia dei merli aveva la sua casa su un noce." è possibile formularla con meno parole e in particolare "aveva la sua casa" si può dire in altre parole?
I bambini capiranno subito che quelle quattro parole possono diventare un unica parola "abitava". Facciamo continuare con l'ulteriore restringimenti e otterremo le seguenti frasi:
"Una famiglia dei merli
La famiglia dei merli abitava su un noce.

La merla covava le sue uova.
Il merlo cercava cibo.
I due merli aspettavano la nascita dei loro piccoli."

Del testo iniziale sono restate una serie di frasi minime che  riassumono i fatti salienti della vita dei due merli.

Facciamo ora notare che una delle frasi ottenute può ulteriormente restringersi "La merla covava le uova" può benissimo ridursi a "la merla covava".
Facendo le solite domande-stimolo conduciamo a comprendere  perchè anche così breve la frase conserva il suo significato, in quanto la merla può solo covare uova. Se invece la parola "covare" è usata per una persona occorre specificare cosa si cova: ad esempio un "covare un' idea" o "covare qualcosa". Queste specificazioni apparentemente banali sono invece le sottigliezze del nostro linguaggio che vanno necessariamente fatte notare ai bambini. E' fondamentale aiutarli nell'uso creativo della lingua creando la rete dei significati e delle infinite possibilità di utilizzo che un unica parola può offrire.

Dalla frase minima all'espansione (Step tre)
Ora è possibile divertirsi con il procedimento opposto. Forniamo ai bambini un titolo e delle frasi minime su un unico argomento e chiediamo di allungarle specificando il dove, il come o cosa. Facciamo comprendere praticamente come l'espansione amplia il significato della frase minima fornendogli un contesto fatto di ulteriori informazioni.
"Primavera nel bosco
Gli uccellini cinguettano.
Il prato fiorisce.
Gli animali si svegliano.
Il ruscello scorre."
Lavoriamo alla lavagna scrivendo le proposte elaborate collettivamente, ed ecco come può diventare il nostro testo:
"Primavera nel bosco"
Gli uccellini cinguettano sugli alberi fioriti.
Il prato fiorisce di fiori di tutti i colori.
Gli animali si svegliano dal letargo invernale e corrono a cercare il cibo.
Il ruscello scorre velocemente in mezzo alle montagne."

Ora proviamo a far scrivere i bambini autonomamente chiedendo loro di espandere alcune frasi riguardanti la loro festa di compleanno:
"Il mio compleanno
Oggi è il mio compleanno...
Ho ricevuto i regali...
Mi sono divertito..."

Come è composta la frase minima (Step quattro)
Dopo aver focalizzato sull'espansione facciamo un riepilogo sulle parti della frase minima.
Lo scorso anno abbiamo compreso che il soggetto eseguiva l'azione, l'azione è diventata verbo e d'ora in poi si chiamerà predicato.
Il soggetto:
Aiutiamo la comprensione con una semplice poesia da dettare o fotocopiare.

Chi veglia di notte
I panettieri,
i pompieri,
i dottori del pronto soccorso,
i capitani di lungo corso,
i ferrovieri,
gli infermieri,
i fantasmi sempre scontenti,
i bambini con i primi denti:
di notte stanno tutti quanti in pie'
svegli proprio come me!
(Corinne Albaut)

Facciamo sottolineare tutti i soggetti presenti nella poesia, che fanno tutti la stessa cosa. Cerchiamo di dare una definizione di soggetto: Il soggetto nella frase è il protagonista dell'azione.

Nota importante: Può accadere che qualche bambino identifichi il soggetto con il nome. Finirà con cercare il soggetto sempre nel nome. E' importante cominciare a far capire che a volte il soggetto può essere anche un verbo: diamo un semplice esempio con la frase "Piove da una settimana" chiedete ai bambini di individuare il soggetto. Il soggetto e il verbo corrispondono. Non addentratevi in altre spiegazioni, premature per ora. Fate capire che l'abbinamento soggetto/nome può essere fuorviante.

Diamo qualche esercizio di consolidamento, e proseguiamo focalizzando sul predicato:
Il predicato
Il gufo
Il gufo lascia la sua meditazione,
pulisce gli occhiali,
e sospira.
Una lucciola rotola giù dal monte
e una stella cade.
Il gufo batte le ali e riprende a meditare.
(F. Garcia Lorca)

Facciamo sottolineare tutti i predicati contenuti nella poesia. Diamo qualche esercizio di consolidamento.

Concludendo (Step cinque)
Proponiamo un test articolato su diverse tipologie di risposta, per verificare il grado di comprensione degli alunni.

Download unità didattica: Unità didattica Il riassunto, la frase minima (soggetto e predicato) e l'espansione e esercizi correlati.
Download verifica finale dell'attività.
Continua a leggere...

mercoledì 10 marzo 2010

Testo realistico e testo fantastico: le parole che li differenziano

In classe seconda e terza di scuola Primaria gli alunni conoscono già alcune tipologie di testo: fantastico, realistico, regolativo, descrittivo. Il passaggio alla consapevolezza circa il linguaggio che si usa per formulare  questi testi è la chiave di comprensione del significato stesso dei testi. Ancora una volta riflettiamo sulla lingua comprendendo l'uso specifico delle parole nei vari contesti con una semplice attività didattica di durata media.

Procedura metodologica
Scriviamo un testo realistico partendo da un fatto vissuto
Che sia un festa, un incontro con altri compagni, un attività didattica specifica facciamo suddividere il fatto in quattro scene principali, usando i nostri consueti indicatori: Prima, poi, allora e infine al posto della parola prima possiamo usare il giorno specifico (ieri piuttosto che lunedì ecc).
Il nostro fatto "scatenante" è stata la visita a scuola dei proprietari della fattoria, in realtà l'inizio del nostro progetto Fattorie Didattiche. Ciascuno troverà il testo che servirà di ancoraggio alla presente unità didattica. Nel file di download il lavoro è facilitato da uno schema.

Ecco come i bambini hanno rappresentato l'evento con le relative didascalie, ovviamente è tutto molto reale in quanto vissuto:

Lunedì mattina a scuola sono venuti i proprietari della fattoria "Su Gagliardu e i rappresentanti dell'agenzia Laore (ndr l'ente promotore del progetto).

Poi signor Tore ci ha spiegato come si vive in Fattoria, gli animali che si allevano e cosa si produce.

Dopo abbiamo fatto "Su murzu", cioè lo spuntino con i prodotti della fattoria.

Infine il medico ci ha parlato delle regole per una sana alimentazione.

Le didascalie diventano testo:
Facciamo ricopiare le didascalie per dare l'idea concreta di come il testo si compone di più parti,  rileggiamo a voce alta  per  renderci conto se il testo racconta efficacemente e permette la comprensione di quanto accaduto, spiegando ai bambini che mentre si scrive occorre pensare a chi legge e non conosce i fatti:
Lunedì mattina a scuola sono venuti i proprietari della fattoria "Su Gagliardu e i rappresentanti dell'agenzia Laore. Poi signor Tore ci ha spiegato come si vive in Fattoria, gli animali che si allevano e cosa si produce. Dopo abbiamo fatto "Su murzu", cioè lo spuntino con i prodotti della fattoria. Infine il medico ci ha parlato delle regole per una sana alimentazione.
Il testo racconta in maniera completa come sono andati i fatti? Se si  possiamo concludere facendo scrivere un promemoria per fissare:
Il testo realistico è un tipo di testo che contiene esclusivamente elementi e fatti reali.

Con questi passaggi è ben chiaro agli alunni che un testo è reale perchè contiene fatti reali o plausibili anche quando sono di fantasia. Sono fatti che accadono e  possono accadere.

Cosa c'è di diverso in un testo fantastico?
Forniamo ai bambini un testo fantastico, scegliendone uno breve, con elementi facilmente individuabili, ad esempio questo:
Un taglialegna aveva una scure di ottimo acciaio, che gli cadde nell'acqua di un fiume. Seduto sulla riva, egli si lamentava pensando che non avrebbe potuto più lavorare. Arrivò un mago e si impietosì: "Non ti preoccupare riavrai la tua scure!" Detto fatto, si immerse  nel fiume. Riaffiorò subito dopo con in mano una scure d'oro. Il taglialegna ringraziò il mago e riprese il suo lavoro.
Ora chiediamo ai bambini di scrivere sul quaderno, in calce al testo,  se la vicenda è reale o fantastica. Chiediamo di scrivere quali parole fanno capire di quale tipo di testo si tratta. Infine chiediamo di sostituire le parole individuate con altre parole che trasformino il testo da fantastico a reale.
Esempio: Mago, scure d'oro -------> persona, scure d'acciaio.
Otterranno il seguente testo:
Un taglialegna aveva una scure di ottimo acciaio, che gli cadde nell'acqua di un fiume. Seduto sulla riva, egli si lamentava pensando che non avrebbe potuto più lavorare. Arrivò una persona e si impietosì: "Non ti preoccupare riavrai la tua scure!" Detto fatto, si immerse nel fiume. Riaffiorò subito dopo con in mano la scure d'acciaio. Il taglialegna ringraziò la persona e riprese il suo lavoro.
Facciamo rileggere per dare senso alle modifiche e sarà subito chiaro agli occhi dei bambini che la semplice sostituzione delle parole ha sortito l'effetto di trasformare il testo fantastico in un testo realistico.

Ora consolidiamo con un esercizio dello stesso tipo,formulato in maniera ironica e paradossale, chiediamo di trasformare il seguente testo fantastico in un testo realistico:
Un giorno Orazio camminava in strada e incontrò Harry Potter. I due parlarono qualche minuto, presero la scopa magica e si recarono in gelateria per mangiare il gelato alla pizza frizzante.
Da ultimo chiediamo di scrivere un breve testo realistico, utilizzando gli schemi presentati in precedenza: vedi articolo sulla Paura: strumenti per raccontarla : quando è successo, dov'è accaduto il fatto e chi c'era con te. Nello svolgimento raccontare cosa è successo. Nel finale rispondere alla domanda come è andata a finire.


Download attività Testo realistico e testo fantastico: le parole che li differenziano
Continua a leggere...

lunedì 8 marzo 2010

Insegnare in tre parole

Mi piacerebbe a volte scrivere dei bei articoli professionali che parlano della scuola. Riuscire a concretizzare in semplici parole le cose, le mille cose che mi passano per la mente durante la giornata: sulla bellezza di questo mestiere e sulla sue difficoltà.

Penso a cosa è oggi insegnare, mi viene in mente che è: percorre strade assieme agli studenti, che rendano efficace ed effettivo l'apprendimento, generare conoscenze applicabili e spendibili, pertanto abilità e capacità. Questa definizione soddisfa il concetto di mission dell'insegnamento ma non basta.
Insegnare è tenere costantemente l'attenzione rivolta alle sfumature e alla sostanza: meditare minuto dopo minuto su ciò che si fa e sul proprio modo di agire, meditare sul clima nel quale si apprende. Capire che il "come siamo e viviamo in aula" influenza direttamente ciò che si impara.
Penso che prima di tutto, prima dei contenuti, e parallelamente in tutti gli ordini di scuola, in tutte le situazioni anche le più disperate, è importante il modo con il quale comunichiamo agli alunni: con mente, corpo e cuore.

  • Mente perchè il nostro modo di fare deve essere autopercepito, ragionato, mirato.   E' mente e ragionamento perchè non deve essere in nessun modo perdita di controllo. Gli alunni specie i più piccoli hanno meno l'idea razionale della "meta". Essi devono percepire nell'insegnante colui che ha una idea molto precisa della meta collegata agli obiettivi da perseguire.  L'insegnante è la certezza che non si naviga a vista verso il traguardo, la certezza che il timone è ben saldo nelle sue mani ed ha bene in mente il punto di approdo anche se le strade da percorrere le traccerà d'accordo con  i viaggiatori. D'altro canto il timoniere è in aula per facilitare, favorire, promuovere e consentire la crescita culturale, individuale e sociale di una persona umana in divenire. Un buon timoniere è consapevole dei propri poteri: influenzare con la superficialità e noncuranza, nel credere o non credere che l'alunno sarà capace di raggiungere il traguardo formativo e metterlo nella condizione di "imparare ad imparare". Infine anche quando permette all'impulsività di agire essa  è controllata perchè la usa come strumento.

  • Corpo perchè il corpo deve comunicare coerentemente con le parole: ogni  parola si sposerà alla relativa mimica. Il corpo quale potente mezzo di comunicazione integra in maniera efficace i contenuti e le spiegazioni. Purtuttavia il corpo non prenderà mai il soppravento: nè attraverso un tono di voce iroso, isterico, rabbioso o violento; nè attraverso atteggiamenti minacciosi. Nè varcherà mai il confine delle mani sollevate nel gesto del percuotere. Anche nel caso in cui si genererà rabbia o delusione, saranno mente e cuore a spiegare le ragioni e non il corpo.

  • Cuore perchè il cuore è il trasporto emotivo verso l'altro, la capacità costante di capire cosa piace e cosa da fastidio, cosa fa crescere e cosa inibisce, cosa facilita e cosa blocca.  Il cuore perchè  per l'alunno va coltivato il sogno, l'idea, che nella vita dovrà avere il meglio possibile anche dall'insegnante in quel momento e negli anni in cui staranno accanto, che in aula la serenità è collegata alla capacità di saper superare le difficoltà e dare a queste ultime il giusto valore e peso. Occorre coltivare la "visione" che egli come persona sarà parte attiva al mondo e che saprà anche attraverso la scuola  trovare la strada che lo porterà al suo futuro.
Ecco io non so fare grandi ragionamenti teorici, io continuo ad avere in testa, queste parole, le parole di un rapporto alunno/docente studente/docente che ha alla base le idee che ho raccolto sopra. Altri meglio di me sanno scrivere di scuola. Io come tanti maestri, la scuola spero di riuscire ad imparare a farla bene.
E per questo non correggo solo i compiti. Trovo ogni giorno cinque minuti per chiedermi: quale atteggiamento oggi avrei potuto evitare che era dettato da leggerezza, frustrazione, rabbia o addirittura mia incapacità?
Non mi metto in discussione no.
Lo faccio solo con lo scopo, tutto egoistico, che quell'atteggiamento errato alla fine il maggior disagio lo ha provocato a me. Sto sempre meglio quando razionalmente fornisco in aula la miglior risposta possibile in termini di rapporti umani. Rientro a casa contenta semplicemente perchè ho fatto il mio lavoro.

Leggete questa bella intervista a Carmen Gamper fondatrice di New Learning Culture Consulting, dell'amica Sybille nel suo blog Buntglas:  si capisce bene cosa possiamo ancora cambiare della nostra scuola, perchè come dice N. Bottani la scuola non abbia a scomparire nel 2050.
Continua a leggere...

sabato 6 marzo 2010

Un disco orario per la festa del Papà

Un classico dei lavoretti da fare a scuola per la festa del papà è il disco orario: facile, veloce e pure utile. Il più carino lo potete scaricare da Midisegni in questo link, una macchina che sorride: noi lo stiamo provando questi giorni e insieme ai bambini abbiamo pensato di apportare una variante che renderà il lavoretto per il babbo duraturo nel tempo e effettivamente utilizzabile.

Materiale
Sagome disco orario scaricabili dal sito Midisegni,
carta A4 bianca,
pastelloni a matita,
forbici,
nastro adesivo trasparente largo,
punzecchio (punteruolo),
fermacampioni,
plastificatrice.

Esecuzione
-Colorare in rosso la freccina dello specchietto anteriore, che dovrà poi indicare l'ora di arrivo,
-colorare con le tonalità preferite e in maniera molto uniforme l'auto,
-ritagliare la parte indicata sul cristallo anteriore,
-plastificare l'auto,
-rivestire di nastro adesivo trasparente il disco con le ore e ritagliare seguendo la linea,
-ritagliare l'eccesso di plastificazione dall'auto,
-fare i buchini come indicato con un punzecchio (punteruolo),
-montare unendo le due parti con il fermacampioni.

Eccoli i dischi orari realizziati dagli alunni... non sono carinissimi?

Ringrazio gli alunni ai quali ho proposto l'esperimento di plastificazione perchè si sono fidati, nonostante si corresse il rischio di dover rifare il lavoro da capo!!
Continua a leggere...

mercoledì 3 marzo 2010

Il cartoncino con le mimose più semplice e tenero per la festa della Donna

Questo dolcissimo cartoncino della festa della Donna con i suoi evidenti segni del tempo è quello che ho ricevuto quindici anni fa da mia figlia quando frequentava la scuola dell'Infanzia.
Un idea di una collega che ci teneva a far rientrare a casa i bambini con un segno di auguri da portare alle Donne presenti in famiglia.
Cosa significa oggi festeggiare la festa della Donna.
La festa della donna è risaputo divide l'opinione delle donne: coloro che sono favorevoli alla sua celebrazione, comprese le famose uscite serali,  chi invece preferirebbe una ricorrenza più sobria anche in virtù del fatto che la festa nasce principalmente per ricordare il sacrificio di tante donne nel rivendicare il diritto alla affermazione femminile in ogni campo umano, infine chi la abolirebbe del tutto. 
Io mi schiero nella seconda categoria. Questa ricorrenza va ricordata e celebrata perchè non si sovrappone ad altre (festa della mamma ad esempio), piuttosto è occasione di riflessione per tutti, di ripensamento per uomini e donne sulla difficoltà delle donne a conciliare i ruoli. Ripensare alle grandi donne che sono riuscite a perseguire ed affermare il loro personale obiettivo. Ripensare alla opportunità odierne alla luce delle difficoltà che investono sia uomini che donne, in questo periodo di forte crisi del mondo di lavoro.
Tutti gli eccessi vanno lasciati da parte, perchè nulla si addice di più alla donna che la sua capacità di sapersi collocare in ogni situazione in maniera sobria e adeguata. Saper vivere nel proprio tempo.

Celebrare la festa della donna a scuola
Pertanto anche a scuola possiamo accogliere l'invito a parlare delle donne in aula.
Persino alla scuola dell'Infanzia coi bambini più grandi, si può spiegare che la mamma non è solo la "mamma" ma che si occupa di tante altre cose: spesso lavora, ha interessi, hobby, ha necessità di spazi suoi anche mentali che l'aiutano a viversi prima di tutto come persona.
Credo sia bello spiegare queste cose ai bambini che a volte sono accentratori ed egoisticamente richiedono una presenza della mamma quasi ossessiva e al quale attribuiscono spesso la colpa delle loro mancanze. Un esempio per tutti: "la mamma non mi ha preparato lo zaino", "la mamma ha dimenticato di darmi la merenda" o "la mamma non ha controllato se avevo dei compiti da fare". Io queste risposte le sento tutti i giorni e me ne dispiaccio.

Un cartoncino facile da sei mesi fino agli "anta"
Materiale:
- fogli formato A4 di cartoncino nero,
- tempera verde, colore a dita giallo,
- attaccatutto forte,
- carta crespa gialla o nastrino giallo,
- pennellino sottile,
- forbici.

Realizzazione
Dividete in due il cartoncino nero. Ne otterrete due parti che piegherete a metà (come nella foto in alto). Disponete la tempera verde e il colore a dita giallo nei contenitori. Sul frontespizio fate dipingere con il pennello dei rametti verdi. fate asciugare vicino ad una fonte di calore. Fate intingere le dita dei bambini nella tempera gialla (meglio se è colore a dita) e fate le palline di mimosa. I piccini vanno guidati. Anche ai più grandicelli onde evitare pasticci, va data l'indicazione su come utilizzare lo spazio. Fate asciugare ancora. Preparate un fiocchetto di carta crespa o di altro nastrino giallo e incollate con l'attaccatutto forte alla base del vostro mazzolino di mimose dipinto. Ora fate scrivere una frase. O fate incollare una poesiola piccina. O fate copiare il nome ai più piccini.
Oppure un semplice "grazie ti voglio bene" può essere la poesia più dolce per una donna.

Ecco la festa della donna è una bella occasione per dire Grazie alle donne... voi che ne dite?
Continua a leggere...
 

Lettori fissi

Chi sono

La mia foto
"Si impara scambiando conoscenza"

Crescere Creativamente: per bambini e non solo Copyright © 2009/2015 Gadget Blog is Designed by Ipietoon Sponsored by Online Business Journal

Questo blog è visibile in maniera ottimale con IE7 - IE8 - Firefox

Privacy Policy and Privacy e Cookie