di Maestra Rosalba
Visualizzazione post con etichetta Idee inizio anno. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Idee inizio anno. Mostra tutti i post

lunedì 22 settembre 2014

Cartelli indicatori per i bagni, da colorare

In una scuola a misura di bambino anche la segnaletica, come già c'insegna l'organizzazione della scuola dell'Infanzia, deve essere fatta affinché sia immediatamente visibile e piacevole alla vista.  Possiamo quindi predisporre un'attività, nell'ambito di arte immagine, ma anche di Cittadinanza e Costituzione per migliorare la qualità degli spazi scolastici con cartelloni realizzati dai bambini se sanno disegnare oppure semplicemente colorati, si può scegliere di usare i colori convenzionali: il rosa per indicare le bambine e il celeste per i maschi, oppure usare a piacere colori brillanti per ravvivare i nostri ambienti. 
Ecco allora i cartelloni da colorare, indicatori per i bagni dei bambini e delle bambine della scuola infanzia, per le scolare e gli scolare della scuola primaria, e quelli degli insegnanti.
Non serve dire ai bambini che gli spazi devono essere rispettati, è più utile farli partecipi delle attività di cura e predisposizione, in modo che sentano come propri gli spazi personali e comuni.
Per realizzare i cartelli ho usato i disegni di www.infanziaweb.it e www.tuttodisegni.com


- CARTELLO BAGNI BAMBINE SCUOLA DELL'INFANZIA
- CARTELLO BAGNI BAMBINI SCUOLA DELL'INFANZIA
- CARTELLO BAGNI INSEGNANTI
- CARTELLO ALUNNE SCUOLA PRIMARIA
- CARTELLO ALUNNI SCUOLA PRIMARIA

Continua a leggere...

domenica 14 settembre 2014

Le copertine utili per i quaderni della scuola Primaria

Cosa è una copertina utile? E' una copertina che oltre a svuolgere il ruolo di indicare la materia e il proprietario del quaderno, serve da promemoria, ad esempio ricorda quali sono le regole di comportamento durante le attività, oppure ricorda le cose importanti da fare. 
Mettere la copertina ai nostri quaderni non è solo un abbellimento e un modo per tenere ordinati i quaderni ma a questo punto diventa un vero e proprio momento didattico: occasione per ricordare i comportamente da tenere in aula, ma anche cosa bisogna fare per trarre il miglior profitto dalle attività scolastiche.
Una novità è costituita dalla copertina del quaderno dei compiti a casa. Lo scorso anno per evitare il via vai dei quaderni e per non appesantire lo zaino dei bimbi di prima ho fatto adottare un quaderno unico d'italiano da tenere sempre a scuola e portare a casa quando terminato e un quaderno esclusivamente per i compiti a casa che vistavo, compatibilmente con le attività all'arrivo a scuola. Ho potuto così comodamente portarmi via il quaderno dei compiti di scuola a casa per le correzioni che non facevo in tempo a fare, ma di solito sono riuscita quasi sempre a operare le correzioni insieme ai bambini. E' stato molto funzionale e come risultato abbiamo ottenuto di avere meno ansia da prestazione un po' per tutti, me compresa.
Ecco qui i link delle copertine che ho elaborato per la classe e che rendo disponibili per tutti i colleghi che vorranno sperimentarne l'uso. I disegni sono per gentile concessione di Midisegni che li rilascia a esclusivo uso didattico, e io faccio altrettanto, le copertine sono gratuite e per esclusivo uso didattico, per la condivisione occorre citare la fonte dei disegni. Le immagini di Qui Quo Qua le ho trovate in talmente tanti siti che non saprei chi indicare, se dovesse farsi vivo l'autore sarei ben felice di linkare l'attribuzione.
Farete cosa gradita nel segnalare sviste, svarioni e link malfunzionanti.

COPERTINA COMPITI PER CASA
COPERTINA ITALIANO
COPERTINA MATEMATICA
COPERTINA STORIA
COPERTINA GEOGRAFIA
COPERTINA SCIENZE
COPERTINA MUSICA

Continua a leggere...

sabato 13 settembre 2014

Back to school: giochiamo al Paroliere con la Lim

Se possedete una LiM il gioco è fatto, se invece ancora la tecnologia non ha raggiunto le vostre lande, la cara vecchia fotocopia risolverà consentendo ai vostri alunni di quarta e quinta, di passare qualche ora allegra, ma sempre all'insegna dell'imparare. 
Nei file linkati più sotto troverete il classico gioco del Paroliere, le regole le conoscete tutti? Se no, gli amici di Wikipedia ce lo spiegano qui
Aprite il file pdf con la LiM in modalità sovrascrittura o "note", il quadrato con le lettere e il valore di ogni parola sarà visibile a tutti. Spiegate le regole del gioco e concedete un tempo massimo per la ricerca delle parole, impostando sullo smartphone il cronometro o usando il caro vecchio orologio. Le parole trovate verranno scritte sul quaderno, ovviamente chi utilizza la fotocopia troverà anche le righe per scrivere tutte le parole trovate, terminato il tempo gli alunni potranno calcolare il loro punteggio facendo la somma,  il divertimento sarà scoprire le parole inesistenti, chiarire le controversie.
L'attività può proseguire utilizzando le parole trovate per un testo, trovare il significato di tutte le parole, scoprire quante iniziano per B, quante per C e via dicendo, quindi proseguendo con il calcolo e perfino, per gli alunni di quinta fare la percentuale rappresentando con un grafico a torta.
Con una sola attività farete italiano e matematica, che nell'economia delle nostre scuole oggi, non è certamente poco.  In questo link un paroliere on line.

PAROLIERE
PAROLIERE1
PAROLIERE2

Buon divertimento!

Scopo del gioco
Trovare nell'arco del tempo di gioco il maggior numero di parole nella griglia delle lettere.
Regole
Nel cercare le parole si può partire da una qualsiasi lettera sulla griglia e proseguire con un movimento di un solo passo in una qualunque direzione, verticalmente, orizzontalmente e diagonalmente. Non si possono effettuare salti, nè utilizzare 2 volte la stessa lettera.
Parole che si possono trovare: verbi coniugati in tutte le forme, sostantivi, aggettivi e pronomi, avverbi e preposizioni.
Continua a leggere...

mercoledì 10 settembre 2014

Attività per il primo giorno di scuola - Back to school: Un muro colorato per la classe

Pronti? Via! Si riparte.
La mia idea è di ricominciare un po' giocando e un po' sul serio. Con 24 alunni di seconda che sono sicura stanno già aspettando di tornare in aula, ma so che non sono i soli, c'è poco tempo da perdere, per non rinunciare a un minimo di giocosità e nel contempo iniziare a vedere cosa ricordano ho pensato che sarebbe bello costruire un muro dove inserire i messaggi, i pensieri di benvenuto.
Abbiamo grandi e spaziose pareti nell'andito, un po' le riempiamo, altre volte restano vuote, perchè  rendere accogliente gli spazi richiede investimenti di tempo che non sempre sono possibili. Lo scorso anno già il primo giorno avevamo abbellito la porta d'ingresso con i ritratti personali realizzati il primo giorno di scuola, attività che permette subito di rendersi conto del livello di espressione grafica posseduto dai bambini, i dettagli, i particolari del volto, la completezza, la sicurezza del tratto, le modalità d'impugnatura della matita e dei colori, sono indicatori che vanno osservati e se possibile tenuti a mente già dai primi giorni. Un bambino che impugna grossolanamente la matita ha una prensione poco raffinata e ancora  inadatta alla scrittura delle prime lettere, necessiterà quindi di esercizio.
Se i vostri alunni si accingono a frequentare la seconda, come i mei, o la terza, sarete senz'altro curiosi di vedere cosa ricordano e se li avete lasciati sicuri utilizzatori dello stampato e perfino del corsivo, ci terrete a sapere se alcuni ancora attaccano le parole, se si ricordano come cominciare, se metteranno qualche virgola, se si ricorderanno la maiuscola all'inizio, il punto alla fine e se useranno la è, si ricorderanno l'accento? Dettagli che sembrano banali per l'occhio inesperto, ma per l'insegnante sono il suggerimento per la ripartenza già a una prima di osservazione.
I bambini i primi giorni arrivano carichi di aspettativa e voglia di fare: si tratta di un potenziale che va sfruttato per poi rallentare quando arriva la prima ondata di stanchezza o in prossimità delle festività, quando  si lasciano distrarre facilmente dall'arrivo del primo periodo di riposo.

La preparazione del muro su cui affiggere le osservazioni del primo giorno di rientro a scuola, sarà eseguita direttamente dai bambini, ecco perché l'attività non si limiterà alla pure esecuzione ma al fare insieme una cosa che appartiene a tutti. Un muro colorato per la classe:  in seguito potrà contenere e sviluppare  una storia con testi e disegni, raccontare un evento importante cui partecipa la classe, ma anche le riflessioni in seguito a una discussione, un diverbio... Un muro è come una grande quaderno, solo che si può riempire delle parole, le riflessioni, i desideri di tutta una classe.
Buon anno scolastico a: bambini, genitori, maestre e maestri e a tutti.

Continua a leggere...

martedì 9 settembre 2014

Alcune cose essenziali da ricordare per gestire correttamente la classe

Quando è che la scuola ha perso di credibilità? E' una domanda tosta, ma forse è azzardata. Quando è che alcuni, molti docenti, hanno perso di credibilità nell'esercizio del mestiere per cui sono pagati? Quando mossi dall'ansia di far contenti tutti, di piacere, abbiamo un po' tutti e in buona fede, interpretato e impartito regole in modo lasco. Il compito della scuola non è esclusivamente piacere,  ma costruire, mettere gli alunni in condizioni d'imparare. Certamente il fenomeno ha investito più scuole di altre. Ma ha trovato terreno fertile dove il gruppo docente ha agito uno contro l'altro: dove è nata l'estrema competizione è attecchita l'improvvisazione nelle regole. Non che le regole non siano definite, anche perché lo impone la legislazione, ma vengono bypassate nel tentativo di dimostrarsi accoglienti con l'utenza. Ma essere accoglienti non è essere meno rigidi, esserlo è esplicitare in modo chiaro come funzionano le cose, personalizzarle quando necessario.
Viene da dire che è un po' come la storia dell'uovo e la gallina, siamo diventati così poco professionali perché le regole non piacciono o non piacciono le regole perché non sono definite in modo omogeneo?

Comunque la si veda se si vuol sopravvivere alla scuola e nella scuola, oggi al contrario di ciò che potrebbe apparire, non rimane che tornare alla sicurezza delle regole, dettate con la necessaria elasticità al di fuori di rigidità che con i bambini e le persone in genere non va mai bene, proprio al fine di garantire la sicurezza di coloro che da noi dipendono, in primis appunto, gli alunni.

Nessuna paura allora di riprendere il controllo totale della situazione che riguarda le nostre classi, confortati dei regolamenti emanati in questi primi giorni di attività collegiali, e nessuna paura di ribadire che più le regole sono similari, e più di fanno rispettare, pur negli adattamenti locali, più l'istituzione eroga un buon servizio. Un esempio a caso tanto per rendere l'idea di cosa si parla: la gestione delle uscite personalizzate. Il fatto che esista una vera propria giungla nel gestirle non è sinonimo di rispetto dell'utenza, al contrario. Che debbano essere un numero limitato o commisurato a un bisogno, quindi sempre autorizzate con tanto di richiesta firmata dal genitore, dovrebbe essere una consuetudine diffusa, pur nel rispetto delle esigenze individuali: un bambino che deve recarsi per una terapia specialistica ne ha diritto, mentre il bambino che si assenta in maniera immotivata o anticipa l'uscita che diventa consuetudine perché al genitore vien comodo passare a prenderlo all'uscita da lavoro, e prima dell'orario consentito, non trova alcuna giustificazione. Nel secondo caso il no dev'essere bello chiaro senza paura di fare un torto a nessuno, anzi semmai a salvaguardia del diritto allo studio dell'alunno.

Le modalità di comunicazione delle procedure dev'essere chiara fin dal primo giorno di scuola:  tramite una riunione, per via di comunicazione scritta, vanno esplicitati i materiali richiesti, da subito va fornito un orario delle lezioni, il regolamento sugli ingressi e le uscite degli alunni, va definito chi si occupa di venirli a prendere, definite le autorizzazioni per gli alunni che fanno da soli il percorso casa scuola e viceversa, per quelli che utilizzano il pedibus. Nulla può essere lasciato al caso. I bambini devono possedere un quaderno/diario apposito dove scrivere e/o incollare le comunicazioni. Ad esempio è meglio lasciare i bambini senza compiti che dimenticare di dare un avviso per uno sciopero, il danno che ne può derivare è nel secondo caso molto maggiore.

Per quanto riguarda i rapporti con la famiglia evitare sempre di parlare in modo occasionale dei problemi degli alunni. Proporre semmai un incontro nelle sedi opportune e preferibilmente farlo con tutti i docenti della classe presenti. Non fermarsi mai all'uscita quando si è molto stanchi a discutere di quello che l'alunno ha appena fatto in classe. Smorzare sempre i toni e non agire mai d'impeto, ma valutare a mente fredda sia le cose da spiegare agli alunni sia quelle da dire ai genitori. Non chiedere mai l'aiuto dei genitori lasciando passare l'idea di non saper che "pesci pigliare", dopo aver arginato la situazione, proporre soluzioni concordate e condivise sempre e comunque, non far mai passare il messaggio che la scuola agisce d'autorità, se non nei casi in cui si deve tutelare la sicurezza anche fisica, ma semmai sollecitare il messaggio che l'esercizio  dell'autorità concordata di entrambe le istituzioni è una parte del patto educativo.

Presentare il lavoro che si farà in aula, senza apparire i mandrake o le wonder woman della situazione, ma porsi obiettivi realistici, senza fare la (purtroppo)  tristemente frequente lagna sulla mole di lavoro, non nascondersi le difficoltà ma mostrarsi ottimisti e padroni della situazione, lascereste voi i vostri figli a persone insicure che non hanno idea del percorso che si avviano a proporre? Un insegnante con un'esperienza quinquennale a grandi linee ha ben chiaro il ritmo di un anno scolastico.  Dire che si andrà al passo con il ritmo che imprimono i bambini è ciò che realmente facciamo tutti, quindi è giusto che venga esplicitato anche con i genitori.

Le comunicazioni meno formali, o ad esempio i compiti per gli assenti  si possono inviare anche via mail. Comunicazioni puntuali non solo segno di professionalità, ma anche di attenzione e premura verso le famiglie.

Essere premurosi nell'aiutare a rispettare le richieste della scuola e nel contempo gestire con flessibilità le esigenze individuali è segno di autorevolezza. Certo nella nostra strada incontreremo sempre il genitore che vuole "farlo strano" che cerca di distiguersi chiedendo l'impossibile, ed è dalla nostra capacità di gestire queste richieste che dipende il modo di essere visti anche da tutte le altre famiglie.



Continua a leggere...

sabato 7 settembre 2013

Incontri di continuità e nuovi inizi

Nell'ambito delle attività di  continuità tra i diversi gradi di scuola, almeno per quel riguarda scuola dell'Infanzia, Primaria e Scuola Secondaria di Primo Grado, si stanno tenendo in questi giorni gli incontri per lo scambio d'informazioni sugli alunni nuovi iscritti. In molti casi queste informazioni servono a formare le nuove classi, soprattutto per la scuola Media e nei plessi grossi di scuola Primaria, in altri servono solamente a cedere informazioni  sui bambini per facilitarne la conoscenza.
Credo di averlo già scritto tempo fa: per i bambini, per gli alunni, ogni passaggio di grado è un nuovo inizio. E come ogni nuovo inizio anche ogni bambino, come ogni persona adulta, in esso ripone le speranze, i propositi, la volontà di fare meglio sia se prima non è riuscito, sia di continuare se già si era affermato.
Un buon incontro di continuità, allora, per non tradire i sogni, i desideri, le speranze, i propositi degli alunni che ricominciano non affronta il dettaglio dei comportamenti del precedente ordine di scuola, e confina la conoscenza della persona al momento in cui avverrà, lasciandosi il margine per farsene un'idea personale non inquinata dal passato visto e raccontato da occhi terzi. 
Durante un buon incontro di continuità si parla di ciò che piace agli alunni, si evita il "problematico/non problematico" si evita l'elenco dei difetti (presunti, perché in tre mesi di assenza da scuola gli alunni cambiano e non poco) e si procede con l'elenco delle cose che sa fare (e solo quelle), dei suoi interessi.

Ma soprattutto un buon incontro di continuità lascia intatto, non solo per gli alunni, ma anche per gli insegnanti del successivo ordine di scuola, l'apertura mentale verso di essi, non scalfisce con paure, non insidia con idee preconcette la futura relazione che tra i due si formerà. Un incontro di continuità è più un passaggio ideale di consegne tra chi si è occupato di quei bambini e chi se ne occuperà in futuro. Uno stringere un sodalizio educativo che invece, al contrario, dovrebbe trovare la naturale espansione durante l'anno, quando le situazioni reali si presenteranno e ci sarà davvero bisogno di capire quali strategie si adottavano per venire incontro a quell'alunno, quali risposte sono andate bene per lui e quali no. Un incontro di continuità protratto nel tempo,  dovrebbe essere un dialogo, un affiancamento, nell'ottica dello star bene dell'alunno offrendogli le migliori condizioni possibili, ma anche, e non è un elemento secondario, di sostegno reciproco tra docenti, che senza offrire soluzioni preconcette,  sia di supporto finchè la classe di nuova formazione non ha raggiunto la sua nuova indentità di gruppo.
Ma questa è la scuola dei tagli, e una volta in aula chi si ricorda più della continuità?


Avete esperienze innovative sulla continuità? Lasciate un commento qui, su facebook, twitter o google+


Continua a leggere...

martedì 3 settembre 2013

L'accoglienza: l'esame del primo giorno

Accoglienza è una bella parola, si capisce subito che è molto più significativa di ospitalità, non a caso è la parola che caratterizza il rientro a scuola degli alunni, sia di nuovo ingresso sia di rientro da un anno precedente. Accogliere significa portare in sé, portare dentro e rendere partecipi di qualcosa. Non è un caso che a predisporre l'accoglienza dal punto di vista fisico, striscioni, cartelli di benvenuto, attività per il primo giorno, siano proprio gli insegnanti, e più sono piccoli gli alunni più essa arricchita dai colori, ovviamente man mano che si va avanti con i gradi di scuola essa assume connotati meno giocosi. 
E' sull'accoglienza dal punto di vista umano e interiore che mi voglio soffermare, senza riferimenti ad alcuna  specificità, non vi può essere vera accoglienza se non vi è la necessaria disposizione d'animo, se abbiamo paura, se siamo incerti, se siamo insicuri, se cerchiamo di essere coinvolti il meno possibile. E tutto questo è chiarissimo per chi viene accolto: bambini in primis e genitori, seppur spettatori. Il che non significa lasciarsi andare a atteggiamenti melensi, che anzo sono assolutamente da evitare, vuol dire avere piena consapevolezza del proprio ruolo. Il vero protagonista dell'accoglienza non è il bambino, come erroneamente crediamo, pensando che sia sufficiente un po' di colore nelle nostre aule per dire che siamo disposti a occuparci di lui, nel bene e nel male, sia che sia capace sia che non lo sia, il vero protagonista, dicevo, è l'insegnante, è lui che viene valutato sia dagli alunni, sia dalle famiglie se sono presenti. Si tratta, pertanto di un momento delicatissimo quello del primo incontro con i nuovi alunni o quello del ritrovarsi, perché è in quell'istante che si poggiano le prime basi del rapporto. 
Cosa chiedere, allora, a se stessi, e agli altri? Correttezza, determinazione nel sapere e nel perseguire gli obiettivi, flessibilità, pacatezza, riflessività e la capacità di essere resilienti, di sapere, cioè, trasformare sempre una momento di crisi in uno di crescita, di trovare l'aspetto positivo anche nelle situazioni più fragili. Serve anche  riconoscere in sé prima che negli altri la capacità di sbagliare e concepire l'errore come la possibiltà di scoprire cosa è giusto. 
L'insegnante che lascerà queste tracce il primo incontro avrà già costruito una solida base di dialogo prima di tutto con i propri alunni, perché principalmente a essi dobbiamo piacere. Quando i bambini sono soddisfatti lo sono anche le famiglie. E essere soddisfatti non significa che tutto andrà bene, anzi, ma fare in modo che anche nel dirsi le cose spiacevoli non vi siano mai fratture o muri, ma che siano sempre l'occasione per capire, prevenire e costruire.

L'accoglienza non è esclusivamente la festa dei bambini che arrivano chiassosi il primo giorno di scuola e noi che li accogliamo con una bandierina in mano, essa è il nostro biglietto da visita, se si preferisce la carta d'identità. Siamo noi sul palco in quel momento, più di quanto non lo siano i bambini, pensiamo quindi a loro che ci osservano, ci valutano, ci soppesano, si fanno delle aspettative, pensiamo all'esame che noi docenti sosteniamo durante il primo incontro, ricordando che raccontiamo di noi, mentre parliamo, con le parole che usiamo, ma ancora di più con il tono di voce, l'espressione del volto, anche senza volerlo, ciò che siamo veramente.
Continua a leggere...

lunedì 2 settembre 2013

Colleghi si rientra a scuola!

Dopo una lunghissima e necessaria pausa, dopo cinque anni ininterrotti di attività, questo blog riprende
le pubblicazioni.
Ricomincio anch'io con una prima, come tanti colleghi che quotidianamente ancora mi scrivono e come tanti genitori che iniziano, sull'altro versante, la stessa avventura.
Parleremo ancora di strategie educative, di giochi per imparare in allegria, ma anche di gestione delle dinamiche della classe,  del rapporto con le famiglie e del rapporto con i colleghi.
Come ha scritto  Galatea in queste belle righe, la scuola è circondata da un alone di idee in parte vere e in parte no, vi rimando al suo post dove ha già descritto molto bene una realtà oggettivamente innegabile.
Ciò che intendo aggiungere in queste poche righe è che molto di ciò che si può fare oggi per la scuola dipende dalla volontà del singolo, è tempo di tornare semplicemente alla classe, di attenersi solo a quel che oggi si può realmente fare in aula. Il tempo scuola è stato ridotto drasticamente, tre ore settimanali sono una quantità rilevante di tempo in un anno scolastico, il fondo d'istituto è praticamente prosciugato, non rimangono grandi spazi di manovra per aggiungere progetti di supporto alle discipline e quand'anche ci fossero, di solito sono finanziati in modo irrisorio, già va bene quando si riesce a ottenerne una manciata di materiale di facile consumo.
Nonostante ciò io prenderei questa situazione come un'occasione, una possibilità.
Oggi come oggi, dato l'estremo impoverimento della realtà scolastica, io baderei più agli strumenti culturali che a a tutta una serie di contenuti riversati nelle nostre programmazione negli ultimi anni. Ad esempio farei meno "progetto genitori" e meno feste, più scienze con gli alunni. Farei meno pubbliche relazioni e più "didattica laboratoriale". La scuola forma la persona attraverso l'apprendimento, non si occupa direttamente di aspetti educativi, quali ad esempio il rispetto delle regole, che gli alunni devono già apprendere in famiglia e la cui cura ad essa spetta, al contrario di quanto in questi anni siamo stati portati a credere.
L'unico vero cambiamento che noi insegnanti possiamo imprimere è un nuovo orientamento didattico, che tornando all'essenzialità degli argomenti, così come ci viene obbligato fare perché questo ci impone il tempo scuola attuale, ci permetta di riappropriarci dell'unico vero ruolo che la scuola ha: fare e trasmettere sapere. L'unico vero ruolo che noi docenti non possiamo delegare ad alcuno.
Sapremo fare di questa congiuntura  un'occasione? Sì se pensiamo che la scuola si possa fare con meno schede, perfino meno materiali, senza compresenza, ma anche evitando anche quel continuo piagnisteo a tu per tu con le famiglie che ci rende così inattendibili. Certamente non smettendo mai di rivendicare ma nelle sedi opportune, i collegi dei docenti e i consigli d'istituto, le iniziative sindacali (quando ci sono) che l'impoverimento della scuola è prima di tutto un danno alle nuove generazioni. Dal canto loro occorre che le famiglie prendano coscienza che: sicurezza, tempo scuola adeguato e risorse umane sono essenziali per garantire opportunità educativa e inclusione per ciascuno.

Nella valigia per ricominciare ci deve stare la voglia di divertirsi ancora facendo questo mestiere, la necessaria forza e l'autorevolezza per stare dietro agli alunni, la capacità di dialogare con le famiglie ma anche di saper prendere decisioni a volte controcorrente, il riconoscere umilmente che siamo una parte dell'istituzione e non possiamo proclamarci salvatori della scuola.  L'arretramento della scuola ci suggerisce di tornare a quella serietà professionale e alla compostezza che sono l'unico modo, oggi come oggi, di fare serenamente questo lavoro.
Per dirla in altre parole, cari colleghi, c'è poco da agitarsi, lasciamo da parte i progetti ambiziosi e facciamo coscienziosamente quel che è realmente possibile. Buon anno a tutti.


Continua a leggere...

giovedì 4 luglio 2013

Attività estive per i bambini che andranno in classe seconda Primaria

Parliamo, invece, in questo post dei bambini che hanno finito la prima elementare e l'anno prossimo dovranno fare la seconda classe della scuola Primaria.
Come manterenere vive durante l'estate le cose apprese, senza lasciare che diventino dei compiti, con il rischio di non far riposare i bambini dall'intensa attività dell'anno scolastico?
Eseguendo i nostri piccoli giochi durante le cose che facciamo durante la giornata.  Proporre queste semplici attività mentre siamo a lavoro può essere un modo per tenerli impegnati.  Se devono guardare la tv è sempre meglio che sia quella adatta alla loro età privilegiando i programmi "educational".
Per un bambino che ha appena finito la prima può essere necessario rinforzare la lettura delle sillabe e delle parole semplici, contare oggetti fino a venti, sommare e levare, risolvere piccoli semplici problemi aritimetici. Parlare con loro della storia della famiglia, dei nonni e dei nonni dei nonni. Uscire di casa e osservare i cortili (luoghi chiusi), i paesaggi che ci circondano (cosa che non sempre è possibile fare a scuola), osservare un fiume, il mare, controllare cosa si vede, che attività umane ci sono, usare semplici parole in lingua inglese (per chi può) ma vale sempre l'ascolto della musica in lingua inglese. Osservare gli esserei viventi e i non viventi, gli animali, osservare le rocce, giocare tantissimo con l'acqua.

"Mille e più cose da ricordaarsi di fare giocando":

Proporre ai bambini i seguenti giochi e/o attività, non in maniera formalizzata, ma all'interno dei diversi momenti della giornata, come momenti di relax, di svago e come modo per non annoiarsi a casa, in viaggio e in vacanza.

Per leggere e scrivere:
Prendere  dei giornali e ritagliare parole, dividerle in lettere per formare altre parole di senso compiuto: mare/rema/mora/rame - amare/marea - dare/arde - rasa/arsa/sara e via dicendo...Scrivere da soli brevi frasi di commento ai propri disegni.

Per aritmetica
Prendere un sacchetto di fagioli e fare dei gruppi, dividere a ipotetici bambini come se fossero caramelle, simulare semplici moltiplicazioni facendo gruppetti dello stesso numero (arrivare massimo al tre/quattro). Inventare situazioni problematiche come ad esempio "Ho un sacchetto di venti fagioli, lo porto con me durante una passeggiata, non mi accorgo che c'è un buco, ne ho perso uno a ogni passo e ho fatto cinque passi, quanti fagioli avrò perso?  Quanti ne restano nel sacchetto?" "Ho perso due fagioli a ogni passo, ho fatto quattro passi, quanti ne ho persi? Quanti me ne sono restati?" Lo stesso gioco lo potete fare con un pacco di pasta inventando mille situazioni diverse.

Per  geografia
Fare osservare bene i paesaggi distinguere tra spazi delimitati e spazi aperti, far riprodurre forme su un foglio quadrettato.

Per storia 
Utilizzare e leggere l'orologio, utilizzare il calendario e conoscere i mesi, osservare i fenomeni  che accadono intorno a noi (ad esempio quelli meterologici, ma anche un oggetto che cade) e provare stabilire una relazione causa/effetto. Osservare luoghi e persone e fare il gioco del "come era prima?"

Per scienze
Osservare le piante: come sono fatte? Osservare animali: come sono fatti? Osservare le abitudini alimentari: mangia solo carne? Solo erba? Disegnarli e scrivere una sintetica scheda dei comportamenti osservati.

Per la lingua
Prendere una rivista cercare parole in lingua inglese e trovare il significato, ascoltare film, cartoni animati e programmi per bambini in lingua originale.

Quando possibile disegnare sempre tutto, ritagliare immagini, fotografare e classificare e conservare con cura ciò che si produce.

Queste atttività oltre che di consolidamento sono  riferiti a concetti che i bambini si ritroveranno ad affrontare nella classe seconda.

Continua a leggere...

mercoledì 3 luglio 2013

Attività estive da fare a casa per i bimbi che andranno in Prima a Settembre

"Mille e più cose da ricordarsi di fare giocando"
Per i bambini che a settembre 2013 inizieranno la frequenza nella classe Prima di scuola Primaria, ecco una rassegna completa di attività da fare in preparazione del fatidico giorno.
Il gioco, in parte organizzato per gli apprendimenti e in parte fine a se stesso, degli anni di Scuola dell'Infanzia non termina, ma si trasforma in un gioco maggiormente finalizzato all'imparare: strumenti  quali quello del leggere, dello scrivere, del contare; concetti come quelli della storia, della geografia, di una nuova lingua...

Ovviamente valgono poche e semplici regole per rendere tutto più bello e affascinante:
- i bambini non vanno angosciati su ciò che deve avvenire,
- non vanno caricati di eccessiva aspettativa e/o responsabilità,
- l'eventuo scuola Primaria va presentato come un fatto normale della crescita, che gradualmente comporterà più impegno e per il quale occorrerà imparare a oranizzarsi per lasciare ancora spazio al gioco e ai propri interess,
- se i bambini sono anticipatari, fino a Settembre se vi sono posti disponibili, è possibile retrocedere sulla scelta, va seriamente valutato il fatto se i bambini siano pronti abbastanza per la nuova esperienza alla scuola Primaria e, cosa non meno importante, se non è il caso di "regalare" loro un altro anno di spesieratezza,
- l'ingresso a scuola non va usato come una minaccia ma come un evento bello che porterà nuovi impegni e cose divertenti,
- parlare con il bambino, se lui lo gradisce, di ciò che dovrà avvenire prefigurando avvenimenti, ma anche lasciando ampio margine alla sorpresa, potrebbe restare deluso da ciò che non si verificherà,
- la scelta del corredo, fatta dopo aver chiesto la lista dei materiali utili, dev'essere una mediazione tra ciò che piace al bambino, ciò che è più comodo da trasportare e da usare, e il costo,
- non ultimo coltivare sempre i sogni, l'aspettativa per il futuro e la voglia di inventare cose nuove.

Il saper fare necessario all'ingresso della scuola Primaria, come procedere
- le eventuali esercitazione, come appunto il pregrafismo, andranno graduate, fatte eseguire senza costrizioni, nei momenti di libertà dal gioco, nelle pause delle attività estive.
- giocare sempre con i suoni delle parole, cosa che è possibile fare mentre si fa altro, raccontare, chiedere il significato delle parole, aggiungerne di semplici purchè poco usate: "Sai che questo si può dire anche così?"
- divertirsi a leggere i cartelli ovunque si trovino, vedere le curiosità delle parole, le somiglianze, le differenze dei suoni,
- fotografare, stampare e ritagliare, costruire album con didascalie,
- saper contare piccole quantità, aggiungere e togliere al volo, una o due cose da un gruppo,
- saper percorrere un perimetro,
- riconoscere uno spazio aperto e uno chiuso,
- mescolare sostanze: zucchero, sale, caffè, provare a far lievitare un prodotto in casa, giocare con l'acqua e scoprirne le proprietà

Attività che vanno sostenute ai fini delle attività nella scuola Primaria, alcune maggiormente formalizzate per il quale occorre un minimo di predisposizione, altre da fare mentre si fa altro, senza neppure riflettere sul fatto che saranno utilissime per imparare a scrivere, leggere o fare aritmetica. Ad esempio mentre si ripone la spesa, dire ai bambini di contare quante mele ci sono nel sacchetto, oppure quando si versa il latte per la colazione provare a vedere la quantità in due bicchieri di forma diversa...

Di seguito alcune attività che vanno curate in modo più puntuale: 
La manualità:
- ritagliare, impastare, modellare tutti i materiali, pongo, sabbia, farina, creta, das...

la cordinazione occhio mano:
- eseguire esercizi di pregrafismo, infilare perline, legare nastri, fare dei fiocchi, giocare con la palla a fare canestro...

la lettura dei suoni:
- trovare parole con lo stesso finale (cuore/amore), trovare parole con lo stesso suono iniziale (lavare/lavoro),
- fare le rime, inventare filastrocche al volo,
- leggere i cartelli stradali, imparare parole nuove e saper dire cosa vuol dire.

l'ascolto:
- ascoltare brevi storie, e/o aneddoti saper dire chi sono i protagonisti, ripetere cosa è successo, inventare un altro finale, aggiungere un protagonista,

contare, forme e misure
- contare gli oggetti che cicircondano, aggiungere e togliere a mente, usare le dita,
- fare qualche scheda di pregrafismo sui numeri ripassandoci sopra,
-ritagliare forme: quadrati, cerchi, triangoli,
- riempire contenitori di forma diversa e materiali diversi, sabbia, acqua, farina, sassolini,

lo spazio e il tempo
- parlare usando le categorie ieri, oggi, domani; prima, dopo, poi (ieri siamo andati a Firenze, oggi visiteremo Bologna, domani andremo a Roma/ prima siamo andati a Firenze, ora andremo a Bologna, poi andremo a Roma),
- usare aggettivi, come vecchio, nuovo, antico, moderno,
- ricordare i primi anni di vita (Quando ero piccolo...)
- ipotizzare il futuro (Quando sarò grande...)
- disegnare forme aperte,
- disegnare un confine,
- percorrere un perimetro,
- costruire un perimetro di sassi,
- colorare una forma chiusa,
- riordinare la camera secondo il criterio prima le cose in alto, poi le cose in basso,
- vuotare e riempire cassetti.

sperimentare scienze
- mescolare sostanze con i diversi liquidi, mescolare liquidi, mescolare farina, caffè, sale, impastare, osservare come si comporta l'acqua nei diversi stati: gassoso, liquido, solido, osservare i comportamenti degli animali e degli insetti del giardino, al parco, nel bosco, in montagna, in spiaggia osservare fenomeni stagionali,

la lingua inglese
- animare i viaggi in auto, anche per brevi tratti, con canzoncine in lingua inglese adatte ai bambini, ripeterle insieme, anche se non si capisce l'argomento,
- se si sta a casa, oltre ad ascoltare la musica, far vedere ai bambini i cartoni e film animati in lingua originale con i sottotitoli (caldamente consigliato),

il disegno
disegnare sempre tantissimo e ricoprire le pareti di casa di disegni, costruire album dei ricordi estivi di foto e disegni (ricordarsi di scrivere dietro al disegno e alla foto titolo e data).


Continua a leggere...

martedì 4 settembre 2012

Attività e idee per i primi giorni di scuola Primaria

Un po' perché mi è stato chiesto da qualche collega, un po' perché vorrei anche fare con voi qualche riflessione sulle cose che è opportuno fare i primi giorni di scuola e quelle che invece si possono rimandare a qualche giorno più avanti, ecco qualche idea per il primo giorno di scuola.
Ad esempio, e qui so di non incontrare il favore di tanti, non somministrerei mai prove d'ingresso i primissimi giorni di scuola. 
Io i primi giorni di scuola, come tempo che lega le vacanze appena finite e l'abitudine ai nuovi ritmi, li vedo investiti meglio in attività per ritrovarci, per stare insieme, per rinsaldare i rapporti, che poi non è detto che per l'insegnante attento non constituiscano già un bagaglio di notizie da tenere a mente man mano che si entrerà nel vivo dell'attività didattica. 
Un gioco impostato sulla didattica è perfino meglio per sondare cosa ricordano gli alunni, senza dimenticare che introdurre nell'immediato valutazioni formalizzate crea da subito il clima del "non c'è tempo da perdere", mentre lo stesso risultato lo si può raggiungere con attività più rilassanti per tutti, e in tutto questo non vi è un discorso di utilizzo delle energie solo rivolto agli alunni, ma egoisticamente pensiamo anche al modo più vantaggioso per  spendere le nostre energie ripristinate durante il periodo estivo.

Classi quarta e quinta.
- I bambini sono grandi abbastanza per essere informati dell'attualità, volendo evitare di banalizzare con il classico racconto delle vacanze, cosa consigliata, possiamo sfruttare gli eventi recenti come proposto qui a proposito della scomparsa di Neil Armstrong

- Possiamo abbellire l'aula dopo aver stabilito insieme come personalizzarla oppure costruire questo bruco per mettere in seguito le  foto di ciascuno.

- In quarta  se insegnate Italiano si può proporre questo testo.

- Con la quinta, soprattutto se è una classe che conoscete dalla prima potete azzardare una pianificazione delle cose da fare facendo fare proposte, discutendole insieme e rendendole percorribili, perchè si sai bambini a volte esagerano. Concordare anche un piccolo ripasso concedendo ancora qualche giorno per i soliti ritardatari
In tutto questo andrebbe trovato un piccolo spazio per le riflessioni personali sul nuovo anno: imparare ad auspicare, a ragionare sul futuro e prendere impegni concreti con se stessi e con gli altri sono cose che da fare tutti, non solo gli adulti.
Da ricordare che si può iniziare predisponendo le copertine per i quaderni, sistemando l'aula in modo funzionale, decidere la logistica e compagni di banco, le regole per gli spostamenti di banco, rispolverare le regole già accordate in classe e chiedere se ne vogliono introdurre di nuove. Tutte cose che in un gruppo consolidato si possono iniziare a fare nei primissimi giorni. Anche perchè si comincia soft ma poi è necessario prendere ritmo perchè le cose da fare sono tante: quarta e quinta sono classi che servono anche a imparare a lavorare a ritmo sostenuto.

Classi prima, seconda e terza
-Per la prima  trovate qui qualche indicazione, giacchè tra il momento dello scambio di consegne con i genitori, l'accoglienza a scuola con la presentazione agli altri compagni del plesso, rimane giusto il tempo per far scrivere qualche parola, ché i i bambini di prima è meglio che tornino a casa con qualcosa di scritto altrimenti la loro delusione è tanta.

-In classe seconda si può proporre questo lavoro con qualche variante.

- In classe terza La tombola di parole estive  pubblicata ieri.

- Per seconda e terza la proposta di Scuola da colorare

Nei link sottostanti trovate tutto il corredo di cose (gratuite) che possono tornare utili nei giorni della ripartenza.

Le copertine
I disegni da colorare
Etichette, segnalibri e molto altro
Contrassegni per la scuola Infanzia e segnaposto per la scuola Primaria

Continua a leggere...

lunedì 3 settembre 2012

Tombola di parole estive per il primo giorno di scuola in terza Primaria

Il giorno del rientro a scuola per i bambini della classe terza possiamo proporre quest'attività: La tombola di parole estive. 

Come funziona.
Nel file che potete scaricare qui (e anche modificare volendo), sono presenti una serie di parole che hanno a che fare con l'estate e il periodo di vacanze appena terminato. 
Una volta stampato il testo su cartoncino leggero è sufficiente ritagliarle, piegarle,  metterle in una scatolina e farle estrarre a turno ai bambini. 
Attività che si possono fare:
- Si può stabilire di fare un pensierino con la parola pescata e scriverlo sul quaderno. 
- Oppure partendo dalla parola pescata trovare altre parole attinenti, cambiando una lettera, aggiungendola, togliendola o per attinenza, sinonimi e contrari, ecc.
- Si può fare una sorta di analisi grammaticale veloce attribuendo un punteggio a chi sa dire per primo di che parola si tratta: nome di cosa, di persona, di animale, concreto, astratto ecc.

Se si decide per tenere conto dei punteggi, ci vuole un arbitro e uno che si incarichi di segnare i punti. Ovviamente si potrà fare a turno. L'importante è che alla fine ci sia un premio per tutti.

Download attività
Continua a leggere...

Come affrontare il primo giorno nella scuola Infanzia

Un titolo che non esaurisce un discorso il quale a dire vero è piuttosto complesso e articolato,  che non può quindi terminare nell'arco di un post: non solo primo giorno di scuola ma anche e soprattutto il periodo di adattamento, ovviamente differente a seconda che il bambino abbia fatto precedenti esperienze al nido.
Considerato che l'organizzazione varia anche notevolmente da scuola a scuola,  poniamo l'accento in questa sede, sugli atteggiamenti da parte di scuola e famiglia tesi a rendere i primi giorni di scuola per il bambino di tre anni la migliore esperienza possibile.

La preparazione a casa
C'è una fase, sia che il bambino abbia frequentato il nido, sia che sia  è stato a casa, di preparazione che precede l'ingresso a scuola.
Come? Non solo attraverso il racconto e la pre-visione di ciò che accadrà, che non deve essere enfatizzato né in senso troppo positivo, né in senso allarmistico ma semplicemente presentato come una tappa della crescita, portando esperienze di altri: un fratello maggiore, i cuginetti, gli amici, altrimenti riferendosi al fatto che anche i genitori ci sono andati da piccoli, è utile guardare insieme foto di quel periodo, visitare insieme la vecchia scuola, per farla breve cercare di far capire al bambino che la sua è un'esperienza comune nella cerchia delle conoscenze.
Il secondo passo è la visita una o più volte a alla scuola (vedi sotto), l'incontro con gli altri bambini e tra le mamme che faranno la stessa esperienza, la scelta insieme del corredo che accompagnerà la nuova esperienza.

Le autonomie
L'abitudine al panno ad esempio andrà tolta con ampio margine di tempo, non come ho visto fare troppe volte, la settimana che precede l'ingresso a scuola. Il bambino deve essere autonomo e principalmente lo deve essere per sua tutela, fatti salvi i casi in cui non è possibile per ragioni di salute ad esempio.  Le scuole statali benché prevedano l'ausilio del personale non docente, che vengono retribuite per incarico ad hoc, non sempre sono attrezzate in tal senso (acqua, calda, bidet...). Inoltre spostarsi da lavoro perché il bambino ha fatto la pipì o si è sporcato non sempre è cosa fattibile. Una cosa è l'evento occasionale che ci sta tutto, altra il mancato controllo degli sfinteri. 
Più il bambino è autonomo e più si evitano altre questioni anche legate alla disponibilità di personale che possa occuparsi adeguatamente dei piccoli. 
Giusto per entrare nel pratico quando è capitato che a dover cambiare i bambini era personale anziano e di sesso maschile, ho preferito occuparmene di persona, sempre previa informazione tramite telefonata alla famiglia  se impossibilitata a venire di persona.

La preparazione a scuola
Sembrerà strano ma anche la scuola prepara l'ingresso dei treenni e degli anticipatari quando ci sono. Intorno ai mesi di maggio giugno è necessario rendere disponibili alcune date per dar modo ai futuri alunni di conoscere la scuola, in quell'occasione organizzare un gioco collettivo con un momento di incontro tra i bambini, facilitare la conoscenza tra le mamme, cominciare a fornire le indicazioni essenziali: cosa occorre (una lista scritta è meglio), cosa fare e cosa non fare.

Il primo giorno
Dopo tutti questi preliminari arriva il giorno dell'ingresso a scuola, tutte le scuole prevedono forme d'ingresso personalizzate per chi frequenta la prima volta, alcune sono istituzionalizzate con orari precisi, altre più elastiche prevedono accordi da prendere di giorno in giorno a seconda di come il bambino accetta la nuova situazione.
Non trovano il mio favore quelle scuole che chiedono ai genitori la presenza a scuola durante i primi giorni di frequenza dei bambini. Intanto perché si entra nel merito dell'organizzazione familiare: passate le ferie estive non tutti i genitori possono ottenere i necessari permessi dal lavoro. Poi perché una volta finiti quei giorni il bambino dovrà comunque confrontarsi con l'assenza delle figure familiari, da ultimo perché coraggiosamente occorre accettare che i nostri piccoli si staccano da noi e alle insegnanti incombe il fatto che dovranno occuparsi adeguatamente anche del bambino che piange. Ci sono le strategie per evitare che un bambino viva male questa fase di passaggio, ritenere che l'ingresso a scuola possa avvenire per forza senza una lacrima, senz'ansia è sbagliato: certo ci sono i bambini a cui il cambiamento piace, la vista di altri bambini li rende felici, ma le lascrime e la fatica del distacco sono un fatto assolutamente normale da accettare come tale, sta a noi cercare di fare in modo che il bambino passi dal pianto per l'assenza del familiare all'interesse per il gioco e le attività. 

Il momento del distacco
L'ambiente che accoglie dev'essere preparato allo scopo: un clima calmo e pacato, angoli gioco, libri, costruzioni, fogli e colori attireranno altri bambini che giocano e attireranno subito il nuovo arrivato. Non predisporrei un ambiente troppo festoso, né con musica di sottofondo o altri bambini che cantano.  E se proprio il piccolino non volesse abbandonare la mano del papà o della mamma è consigliabile evitare il passaggio forzato (come ho visto fare) accompagnato da urla e crisi isteriche del bambino. L'unica soluzione a quel punto è che il genitore consegni il bambino nelle braccia degli insegnanti o lo convinca a restare volontariamente e lasci il bambino senza prolungare il doloroso tiramolla, che è quanto di più deleterio si possa fare durante i primi giorni di scuola. 
Se non ci si sente tranquilli e si è ansia, e lo si è sicuramente nei primissimi giorni, si può chiedere il telefono della scuola e chiamare dopo una mezz'oretta per sapere se il bambino si è tranquillizzato.

Quanto tempo deve stare un bambino a scuola il primo giorno di scuola Infanzia? 
Lo si diceva all'inizio ogni scuola adotta sistemi diversi prevedendo spesso un ingresso graduato con aumento di tempo quotidiano. In tante scuole questo tempo è uguale per tutti, in altre è personalizzato, se un bambino accetta di buon grado la nuova esperienza non c'è ragione, a mio avviso, di insistere con uscite anticipate, anche perchè i piccoli tranquilli sono spesso di aiuto per quelli più irrequieti. 

Quando è il genitore a essere ansioso
Se siete convinti che l'ansia del bambino sia un fatto suo esclusivo ebbene vi sbagliate. Essa più spesso deriva, ovviamente senza generalizzare eccessivamente, dalla preoccupazione di noi adulti. A volte si rende necessario tranquillizzare i genitori e lo si fa un po' allo stesso modo in cui abbiamo visto qui. Messaggi chiari, trasparenza, comunicazioni precise, un tono di voce calmo e sicuro, la capacità di trasmettere loro l'idea che il loro bambino è in buone mani e che qualsiasi necessità vi sia saranno i primi ad essere avvisati.
Sembrerebbe la parte meno importante di tutto il nostro discorso e invece è la prima: quando  il genitore si sarà convinto di aver affidato il suo bambino a persone competenti, accoglienti, che vogliono bene al bambino senza scadere nella melensaggine, che hanno a cuore sia l'apprendimento ma anche la sua crescita sociale e personale, ecco il resto sarà una passeggiata.

Continua a leggere...

sabato 1 settembre 2012

Buon Anno Scolastico 2012/2013

Auguri a tutte/i per un sereno e buon anno scolastico. Un pensiero a chi è in attesa della sistemazione e ancora non sa dove lo passerà. A chi invece la sede ce l'ha vorrei ricordare di non dimenticarlo durante le difficoltà, avendo sempre presente che non possiamo salvare la scuola né il mondo e che possiamo solo fare quanto è nelle nostre umane possibilità. Come d'altronde è nostro dovere, professionalmente e umanamente, cercare sempre la soluzione migliore, questo sì.

I credit dell'immagine sono di Didatticannalaura

Continua a leggere...

mercoledì 29 agosto 2012

Come affrontare la prima classe di scuola Primaria

Come affrontare la prima classe di scuola Primaria è un tema parecchio dibattuto in rete, non spauracchio dei bambini ma quasi uno spettro per i genitori, molti dei quali affrontano con ansia il periodo che precede l'ingresso del loro figlio a scuola.
Queste paure trovano la loro ragione d'essere nei racconti, provenienti sia dal contesto sociale sia dai media, che non sempre descrivono realtà esaltanti, raccontando di vere e proprie tragedie scolastiche. 
Intanto è bene ricordare, non perché è rassicurante ma perché è vero, che ogni esperienza di scuola è un caso a sé, persino con gli stessi insegnanti e nella stessa scuola. Non è affatto vero che casi di disfunzione scolastica producano sempre situazioni analoghe. La realtà scolastica di un bambino dipende da più fattori: gli insegnanti, il gruppo classe e la sua famiglia. Cambiando uno di questi fattori è evidente che non si possono fare associazioni di alcun tipo su esperienze vissute da altri. 
Anzi a volerla dire tutta la prima cosa da fare, banalmente, è proprio evitare di ascoltare cose negative sia sulla scuola, sia sui compagni che sui futuri insegnanti del bambino.

Prima dell'ingresso
Può essere che la scuola organizzi una riunione preliminare affichè genitori e insegnanti possano conoscersi e scambiare le notizie necessarie al funzionamento dei primi giorni di scuola, è l'occasione per sciogliere i dubbi, per farsi un'idea di cosa chiedono gli insegnanti, per misurarsi insomma sui modi di fare e sulle incombenze, anche pratiche, di ciascuno. Se la scuola non l'organizza non c'è ragione per non provare a proporla come genitori, rivolgendo con cortesia una richiesta al Dirigente o ai futuri insegnanti quando si sa chi sono.

Il primo incontro
Incontrarsi la prima volta al di fuori del contesto classe serve a "prendere le misure", tastare il terreno su entrambi i fronti, genitori e insegnanti. Entrambi devono fare lo sforzo di capire quali sono le aspettative vicendevoli, quali sono i punti ritenuti più importanti, quali le cose da evitare e quali quelle da fare.
Fin dall'inizio è bene improntare la relazione su un rapporto schietto, come si usa dire "giocare a carte scoperte", dirsi le cose sempre nelle sedi opportune e mai per interposta persona, meno che mai gli alunni, da entrambe le parti. Un solido rapporto scuola famiglia si fonda, al contrario di ciò che si può credere su basi elastiche. Avere regole non significa dover procedere per inviolabilità, le regole sono fatte per essere concordemente cambiate quando non sono più funzionali, l'importante è saperlo reciprocamente. Accordarsi significa per entrambi lasciare da parte idee e preconcetti e lavorare sul confronto man mano che le cose procedono, limando e trovando soluzioni volte al miglioramento, saper affrontare le difficoltà quando si presentano, essere propositivi, provare a portare soluzioni senza prevaricarsi nei rispettivi ruoli. 
E' importante ricordare che i bambini sono alla prima esperienza, che lo sono spesso anche i genitori e che gli insegnanti sono il motore propulsivo a scuola mentre a casa lo sono i genitori. Il riconoscimento dei rispettivi ruoli è il punto di partenza più importante.

Le soluzioni pratiche
Ma tutto quanto si è detto sopra sarebbero solo buoni proclami se non si è in grado di concretizzarli in fatti e procedure ben precisi. Più di ogni altra cosa le procedure, i fatti e le soluzioni organizzative sono il segno tangibile di una scuola credibile e che funziona. Sia pure in questo periodo di incertezze l'autorevolezza dell'istituzione scuola è data da atti concreti e trasparenti nel funzionamento, dalle promesse mantenute nel patto educativo che rappresentano la carta d'identità della scuola e in aula dagli insegnanti: comunicazioni scritte, comprensibili, puntuali ed efficaci, orari di ricevimento settimanali o quindicinali, ad esempio durante l'ora di programmazione al pomeriggio, con possibilità di personalizzazione magari utilizzando un'ora buca al mattino. Non eccedere nelle richieste, perché in prima sono davvero poche le cose che servono tra materiali e corredo scolastico. Specificare l'utilizzo di un grembiule o qualsivoglia divisa facendo riferimento ai documenti ufficiali della scuola. Dettagliare il funzionamento degli uffici di segreteria e le procedure sulla sicurezza e la privacy; anche quando l'istituzione consegna copia dell'estratto del Pof è giusto che gli insegnanti siano in grado di fornire sempre questo genere di informazioni.

Affrontare le complessità
Rendersi disponibili a trovare una soluzione, utilizzare l'ascolto attivo, non anticipando le conclusioni ma sollecitando con domande che aiutano a capire entrambi, non dare mai giudizi precipitosi o partire durante un colloquio con frasi "Con suo figlio non so più che fare", nulla spaventa di più la famiglia del senso d'impotenza di un docente, che invece dovrebbe in questo caso, non solo sapere come comportarsi, ma esprimersi dicendo di aver provato diverse soluzioni che non si sono rivelate efficaci e chiede alla famiglia indicazioni e sostegno per capire  ed elaborarne una condivisa.
E per i genitori invece mai lasciarsi andare a commenti sull'operato dell'insegnante che sarà il primo ad accorgersi perché i bambini a scuola sono trasparenti e il loro atteggiamento finisce con l'essere spia di ciò che si argomenta a casa. Meglio recarsi a scuola e affrontare con l'interessato il problema quale che sia.

In ultimo, ma non meno importante
E se davvero al termine di un anno qualcosa dovesse andare storto e potrebbe prospettarsi la necessità di un cambiamento di scuola, non c'è motivo per rammaricarsene: il cambiamento è meno drammatico di ciò che appare, anzi a volte è salutare per tutti. E' capitato talvolta, avendo notato segni si sfiducia nelle famiglie, di consigliare un cambio di scuola. Non c'è nessun male a dare l'opportunità al bambino, che per tanti motivi, neppure attribuibili a qualcuno in particolare, potrebbe non aver trovato il clima ideale per lui o che questo clima non si sia stati in grado di costruirlo, di cambiare e di ricominciare altrove.
Continua a leggere...

lunedì 27 agosto 2012

Raccontare ai bambini lo sbarco sulla Luna

La morte di Neil Armstrong avvenuta ieri  è stata l'occasione per celebrare e ripercorrere, anche con chi non c'era ancora, l'impresa dello sbarco umano sulla luna.

Il desiderio di andare per le vie del cielo è un sogno che accomuna tanti di noi, al di là della paura tutta umana di volare, la curiosità di sapere cosa c'è e com'è fatto quello spazio buio che ci circonda ci insegue fin dall'alba umana, da quando è stato possibile riflettere sulla nostra stessa esistenza. E' la curiosità che ha alimentato la ricerca scientifica, che ha permesso di conoscere una piccola parte dei meccanismi che regolano il mondo nel quale viviamo. La stessa curiosità che, presente in ogni bambino, dovremmo sollecitare e mantenere viva a scuola.

Riflettevo ieri che se mi proponessero di fare un viaggio per raggiungere la ISS (cioè la stazione spaziale orbitante intorno alla terra, quella dove è stato Paolo Nespoli lo scorso anno) direi un sì incondizionato, al punto che non mi importerebbe se al ritorno qualcosa andasse storto e dovessi restare lì per sempre. Sarai ben felice di rischiare la mia fragile e piccola esistenza per vedere la terra dall'alto e buttare uno sguardo oltre l'atmosfera, nel buio, e osservare le stelle un po' più da vicino di quanto non sia dato di fare dalla terra, così orrendamente inquinata anche dal punto di vista luminoso. Al ritorno andrei in giro per il mondo a raccontare quanto è infinito il cielo lassù e quanto è bello il nostro pianeta visto da lontano.

Ma torniamo con i piedi per terra e in attesa di poter viaggiare anche noi comuni mortali oltre le quote degli aerei civili, utilizziamo quanto reperibile in rete per fare con i nostri alunni e bambini a casa esperienza di quell'impresa:

We choose de Moon è una stupenda animazione interattiva prodotta dalla Nasa, in occasione dei quarant'anni dello sbarco, a beneficio di chi non  c'era allora e per chi vuole ricordare oggi quel viaggio. Il percorso è suddiviso in tappe animate anche se in inglese è estremamente intuitivo.


I video dell'allunaggio su Rai Teche (Ricordarsi di scaricare il plug in)


Nel pdf allegato una serie di titoli di libri di astronomia per ragazzi dagli otto ai dieci anni.

Per concludere segnalo il post Popinga che presenta Moonshot, e a cui vi rimando per una serie di altre considerazioni che non ripeto qui, un testo illustrato per bambini sullo sbarco sulla Luna, uno dei pochissimi a dire il vero.

I credit della foto sono i miei, scattata con una compatta digitale in quella sera in cui la Luna per via della sua posizione nel cielo si vede più grande del solito.
Continua a leggere...

mercoledì 14 settembre 2011

Si ricomincia, in quarta

Ho sistemato tutto, le scatole riempite a giugno, trasportate e vuotate nella nuova aula al primo piano. Mi piace il nuovo spazio, ho tutti gli armadi (vecchi e senza serrature) che mi occorrono. Quest'anno per la prima volta ho un po' di scorta di facile consumo e di carta (grazie ai progetti, perché dal ministero non arriva più un euro). Ho impilato una quantità incredibile di disegni e lavori che mi serviranno gli ultimi mesi della classe quinta, così tanto per ricordarci almeno una parte di tutte le cose che abbiamo imparato e speriamo che siano un sicuro bagaglio per sempre. 

Le pareti sono tinteggiate di fresco, intonse: ho deciso che le riempiremo con gli alunni, non appendo nulla, a parte le loro poesie. Vorrei che fossero loro a mettere disegni, le ricerche, le mappe, a scegliere i cartelloni, vorrei che le pareti diventassero uno spazio per il ripasso visivo. La nostra nuova aula è dotata di Lim, che è dovuta andare nell'unica parete che potesse reggerla, visto che i muri divisori tra le aule sono di cartongesso, è un'aula molto defilata quasi nascosta, ho pensato che è l'angolo giusto per il mio stato d'animo, perché la scuola voglio continuare a provarla a fare lontano dai clamori. Senza frizioni con le famiglie, sperando che restino le mie (le nostre) migliori alleate. 

Vorrei che anche quest'anno come gli altri, io e i ragazzini potessimo in santa pace continuare ad imparare con il nostro ritmo solito, anche con la consueta ironia, con le inevitabili arrabbiature che mi prenderò, perdonandoli solo quando si saranno risolti a fare il loro dovere: stare attenti, porre domande e studiare a casa e a scuola. Io ci tengo che l'anno vada così e ci credo. Perciò quell'aula che sembra così lontana dal resto della scuola è ciò che fa al caso nostro. 

Ci porterò la connessione internet, magari me la pagherò io e ci collegheremo al mondo, ché qualche volta il mondo lontano del web è più vicino del reale. O almeno così è stato per me in questi anni. Ho condiviso qui le perplessità, i successi, i dispiaceri e gli insuccessi, più di quanto non sia accaduto in realtà. Ma non perché a scuola non lo si voglia, bensì perché riusciamo a parlare oramai solamente (se non ci sono questioni formali da discutere) durante le due ore di programmazione e moltissime sono le cose che siamo costretti a tralasciare, alcune anche importanti. Forse era anche questo l'obiettivo delle riforme, fare in modo che il poco dialogo tra insegnanti finisse del tutto, che restasse solo la burocrazia, riducendo al lumicino il tempo per  di parlare dei bambini, di metodo, di  strategie, di contenuti. 

Ora il nostro panorama in aula è cambiato, anche i bambini sono cresciuti, arrivano i due anni nei quali dobbiamo cercare di dare di più, abbiamo tantissima grammatica da imparare, i testi da conoscere. Perfezionare la produzione individuale, imparare a scrivere le poesie e tante cose che ora non mi vengono in mente. E la nostra nuova aula, è la stanza perfetta per noi, che abbiamo da faticare, che avremo bisogno di silenzio e di concentrazione. 

Domani ci riuniremo e dopo gli abituali saluti e i racconti delle vacanze, inizieremo a lavorare di nuovo sul testo, riprenderemo il ritmo senza stare a tergiversare. Ripasseremo le cose dimenticate e subito ne emergeranno di nuove, cercheremo di trattenere chi scalpita e sostenere chi tende a restare indietro, piano piano impareremo anche a intraprendere ciascuno la propria strada, perché non siamo tutti uguali e questo è un bene. Dall’indistinto del gruppo devono emergere i singoli. Ma sempre rispettando il nucleo di appartenenza.
Continua a leggere...

sabato 10 settembre 2011

Tutti in classe, a radio3! Ci sarò anch'io.

Cari lettori,
un po' l'ho già scritto in giro per i social, nel caso abbiate tempo e voglia lunedì 12 settembre prossimo interverrò in diretta a Radio3 scienza, nel programma "Tutti in classe, a  radio3!" di Rossella Panarese.
E il mio intervento, come lo spirito stesso del programma, è raccontare la scuola viva, il fare, le strategie per imparare dando ai contenuti il gusto delle cose buone. E l'ingrediente migliore rimane ancora oggi  una buona dose di passione. 
Che dire? Sarò con tutta evidenza emozionata e quando si è emozionati la grammatica, ecco, se ne va un po' per i fatti suoi. Spero di riuscire a comunicare il senso del lavoro di tre anni in questo blog. 
Il senso di una didattica rigorosa, e oggi non può che essere così, ma che non intende trascurare il suo soggetto: la persona che apprende. Un blog che nelle ultime settimane ha conosciuto ulteriori e inaspettati successi.
Mi sforzo di continuare a raccontare la scuola nei suoi aspetti positivi, di fare da controcanto alla catastrofe descritta altrove, non perchè essa non esista, o io voglia negarla,  ma perchè la sola descrizione della catastrofe non solo annulla anni di lavoro, ma anche lo sforzo attuale di tanti docenti, alunni e famiglie che si sono imposti di continuare con ostinazione e caparbietà a sostenerla.
Ed è alle grandi testate giornalistiche che va il mio rammarico, per i toni, non sempre certo, che raccontano prioritariamente l'agonia.
E sempre più spesso mi ritrovo ad applaudire silenziosamente il racconto quotidiano che è  secondo me lo spaccato di scuola del quale abbiamo maggiormente bisogno, il racconto che si trova nei blog meno noti, ad esempio quiqui e qui, che della scuola dicono il bello e il brutto, diffondendo e difendendo l'idea che la scuola ancora non è morta. L'ho già scritto.
Naturalmente auguro buon anno a tutti: ai bambini e agli studenti a cui ribadisco di studiare, imparare e ancora studiare. Alle famiglie a cui mi sento di dire di vigilare col necessario distacco, saper guardare onestamente all'operato dei figli, al proprio e a quello dei docenti, senza preconcetto alcuno. Ai docenti e ai colleghi, in particolare a quelli che pensano che la scuola non è finita e non è neppure moribonda, a quelli che pensano che si può fare ancora la propria parte almeno dentro le aule, quel pezzo è la parte del tutto, di tutto ciò che ancora di buono funziona. E quello nessuno lo può cancellare.

Continua a leggere...

domenica 4 settembre 2011

Ereditare una classe

Succede a volte che una classe la si erediti, perché ci si ritrova a scegliere dopo colleghi con più anni di servizio o perché la si preferisce alla classe prima che è spesso ritenuta una delle più faticose, in tutti gli ordini di scuola. 
Insegnare in una classe già avviata presenta una serie di pro e contro che bisogna avere chiari in mente da subito e anche in questo caso come nel precedente  visto qui, occorre pianificare una serie di passaggi, per ridurre al minimo i disagi per gli alunni, per noi e per far si che anche questa nuova situazione diventi un'occasione, un'esperienza dal quale trarre il massimo beneficio per tutti.

La classe
Una classe già avviata possiede una sua identità di gruppo, l'identità di gruppo è fatta di altrettanti individui, ciascuno coi suoi modi di essere. Ricordarsi di questo quando si entra in una classe serve a utilizzare atteggiamento prudenziale: anche i bambini al pari degli adulti hanno le loro amicizie e le loro conflittualità. Conoscerle significa evitare di entrare a gamba tesa nei rapporti che fino ad allora hanno regolato la vita del gruppo. 
Vuol dire cercare prima il dialogo, spendere del tempo ad ascoltare  gli alunni, conoscere i gusti, le preferenze e le difficoltà incontrate sino a quel momento. Iniziare nell'ottica del miglioramento può essere una soluzione nel caso gli alunni abbiano avuto delle precedenti difficoltà. Se invece l'esperienza precedente è stata  significativa "il ricominciare" è sempre un modo per mettere a frutto tutto quanto è stato funzionale, significa avere un patrimonio da migliorare ulteriormente.

Iniziare
Una volta che si conosce il piano emotivo, il primo periodo deve caratterizzarsi contestualmente dalla conoscenza della classe riguardo il livello di competenza, il programma già svolto e soprattutto il metodo di lavoro.  Chiarito sul come andare d'accordo il contenuto diventa l'obbiettivo preminente: organizzare le priorità e stabilire come si procederà, indicare le tappe fondamentali dell'anno scolastico,  come verrà operata la verifica, aspettative, traguardi e strade per arrivarci. L'ideale sarebbe concordare un traguardo comune da raggiungere, che renda tutti partecipi e responsabili. Non si riuscirà ad attuarlo, ma potrebbe aiutare a sentire vivo e pulsante il gruppo. In una quinta da me ereditata ero riuscita a farlo, il clima ne beneficiò parecchio e i risultati furono molto buoni.

Conoscere le regole della classe
Ogni classe consolida abitudini e regole, gli alunni non faranno fatica a raccontarle, ovviamente tralasciando con molta fermezza i particolari che indugiano sull'operato dei colleghi precedenti. A quel punto si può negoziare il mantenimento di quelle che sembrano funzionali e stabilirne di nuove in linea con il lavoro che s'intende fare con la classe. Più gli alunni sono grandi e maggiormente occorre essere chiari e determinati: esplicitare cosa ci aspettiamo ma anche cosa siamo disposti a dare. Essere molto espliciti e agire nell'idea di essere vincolati al rispetto delle decisioni prese concordemente, fatta salva la flessibilità per le necessarie modifiche in itinere, vale per il docente e gli alunni. Un insegnante che propone regole e vincoli che poi non rispetta non è credibile con gli alunni, questa mancanza di credibilità è probabile si trasmetta anche alle famiglie.

Esplicitare il contenuto oggetto di studio e il metodo
Dare indicazioni precise sugli obiettivi, i contenuti e sul metodo che s'intendono proporre. In particolare l'indagine sul metodo deve essere accurata, se si ritengono opportuni correttivi o integrazioni gli alunni devono esserne resi partecipi. Ma anche essere rassicurati che tutto avverrà con gradualità, nel rispetto dei tempi di ciascuno,  senza scoraggiare nessuno, senza  nascondere le difficoltà.

Una classe difficile
Accade che a volte nella classe ereditata ci siano alunni con problemi comportamentali o che vi siano problemi di disciplina. Le soluzioni non  sono a portata di mano. Occorre intanto cercare di mantenere il contatto con la parte degli alunni più collaborativa. Segnalare quanto accade alle famiglie e trovare le soluzioni più opportune senza mai delegare l'aspetto disciplinare. Tenere  il più possibile impegnata la classe, se serve utilizzare solo la didattica frontale e il sapere esperto, ridurre al minimo i momenti di confusione, tenere un diario di quanto accade. Solo quando la situazione è sotto controllo si può aprire a momenti di confronto e di discussione. In una situazione compromessa è proprio il momento della discussione a generare l'esplosione del conflitto. Non pensate di potercela fare da soli, il team in questi casi deve essere estremamente solidale e compatto, sia nei confronti degli alunni che delle famiglie. Un rallentamento delle attività didattiche non deve costituire un problema, in una classe problematica vengono prima la sorveglianza e la salvaguardia dell'incolumità di tutti.

Infine
Essere propositivi, senza negare le difficoltà, ma neppure fare che diventino l'aspetto dominante dell'esperienza. Durante l'anno potrà anche accadere di rendersi conto di lacune nella preparazione, se la situazione lo consente cercare "insieme" agli alunni possibili rimedi, ad esempio con indicazioni di lavoro a casa, anche con il supporto delle famiglie. Se si tratta di classi che devono affrontare esami essere consapevoli che si tratta di rattoppi, per il quale è giusto e doveroso provvedere, ricordando che la nostra presenza non può rappresentare la soluzione agli occhi delle famiglie: nessuno è dotato di poteri magici tali da poter in un anno rimediare a situazioni pregresse. La fine di un corso di studi è qualcosa che si costruisce negli anni precedenti.
Continua a leggere...

martedì 30 agosto 2011

Una classe nuova di zecca

Una nuova classe rappresenta sempre un nuovo inizio. Non si pensi che il riferimento sia solo ad alunni e studenti, anzi lo è forse più per l'insegnante con esperienza, che può mettere in pratica quanto imparato negli anni precedenti.
Se invece si è alla prima esperienza ciò che segue può essere un promemoria per iniziare.
Ovviamente ogni gruppo classe è diverso dall'altro, ma ci sono regole universali che vanno applicate in ogni caso. 
Se agli alunni tocca misurarsi con un nuovo sapere, nuovi metodi e realtà in dinamico cambiamento, il docente deve capitalizzare le esperienze.  L'insegnamento è anche un gettare via le soluzioni organizzative che si sono rivelate inefficaci per cercarne di nuove.

Cosa fare quindi quando si comincia con una nuova classe di bambini di prima. 
Soluzioni che possono valere anche per l'ingresso alla scuola Media, dove per via del fatto che i ragazzini sono più grandi, si sottovalutano spesso alcuni aspetti organizzativi.

La messa in atto di soluzioni organizzative, che nessun manuale insegna, sono la risposta più efficace ai bisogni degli alunni, delle famiglie e più ancora  della scuola stessa, mirano ad attenuare la conflittualità che spesso si genera, proprio a causa della mancanza di chiarezza e di un'organizzazione definita. Valgono ovviamente più di tanti proclami, perché sono la risposta possibile ai bisogni.

Incontrare le famiglie
Organizzare un incontro con le famiglie ancora prima di conoscere i bambini, al fine di presentare il team, il progetto di scuola, i contenuti di apprendimento, negoziare le regole sia di funzionamento che per lo scambio di comunicazioni scuola-famiglia. Consegnare un promemoria scritto sull'organizzazione (orari insgresso/uscita, materiali, ecc), disponibilità dei docenti per incontrare le famiglie. Esplicitare tutto quanto si ritiene opportuno per un rapporto all'insegna della chiarezza e della professionalità. Non parlare a braccio, farsi una scaletta delle cose da dire: l'organizzazione non si proclama a parole, bensì i comportamenti la evidenziamo.
Durante l'anno prevedere momenti di convivialità, organizzare ogni cosa tramite il rappresentante di classe, e come già specificato, improntare i rapporti con tutti all'insegna della cordialità.

Il periodo di adattamento dei bambini e il rispetto delle regole
Si tratta di un periodo piuttosto lungo, non si pensi che l'aver frequentato la scuola infanzia aiuti i bambini nello stare a lungo seduti, aiuta sicuramente per il possesso dei prerequisiti, ma gli ambienti e l'organizzazione sono estremamente diversi, quindi occorrerà fare appello a molta pazienza ed essere assai flessibili. Consentire piccoli spostamenti dei bambini e fare in modo di introdurli nella didattica con attività che comprendano il movimento, assecondare con calma le richieste per introdurre graduali diminuzioni delle concessioni. I bambini piccoli chiedono spesso di bere e andare in bagno: questo deve essere consentito perché la maggior parte delle volte si tratta di ansia e del bisogno di creare un diversivo rispetto a tutte le novità. E, non dimentichiamo che essere flessibili e rigorosi senza esagerare ci fa guadagnare punti di credibilità con le famiglie.
Essere rigorosi sugli orari di ingresso uscita dei bambini e nei nostri alla stessa maniera, è non solo un dovere ma una tutela. Ricordiamo che trattandosi di bambini in fase di adattamento ci vuole un minimo di flessibilità, distinguendo il ritardo abituale, per il quale occorre prendere provvedimenti dal ritardo occasionale. 
Ricordiamo quindi che il rispetto delle nostre decisioni non è dovuto ma va dimostrato sul campo.

Le comunicazioni
Più i bambini sono piccoli e le famiglie poco esperte dell'organizzazione  scolastica, più le informazioni devono essere puntuali, dettagliate e sempre scritte sul quaderno. L'ideale è un foglio scritto al computer con lo spazio per la presa visione, incollato sul quaderno e controfirmato  poi dal docente presente all'ingresso. Lo so che è una gran perdita di tempo, però ci si guadagna in salute. E' capitato più di una volta di vedere genitori inviperiti per non essere stati avvisati di uno sciopero o di un'uscita anticipata. D'altronde occorre ricordarsi che spesso i genitori lavorano e una mancata comunicazione può portare a disagi per la famiglia, il bambino stesso, ma può perfino derivarne una nostra responsabilità personale.
Questo è uno dei punti più delicati a mio avviso: ho sempre preferito perdere cinque minuti a scrivere, per dare spazio al flusso delle informazioni puntuale ed esaustivo.

I compiti
Tema sempre attuale e scottante. Anche qui flessibilità e personalizzazione sono d'obbligo. Flessibilità perché anche la cultura del compito a casa va perseguita e costruita negli anni. I bambini piccoli non vanno caricati se non dello stretto necessario che serve a consolidare quanto proposto a scuola. La personalizzazione serve nei casi in cui è necessario maggior esercizio, a quel punto allora è meglio concordare con i genitori qualche aggiunta.
In prima può accadere che per alcuni genitori sia uno stress seguire i bambini, soprattutto se sono lenti e imprecisi nell'esecuzione, se dovesse accadere e si notano nel bambino ansia e faticabilità è meglio parlarne e suggerire piccole strategie: evitare l'accanimento e l'esecuzione dei compiti fino a ore impossibili, alternare alla fatica del compito piccole pause, evitare il muro contro muro: un bambino stanco e scoraggiato non impara nulla, meglio farlo rilassare e riprendere con calma. Tutti i bambini arrivano al traguardo, soprattutto se si riesce a controllare l'ansia. 

Imparare a leggere e a scrivere
Durante la riunione preliminare spieghiamo, rassicurando i genitori alla prima esperienza, come e quali sono i tempi dell'apprendimento dei meccanismi di base. Concordiamo il rispetto prima di tutto dei tempi del bambino insieme alla disponibilità a chiarire ogni dubbio. Facciamo in modo che non diventino l'unico obiettivo  per dicembre, che oltre a questo dobbiamo perseguire la formazione di un gruppo coeso di bambini, insegnanti e famiglie, che collaborano attraverso rapporti umani significativi allo scopo di rendere migliore l'apprendimento nell'arco dei cinque anni di scuola.

Per finire
Strategie, buone soluzioni organizzative, disponibilità al dialogo, capacità di ritornare indietro sulle decisioni, ma anche rigore e sicurezza quando necessari, sono le basi si un rapporto solido, sia che duri un anno, sia che ne duri cinque. Ricordando più di tutto che attraverso la nostra guida passa la crescita dei bambini, ad essi va riconosciuto il diritto alla scuola migliore possibile, anche nelle situazioni attuali.

Buon anno a tutti, in attesa dei vostri suggerimenti, in calce a questo post, su facebook, google + o twitter.
Continua a leggere...
 

Lettori fissi

Chi sono

La mia foto
"Si impara scambiando conoscenza"

Crescere Creativamente: per bambini e non solo Copyright © 2009/2015 Gadget Blog is Designed by Ipietoon Sponsored by Online Business Journal

Questo blog è visibile in maniera ottimale con IE7 - IE8 - Firefox

Privacy Policy and Privacy e Cookie