di Maestra Rosalba

sabato 30 aprile 2011

Cartoncino Pop-up: Un Abbraccio Per La Mamma

A una settimana di distanza poco più, dalla Festa della Mamma 2011 ecco la proposta di lavoretto per farle gli auguri più calorosi (e diciamolo farle scendere quale tenera lacrimuccia).
Non c'è un target per questo cartoncino di auguri: nido, scuola Infanzia, scuola Primaria, figli, papà o babbo che dir si voglia, occorre solo un pizzico di manualità, perchè quella che segue è solo un'idea, nata da un'altra idea trovata  qui e trasformata in questo cartoncino con sorpresa:

Occorrente:
- cartoncino color avorio
- cartoncino rosso
- carta colorata da stampante
- carta bianca da stampante
- una foto grande quanto mezzo foglio formato A4
- colla
- un pezzetto di nastro di raso o di rafia colorata.

Realizzazione:
Scaricate da qui le sagome e le istruzioni per il cartoncino pop-up, sostituite alla  sagoma del volto una foto del bambino/a:

seguite le indicazioni di piegatura di ritaglio, stampate le mani e incollate.
Prendete la filastrocca L'Abbraccio, qui, stampatela su metà di un foglio A4 o  scrivetela su carta colorata (sempre metà di un foglio A4), sagomate gli angoli che devono coincidere con la base delle braccia  e incollate, colorate le maniche delle mani dello stesso colore della carta. Se cercate di far coincidere il collo del volto nella foto con il foglio sotto diventerà una sorta di maglietta con la scritta.

Ritagliate dei cuori di dimensioni progressivamente ridotte e incollateli sul cartoncino chiuso.
Eseguite due buchi passanti con la bucatrice, infilate un nastrino di raso e chiudete con un fiocco. Come nella prima foto. Ovviamente non c'è limite alla fantasia, decorate a piacere, i bambini in fatto di decorazione hanno inesauribili idee.
Baci e... abbracci!

Le altre idee del blog sulla festa della mamma le trovate sotto o nel menù in alto.
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Carnevale Della Fisica #18 Su Dropsea

Siamo al trenta del mese ed ecco puntuale il Carnevale Della Fisica #18 stavolta ospitato su Dropsea di Gialuigi Filippelli.
Se siete stufi del grigiore che inesorabilmente accompagna questa primavera 2011, vi consiglio di fare un salto a leggere il Carnevale, vi sembrerà in un primo momento di tornare bambini a vedere tutte quelle illustrazioni tratte da Topolino, per poi ad uno sguardo più attento scoprire tantissimi articoli e contributi, che più o meno rispettando il tema proposto da questa diciottesima edizione del Carnevale, non mancheranno di incuriosire e di mostrare tutta la coloritura di cui la Fisica è capace di permeare la realtà.

Intanto scopriamo che...
...è proprio a un premio Nobel che è dedicata questa edizione del Carnevale!
Claude Cohen-Tannoudji è un fisico algerino nato il 1° aprile del 1933, a Constantia. Visto che a quell'epoca non tanto lontana l'Algeria era ancora una colonia francese, Claude è ricordato come fisico francese. Bando, però, a polemiche politiche e coloniali del passato, concentriamoci sul fisico: dopo aver concluso gli studi superiori ad Algeri, Cohen-Tannoudju si trasferisce a Parigi per frequentare la scuola Normale Superiore. Dopo varie vicissitudini legate alla guerra d'Algeria, ottenne il dottorato nel 1962 per iniziare poi ad insegnare meccanica quantistica presso l'università di Parigi.
Nel 1973 diventa professore presso il Collège de France e successivamente apre un laboratorio insieme con Alain Aspect, Christophe Salomon e Jean Dalibard dove continuò i suoi studi sul laser, in particolare su raffreddamento e intrappolamento degli atomi per mezzo dei laser. Proprio grazie a questi studi gli venne assegnato il Nobel per la Fisica nel 1997 insieme a Steven Chu e William Phillips.

Il resto della lettura è gustabile su Dropsea.
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venerdì 29 aprile 2011

Filastrocca Per La mamma: L'Abbraccio

Dire "ti voglio bene mamma", può essere ancora più importante se accompagnato da un gesto così primitivo e naturale quale è l'abbraccio.
Prima ancora del linguaggio vengono i gesti: il primo posto al mondo dove si sta neonati e protetti, sono le braccia dei genitori. In particolar modo quelle della mamma, soprattutto se è lei a nutrire il bambino.
Dopo vengono gli altri.
E' significativo ricordare sempre l'importanza di un gesto fisico, che oltre i propositi contenuti nelle parole esprima e imprima forza  ai sentimenti.
Per una mamma non c'è nulla di più bello del primo abbraccio che riceve in cambio dal proprio bambino.
Chi di noi genitori non ricorda la prima volta che il nostro piccolo ha allungato le braccine per stringerci a se stesso.
Succede quando un bimbo vuole consolare qualcuno ad esempio.
Ed è un gioco noto quello degli adulti che fanno finta di piangere per farsi consolare dai bimbi, lo abbiamo fatto tutti. Perchè il piacere di ricevere un abbraccio dai bambini è qualcosa che le parole non riescono a raccontare.

Fuori dalla retorica delle frasi fatte, gesti fisici come l'abbraccio, rimangono un linguaggio privilegiato, silenziosi mediatori di affetto e benessere, dovremmo imparare a riscoprirli in aggiunta alle parole o prima di esse.

La mia nuova filastrocca, in rima baciata, semplice ed essenziale, cerca di spiegare cosa è un abbraccio per un bambino, tenetela d'acconto perchè servirà per la mia proposta di cartoncino per la festa della mamma, che poi non è mia, ma una  rivisitazione di un lavoro di altri, ecco, insomma domani mi spiegherò meglio.

Intanto ecco qui:
L'abbraccio

Allargo le braccia per stringerti a me,
sei la più dolce mamma per me.
Stringo forte, sento battere il cuore,
mi avvolge d'affetto, di tanto calore.
Fra le tue braccia mi sento protetto
e circondato da un immenso affetto.
(Rosalba 28/04/11)

Anche questa caldamente consigliata ai papà che vorranno abbracciare assieme ai loro figlioli la mamma. Mi farete sapere?

La foto proviene da qui dove si parla di abbracci.
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mercoledì 27 aprile 2011

Filastrocca Per La Festa Della Mamma 2011

Eccoci arrivati al traguardo della Festa della Mamma, che quest'anno si festeggerà l'otto Maggio.
Rispolveriamo la bella tradizione per i bambini, di far realizzare qualcosa di artigianale da regalare alla mamma e imparare una filastrocca da recitarle a memoria.
Ne presento una fresca "di stampa" adatta ad accompagnare un regalo, un piccolo pensiero realizzato a scuola e perchè no, a casa con il babbo, per dire alla mamma ti voglio bene in rima. E se c'è una aspetto bello del secolo appena passato e di quello che stiamo vivendo è proprio questa nuova sensibilità paterna nell'accudimento dei figli e della casa.
Mi piace pensare che i papà e le mamme "complottano" reciprocamente per organizzare insieme ai figli una bella festa. E' un modo per far sentire ai piccoli di casa che la famiglia è unita, un modo per soprassedere sulle piccole difficoltà quotidiane e porre l'accento sulle cose veramente importanti.
Cosa c'è di più importante se non dirsi che ci si vuole bene?

La filastrocca si rivolge a  tutti i bimbi di scuola infanzia e agli scolari fino alla seconda Primaria.

Ti regalo mamma...

Ciò che so fare con le mie mani
che duri sempre, non solo domani.
Ciò che nasce dal mio pensiero,
frutto d'amore e d'affetto vero.

E' più prezioso del diamante,
perchè nulla al mondo è più importante,
per me che non son grande abbastanza,
di te mamma e della tua vicinanza.
(Rosalba - Aprile 2011)

Nei link sottostanti trovate tutte le poesie dedicate alla mamma scritte negli anni precedenti.
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martedì 26 aprile 2011

Cromatografia Su Carta Con Pennarelli E Acqua

In un post precedente ho presentato una semplice cromatografia su carta per scoprire insieme ai bambini i colori che compongono i pigmenti delle foglie.
Oggi vorrei raccontare come è possibile eseguire divertenti cromatografie con i pennarelli tanto amati dai bambini, per disegnare sia a casa che a scuola, e comprendere così quali pigmenti contengono questi colori di solito fabbricati su base acquosa.
Se possibile la procedura è ancora più semplificata della precedente, perciò estremamente adatta ai bambini più piccoli: non ci sono sostanze particolari da usare, l'eluente per questa cromatografia è della semplice acqua.
L'utilizzo della carta per cromatografia è preferibile, volendo si può provare l'esperimento con la carta da filtro o con il panno-carta da cucina. Carta da cromatografia e carta da filtro si trovano nei negozi di prodotti per laboratorio.

Per questo divertente esperimento vi serve:
- pennarelli,
- bicchieri di plastica o di vetro trasparenti,
- carta per cromatografia o carta da filtro,
- acqua.

Esecuzione:
Ritagliare diverse strisce di carta per cromatografia, della larghezza di tre cm. A due cm. dal bordo inferiore disegnare una striscia, usate il grigio, il nero, il celeste, il rosso ad esempio:
versate qualche millimetro d'acqua nel fondo dei bicchieri, e mettete le striscie in piedi, in modo che l'acqua per capillarità risalga la striscia di carta.
Osservare cosa accade, prenere nota.

Spiegazione:
Alcuni colori dei pennarelli sono composti da miscele di pigmenti colorati, questi pigmenti sono affini all'acqua e si lasciano trasportare durante la sua risalita nella carta, separandosi a seconda della grandezza delle molecole di cui sono composti.

Provare con gli altri colori, ad esempio il nero:
Buon divertimento!

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lunedì 25 aprile 2011

25 Aprile 2011, il nutrimento delle idee antifasciste

Contrariamente a ciò che ho scritto tante volte in questo blog che parla di apprendimento e dei modi per farlo al meglio e più serenamente possibile, penso ci siano idee e modi di vivere che non s'imparano, ma semplicemente fanno parte del patrimonio di conoscenze ereditato.
Ereditato nei primi anni della vita, come uno svezzamento precoce alla vita, idee che rimangono lì, mute sorveglianti della crescita,  idee vigili, efficaci difese  contro le farneticazioni che inevitabilmente si incrociano nel cammino della vita.

Così mi viene da dire che antifascisti si nasce e non ci si diventa, quando l'infanzia è nutrita anche di racconti, di episodi, di aneddoti che riconducono a quel periodo che si conclude idealmente il 25 aprile del 1945. Sessantasei anni fa.

La resistenza si è manifestata subito dopo l'inizio del ventennio, l'ultimo periodo è quello che si ricorda di più e meglio perchè rappresentato dal movimento Partigiano la cui azione fu determinante nel liberare l'Italia dal regime nazi-fascista.
E di questa resistenza iniziata prima, non ancora finita oggi, perchè i tentativi di imprigionare le idee, di smantellare i sistemi della conoscenza, veicoli della pluralità delle idee, non sono mica scomparsi, occorre raccontare ancora oggi ai bambini. Gli unici veri custodi del nostro futuro, delle libertà individuali, delle libertà di parola e di espressione umana. E se non ai bambini a chi vogliamo affidare il lascito ideale di chi ha consapevolmente sacrificato la propria voce per donarla ad altri?

Erano gli anni settanta circa, erano forti gli echi del sessantotto. I televisori avevano fatto capolino nelle nostre case da qualche anno. Erano meno invasivi perchè si accedenvano a orario. Nelle domeniche e nei festivi non si andava in giro per le città-mercato o per le feste. Tutt'al più si andava al mare d'estate. I viaggi erano pochi, in compenso si giocava nei vicinati in una sorta di famiglia allargata, dove gli adulti erano sempre responsabili di tutti e i ragazzi più grandi si occupavano dei più piccoli.
Ma non sempre si poteva stare all'aperto e nelle interminabili sere invernali una volta conclusi i compiti, restava parecchio tempo a disposizione fino all'ora di cena per raccontare e ascoltare, si proprio quelli che state immaginando i racconti accanto al camino. E noi ci disponevamo così, mia madre al lato e noi seduti intorno nelle seggiole piccole o sul muretto di spalle al camino. Posso dire che così piccoli noi si andava a scuola di antifascismo e la maestra era mia madre.

E i racconti di mia madre erano storie di antifascisti, di una Resistenza ante-litteram delle mie zone, del mio paese, che si manifestava con le azioni di disturbo, se non quando di vero e proprio sabotaggio degli antifascisti verso i rappresentanti locali del regime. 
Narrava le gesta eroiche dei suoi parenti, limpide storie di un pensiero che non si piegava alla mancanza cronica di lavoro per via delle idee politiche, al sacrificio delle madri in continua e costante ricerca di cibo per placare il pianto affamato di una prole numerosa.
Narrava la vita di madri e padri che all'ideale antifascista hanno anteposto persino la famiglia. Che quella famiglia la incontravano furtivamente, la notte, incontri fatti di abbracci sottratti alla fuga e alla semiclandestinità.
Di case continuamente violate dalle perquisizioni, di gente che si mangiava  appena in tempo volantini antifascisti. Di coraggiosi che la notte salivano sulla cima più alta del paese per piantare una bandiera rossa, che al mattino sventolava allegra dicendo "noi ci siamo eh!" e delle ritorsioni e i rastrellamenti, della rabbia cieca di chi si sentiva sfidato nel potere e più di tutto nelle idee.

Di tutto questo che era così vivo allora in mia madre meno che quarantenne e vivo della vividezza dei ricordi dell'infanzia, è altrettanto vivo in me oggi,  e per averli sentiti da piccola mi sembrano cose che ho vissuto. Non solo ricordo i fatti ma ho in mente le persone e me le immagino rifiutarsi di indossare la camicia nera. Immagino quello stuolo di bambini affamati ma circondati da un affetto indicibile. Perchè l'affetto che li sacrificava in nome della libertà collettiva è incommensurabilmente maggiore di qualsiasi altro affetto maturato nella sicurezza.

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Libri: Don Francesco Maria Giua, l'unico prete sardo confinato dal regime fascista

Don Francesco Maria Giua è il titolo del libro di Lorenzo Di Biase, vicepresidente dell'A.N.P.P.I.A. Sardegna, l'associazione nazionale perseguitati politici italiani antifascisti, che racconta la vicenda umana e religiosa dell'unico prete sardo, nativo di Benetutti,  confinato dal regime fascista perchè osò durante l'omelia domenicale del 28 maggio 1940, dichiarare gli orrori della guerra schierarsi a favore della pace.
Un solerte parrocchiano si prese l'onere di segnalarlo ai Reali Carabinieri di Ozieri, i quali fecero immediato rapporto alle competenti autorità. Il giovane prete fu destinato al confino a Pisticci in provincia di Matera.
Il volume racconta la vicenda attraverso l'analisi della documentazione in possesso dell'archivio Centrale di Stato a Roma.
Mi piace riportare quanto scritto in Prefazione al libro da Carlo Dore presidente dell'A.N.P.P.I.A. Sardegna:

"Quella di Don Giua è la figura esemplare di un uomo coraggioso che contrariamente a quanto hanno fatto in passato e continuano a fare anche al giorno d'oggi, tanti esponenti della Chiesa, ed in particolare importanti prelati, non aveva "peli sulla lingua" e non era schiavo del potere, ma riteneva suo dovere orientare i fedeli verso il bene comune mettendoli in guardia contro i "falsi profeti" anche a costo di subirne personalmente le conseguenze, come difatti avvenne."
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Carnevale della Chimica #4 Su Arte E Salute

In onda sul web da sabato 23 Aprile, il Carnevale della Chimica numero quattro, ospitato sul blog Arte e Salute di Emanuela Zerbinatti. Il tema, una vera sfida per i nostri sensi, è stato la "Chimica dei cinque sensi".

E a tal proposito scrive Emanuela raccontando delle  "finestre del nostro corpo":

Noi che scriviamo dovremo accontentarci dei sensi che abbiamo e tenerceli stretti perché saranno limitati quanto vorrete ma pensate a perderli. È un'eventualità a cui pochi pensano, ma spesso le singole peculiarità di ciascuno dei nostri sensi si scoprono solo quando, per cause di forza maggiore, ne veniamo privati. Per evitare che da un giorno ci si possa dover pentire di non aver saputo apprezzare e proteggere i nostri sensi preziosissimi, scuole e ambienti di lavoro dovrebbero fornire a mio avviso ore di deprivazione sensoriale per far sperimentare la perdita transitoria di ciascuno dei nostri sensi a rotazione. Ma tant'è. Mi sa che il ministro dell'Istruzione ha altri interessi e quindi accontentiamoci di poter ancora far conoscere noi i 5 sensi a discenti e lettori.


Un carnevale di cui apprezzerete non solo i contenuti in quanto tali, ma anche l'estrema utilità pratica dei contributi, raccomandati se amate gli stimoli sensoriali, passando per la vista fino a giungere all'amatissimo senso del gusto fortemente a tema in questi giorni di festività Pasquali!
 
Il Carnevale della Chimica #4
 
Avete un blog e vi siete accorti, leggendo qui e là che la chimica è la vostra passione? Ecco il link per la partecipazione.
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domenica 24 aprile 2011

Buona Pasqua

Lo vorrei dire così semplicemente: un Augurio di Serenità e Pace a tutti, carissimi lettori e viandanti della rete.
rosalba
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sabato 23 aprile 2011

The Home Frontier Video Contest della Nasa in occasione dell'Earth Day 2011

Si è celebrata ieri la Giornata della Terra o Earth Day.
Considerato che a miliardi di persone è concesso fare poco o nulla di determinante in termini decisionali per questo nostro pianeta, le poche che possiamo fare in tanti sono i piccoli gesti.
Messi insieme formerebbero altrettanti grandi gesti, almeno un miliardo. Certamente non sappiamo quanto in grado di contrastare la scelleratezza di altrettanti ciechi comportamenti determinati da un'altra piccola schiera di persone, nelle mani delle quali si racchiude il destino del mondo.
Anche fare un solo piccolo gesto, non sprecare l'acqua, non sprecare la carta, non usare più di quanto ci necessita, non gettare il cibo, comprare ciò che effettivamente ci serve e a chilometri zero, spegnere sempre le luci ad esempio, ci fa stare meglio.

The Home Frontier Video Contest della Nasa
Possiamo allora, forse far parlare le immagini ed è sempre un modo per dare un contributo usando la fantasia.
E' un po' il tema del Video Contest lanciato dalla Nasa. E' sufficiente creare un video che racconti da pochi minuti a trenta secondi ciò che si pensa della terra in relazione ai contrubuti portati dagli studi della Nasa, utilizzando anche le immagini e i contenuti che la Nasa rende liberamente disponibili in questo link, caricare il Video su YouTube entro il 27 Maggio 2011, corredarlo del tag "NASA Earth Day Video Contest 2011" e aspettare che un gruppo di scienziati di http://www.nasa.gov/ selezioni il video, il quale una volta selezionato verrà pubblicato sul sito e utilizzato anche per ulteriori pubblicazioni.
E' possibile seguire su Twitter @NASAGoddard, o l'evolvere della discussione utilizzando l'hashtag #NASAEarthVid , c'è pure il link alla pagina feisbuc.

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giovedì 21 aprile 2011

Concorso Un Doodle Per Google "L'Italia Tra 150 Anni"

Cari lettori e cari colleghi vorrei segnalare le iniziative di Google per i 150 dell'Unità d'Italia.
Il primo è un tour virtuale che Google mette a disposizione  su Street View per ripercorrere le tappe e i luoghi simbolo dell’Unità d’Italia. Con cenni  ai protagonisti del Risorgimenti italiano e alle vicende storiche più rilevanti, attraverso informazioni editoriali e video documentari proposti da Rai 150.

Il secondo coinvolge direttamente i giovani, a partire dagli allievi di scuola Primaria fino agli studenti delle superiori, nella creazione di un Doodle, i famosi loghi "creativi e celebrativi" di Google, per le celebrazione dei 150 anni dell'Unità d'Italia. Il concorso è orientato al futuro nell'immaginare "L'Italia tra 150 anni", visioni e proposte in un disegno per illustrare un'Italia che verrà. La scadenza per l'invio del Doodle è fissata al 10 giugno 2011.
Da un doodle per Google

Per la prima volta, in occasione di un così importante evento per il nostro paese come il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, abbiamo deciso di organizzare un concorso Doodle per Google interamente italiano, sostenuto dall’Unità Tecnica di Missione per le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Invitiamo le scuole elementari, medie inferiori e superiori a far lavorare l’immaginazione creativa dei propri studenti sul tema del futuro dell’Italia. Quindi scoprite come far partecipare la vostra scuola e iniziate a dar libero sfogo alla fantasia.
La scuola vincitrice otterrà un buono per dotazioni tecnologiche mentre gli studenti che hanno lavorato ai doodle vincitori riceveranno fantastici premi!
Il doodle vincitore verrà esposto a livello nazionale sulla home page di Google per 24 ore il giorno 30 settembre 2011.

Il link al tour virtuale su Street Wiev per i 150 anni dell'Unità d'Italia
Il link per la partecipazione ad Un Doodle per Google: "L'Italia tra 150 anni"
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martedì 19 aprile 2011

Giovanni Keplero Aveva Un Gatto Nero: Matematica E Fisica In Versi Di Popinga

Giovanni Keplero aveva un gatto nero, è un libro di matematica e fisica in versi di Marco Fulvio Barozzi in arte Popinga, edito per i tipi di Scienza Express.
Come recita la quarta di copertina, la raccolta di versi è la dimostrazione che si può sorridere anche con la scienza. Il ruolo del lettore oltre che godere dei versi, è anche divertirsi a riconoscere il rigore richiesto dall'argomento.
E' un libro inusuale e perciò stesso un modo diverso di accostarsi alla scienze e alla poesia. In un formato quasi tascabile, è l'ideale compagno per una conversazione colta destinata a sottili e ironiche rilessioni sulla fisica e la matematica.   
Mi piace dire che alcuni tentativi di poesia matematica ludica per i bambini nascono proprio dalla lettura dei versi letti nel blog di Popinga. 
A proposito dell'autore egli si racconta così:

...insegna davanti a una platea disattenta quando non intimamente ostile e si consola con la letteratura: saggi, racconti e poesie. Con i suoi limerick ha vinto nel 2009 il primo Concorso Nazionale di poesia scientifica, organizzato dall'UAAR di Venezia in occasione del Darwin Day.

E la poesia è comunque un buon modo per imparare, per alleggerire, per fissare i concetti anche a scuola. Provare per credere.
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lunedì 18 aprile 2011

Ghirlanda Primaverile Di Rafia Naturale

Vorrei raccontarvi questa ghirlanda che sta a metà strada tra la primavera e l'estate, di farfalle fra i fiocchi, di frutti acerbi e di colori tenui con richiami al calore del sole. E della base fatta di rafia naturale intrecciata, che una volta fatta rimane per sempre. Quando smette di piacere si può rifare e portare a nuova vitalità, ingentilita per nuove stagioni.
Perchè ad una ghirlanda in rafia occorre dare un anima di ferro. L'umido affloscia la rafia, che essendo naturale non è immune ai capricci del tempo: caldo, freddo, secco e umido.
Però ecco ha dalla sua che è un materiale vitale, costa poco, si presenta bene e cosa non trascurabile una volta intrecciata a ghirlanda si presta benissimo ad accogliere nastri, è appiglio accogliente per i ninnoli e le decorazioni.

Questa ghirlanda aveva ben figurato a Natale, poi com'è naturale il tempo invecchia gli oggetti esposti alle intemperie. Pochi nastri riciclati, altri comprati ex-novo, alcune farfalle, frutti finti riciclati da composizioni floreali ed il gioco è fatto.
Il trucco? L'accostamento cromatico, poche note di colore giocate su tenui variazioni e la delicatezza dei nastri in organza.

Occorrente
- Treccia in rafia naturale,
- fil di ferro,
- pinze o tronchesi,
- nastri colorati di organza,
- farfalle o altri oggetti da decorazione,
- frutti o fiori.

Realizzazione
La raffia che comprate è avvolta, pertanto dovete semplicemente disfare l'avvolgimento, lasciare la legatura in cima, dividere in tre e  intrecciare. Quando i fili diminuiscono e la lunghezza varia estremamente, tagliare l'eccesso e unire la ghirlanda fissando le due cime con il fil di ferro. Volendo prima d'intrecciare si può mettere il fil di ferro. Nella ghirlanda della foto il fil di ferro è stato aggiunto in un secondo momento, perchè con il tempo la rafia naturale tende a cedere.
Una volta ottenuta la ghirlanda si può decorare a piacere, il tema proposto sta a metà fra la primavera e l'estate, senza forzosi accostamenti di colore ho cercato di combinare in modo armonico, provando e riprovando i materiali che avevo a disposizione. Anche nel riciclo, per ottenere oggetti eleganti occorre fare una selezione accurata in base ad un'idea iniziale, una sorta di progetto. 
In questa ghirlanda l'idea principale è stata la combinazione dei colori. Ho scartato molti nastri, fiori e altri oggetti decorativi, per via dei colori non adatti. Ho infine fatto diverse prove prima dell'accostamento finale.
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domenica 17 aprile 2011

Candele A Forma Di Uovo

Io credo che creare in casa abbia il significato di riutilizzare e far rivivere i materiali di cui disponiamo. Non mi sono mai piaciuti i kit pronti. Le realizzazioni che mi hanno pienamente soddisfatto, tale da farmi dire "ecco mi piace", sono quelle dove sono riuscita ad abbinare materiali usati, vecchie parti di altri oggetti, pezzi di stoffa avanzati, nastri di bomboniere, decorazioni da confezione, packaging...
Avevo già sperimentato la realizzazione di candele di cera qui, ma la forma non era quella voluta, e considerato che sono da realizzarsi con i bambini, ho pensato che potevano comunque andare.

Candele casalinghe perfettamente a uovo.
La tecnica che propongo oggi permette di realizzare candele dalla perfetta forma a uovo. Come sempre la creatività casalinga richiede pazienza, spirito d'adattamento e la messa in conto che il progetto potrebbe non riuscire. Se vi cimentate in questa attività tenete conto dei suggerimenti di questo post e se ne avete di vostri lasciateli nei commenti che fate cosa molto gradita a me e ai lettori.

Cosa occorre
- Gusci d'uovo.
- Cera per candele, barrette di cera o candele da fondere.
- Colorante se avete la cera bianca, vanno bene anche i colori a cera anche se sono impuri.
- Un pentolino.
- Un cucchiaio.
- Spago da cucina per lo stoppino.
- Nastro adesivo.
- Carta alluminio.
- Carta da cucina.
- Olio di semi.

Realizzazione
Vuotate le uova facendo un buco largo da una parte e un buco poco più grande di una capocchia di spillo dall'altra, utilizzate un coltello molto appuntito. Soffiate, recuperate il contenuto, lavate i gusci e fate asciugare perfettamente.
Fate fondere a bagnomaria la cera, prendete gli stoppini (spago da cucina), immergeteli nella cera e depositateli nella carta alluminio ad asciugare. Oliate l'interno delle uova (evitate di sporcare l'esterno del guscio. Infilate lo stoppino passando dalla parte larga e fatelo uscire dal buchino, deve passare giusto (altrimenti la cera sfuggirà via) sigillate con abbondante nastro adesivo per non far passare l'aria.
Capovolgete su un supporto il guscio d'uovo e versate la cera fusa dal buco largo fino a colmare l'uovo, mentre versate cercate di tenere lo stoppino al centro. Fate rapprendere per diverse ore. Sgusciate l'uovo ed ecco una candela perfettamente a uovo.
La mia decorazione è fatta di fili d'erba, fiori di fragola e un nastrino in tinta il tutto deposto su un piattino da caffè, ma si possono anche sistemare nei portauovo ad esempio o come suggerisce l'estro del momento.
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venerdì 15 aprile 2011

Carnevale Della Matematica #36 dai Rudi Matematici


Cari lettori è in onda la trentaseiesima edizione del Carnevale della Matematica nel blog dei Rudi Matematici edizione italiana di Scientific American. I rudi matematici sono (per chi non li conoscesse) Rudy d'Alembert, Alice Riddle e Piotr Rezierovic Silverbrahms.
Un Carnevale ispirato al mese della consapevolezza matematica, Aprile, ricco di contributi (questo il mio) e di curiosità matematiche. E nulla meglio delle parole dei Rudi, rende l'idea della complessità e del fascino della matematica:

Al pari di quella della musica, la natura della matematica sembra ancora sfuggire alle definizioni: non sappiamo ancora dire se sia principalmente una creazione della mente umana o, più umilmente, qualcosa che esiste a prescindere da essa, e che i nostri cervelli, ancorché generare, fanno una fatica del diavolo ad esplorare, conquistare, domare pezzo per pezzo, teorema per teorema, passaggio per passaggio. Quale che sia la vostra idea in proposito, però, una cosa vale comunque: la matematica permea l’Universo. O, quantomeno, la mente umana riesce a conoscere quel che conosce dell’Universo essenzialmente grazie alla matematica: perché la matematica è dappertutto.

Non resta che continuare a leggere sul loro blog questa interessante e colorata edizione del Carnevale della Matematica.
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giovedì 14 aprile 2011

L'amicizia e la scuola o la scuola e l'amicizia?

L'uscita dall'infanzia e le prime amicizie
L'uscita dall'infanzia (che non termina con la scuola infanzia) si accompagna ad una serie di situazioni emotive ben caratterizzate nei bambini della classe terza di scuola Primaria. Una di queste è la ricerca del gruppo di riferimento e delle amicizie. Il periodo del "ti voglio, non ti voglio", del "sei mia amica, non sei più mia amica" dell'uscita e del rientro continuo nei piccoli gruppi.

Maschie e femmine: modi diversi di soffrire
Parlo al femminile, perchè sono soprattutto le bambine a manifestare la sofferenza più evidente per queste situazioni. I bambini apparentemente più distaccati affrontano la questione diversamente. Si minacciano, qualche volta suppongo se le diano, ma tornano amici, non si scrivono biglietti, non drammatizzano. Hanno sicuramente il loro bel da fare nel gruppo per cercare di andare d'accordo, ma già s'intravedono piccole amicizie consolidate. Ho come l'impressione che le cose se le facciano maggiormente scivolare addosso.

L'amicizia tra bambine
Nelle bambine la questione è diversa, perchè il tema delle amicizie influenza anche gli aspetti della vita scolastica: sono distratte, a volte calano nel rendimento scolastico, nascono le prime invidie. Gli aspetti delle relazioni sociali finiscono con il diventare preponderanti a casa e a scuola.
Questo ha inevitabili ricadute sul clima di classe, dove i dispetti sono continui, le lamentele, i bigliettini di addio e i pianti disperati pure.
A nulla valgono le rassicurazioni dei genitori basate sui concetti che ci vorrà tempo per le amicizie quelle vere, che l’amicizia nei bambini è passeggera, fino al classico "ma lasciale perdere" quando non si sa più cosa rispondere. 
Rassicurazioni che senza volerlo inducono a volte uno stato di disagio maggiore, in quanto dietro a certe risposte di noi genitori vi è la paura perfino poco celata che davvero le nostre figlie non riusciranno mai a farsi delle amicizie. E non rassicurano, perchè quando un amicizia è desiderata,  e vi è la volontà e il piacere di far parte di un gruppo, l'emotività è molto più forte della ragione.

Cosa fare quando si manifestano i conflitti
Cosa fare allora a scuola, quando queste situazioni portano le prime ribellioni in classe, mettendo in  discussione perfino il lavoro e l'organizzazione della classe, quando nelle bambine si genera la famosa convinzione che "il mondo ce l'ha con me?"

Ci vuole pazienza prima di tutto, grande affetto e altrettanta fermezza.
Ai bambini (a tutti) occorre spiegare che la scuola è anche il luogo delle amicizie, ma non il luogo delle amicizie. Ricordare, come ho fatto oggi, che la funzione principale della scuola è stare insieme per imparare e solo in un secondo luogo, se ci sono le condizioni, diventare anche amici. E se queste condizioni non si creano, allo stesso modo in cui le maestre sono solo colleghe, non si frequentano dopo la scuola e non fanno vita sociale insieme, si sta solo come compagni di classe, che è cosa ben diversa dall'essere amici.
Gli amici si scelgono reciprocamente, per scegliere gli amici ci vuole tempo, tempo per conoscersi e solo quando  il rapporto avrà resistito al tempo e alle persone si può dire di essere diventate amiche o amici.
Si finisce nella stessa classe solo per un caso, perchè si sceglie di frequentare la stessa scuola, perchè si sta in un elenco insieme, e questo non è il presupposto per le amicizie.
Bisogna prima stare insieme, conoscersi. Se qualcuno che che ti è diventato amico e dice di non esserlo più lo si lascia andare via, perchè l'amicizia fra i bambini e le bambine, e anche fra gli adulti, è così: va e viene come il vento dispettoso.
L’amicizia è renderci disponibili agli altri anche correndo il rischio che non venga corrisposta o che lo sia in modo sbagliato. E’ un rischio che dobbiamo correre. Ma allo stesso tempo non può distoglierci dai nostri obbiettivi: la scuola è prima di tutto scuola, serve anche ad imparare a gestire le amicizie, che non sono il motivo principale nè l'unico per cui si sta a scuola. E tutto ciò non deve farci stare male, o almeno non male da complicarci la vita a casa e a scuola, dobbiamo imparare a voler bene e saper accettare che un rapporto finisce.
Così come finisce un tramonto, il volo di una farfalla, un alba, un momento bello. Poi tornerà il tramonto, il volo di farfalla poi ancora l'alba e altri momenti belli con altre persone.

Ecco se qualcuno (anche la mia maestra) mi avesse spiegato questo, anzichè dirmi "povero tesoro" quando piangevo per le amiche, forse avrei sofferto meno. E anche se serve ad alleviare solo un momento, però è così che va la vita e prima si capisce meglio è.
I bambini mi hanno ringraziato a voce e per iscritto per aver spiegato loro queste cose, e a voi è mai successo e da  genitori e insegnanti cosa ne pensate?
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mercoledì 13 aprile 2011

Edurisk: Terremoti Che Fare?


Cari lettori ricevo e volentiri giro, sperando di fare gradita segnalazione anche in virtù dell'attualità del problema dei rischi connessi all'attività sismica del nostro pianeta: Terremoti, che fare? Una campagna educativa insegna a conoscerli e prevenire il rischio sismico.

Più di 3000 insegnanti e 150.000 studenti sono già stati coinvolti nella grande campagna di formazione realizzata da Giunti Progetti Educativi e dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) nell’ambito del progetto EDURISK finanziato dal Dipartimento della Protezione Civile Nazionale.
Questa collaborazione ha dato vita a numerosi volumi per bambini e ragazzi, dalla scuola dell’Infanzia alla scuola secondaria di secondo grado.
Inizialmente focalizzate sul tema del rischio sismico, le pubblicazioni hanno affrontato quindi il rischio vulcanico e i rischi naturali in genere, incluso il tema del cambiamento climatico.
L’attività di formazione nelle scuole italiane, consolidata a partire del 2003-2004, si è oggi affermata come un modello di riferimento.
Nel sito di Edurisk  il materiale gratuito scaricabile in versione pdf.
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martedì 12 aprile 2011

A pranzo con gli alunni come in famiglia, si può

Io credo che si possa fare ancora oggi una scuola normale, dove i rapporti coi genitori sono normali, quelli coi bambini altrettanto normali. Certamente non so se bastano le convinzioni personali a fare della scuola un luogo normale, in un paese che di normale a sentire i media ha ben poco.
Per fortuna la quotidianità ci sottrae a quell'idea tutta costruita sul negativo per restituirci istanti di serenità.
Io lo dico subito, tutto ciò che noi si fa coi bambini è negoziato, loro si conoscono sanno di avere la tendenza a esagerare, a tramutare tutto in gioco e chiacchera a volumi estremamente alti. Ma sanno che a scuola l'imparare non è compatibile con l'eccesso. Perchè essendo in tanti dobbiamo pur ascoltarci e questo può accadere solo se ci diamo delle regole che tutti siamo tenuti a osservare.

E' così che oggi per la prima volta abbiamo pranzato tutti insieme come una famiglia in agriturismo: nessun capriccio, tutti hanno mangiato educatamente e almeno assaggiato prima di rifiutare. Prima di qualsiasi spostamento avvisavano la maestra più vicina, educatamente hanno alzato la mano quando gli occorreva qualcosa. Sempre grazie e per favore. Ciascuno ha parlato, scambiandosi opinioni sul cibo e raccontando coi vicini a volume controllato, senza mai spazientirsi durante le attese che a dire il vero erano a misura di bambino.
E hanno detto: "Maestra che bello mangiare insieme a te" (qualcuno ha anche ipotizzato un viaggio da fare tutti insieme).
E credo che non ci sia più bel regalo, oltre al fatto che partecipano, che sono presenti e vitali a scuola,  di quando ti dicono che con te ci stanno bene.  Spero di far felici loro, come loro fanno felici me quando mi guardano e ci capiamo al volo, quando fra noi c'è complicità e divertimento. E quando esagerano e torno a essere la loro maestra anche severa e sanno accettare i rimproveri. Ma tra noi non c'è nulla di personale rispetto ai rimproveri. Il bello è che quando una decisione non la condividono stanno imparando a dirlo (sempre coi dovuti modi) e allora se ne discute più a fondo e se si può fare un accordo lo si fa. I bambini non vogliono essere trattati da bambini, ma da "pari", dei pari un po' speciali, che crescono ogni giorno di più.
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La chimica del gusto: come sentiamo i sapori spiegato ai bambini

Non si può parlare dei cinque sensi senza fare riferimento con i bambini anche agli "imbrogli" dei sensi. Così come certe immagini ci appaiono in movimento pur se statiche, perchè il nostro cervello le interpreta in movimento, anche nel gustare i cibi non tutto funziona come sembrerebbe.

La chimica del gusto
Un po' anche per rispondere al guanto della sfida lanciato da Emanuela qui, abbiamo giocato con il senso del gusto, che tanto i cinque sensi si ripassano un po' in tutto il quinquennio di scuola Primaria per andare a scoprire ogni volta  qualcosa di nuovo e di soprendente su come i nostri organi ci permettano di conoscere il mondo.

In realtà ci siamo chiesti come funziona il senso del gusto, dove e come  si sentono i sapori nella lingua, salvo poi scoprire che senza aria non si sente un bel nulla. E tutti abbiamo avuto l'esperienza del naso chiuso per il raffreddore e del non riuscire a gustare nulla, e non certo per l'inappetenza.

Esperienza
Dai piatti predisposti i bambini hanno assaggiato: zucchero, sale, succo di limone,  aceto di vino, mela e banana.
All'assaggio si è proceduto in maniera standardizzata: primo assaggio con il naso chiuso e subito dopo apertura delle narici.
Così si è scoperto che lo zucchero si sente sulla punta della lingua, il salato più in fondo. L'aceto è stato definito tra l'amaro e l'aspro e il limone  decisamente acido.
Siamo passatti all'assaggio di cibi consistenti come la mela e la banana, definendone la consistenza, (cioè quanta resistenza oppone alla masticazione) il sapore e l'aroma.
Tutti i cibi sono stati odorati.
I bambini hanno dichiarato che "Il sapore si sente bene quando l'aria è libera di circolare in bocca durante la masticazione".

Spiegazione
Con la lingua possiamo sentire solo quattro sapori: amaro, acido, dolce e salato. Attraverso il naso sentiamo invece gli aromi e i profumi dei cibi. Il naso avverte gli odori quando le molecole volatili del cibo (parti molto piccole di materia),  viene raggiunto da queste. Mentre mastichiamo infatti queste molecole molto piccole si liberano e passando sia attraverso il naso che attraverso il retro della bocca, arrivano alla mucosa nasale. Se tappiamo il naso queste molecole  che danno l'aroma, non arrivano fino alla mucosa, perchè l'aria non sta circolando e quindi non possiamo sentire il sapore. Quindi i sapori che noi diciamo sentire con la lingua sono determinati più dall'aria che passa e trasporta le molecole più piccole nel naso, che non dalla lingua stessa, dove i sapori che possiamo veramente sentire sono  quattro.

Obiettivi didattici: l'esperienza si può proporre dalla scuola Infanzia, scuola Primaria e oltre. E' un bel gioco da fare anche a casa dove sono presenti molte varietà di cibi da sperimentare. L'attività ha come obbiettivo la scoperta dei meccanismi del nostro corpo, comprendere come ogni parte abbia bisogno dell'altra per funzionare.
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lunedì 11 aprile 2011

La Descrizione Di Oggetti E Paesaggi

Già dalla classe seconda e poi ancora in terza di scuola Primaria,  si propone la descrizione di oggetti, cibi, ambienti e paesaggi. Facendo anche riferimento alle scienze e quindi creando un nesso di trasversalità disciplinare si può operare la descrizione utilizzando i canali sensoriali o cinque sensi come i bambini sono stati abituati a definirli.
Ma cosa sono i dati sensoriali?
Essi derivano, come dice la parola stessa, dalle cose che percepiamo attraverso i cinque sensi.
I cinque sensi sono la porta verso l'esterno, verso ciò che circonda ed è a partire da essi che possiamo raccontare ciò che osserviamo, sentiamo, gustiamo, odoriamo e tocchiamo. Ed è attraverso di essi che si fa esperienza del mondo e in virtù di essi possiamo raccontare.

Descrivere oggetti attraverso i sensi.
Ai bambini spieghiamo allora che:
La vista
Attraverso gli occhi che sono l’organo della vista percepiamo il colore, la forma, la dimensione, la posizione, il materiale, il movimento degli oggetti.
L’udito
Per mezzo delle orecchie arrivano al nostro cervello i dati uditivi: le voci, i rumori, i suoni, i versi e il silenzio.
L’olfatto
Dal naso dove ha sede il senso dell’odorato arrivano al nostro cervello i profumi, gli odori, le fragranze, le puzze e gli aromi.
Il tatto
Attraverso la pelle passano le sensazioni tattili cioè la temperatura, la forma, il peso e le superfici (liscio, ruvido, asciutto, bagnato).
Il gusto
La lingua è l’organo che ci permette di sentire i sapori e la consistenza dei cibi (durezza, morbidezza ecc.). Il gusto dolce si sente nella punta della lingua e il salato si sente più in fondo.


Descrivere immagini e paesaggi
Per la descrizione degli ambienti dobbiamo fare riferimento non solo agli indicatori spaziali (destra/sinistra, sopra/sotto, alto/basso) ma soprattutto ai piani spaziali, che sono usati in riferimento alla nostra posizione: descriviamo ciò che ci sta davanti, un paesaggio, un quadro, una foto. E nella descrizione ci accostiamo al linguaggio fotografico già familiare ai bambini: primissimo piano, primo piano, secondo piano e sfondo.

Attività Didattica La descrizione di oggetti e ambienti completa di esercizi e attività.
(Immagine per gentile concessione di http://www.midisegni.it/)
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venerdì 8 aprile 2011

Cromatografia Del Pigmento Di Una Foglia

Nel programma della classe terza di scuola Primaria è prevista la trattazione di alcuni aspetti che riguardano il mondo vegetale e animale.
In particolare del mondo vegetale s'impara la funzione e la vita delle piante, compresa la sintesi clorofilliana.
Senza voler entrare nel merito dei meccanismi complessi che regolano la formazione e la composizione della clorofilla, è possibile spiegare ai bambini che nella clorofilla sono presenti pigmenti di colore diverso.
Ai bambini, compresi quelli della scuola Infanzia,  si può proporre l'esperimento che segue, una versione semplificata della cromatografia su carta, tale da fornire un idea chiara dei pigmenti contenuti nella clorofilla. Ovviamente la procedura sperimentale si può realizzare anche a casa per chi volesse divertirsi a conoscere la scomposizione dei pigmenti delle foglie, e anche per avere un'idea di cosa è una cromatografia su carta.
Per chiarezza occorre dire che l'esperimento ha la sua maggior riuscita con l'utilizzo di carta da filtro e ancora meglio con carta per cromatografia, entrambi i materiali si possono facilmente reperire nei negozi di prodotti chimici. La carta da cucina, provata con questa procedura non ha evidenziato esito positivo.

Occorrente:
- foglie verdi: bietole, spinaci, prezzemolo,
- foglie rosse: radicchio rosso,
- due cucchiai di alcol etilico (quello che si usa per fare i liquori),
- pestello e mortaio,
- qualche millimetro di acetone per unghie,
- carta da filtro o carta per cromatografia,
- bicchiere di vetro o plastica trasparente,
- un contagocce o una siringa senz'ago.

Seguite queste istruzioni passo passo:
1) Spezzettare le foglie verdi e rosse nel mortaio, aggiungere i due cucchiai di alcool etilico e sminuzzare con il pestello, il liquido diverrà di un intensa colorazione verde.
2) Lasciare a riposo per qualche minuto, filtrare il succo e prelevarne un po' con il contagocce o la siringa priva di ago.
3) Ritagliare una striscia di tre cm di larghezza di carta da filtro o carta per cromatografia. Depositare a due cm dalla base una riga di liquido, lasciate asciugare qualche minuto.
4) Versare qualche millimetro di acetone nel bicchiere e sistemarvi la striscia di carta imbevuta. Aspettare che l'acetone per capillarità risalga fino a raggiungere la striscia con il pigmento.
Registrazione dei dati
Cosa accade quando l'acetone attraversa il pigmento?
Che colori osservi?
Quando l'acetone avrà superato le strisce colorate che nel frattempo si saranno formate si può levare la striscia dal bicchiere. Fare asciugare e proseguire con le osservazioni dei pigmenti.
Spiegazioni:
La clorofilla è formata da clorofilla A, clorofilla B e caroteni. L'acetone risalendo per capillarità la striscia di carta incontra la macchia di colore e la scioglie, trasportando le molecole dei pigmenti a seconda del loro peso: la clorofilla B, pigmento scuro si ferma prima, la clorofilla A per seconda e in alto si forma la striscia di colore giallo costituita dai carotenoidi.

Nella mia cromatografia si sono evidenziati i pigmenti di colore verde e quelli gialli che hanno migrato più in alto.
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giovedì 7 aprile 2011

Decoupage Sui Gusci D'Uovo

Abbiamo parlato già della versatilità del guscio d'uovo, con il quale realizzare infinite decorazioni, rivolte ad adulti e bambini qui e qui. Questa volta la mia proposta è un decoupage con i gusci, oltre a pochi semplici materiali, si realizzano con un po' di pazienza e pochissima spesa.

Dovendo scegliere se decorare le uova vere e le uova di plastica o polistirolo, io propendo per la prima ipotesi.  In tutte le famiglie le uova si consumano settimanalmente e vuotandole con un po' di tempo e calma, si possono mettere da parte i gusci per abbellire il tavolo e dare un tocco primaverile. E se avete bambini per casa non c'è nulla di più bello che usare materiali naturali e soprattutto realizzare i propri manufatti con ciò che si ha a disposizione a casa. Meglio se si riutilizza ecco.

Occorrente:
- gusci d'uovo vuotati del contenuto e ben lavati,
- colla vinilica,
- coloranti per alimenti in polvere,
- tovagliolini per decoupage,
- vernice trasparente ad acqua o flatting.

Ora seguite queste istruzioni passo passo:

- Vuotare le uova, con un coltello appuntito fare due buchini (assicurarsi di rompere anche la pellicina bianca altrimenti soffiate senza riuscire a far uscire il contenuto), soffiare forte e far uscire l'uovo che sarà così utilizzabile in cucina.
- Lavate i gusci sotto acqua corrente e soffiate via l'acqua dall'interno. Ripetete l'operazione un paio di volte e mettete ad asciugare i gusci.
- In un piattino versate la colla vinilica, se è troppo densa diluitela appena con qualche goccia d'acqua, aggiungete il colorante alimentare (io ho usato il giallo) e mescolate benissimo. Mettete l'uovo su un piattino, in alternativa infilatelo in uno spiedino di legno e verniciatelo. Fate asciugare benissimo.  
- Preparate i decori, strappando il velo decorato del tovagliolino e isolando i motivi.
- Preparate altra colla vinilica miscelata con poche gocce d'acqua.
- Quando l'uovo è asciutto, posarvi sopra i motivi e spennellare sopra la colla delicatamente e fissando il disegno.
- Fare asciugare di nuovo senza toccare.
- Quando è asciutto lucidare con una vernice brillante ad acqua o con flatting.

Ed ecco qualche immagine durante e alla fine del lavoro


Meraviglia da tenere in mano.
Ci proverete?

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mercoledì 6 aprile 2011

Matematica Ludica: Realizzare e spiegare ai bambini il nastro di Möbius

A quanto pare, e non lo sapevo, il mese di Aprile è il mese della cosapevolezza matematica, ne l'ho letto qui.
Considerato che non insegno matematica, ogni tanto mi diletto di fare pace me stessa giocando con bambini (che invece la amano ancora) e questa straordinaria materia.
Cioè ogni tanto penso che con la matematica occorre anche giocarci, alternare agli obiettivi canonici escursioni in ambiti matematici meno usuali: una filastrocca, un gioco, una forma strana, cose che insomma appartengono comunque alla realtà forse meno in astratto che le operazioni. Ma questo lo lascio dire a chi insegna matematica. Le mie sono curiosità scentifiche perchè con i bambini la curiosità è sempre la prima spinta verso la conoscenza. D'altronde è la curiosità che ha cambiato il mondo, anche troppo forse dati i tempi.

Il nastro di Möbius
Il nome deriva da quello del matematico  August Ferdinand Möbius, si tratta di una superficie non orientabile, costituita da un unico lato.
Con i bambini più delle spiegazioni sono utili, come sempre, le realizzazioni pratiche. Solo realizzando il nastro di Möbius è possibile comprendere il comportamento di questa superficie.

Realizzazione
Ritagliate una striscia di cartoncino morbido, meglio se con le facce di colore diverse, lungo 45/50 cm e largo 4 cm. Avvicinate i capi e ad uno di essi fate fare mezzo giro di torsione e incollate:
1) Ora fatelo manipolare ai bambini, fate prendere una matita e con calma partendo dal punto di unione fate disegnare una linea al centro. Osservate e fate osservare che succede. Al termine, quando tornerete al punto di partenza vi accorgerete di aver disegnato su ogni lato.

2) Prende un taglierino e incidete al centro il nastro, ora con le forbici tagliate a metà, proseguite fino alla punto del taglio iniziale. Non si ottengono due cerchi, bensì un nastro intero con doppia torsione. Provare per credere.
3) Infine il terzo e più soprendente esercizio. Incidete ad un terzo della larghezza del nastro, anzichè a metà e proseguite ritagliando fino a ricongiungervi con il taglio iniziale. Sorpresissima ora otterrete un nastro di Möbius allacciato ad un nastro con doppia torsione:

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martedì 5 aprile 2011

ElettriCittà: energia pulita per un futuro sostenibile

ElettriCittà: energia pulita per un futuro sostenibile, il nuovo libro di Enrico Maraffino la mente dei Maghimatici Laboratori Scientifici, e disegnato da Fabio Magnasciutti, illustratore e musicista.
Il libro per i tipi della Edizioni Lapis fa parte della  collana: Ah, saperlo! Energia e ambiente.
Adatto per i bambini a partire dai dieci anni, pertanto tra la quarta e la quinta elementare, viene descritto dall'autore come:

Un’interessante passeggiata tra i quartieri di un mondo immaginario ma possibile, per capire cos’è, come si trasforma e da dove viene l’energia, l’importanza delle fonti rinnovabili e il ruolo della ricerca scientifica, ma anche le problematiche del “nostro mondo” legate all’ambiente e alla distribuzione equa del consumo di risorse fra i vari Paesi.

Lampadine, frigoriferi, termosifoni e fornelli, le cellule del nostro corpo e il cellulare, il computer, le automobili… per funzionare, tutte queste cose hanno bisogno di ENERGIA!

Peccato che per ottenerla stiamo rischiando di rendere il nostro pianeta inospitale, per noi stessi prima di tutto. Forse dovremmo prendere spunto dagli abitanti di ElettriCittà: una metropoli eco-sostenibile che funziona grazie a fonti rinnovabili e pulite, dove le automobili sono elettriche e ogni abitazione produce più energia di quanta ne consuma!
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