di Maestra Rosalba

domenica 29 aprile 2012

Spettatori partecipanti

Io del rapporto scuola genitori o genitori scuola, mi sono fatta un'idea. Probabilmente un'idea preconcetta dettata forse e prima di tutto dal mio mestiere di maestra, dall'essere stata poi genitore di scolara e ancora dopo di studente. Un'idea tutta mia, secondo il quale per definire questo rapporta basta una sola parola: corresponsabilità.

Ho sempre creduto che attraverso il dialogo, il mettersi d'accordo, la mediazione, il raccontarsi anche gli aspetti spiacevoli e soprattutto la partecipazione, si potesse raggiungere un discreto livello di corresponsabilità.
Oggi a distanza di anni so di essermi un po' sbagliata e un po' no. E mi sono sbagliata un po' più di un po' a dire il vero.

Si comincia da quando sono molto piccoli alla scuola Infanzia: una parte dei genitori dice "Voglio che ti comporti in un certo modo", mentre un'altra parte dice "Guarda che se ti comporti così la maestra ti sgrida".

Si continua alla Primaria "Cerca di stare attento il più possibile" mentre qualcun altro dice "Stai attento altrimenti la maestra ti mette un brutto voto".

Si continua similmente alle superiori, e credo si sia capito, da una parte si fa appello alla responsabilità personale o a ciò che la famiglia chiede al proprio figlio e dall'altra si dice che dall'esterno arriverà una punizione, che poi si manifesti attraverso il voto o il rimprovero dell'insegnante poco importa, o ancora peggio si attribuisce sempre e comunque la colpa ad altri di ciò che non funziona.

Ma un'idea ben chiara del concetto di corresponsabilità e della mancanza di esso in una parte delle famiglie me la sono fatta negli anni attraverso la partecipazione, proprio partecipazione fisica, dei genitori ai progetti, partecipazione si badi bene a "grande richiesta". Anche qui le adesioni sono all'insegna del "Partecipo assumendomi la mia parte responsabilità e collaborando" e "Partecipo da soggetto esterno, da ospite, tutto ciò che non funziona è colpa della scuola comunque".

E sembra di intravedere un meccanismo assai mediatico, tipico di questi ultimi decenni in cui la scuola è vista come vetrina, sia che si tratti di una recita, sia che si tratti di un viaggio d'istruzione o di un qualsiasi evento.
Dove la partecipazione, per troppi a dire il vero, non è di adesione al progetto ma di semplici comparse. In cui l'unico ruolo che si diventa capaci a ritagliarsi è quello della valutazione esterna: captare esclusivamente i punti di debolezza dell'attività. E così si ha la sensazione, un po' frustrante per chi si fa in quattro a organizzare, di avere al seguito "spettatori partecipanti".

Nonostante mi dispiaccia per quella parte delle famiglie che, ovunque nella scuola italiana, condivide le responsabilità delle scelte educative assumendosene anche il peso e collaborando alla riuscita delle "imprese" scolastiche, compreso l'insegnamento, ecco io a questo tipo di condivisione e di illusoria corresponsabilità,  ho finito col non crederci più.

In definitiva ho preso atto che è molto più facile con i bambini, e credo che molti colleghi lo possono confermare, che partecipano anche per divertirsi e con tanto spirito di adattamento, mentre, e parlo sempre per quella parte di genitori non tutti eh, che non solo non hanno un'età che non permette più loro di adattarsi, ma a volte, e dispiace dirlo, partecipano solo con spirito critico. E più che un fatto premeditato mi rendo conto che è proprio un costume, un modo di fare usuale, di cui in tanti siamo inconsapevoli diffusori.

E come sempre e so di dire una cosa politicamente poco corretta, mi pare il solito modo tutto italiano di partecipare, molto molto simile a ciò che accade in tutti questi anni, dove tutti si chiamano fuori dalle cose e la parola corresponsabilità è ormai una specie di giocattolino usato, mezzo rotto e dimenticato in un angolo buio. 

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sabato 28 aprile 2012

Le filastrocche dell'ozio e del non far nulla


La filastrocca del far nulla
Son troppo stanca e c'è lo scirocco / 
sbrigo faccende che durano poco /
mi alzo e penso a quanto ho da fare /
poi torno a sedere e a meditare /
son troppo stanca e c'è lo scirocco.


Voglia di far niente
Si dice: c'è oggi tanta gente /
che pare abbia voglia di far niente /
lo dicono pure al telegiornale /
ne parla anche il settimanale /
li prendon sul serio poco e niente.


Filastrocca dell'ozioso
Filastrocca dell'ozioso /
entra in un circolo vizioso /
si alza stanco alla mattina /
e la sera è una rovina /
presto! Ha bisogno di riposo.


L'ode all'ozio
Quanto mi piace riposare /
e nell'ozio contemplare /
ché il pensiero vaghi inerte /
solitario nella quiete /
lode al silenzio e al non fare.


Da wikipedia:
Quella che segue è una traduzione in italiano dall'originale inglese di autore anonimo:
Il limerick comprime l'anatomico
con riso in spazio economico
ma i migliori concepiti
raramente son puliti
e il pulito è raramente comico

Qui si dice che mica sempre l'ozio è una cattiva cosa! 

Su suggerimento di Popinga

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Idee e Lavoretti Festa Della Mamma 2012

Una manciata di giorni ed è già Festa della Mamma, quest'anno incastrata tra un lungo ponte del primo maggio e qui da noi con i referendum regionali.
Ecco di seguito un po' d'idee e spunti per fare un piccolo pensierino alla mamma: un cartoncino con una poesia, un lavoretto semplice e veloce, un disegno da colorare per i più piccini.
Come al solito cose da realizzare con i bambini a casa e a scuola, magari con l'aiuto e la complicità delle nonne, perchè i papà si sa sono più sbrigativi nella scelta dei regali:

- Realizzare bellissime e facili collanine di semi su Attività creative per bambini

- Un libro per la mamma su Make and Takes
- La soluzione per l'ultimo minuto il biglietto di auguri: i fiori coi polpastrelli di Serving Pink Lemonade




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mercoledì 25 aprile 2012

Vite di antifascisti: Costantino Nivola

Costantino Nivola è noto ai più come pittore e scultore italiano. 
Nato in terra sarda vi ha trascorso i primi anni di vita manifestando precocemente le sue doti artistiche, ha poi continuato, anche grazie ad una borsa di studio, trasferendosi per motivi di studio nella Penisola. Fu durante le frequenza di un corso per disegnatori a Monza, che conobbe la futura moglie Ruth Guggenheim, tedesca di origini ebree, erano gli anni delle leggi razziali e dopo pochissimo tempo Nivola e  la sua compagna si trasferirono prima a Parigi e poi a New York, dove si stabilirono per sfuggire alle persecuzioni. 
Il libro di Lorenzo Di Biase, "Costantino Nivola - Un artista contro il regime fascista", stampato per l'ANPPIA Sardegna (Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti ), di cui è Dirigente Regionale, racconta il ruolo di antifascista di Costantino Nivola.

A Parigi "Titinu", durante un primo viaggio, quando  ancora era  studente, conobbe e frequentò antifascisti quali Emilio Lussu, Leo Valiani e Nicola Chiaromonte, rapporti che si consolidarono quando vi si trasferì definitvamente insieme alla moglie Ruth nel 1938.
Nel 1939 collabora con la rivista antifascista Giustizia e Libertà dove pubblica un disegno riportante l'Italia sotto la croce uncinata inizialmente attribuito ad un altro artista,  che fu all'origine della segnalazione alla polizia politica e per il quale fu emessa una dichiarazione di arresto nel caso fosse rientrato in Italia. Ma Nivola e sua moglie non rientrarono mai definitivamente in Italia, e dopo un iniziale periodo di instabilità economica si stabilirono definitavmente a New York. Anche nella terra d'oltreoceano continuò, nonostante la velocissima ascesa artistica, a interessarsi e a sostenere le idee antifasciste ospitando altri esuli provenienti sia dalla Sardegna sia dalla Penisola.
E d'altro canto la memoria lunga del regime non dimenticò Nivola tanto facilmente, continando attraverso i suoi delatori, presenti ovunque, e attraverso la solerte opera dei funzionari della polizia italiana, che continuarono ad arricchire d'informazioni il corposo fascicolo che lo riguardava.

Nivola è stato uno dei più importanti e apprezzati scultori del secolo scorso, ricoprì prestigiosi incarichi in alcune Università americane e conobbe artisti quali Jackson Pollock, John Little, James Brook, Ibram Lassaw. Nel suo studio ospitò per due anni Le Corbusier. Morì nel 1988 nella sua casa di Long Island precedendo di vent'anni la moglie Ruth.

Il libro di Lorenzo Di Biase, insegnante e giornalista pubblicista nonchè instancabile ricercatore,  è richiedibile gratuitamente all'ANPPIA Sardegna, utile strumento per le scuole di ogni ordine e grado, contiene un corposo sunto delle politiche razziali del periodo fascista, un'appendice legislativa e  un'appendice documentaria con la riporoduzione di alcuni documenti inediti.

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lunedì 23 aprile 2012

Prepararsi Alle Prove Invalsi 2012

Mancano ormai una manciata di giorni a Maggio ed è bene ribadire alcune cose sulle prove Invalsi di imminente svolgimento. Lo scorso anno  qualcosa si era detto in questo post, di nuovo è forse utile riaffermare che le prove Invalsi sono dei test, in quanto tali non sono la misura diretta del lavoro dei docenti e tantomento della capacità degli alunni. Nell'esecuzione dei test, soprattutto per gli alunni della Primaria, entrano in gioco una serie di variabili non sempre controllabili dal bambino.

Pertanto niente ansie, nessuna prova somministrata all'ultimo momento, se i test non li avete provati finora, lasciate perdere, non abbandonatevi a tentativi dell'ultim'ora, molto stressanti e oserei dire perfino frustranti, per alunni e insegnanti. Lo svolgimento dei contenuti previsti per la classe sarà più che sufficiente.

Mesi e mesi di scuola a imparare, scherzare, a volte piangere, arrabbiarsi, insistere, intestardirsi, provarci, stancarsi, ecco nessuna prova Invalsi lo potrà mai raccontare, perchè un bambino non ha ancora finito d'imparare e come il voto, anche i test fotografano un momento, ci raccontano una sorta d'istantanea a volte sfuocata, ma già un atttimo dopo che l'abbiamo guardata è già vecchia.


Nonostante questo le prove possono essere comunque un'esperienza da fare, io ecco magari non le userei come valutazione da trasferire nel registro come suggeriscono alcuni colleghi e dirigenti. 
A questo scopo Orizzonte Scuola offre la guida più completa per le imminenti prove Invalsi del 9 e 11 Maggio 2012
Le classi coinvolte, la tipologia delle  prove, il ruolo del somministratore, chi è e cosa deve fare, gli orari di servizio e le procedure, cosa fare prima dell'inizio della prova, come si svolge la prova, la durata, i casi particolari, cosa fare quando l'alunno termina in anticipo, i bisogni speciali, la registrazione delle risposte, l'osservatore esterno, i numeri utili, la normativa e i materiali utili. Tutto in una sola pagina web.
[Via]
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Carnevale della Chimica #16

E siamo al  Carnevale della Chimica numero sedici ospitato su Scientificando, con il tema che ha per  titolo "Carbonio e chimica del carbonio". 
L'argomento con le sue  implicazioni legate alla vita di tutti i giorni ben si è prestato al racconto della Chimica, tale da originare altrettanti spunti utili alla didattica. E quale che sia la scuola dove s'insegna un'occasione per parlare del Carbonio non manca mai, passando per la più consumata delle matite il Carbonio è sempre sotto i nostri occhi...

Il carnevale su Scientificando
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domenica 22 aprile 2012

Dislessia: due libri per due esperienze

Il primo passo per affrontare la dislessia è la presa di coscienza di insegnanti, genitori e in contenporanea del bambino stesso, che non percependola come un limite impara a conviverci elaborando altre strategie, anche perchè essa non preclude nulla dei gradi futuri di scuola, richiede solo un approccio modificato e  tecniche di apprendimento commisurate al singolo. 
Uno dei limiti più forti che come scuola si pone, è proprio la ritardata presa di coscienza e l'idea errata che ci troviamo di fronte a un vincolo per l'apprendimento. 
Al contrario una volta compresa, accertata la difficoltà, e ciò può essere fatto entro il terzo, quarto anno di scuola Primaria e stabilito quali strumenti usare per comunicare, la strada per quanto ancora accidentata, ma ciò vale per tutti, è sicuramente più sgombra e agevole per il passaggio dei saperi.

Già alla scuola Primaria un alunno dislessico è in grado di produrre testi adeguati, di offrirsi prestazioni all'altezza della sua e dell'altrui aspettativa. 
Senza voler semplificare troppo, perchè apparirebbe fuorviante, si può dire che qualsiasi forma e modo di apprendere sono facilitati da un metodo e un sistema poco codificato, poco rigido, che lascia spazio ai diversi modi d'imparare. Il sistema deve caratterizzarsi per la capacità degli insegnanti a saper riconoscere le diverse caratteristiche dell'apprendimento, consentirne l'epressione e sostenerle con tutte le strategie possibili. Saper insegnare anche in presenza di dislessia, ma anche di tutte le altre difficoltà che caratterizzano l'apprendimento, è prima di tutto una forma di pensiero, una disponibilità di pensiero.

Il promo libro che segnalo, che fa il giro del web in questi giorni è Un'insolita compagna: la dislessia  di Filippo Barbera

...un libro che affronta il problema dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) attraverso il racconto dell’esperienza di vita di un ragazzo dislessico e che testimonia che: “la dislessia non è una porta murata, ma una porta chiusa a doppia mandata. Per aprirla bisogna trovare la chiave giusta”. 
Il secondo Demone Bianco - una storia di dislessia di Giacomo Cutrera
Quando ho iniziato 10 anni fa a parlare nelle scuole del tema della dislessia, ho voluto falo raccontando la mia storia.
Successivamente ho visto che parlarne era utile per molte persone e ho continuato a girare per tutta Italia per raccontare la mia esperienza.
Successivamente ho scritto il libro Demone Bianco e ho voluto che fosse scaricabile da internet gratuitamente per poter diffondere in molte scuole e farlo arrivare a molte famiglie.
Entrambi i libri sono scaricabili in formato pdf e sui rispettivi siti è presente il formato audio
Per coloro che possiedono un Kindle ricordo che è possibile inviarsi il pdf nell'account gratuito e poter leggere comodamente i libri nel formato proprietario del dispositivo.
[via e via]
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sabato 21 aprile 2012

Conoscere il sistema solare con Eyes on the solar sistem della Nasa

Il sistema solare per essere compreso dai bambini è meglio vederlo che raccontarlo, tra la tante applicazione web browser c'è anche quella della Nasa, rilasciata di recente Eyes on the solar sistem, che ci permette di guardare dentro il sistema solare in 3D. 

Non è richiesta nessuna particolare tecnologia se non di scaricare il plugin (che è un piccolo programma non autonomo che interagisce con un altro programma), una buona connessione in grado di supportare le immagini 3D e un browser, cioè il software per la navigazione su Internet. 

A questo proposito gli sviluppatori della Nasa consigliano l'uso di Firefox, che attualmente è il più compatibile con l'applicazione. E' possibile usare questa funzionalità sia con i pc Mac che Windows, anche se alcune funzionalità devono essere ancora migliorate soprattutto per Safari.
Su Yoytube è reperibile il video che insegna come utilizzare Eyes on the solar sistem


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venerdì 20 aprile 2012

Cicero: un Programma online per imparare a tradurre il latino

Cicero Latin Tutor è un guida online per aiutare lo studende con il Latino, si tratta di un programma online ancora in fase di sperimentazione in partenariato con la Fondazione Giovanni Agnelli e l'Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell'Autonomia Scolastica (ANSAS).

La sperimentazione è articolata in tre fasi:
  • nella prima una rosa di otto docenti da tutta Italia ha inserito venti versioni interagendo con lo staff di Maieutical Labs per migliorare l'usabilità e le funzionalità del programma;
  • nella seconda chi ha partecipato alla prima fase ha usato Cicero con la propria classe nella quotidiana attività didattica;
  • nella terza fase, quella in corso, Cicero è finalmente pronto a confrontarsi con il grande pubblico.
Cosa è possibile fare con Cicero
Cicero Latin Tutor  insegna a tradurre con la pratica. E aiuta a correggere più in fretta.
Il supporto alla traduzione avviene passo passo:
  • nell'individuazione dei singoli costituenti frasali, e quindi nella comprensione della struttura sintattica del testo latino;
  • nella costruzione di un nuovo testo rispettoso della lingua italiana.
Cicero non fornisce mai la risposta giusta: poiché capire quali sono le parti del discorso in gioco è un passaggio fondamentale, chiede invece di individuare i costituenti frasali fino a quando non ottiene quello che vuole ma fornisce informazioni per rispondere correttamente!. Quando invece si tratta di tradurre Cicero si limita a salvare la traduzione e inizia a collaborare alla correzione.
Con due rivoluzionarie novità:
  • di fronte alla versione tradotta non è più necessario cercare gli errori ma solo correggere quelli erroneamente ritenuti tali da Cicero il quale a propria volta impara a correggere con sempre maggiore precisione;
  • quando la versione è corretta è disponibile un set di parametri che permette di confrontare velocemente tutte le traduzioni della classe e di capire quali sono le maggiori debolezze di ogni studente.
Con Cicero è possibile formare la classe virtuale: nella gestione delle funzioni amministrative la classe virtuale collabora strettamente con il latin tutor. Questo permette di gestire la propria classe, di assegnare le versioni e di essere informati sulle consegne, di correggere i compiti e inviarne la correzione agli studenti e di accedere alla reportistica in maniera totalmente integrata.


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Premiazione Concorso Parlar di Chimica

Ricevo e volentieri giro ai lettori il comunicato stampa dall’Associazione Culturale Chimicare, organizzazione no-profit nata nell’aprile 2011 con lo scopo di contribuire alla diffusione ed alla promozione della cultura chimica fra i “non addetti ai lavori”, ha indetto per sabato 21 aprile, in concomitanza con l’assemblea annuale dei suoi soci, un pomeriggio aperto a tutti nel centro storico di Torino dedicato alla divulgazione della chimica. 

Premiazione del concorso “Parlar di Chimica” e presentazione audiovisiva degli interventi di divulgazione della chimica svolti nel primo anno di attività Programma della giornata: 
 - ore 15.00 – premiazione dei finalisti del 1° Concorso Nazionale di Divulgazione della Chimica per mezzo di articoli inediti “Parlar di Chimica”; 
 - ore 16.30 – slide-show di esposizione degli interventi svolti dall’Associazione Culturale Chimicare nel suo primo anno di attività a favore della diffusione della cultura della chimica, sia sul territorio nazionale che nel web; 
 - ore 18.00 – assemblea sociale degli iscritti. 

L’evento sarà ospitato presso i centralissimi locali in piazza Castello 9 a Torino messi a disposizione dall’Associazione Donna Sommelier. Rinfresco enogastronomico con vini selezionati a cura dell’ente ospitante. Gadget e consumabili per l’igiene dentale messi a disposizione dallo sponsor Smilepoint “il negozio del sorriso”. 
Ingresso libero, gradita prenotazione per esaurimento posti.


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giovedì 19 aprile 2012

Nei tuoi panni

E' curioso come nel tempo cose e modi fare cambiano in modo radicale. 
E' capitato spesso che mia madre raccontasse di episodi della sua infanzia. Un'infanzia tribolata fatta di lavoro minorile, di fame, di freddo, sopprattutto perché quel suo tempo di bambina, e quello di tanti come lei, è coinciso con gli anni della guerra. 
Nelle famiglie più povere si era costretti a passarsi l'abbigliamento dall'uno all'altro. Ma ciò che si ereditava dai fratelli o sorelle non era "ancora nuovo" ma già in uno stato di avanzata usura. I pantalori rattoppati fino all'inverosimile così come gonne e camiciole. 
E questo passaggio era un fatto parecchio odiato dai bambini. Ci sono stati bambini poi ragazzi che il primo abbigliamento veramente loro lo hanno conosciuto dopo l'adolescenza, comprato a volte coi primi soldini guadagnati, non appena se ne poteva tenere una piccola parte per i propri bisogni. 
Ma passata la prima ondata di sdegno, racconta ancora mia madre, i bambini tornavano alle loro occupazioni, le spiegazioni erano poche: era così e basta e a nulla valevano le proteste, altrimenti erano pure botte. Ai bambini non era dato mai di sapere le cose degli adulti e meno che mai di poterle argomentare. E questo era un po' il loro cruccio ma anche un modo per proteggerli.

Anche la mia generazione ha conosciuto l'eredità degli abiti, ovviamente in misura totalmente diversa. Ciò che era consunto lo si gettava e si teneva solo quanto era in buone condizioni. Se c'era da fare un aggiustamento non doveva essere troppo evidente. 
E qualcuno per questo protestava,  sottolineando a volte di non essere voluto bene per via del fatto che quegli abiti non erano stati acquistati per lui ma per il fratello più grande e gli sembrava di essere meno importante dei fratelli più grandi che essendo i primi indossavano sempre cose nuove.
Della situazione economica della famigllia si sapeva poco: i genitori non ne parlavano mai a voce alta; le loro preoccupazioni s'intuivano, e i genitori si premunivano di rassicurare i figli. In qualche modo un atteggiamento più rispettoso dei bambini, seppur a fatica, si faceva largo. L'ombra durava giusto il tempo di tornare a giocare e si dimenticava presto.

Ora ogni figlio ha il suo guardaroba, perchè le mode si sa... Il concetto di lascito del vestiario è assai cambiato. Intanto i vestiti smessi non sono più consumati come un tempo. L'unica cosa che continua a rompersi sono i jeans, quando sono usati per rotolarsi, saltare e strisciare. 
Il resto, giubbini, camicie, maglie, gonne si conservano pressoché nuovi, perchè i bambini crescono in fretta.
Capita allora di vedere bambine e bambini, mi capita a scuola perchè ne parlano, che indossano i capi di fratelli e sorelle. E raccontano con un misto di orgoglio e compiacenza che ciò che hanno indosso è appartenuto al fratello e alla sorella. Quasi a voler dire di portare con sè una parte dell'altro.
E io che non rimpiango mai e non mi verrà mai in mente, mai, di dire si stava meglio quando si stava peggio, penso che per i bambini le condizioni sono migliorate parecchio, anche se ora abbiamo esagerato nel senso opposto.
E se non è bello l'eccessivo accudimento con cui trattiamo i bambini, il nostro prevenire tutti i loro desideri, che è il nostro modo di ammazzare le loro ambizioni, dall'altro mi fa tenerezza questo loro apprezzare di avere qualcosa dell'altro, questo piccolo desiderio di essere l'altro, che alla fine è un modo per arrivare all'affermazione di sé, passando anche per l'imitazione di coloro cui vogliamo bene.

E se penso che quando era piccola mia mamma parole come il sé, l'affermazione, il rispetto della crescita erano parte di un vocabolario sconosciuto ai più, non sempre intenzionale ma come modo di vivere allora, ecco oggi è giusto che sia così. Però dovremmo anche non dimenticarci che non sempre è stato così e ogni tanto ricordarlo ai bambini. 
Anche perchè alla finestra e quasi sulla porta di casa si affacciano tempi assai cupi. Apparentemente i bambini saranno gli ultimi ad accorgersi, perchè l'acquisto di ciò che occorre loro verrà sempre per primo nel bilancio famigliare, ma non sarà utile far finta di nulla come non è utile proiettare su di loro, come accade sempre più spesso con l'usanza d'informare i bambini su tutto ciò che accade in famiglia, di ogni minimo mal di pancia.
E se è bene indossare i panni dei fratelli non è bene che indossino tutte le nostre preoccupazioni.

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lunedì 16 aprile 2012

E' nato lo Sportello DSA del Centro Studi Erickson

Giro ai lettori il comunicato stampa dal Centro Studi Erickson riguardante la creazione di uno sportello online per i Disturbi Specifici di Apprendimento, di supporto alle scuole e alle famiglie.

Erickson presenta lo Sportello DSA (http://sportellodsa.erickson.it), un vero e proprio servizio di consulenza gratuita per le Scuole e le famiglie. I Disturbi Specifici dell'Apprendimento (dislessia, discalculia, disortografia, disgrafia) sono sempre più oggetto di interesse anche a livello legislativo, con la previsione di precisi obblighi a carico delle Scuole e il riconoscimento di specifici diritti per gli alunni e le loro famiglie. Con lo Sportello DSA il Centro Studi Erickson vuole mettere a disposizione la competenza dei suoi esperti sui Disturbi Specifici dell'Apprendimento, maturata in decenni di esperienza dedicata a queste tematiche. 

Lo Sportello DSA permette di: 
- trovare risposta ai dubbi e alle domande più frequenti sui DSA; 
- consultare la normativa nazionale e locale; 
- compilare una checklist di autovalutazione, che consente ai dirigenti scolastici di fare il punto della situazione rispetto alla gestione dei DSA nella propria scuola; 
- scaricare video e contributi dei più importanti esperti in materia; 
- scoprire tutti i prodotti editoriali, le proposte formative e i servizi Erickson sul tema DSA; 
- contattare direttamente gli esperti Erickson per una consulenza personalizzata. 

In particolare, il servizio di consulenza fornito gratuitamente via e-mail dagli esperti del Centro Studi Erickson offre: 
- Orientamento per famiglie e insegnanti su cosa fare in caso di dubbio riguardo alle difficoltà di apprendimento manifestate da un bambino; 
- Guida ai materiali didattici, riabilitativi e di valutazione; 
- Guida agli strumenti compensativi per i DSA e altre difficoltà; 
- Orientamento riguardo agli aspetti normativi di tutela dei ragazzi con DSA (Legge 170, Decreti Attuativi, Leggi Regionali); 
- Guida alla rilevazione scolastica delle difficoltà di apprendimento; 
- Orientamento alla formazione (on-line, servizio, in sede); 
- Guida al supporto didattico ai ragazzi con DSA. 

Lo Sportello DSA è accessibile dal portale Erickson  www.erickson.it o direttamente all'indirizzo www.sportellodsa.erickson.it 

Per maggiori informazioni: convegni@erickson.it
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Gli strumenti dello storico: la datazione al Carbonio14

Fin dalla terza Primaria gli alunni hanno potuto imparare che lo storico si serve di tanti strumenti per cercare di raccontare in modo preciso cosa è accaduto in passato. L’invenzione della scrittura ci ha premesso di conoscere i fatti attraverso le fonti scritte. Per quando è invece accaduto prima della scrittura lo storico ha dovuto affidarsi all’analisi dei reperti materiali e delle fonti visive, i disegni, lasciatici dai nostri antenati. Nel 1945 un chimico americano Willard Frank Libby, inventò un metodo del tutto nuovo che permetteva di stabilire con una certa precisione “la data di nascita” di un materiale organico: tessuti, resti di ossa, resti di cibo, piante e resti vegetali… Questa scoperta, che ha rivoluzionato la ricerca dello storico, ha permesso al suo autore di ottenere il premio Nobel nel 1960.  

Dove si trova e come finisce nella materia organica il Carbonio 14? 
Prima di tutto occorre dire che il Carbonio è un elemento chimico presente in tutta la materia organica, per fare un esempio è fatta di carbonio la punta della matita, la grafite, si chiama così il materiale di cui è fatta, ed è di carbonio il diamante: la differenza sta nel modo con cui gli atomi sono disposti. La grafite è morbidissima, si può osservare che il segno che lascia la matita è una sorta di polvere sottilissima, il diamante è invece il materiale più duro che esiste in natura. 
Ma torniamo al nostro Carbonio 14, (che d’ora in avanti indicheremo con il simbolo 14C) perché la particolarità sta proprio in quel numeretto che lo rende differente. Intanto occorre dire che in natura non esiste solo il 14C ma anche il 12C e il 13C. Mentre il 12C e il 13C sono stabili, 14C si dice che è radioattivo e quindi nel tempo si trasforma. C’è da dire che finché un organismo è in vita il 14C è continuamente reintegrato, in quanto esso è normalmente presente nell’atmosfera: i vegetali lo incamerano con la fotosintesi, gli animali e l’uomo lo assumono mangiando i vegetali o altri animali che hanno assunto vegetali.  

La morte degli organismi 
Quando un organismo muore smette di assimilare il 14C e questo comincia a trasformarsi in Azoto, questa trasformazione si chiama decadimento, significa che il 14C diminuisce della metà trasformandosi in un tempo di circa 5730 anni
 Gli archeologi e i paleontologi misurano la quantità di 14C che è rimasta nella materia organica che analizzano e in tal modo possono stabilire in che epoca è vissuto un nostro progenitore, un albero, un fossile o qualsiasi residuo organico.  

Come si misura il 14C 
Fino agli anni settanta si usava un unico strumento chiamato contatore Geiger che misura gli elettroni prodotti durante il decadimento. In seguito al contatore Geiger si è affiancata una metodologia più moderna chiamata “metodo della spettrometria di massa”. Per comprendere come funziona il metodo della spettrometria di massa segue le frecce dell'immagine. Questo metodo, che è oggi il più usato comporta che venga bruciato un piccolo campione di materiale che viene prelevato dal reperto, in compenso è in grado di fornire un datazione piuttosto precisa. 


E per finire una semplice simulazione da fare con gli alunni:
Fate portare in classe dei dadi, tutti quelli che gli alunni possiedono. Decidete quale numero sarà escluso ogni volta che li lanciate. Ad esempio indicate il numero uno, dopo il lancio levate tutti i dadi usciti con il numero uno. Resteranno sempre meno dadi. Fate finta che quei dadi siano gli isotopi di Carbonio14, sarà immediatamente comprensibile come dopo diversi lanci, che rappresentano il passare del tempo, i dadi si saranno ridotti sensibilmente. 
(Per questo giochino un grazie a Zar)

Tutto il contenuto in un download: Gli strumenti dello storico: la datazione al Carbonio14

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sabato 14 aprile 2012

Cambiare banco

A volte è un alunno che lo chiede, altre volte è un genitore che abbozzando timide scuse fa presente che suo figlio non vuol più condividere il banco con il compagno.
E' una di quelle richieste che mettono in difficoltà tanti insegnanti, non solo quelli che della sistemazione nei banchi dei bambini fanno una scelta ragionata, di utilità e di supporto al gruppo stesso in base alle affinità, ai modi di essere o alla turnazione, ma anche a quelli che non danno troppo peso alla sistemazione in aula.
Crea imbarazzo perché a volte quando si sposta un bambino da un banco senza apparente motivo, anche se le parole sembrano dire il contrario, significa che c'è qualcuno che non vuol stare con qualcun altro.

E se si è investito del tempo, spesso anche molto tempo, a parlare di tolleranza, di accettazione è  difficile trovare una via di uscita che rispetti tutti.

Può essere uno dei due bambini a chiedere lo spostamento, capita anche su suggerimento dei genitori che invitano a riferire agli insegnanti anziché farsi portavoce del bambino, per trovare una soluzione in classe. Di solito in questi genitori è presente un atteggiamento fiducioso nei confronti dei docenti, i quali riconoscono agli insegnanti la capacità di controllo della situazione e  in grado di dare la migliore risposta al bambino: spostarlo se si comprende che il suo disagio è forte e reale o invitarlo a riflettere sulla possibilità di provare comunque a mantenere il posto nel banco invitando entrambi gli alunni essere più dialettici e disponibili tra loro.

Altre volte ancora, sono i genitori in prima persona a chiedere lo spostamento del figlio perché il compagno lo disturba, gli impedisce di concentrarsi, lo provoca, gli fa dispetti. Un altro dei motivi indicati è il fatto di stare in seconda, terza fila e quindi il non riuscire a vedere bene la lavagna.

Situazioni diverse, diverse risposte e soluzioni

Certamente quando tra due alunni si crea incompatibilità i primi ad accorgersi sono gli insegnanti non fosse altro perché i due che battibeccano continuamente disturbano e si distraggono parecchio, compromettendo sia il lavoro singolo sia quello di gruppo. A quel punto non è necessario che nessuno, né bambini né genitori chiedano nulla, perché lo spostamento di entrambi è il primo passo per cercare una soluzione al problema: è sempre inutile costringere i bambini a convivenze forzate.

Quando la sistemazione nei banchi è un fatto ragionato, come accade nella maggior parte delle classi, anche in virtù del fatto "che tutti devono provare a star bene con tutti", va da sé che gli spostamenti avvengono in modo pressochè regolare.  In questo caso le richieste di spostamento sono dovute alle simpatie ed è pertanto utile ricordare che i compagni di banco non devono per forza formare grandi amicizie, ma sforzarsi di andare cordialmente d'accordo. Per quanto possa apparire difficile da capire, questo concetto se protratto nel tempo diventa presto, diciamo nel giro di un anno, patrimonio della maggioranza della classe. Chiedere lo spostamento da un compagno che è stato attribuito di recente potrebbe risultare un atto offensivo per l'altro.

A volte la richiesta di spostamento di un solo bambino tra due che stanno vicini,  è il segno che qualcosa non piace, non tanto del compagno, quanto della classe in generale e perfino del nostro atteggiamento, qualcosa che non lo fa sentire a suo agio. La difficoltà a legare con il compagno è un modo per dire che vuole essere ascoltato. Le rassicurazioni e l'invito a dire cosa provoca il disagio o quali sono le paure, quasi sempre sono sufficienti a ripristinare la fiducia sia nei compagni sia negli insegnanti, insieme alla promessa di intervento e sostegno immediato nelle difficoltà.

E' quando queste richieste sono supportate dai genitori che perorano le cause dei figli, che si creano le situazioni più difficili da gestire. Non nel senso dello spostamento che quello si fa presto a farlo e se l'insegnante è abile riesce a gestire la situazione senza lasciare ombre, ma per la conseguenza sul piano educativo: l'eccessiva intrusione di campo, l'ansia del controllo genitoriale sui fatti che accadono a scuola è un limite all'apprendimento del bambino che deve con il tempo imparare a gestire i suoi rapporti in autonomia, proprio per giungere alla maturazione emotiva, necessaria non solo nei primi anni della Primaria, ma ancora di più negli anni a venire, maturazione che riguarda anche il rapporto con gli adulti.

Il primo passo in situazioni del genere, da parte dei genitori, è semmai, non chiedere lo spostamento del bambino, ma parlare di tale richiesta e cercare di comprendere con gli insegnanti la sua origine.
Agli insegnanti il compito di sorvegliare e comprendere le cause e cercare le soluzioni opportune, nella maggior parte dei casi non si tratta di uno spostamento di banco.

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Carnevale della matematica #48

Aprile è in America il mese della Consapevolezza matematica, come suggerisce Roberto su Maddmaths introducento questa edizione da lui ospitata:

Il Carnevale della matematica fa una nuova tappa nelle terre di Maddmaths! e lo fa in coincidenza con l'appuntamento annuale con il Mese della Consapevolezza Matematica, indetto ogni anno dalle associazioni di matematica americane e ripreso molto volentieri da noi qui in Italia. Tema di quest'anno: i dati. E ci è sembrato particolarmente appropriato al momento storico-sociale attuale, in cui sembra che la nostra vita si identifichi sempre di più con quei numerelli, indici, cifre e quant'altro, che vorrebbero tentare di riassumerci (e in alcuni casi, vorremmo pure che ci riuscissero). Ovviamente non parleremo solo di questo, ma anche di 'snumeratezza’, campi da calcio, giochini con i magneti e geogebra (etc, etc, etc...)

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venerdì 13 aprile 2012

Earth Day 22 aprile 2012: tutti in libreria

Il 22 aprile prossimo si celebrerà La giornata mondiale della terra, e intorno a questa stessa data in tante librerie italiane a cura di Giunti Editore, Dami, Del Borgo, Fatatrac, Slow Food, Touring Junior e Editoriale Scienza, si svolgerà  l'iniziativa N come NATURA speciale Earth Day 2012 bambini e ragazzi. 
Iniziativa che si propone di rinnovare l'attenzione verso il nostro pianeta, attraverso interessanti e coinvolgenti laboratori di promozione della lettura in giro per le librerie e le biblioteche. 

N COME NATURA, è un  laboratorio per scienziati verdi.  Laboratorio ludico-scientifico di educazione ambientale, piante, orto e giardinaggio. Per scienziati che amano l’orto, il giardino e vogliono vedere il mondo verde! Il 2011 è stato l’anno dedicato alla FORESTE e ai BOSCHI. Ami i boschi, i prati e i fiori? Se stai in una città tutta grigia, fumosa e senza piante ti viene la depressione? Allora puoi far parte del nostro laboratorio scientifico tutto verde. E’ fatto apposta per i curiosi come te che oltre ad amare gli alberi e il mondo verde li vuole anche capire divertendosi. Dopo le varie esperienze ecologico-scientifiche, fiori speciali, siamo fatti d’acqua, semi biodiversi, porterai a casa anche un orto in vasetto. Durata: 60 minuti con gruppo classe oppure max 25 ragazzi utenza libera. Età/Classi consigliate: I-V scuola primaria ;5-11 anni. LIBRI di RIFERIMENTO: libri di educazione ambientale giardinaggio, piante, ortaggi, ecosistemi,coltivazione, ambienti naturali.
Su editoriale scienza il calendario completo degli appuntamenti 

•         Bologna:  13 aprile ore 10,00-12,00 con classi
Svolgimento presso
libreria MELBOOKSTORE
via Rizzoli, 18,  40100 Bologna (BO)

•         Farra d’Isonzo (GO):  sabato 14 aprile ore 17,00 con famiglie e dalle ore 9,00 con classi
Svolgimento presso
BIBLIOTECA COMUNALE con classi
Scuola elementare primaria R. Pitteri Via Dante Alighieri 31 Farra D'Isonzo GO 

•         Roma:  sabato 14 aprile ore 11.00
Svolgimento presso
libreria MELBOOKSTORE
Via Nazionale 254 – 255, 00184 Roma (RM)

•        Carini (PA): sabato 14 aprile ore 11.00
Svolgimento presso libreria
Giunti al punto, Centro comm. Poseidon. Laboratorio per famiglie.

•         Ferrara: sabato 14 aprile ore 16,30
Svolgimento presso
libreria MELBOOKSTORE
piazza Trento e Trieste Palazzo San Crispino, 44100 Ferrara (FE)

•         Novara: sabato14 aprile ore 17.00
Svolgimento presso
libreria MELBOOKSTORE
C.so Italia, 21, 28100 Novara (NO)

•         Bologna:  domenica 15 aprile ore 17.00
Svolgimento presso
libreria MELBOOKSTORE
via Rizzoli, 18,  40100 Bologna (BO)

•         Mantova: domenica 15 aprile ore 11.00
Svolgimento presso
libreria MELBOOKSTORE
via Verdi, 50, 46100 Mantova (MN)

•         Padova:  domenica15 aprile ore 16.30
Svolgimento presso
libreria MELBOOKSTORE
via Martiri della libertà 1/a,  35100 Padova (PD)

•         Firenze: sabato21 aprile ore 16.30
Svolgimento presso
libreria MELBOOKSTORE
via de' Cerretani, 16r , 50100 Firenze (FI)

•        Monfalcone (GO) : sabato 21 aprile ore 16.00
Libreria Ubik di Monfalcone - GO (libreria Rinascita)
Viale San Marco, 29, 340741 Monfalcone (GO)

•         Bergamo: sabato 21 aprile ore 16.00
Svolgimento presso
libreria MELBOOKSTORE
via XX Settembre, 78/80,  24100 Bergamo (BG)

•         Bergamo: domenica 22 aprile ore 10,30
Svolgimento presso
51^ fiera dei librai  Sentierone
libreria Palomar via a. maj 10 - 24121 Bergamo (BG)

•         CALDOGNO (VI): martedi 24 aprile ore 10,30
Svolgimento presso Villa di Scienza
c/o la palladiana Villa Caldogno, Via Zanella a Caldogno (VI) Colonnato Villa Caldogno

•         CALDOGNO (VI): venerdi 27 aprile ore 17,00
Svolgimento presso Libreria per ragazzi Timpetill
Via Mercatello 50 , 26100 CREMONA (CR)

•        FORLI: Sabato 5 maggio ore 17,00
Svolgimento presso
Libreria Mondadori Junior Mondadori Ragazzi
C.so della Repubblica, 144 – Forlì  (FC)



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Rappresentare i dati: tabelle e grafici

Nel programma di geografia di quarta un paragrafo è dedicato agli strumenti del geografo, alle modalità con cui egli analizza i dati, all'utilizzo quindi delle tabelle, degli istogrammi, degli areogrammi e degli ideogrammi.Utilizzare gli strumenti che il geografo usa per rappresentare i dati significa anche fare matematica.

Già avevamo, fin dalla classe seconda, utilizzato la tabella a doppia entrata, come strumento per catalogare e ordinare le informazioni che in tal modo diventano immediatamente visibili e fruibili, ora si rende necessario spiegare come i dati, i numeri che spesso attengono alla geografia, quindi alla lettura del territorio, ma non solo, possono trasformarsi in grafici di immediata  lettura. Partendo sempre dall'idea che sono una rappresentazione della realtà, che servono a descriverla e a conoscerla.
La spiegazione, la semplice descrizione, pur se affiancata dai disegni dei grafici, può scivolare via come acqua sui vetri puliti, perchè troppo astratta. 
Per generare la comprensione si rende necessario ripercorrere i passaggi che servono a costruire lo strumento. Per comprendere come si usano i grafici occorre costruirne qualcuno. Noi lo abbiamo fatto lavorando a piccoli gruppi, massimo quattro bambini, attraverso tre passaggi:

Dai dati al testo informativo

Per  iniziare abbiamo fatto un passaggio dalla tabella al testo, utilizzando i dati circa la profondità dei mari italiali i bambini hanno realizzato un testo informativo che li contenesse, integrandoli con informazioni già in loro possesso o acquisendole dal testo, con l'incarico di ottenere un testo personalizzato.

Mare ------------ Profondità
Ligure ----------> 2746 m
Tirreno ----------> 3602 m
Ionio ------------> 4258 m
Adriatico -------> 1230 m

Uno dei testi ricavati, recitava così:
La profondità dei mari italiani
I mari italiani sono quattro: il mar Ligure, il mar Tirreno, il mar Adriatico e il mar Ionio. Il mar Ligure si trova tra la Corsica e la Ligura ed è profondo 2746 metri. 
Il mar Tirreno tra la penisola, la Sardegna e la Sicilia e la sua profondità massima è di 3602 metri.
Il mar Adriatico è il mare meno profondo di tutti i mari italiani. Bagna le coste orientali dell'Italia, la sua profondità massima è di 1230 metri. 
Il mar Ionio si trova tra l'Italia meridionale e la Grecia. E' il più profondo dei mari italiani. la sua profondità massima è di 4258 metri.

Realizzare un areogramma circolare o grafico a torta


Dopo aver fatto comprendere agli alunni che dai dati contenuti in un grafico si può passare al testo integrando opportunamente le informazioni, viceversa che levandole e riducendo all'essenzialità l'informazione e i dati si può costruire la tabella, entriamo nel vivo dell'attività di laboratorio ricavando un grafico a torta con tanto di percentuali, utilizzando dati familiari ai bambini. 
Abbiamo utilizzato i numeri degli alunni presenti nelle diverse classi del Circolo, dettagliando così la consegna di lavoro:

Realizza un grafico a torta utilizzando i seguenti dati, di fianco al grafico disegna la legenda.
- Alunni di quinta: 100
- Alunni di quarta: 90
- Alunni di terza. 85
- Alunni di seconda: 100
- Alunni di prima: 70

E' bene invitare gli alunni a riflettere su come dividere la torta, notare se ci sono porzioni uguali e quanto sono più piccole o più grandi delle altre parti. Ovviamente non è richiesta la precisione ma un aderenza minima alle quantità. 
Ecco il risultato del lavoro condotto in autonomia, eccetto che per il calcolo delle percentuale, che è materia del programma di quinta e quindi con gli alunni di quarta si può fare in modo guidato, spiegando che la percentuale indica la "fetta" di torta occupata dal numero di bambini di ciascuna classe.
Ecco com'è subito apparso chiaro che l'areogramma permette di visualizzare "a prima vista" le grandezze e determinare quali sono preponderanti.


Realizzare un istogramma:

L'istogramma ci permetterà invece di confrontare "grandezze". Nel nostro caso abbiamo ipotizzato l'analisi del numero di alunni per ciascuna tipologia di classi del circolo, in maschi e femmine. Abbiamo fornito la seguente consegna con il dettaglio dei numeri:
Realizza un istograma inserendo i seguenti dati, rappresentando maschi e femmine in due colonne vicine, scegli i colori più opportuni.

- Alunni di quinta: 55 F - 45 M
- Alunni di quarta. 35 F - 65 M
- Alunni di terza:  35 F - 50 M
- Alunni di seconda: 60 F - 40 M
- Alunni di prima: 35 F - 35 M

La line verticale indica il numero dei bambini contando su base dieci, la linea orizzontale indica invece le classi, ciascuna colonna dovrà raggiungere il numero di bambini e bambine indicato nei dati forniti.

Il risultato finale è stato questo con una leggenda due quadretti a indicare cosa rappresenta ciascuna colonna, che non compare qui sotto:


Il tasto verde in calce a questo post vi permetterà di salvare l'attività in formato pdf.

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mercoledì 11 aprile 2012

La stanchezza

C'è una cosa che a scuola è ampiamente sottovalutata, prima da noi insegnanti e in parte anche dalle famiglie: gli alunni si stancano, si stancano quanto e come noi. 
Si stancano di stare seduti dietro al banco tante ore, si stancano nello sforzo di restare attenti, si stancano a studiare, chi più chi meno, si stancano nella routine dei rapporti, un po' come i colleghi che stanno stretti nello stesso ufficio e che a furia di stare insieme cominciano a detestarsi. 
Non so come accade che ci si dimentichi di questo fatto fondamentale, non che non si sappia, ma nel momento in cui anche noi adulti siamo stanchi, scordiamo che i bambini possono esserlo  quanto noi. 

E quando lo sono, come lo siamo noi, esplodono, perdono il controllo, si spazientiscono. Capita così che se ne escono con accuse ai compagni o agli insegnanti e in quel momento, ma solo perchè sono davvero stanchi, dicono cose che in altri momenti non direbbero.

E' in quel momento che la nostra capacità di gestire i rapporti in classe, di saper accogliere le critiche e le criticità, di spiegare, di mettere sotto agli occhi del bambino la nostra visione rispettando la sua, viene messa alla prova: abbiamo due strade argomentare con pazienza nonostante la stanchezza o chiudere la questione. 

Io penso, non da oggi ma dagli inizi di questo faticoso mestiere, assolutamente faticoso come per i bambini dei quali portiamo una parte della responsabilità nella riuscita del loro percorso, penso che le emozioni dei bambini, anche quelle forti, vanno prese, accolte, custodite e rispettate, così nella semplicità dello scambio tra la maturità dell'adulto e il bisogno di rassicurazione di un bambino. Perchè quando un bambino è stanco spesse volte ha solo bisogno di essere rassicurato, senza che la sua stanchezza e le preoccupazioni che si porta dietro vengano sminuiti, spiegargli che è tutto a posto, che è tutto nella norma anche mentre si esagera, l'importare è capire perchè è accaduto e imparare a controllarsi. E spesso l'insegnante è lì proprio per spiegare, per non permettere che si esageri, per insegnare a fare in modo che non si esageri.

E nulla c'è di più bello del tornare a scuola e trovare bambini sorridenti e fiduciosi, notare che le nubi generate dalla stanchezza si sono dissipate al sole di qualche giorno di riposo.

Foto di blogmamma
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venerdì 6 aprile 2012

Laboratorio di promozione della lettura: L'allegra fattoria ia ia o

Ancora da Giunti e Dami Editore, giunge una simpatica segnalazione, questa volta dedicata ai piccoli da tre ai sei anni:  un laboratorio di animazione e invito alla lettura, a cui possono partecipare anche i genitori, per conoscere gli animali della fattoria.

Bambini  su si va in fattoria... ehm in libreria!
La primavera è il momento giusto delle gite in... fattoria... ehm… in libreria! 
Per vedere i pulcini giallini e morbidini o altri piccoli animali della fattoria appena nati.
Tanti gli appuntamenti… per bambini dai 3 anni in tantissime biblioteche e librerie in giro per l'Italia.

L’ALLEGRA FATTORIA IA IA O. La mucca fa... muuu! La pecora fa… beee.
Laboratorio ludico-didattico di promozione alla lettura sulla fattoria e gli animali domestici.

C'è una simpatica fattoria da scoprire con  tanti simpatici animali da ascoltare... Ascolta i versi di tutta la fattoria! Eppoi scopriamo chi dorme nella stalla? Come si trasportano i cavalli? Dove si conserva il grano? Come si fa il burro? Cosa troviamo nell’orto? Chi dorme sull’albero? Spalanchiamo gli occhi per conoscere la vita della fattoria e dei suoi simpatici abitanti. C’è un gatto dal pelo morbido, una mucca dal manto corto e liscio, un trattore con le ruote di gomma. C'è chi munge le mucche, chi cavalca il puledro, chi semina il grano e chi raccoglie la frutta, e a qualcun altro capitano delle avventure! Nella fattoria si possono fare anche tanti giochi divertenti. E poi ci porteremo a casa un bel ricordo della nostra avventura in fattoria.
Durata: 50-60 minuti con un gruppo classe oppure max 25 bambini utenza libera.
Classi/Età consigliate: Scuola Infanzia, dai 3 anni.
Si invitano i genitori ad assistere all’attività. LIBRI DI RIFERIMENTO: tutti i libri delle fattoria

Calendario date, in giro per le librerie e biblioteche:

LAMPORECCHIO (PT) lunedi 16 aprile 2012 ore 16,00
libreria ANCHE I LIBRI PARLANO
PIAZZA IV NOVEMBRE 10, 51035 LAMPORECCHIO PT

THIENE (VI) da mercoledi 4 aprile 2012 ore 16,30
Libreria LIBROTECA 42
P.zza Montello 18 , 36016 Thiene (VI)

IMOLA sabato 7 aprile ore 16,30
Librerie.coop Imola Centro Commerciale Leonardo
Via Amendola 129/msu 1, 40026 Imola BO

BOLOGNA venerdi 13 aprile ore 17,00
Librerie.coop  BOLOGNA Centro Commerciale Officine Minganti
Via della liberazione angolo via Ferrarese, 40128

RAVENNA sabato 14 aprile ore 17,00
librerie.coop esp ravenna
VIA MARCO BUSSATO 120 48100 RAVENNA (RA)

GORIZIA domenica 15 aprile ore 11,00
Libreria UB!K di Gorizia
Corso Giuseppe Verdi 119, 34170 Gorizia (GO)


TORINO lunedi 16 aprile ore 11,00
libreria Punto Touring Torino
Via San Francesco d'Assisi 3 10122 Torino (TO)


CARINI (PA) sabato 28 aprile ore 17,00
Libreria Giunti al Punto di Carini (PA),

CUORGNE' (TO) domenica 29 aprile ore 11,00
in Sentieri di pagine presso
Libreria COLIBRI'
via Arduino 14 10082 - Cuorgnè (TO)

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lunedì 2 aprile 2012

Ah i compiti!

"Fra poco è Pasqua, questi giorni scorsi avevo pensato che è giusto, considerata la mole di lavoro che abbiamo svolto, dato che siamo in pari con le attività e che ho notato parecchi miglioramenti in molti di voi, di non darvi compiti specifici..." 
Così ho detto dopo aver sedato una piccola polemica scoppiata in classe, gli alunni hanno ribattuto "Avevo... Vuol dire che hai cambiato idea?". "No" ho risposto "Anzi il fatto che siate così polemici mi fa pensare che siete molto stanchi, come lo sono io e lo sono i colleghi, quindi manterrò quanto mi ero ripromessa di fare: nessun compito specifico ma solo la consegna di uscire più che potete, godervi l'aria aperta, osservare, rilassarvi e divertirvi. Ognuno pensi di cosa ha più bisogno e in base a ciò quando ha tempo si vada a rivedere gli ultimi argomenti delle materie dove sente di doversi impegnare di più"

La voce limpida di un maschietto, uno di quelli che ultimamente mi sta dando delle belle soddisfazioni, ha ribadito: "Io lo so di cosa ho bisogno, maestra, di rivedermi le materie di studio"

Ecco io a proposito di questa discussione sui compiti sì, compiti no, non ho molte cose da dire, anche perché in questo blog ne ho già parlato tantissimo. Nel tempo ho cercato di inventarmi una strada, anzi l'abbiamo cercata con i colleghi, che insegnasse l'importanza di un impegno minimo anche a casa, attraverso il metodo si è cercato di evitare che fosse necessaria la presenza di un adulto durante i compiti almeno dalla terza, consapevoli del fatto che non sempre per chi lavora è possibile un lavoro di affiancamento. Abbiamo cercato di evitare le invasioni di campo nel tempo della famiglia e del bambino, non dando mai compiti di domenica e dandone pochi durante le vacanze e sempre sollecitando l'autonomia, cioè il fare secondo i bisogni. Abbiamo cercato di insegnare che ci sono impegni per tutti e in misura minima anche per i bambini, considerato che il tempo scuola normale non è sufficiente a garantire  il consolidamento che servirebbe. Abbiamo lavorato tenendo presente la prospettiva del futuro scolastico, quando la richiesta di impegno a casa sarà maggiore.

Non sempre questo è bastato: ci sono bambini che continuano ad avere bisogno di aiuto nei compiti, ci sono perfino genitori che ritengono che i compiti siano troppo pochi, altri che non ne vorrebbero per lo stress che comportano. Ci sono coloro che apprezzano i compiti alternativi, come li chiama anche Profumo, ce ne sono altri che non ne colgono la correlazione con le materie di studio. 
Ci sono bambini che non amano i compiti e passerebbero il loro tempo a giocare o davanti alla tv. Ci sono bambini che non vedono l'ora di eseguirli e di portarli a scuola. 

Non esiste un unica ricetta sui compiti che, tenendo conto degli obiettivi che la scuola si propone di far raggiungere e delle variabili individuali, possa soddisfare pienamente la scuola, i bambini e le famiglie. Esistono situazioni come quella sopra da gestire di volta in volta, senza rigidità da parte di nessuno e soprattutto confrontandosi con le difficoltà, parlandone sempre e trovando la mediazione che soddisfi entrambe le parti. E non sono parti che stanno al lato opposto del tavolo come in una trattativa, al contrario entrambe siedono a fianco al bambino, si tratta solo di accordarsi sulle modalità più percorribili  per la riuscita del progetto scolastico.

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