di Maestra Rosalba

giovedì 28 giugno 2012

Dialoghi sulla scuola Primaria su Genitoricrescono

Oggi su genitoricrescono una post in forma di semintervista: Dialoghi sulla scuola Primaria  tra me e Linda Mammain3D.
Silvietta, una delle autrici di genitoricrescono, ci ha proposto di confrontarci sui "temi caldi della scuola", e ho aderito raccontando la mia visione di scuola, sapendo che è la visione condivisa dai tanti lettori del blog, sperando che serva a rilanciare un'idea di scuola meno eclatante e meno mediatica. L'idea di scuola riflessiva così come si comprende nel post di Mammain3D dal quale parte la chiacchierata.

Mi piace riproporre una bella definizione di Linda “Purché ci ricordiamo che il “patto educativo” non è un concetto astratto, ma la promessa che facciamo agli occhi vivaci dei nostri bambini.” Definizione che io ho commentato così: "E’ una delle più belle frasi del post: andrebbe riscritta in moltissimi POF della scuola primaria. Lo sguardo dei bambini, e non me ne vogliano i genitori, è quello che dobbiamo avere presente in ogni azione che mettiamo in essere nella scuola, chiederci sempre se i nostri modi, le nostre imposizioni, i nostri tempi, le nostre parole siano alla loro portata."
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Non sparate sulla Costituzione

Se io fossi Ministro del lavoro della Repubblica Italiana non offenderei né gli italiani né la Costituzione. Se io fossi Ministro di qualsiasi cosa in quest'Italia così bella e così difficile sceglierei con cura le parole, le sceglierei morbide, prudenti, rispettose dei diritti e della persona. Non sparerei a caso, nel mucchio, ma descriverei con cautela. Perché se è vero che c'è chi il lavoro se lo può inventare,  c'è invece chi non può e un lavoro lo vorrebbe solo trovare e tenere tutta la vita. Certo che ci sono anche quelli che non hanno voglia di far nulla, ci sono sempre stati e poco importa se non ce li possiamo più permettere, se è per quello per ora non possiamo neppure più permetterci  il lusso di un governo democraticamente eletto per manifesta incapacità. 
Se fossi Ministro e anche professore avrei cura degli italiani come si dovrebbe aver cura degli studenti e dovendo dare una cattiva notizia non infierirei sulla persona, mi riferirei ai fatti, dolorosi, ma sempre fatti. E forse perderei del tempo a imparare a comunicare perchè prima di tutto avrei a cuore il rispetto per il passato e per il futuro di una nazione. Guardei con affetto e non con indulgenza ma neppure con disprezzo anche ai difetti della gente e cercherei di comunicare con gentilezza, senza paternalismi inutili, mettendo in primo piano i fatti e le cose necessarie da fare. Avrei lasciato da parte le lacrime alla Raffaella Carrà, come ora non userei le parole come proiettili. Starei zitta il più possibile.
Un bravo ministro e soprattutto donna, perchè come diceva lo psicologo ieri, durante il corso di formazione a delle colleghe che non sono mai state zitte un secondo, "le donne sono molto più intelligenti degli uomini ma proprio perciò debbono portare molto più rispetto per il prossimo", non spara nel mucchio e  non mira alla Costituzione della Repubblica Italiana. Essere Ministro del Lavoro è anche e soprattutto un lavoro di cura, di cura delle persone e delle Istituzioni: una donna dovrebbe dare a quel compito quel valore aggiunto.
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martedì 26 giugno 2012

Consegna schede nelle classi quarta e quinta: intenzionalità e futuro.

Questi ultimi giorni di giugno sono quelli in cui, nella scuola Primaria, si consegnano i documenti di valutazione  alle famiglie. Il rituale, chiaramente obbligo di legge, che chiude fino al giorno di settembre in cui ricomincia la scuola, i rapporti con la famiglia. 
Finché gli alunni sono stati nelle prime tre classi, considerata la ciclicità degli apprendimenti proposti e considerato, fatti salvi i casi  di alunni con difficoltà oggettive, che il lavoro è stato principalmente metodologico, potevamo ancora guardare con tolleranza e pazienza agli  atteggiamenti infantili, confidare in una maturazione durante la classe quarta. 
Il rispetto dei tempi di tutti è prioritario, è uno dei collanti dei primi tre anni.
Alla fine della classe quarta e ancora di più al termine della quinta è bene sottolineare e riferire ad alunni e famiglia, senza troppo timore, punti di forza e punti di debolezza. 
La classe quarta è la linea di demarcazione tra il bambino e il quasi ragazzino. In un anno i rivolgimenti sono parecchi: nell'arco di nove mesi di scuola si comincia parlando a bambini e si finisce rivolgendosi a ragazzini. Sono gli stessi ovviamente, sono sempre i nostri alunni. 
Molto più coraggiosi nel provare a ribadire il loro punto di vista, nel rispondere anche in malo modo; ma anche più fragili nel non riuscire a controllare ancora del tutto né il corpo né le emozioni. E' il periodo in cui si presenta il bullismo, ancora in fasce ma sempre bullismo è. In cui oltre alla negoziazione delle regole e alla condivisione comincia a farsi necessario "contenere" i comportamenti e imporsi in qualche caso con tutta la nostra autorità e autorevolezza. Di fronte all'obbligo di garantire sicurezza e incolumità di tutti la parola autorità non deve spaventare. Si tratta di un passo obbligato che deve essere necessariamente seguito dalle spiegazioni e dalla messa in atto di soluzioni pratiche: spostamenti di banco,  focus di discussione, carichi di lavoro diversificati e personalizzati, lavori di gruppo che offrano occasione di riflessione su se stessi e sugli altri.

Se di tutto ciò si è fatto adeguatamente memoria durante l'anno, fissando in punti chiave lo stato dell'arte per ciascun alunno, il momento di consegna schede, staccato com'è dalla stanchezza degli ultimi giorni, è l'occasione buona per rendere partecipe la famiglia non solo con il resoconto dei voti e del giudizio finale che restituiscono  la fotografia di un anno, ma rimarcando a voce o meglio ancora con un promemoria che quarta e quinta sono gli anni della responsabilità. Non significa certo infierire sugli alunni ma piuttosto cominciare a delineare la strada della presa di coscienza, focalizzare sul fatto che entrambi sappiamo, noi adulti e loro ormai non più preminentemente bambini, che il raggiungimento di un obiettivo non è solo nelle mani dell'adulto, ma che le percentuali stanno cambiando e che devono fortificare le spalle e imparare a portarne il peso. Certamente non da soli ma il nostro supporto diventa sempre più ideale abbandonando le redini di quel guidare passo passo che lascia spazio all'autonomia operativa, di scelta e di intenzionalità rispetto al proprio futuro
In altre parole ciò che vorremo fare da grandi comincia a correlarsi e a commisurarsi al nostro impegno.
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venerdì 22 giugno 2012

Innocenti riprese

Di recente ne avevo letto qui, ma non c'è tempo di ragionare su tutto e avevo lasciato correre. Poi stamani nel segnalarmi questo video, un invito  accompagnato da un breve commento: "E' una bambina fa molta tenerezza".
E in effetti è ciò che mi ha ispirato guardandola, vedendola raccontare dell'acquisto di alcuni prodotti cosmetici, con quel visetto di bimba così simile alle mie alunne, che in questi giorni frequentano l'oratorio al mattino, escono a far spese con la mamma, vanno a pallavolo, al mare, alla ludoteca comunale.
La bimba del video racconta, illustra, spalma, spiega con la terminologia del settore. In canottierina, il suo corpo esile, la pelle chiarissima, il viso di bambina con un velo di occhiaie. Non lo so non voglio drammatizzare, mi riempie un senso di solitudine. In sottofondo ad un certo punto si sente un bambino piccolo piagnucolare, le cadono gli oggetti, è maldestra come sanno esserlo i bambini. Continua imperturbabile a favore di telecamera e parla, ma quasi come se parlasse a se stessa. 
Dice di essersi data già il primer (che in inglese ironia della sorte vuol dire anche sussidiario, ma io non so neppure cosa sia, poi scopro che è il fondotinta) poi procede a fissare nelle palpebre un improbabile ombretto turchese. Il video finisce con il suo viso di bambina colorato e a me viene da pensare a una triste mascherata, ad un gioco in solitudine davanti al pc. Chi da bambina non ha frugato fra le cose della mamma impiastricciandosi il viso, provando l'ebbrezza di fare le cose degli adulti.

Quindi penso alla mamma se è lì nei dintorni, se ascolta, se sa che quel video finisce su youtube, se anzi l'aiuta a caricarlo, se per questi infantili tutorial le dà dei suggerimenti. Mi chiedo dove ha imparato tante cose, vabbè la risposta stavolta la so: su youtube è pieno di tutorial, ci sono canali dedicati anche su Real Time, solo che non lo fanno le bambine, ma ragazze più adulte. Mi domando quanto tempo ci passa lì davanti a imparare e se le piacciono allo stesso modo le materie di scuola, magari è pure brava, perchè mica è detto che non lo sia.

Continuo a pensare e cerco di ricordare avvinghiandomi ai ricordi, vado ai dieci anni di mia figlia, me la ricordo impegnata nella difficile costruzione di una tana in giardino, me la ricordo infilare le mani negli impasti di cucina, nella cassetta del cucito, a leggere Harry Potter o le centinaia di libri nella sua libreria. Me la ricordo fare i capricci, mi ricordo la mia voglia di menare le mani. Mi ricordo anche che le regalarono dei trucchi, quelli per le bimbette, finiti nella spazzatura qualche giorno dopo.
Mi domando dove ho sbagliato eppure Internet qui c'era già. Perché tutto quello spreco di tempo a giocare, quando nella vita si può arrivare subito al dunque?

Torniamo seri, ora. Sono sicura che è una deformazione mia, i tempi stanno cambiando, i bambini sono sempre più precoci, più intelligenti di come eravamo noi, sempre più adultomorfi, perché imparano imitando gli adulti e non i compagni come facevamo noi.  Quindi per forza sono più intelligenti.

Ne deduco che io sono fuori dal mondo, all'antica e se ti vedo truccarti e riprenderti con la videocamera, figlia mia, ecco per una volta, io che mi relaziono con i bambini con il manuale di pedagogia in mano, per stavolta e solo per stavolta ti allontano dal computer e ti do una sberla. Poi con calma ti spiego perché non si fa di metterti lì con il tuo esile e immaturo corpicino e fare finta di truccarti come una prostituta.
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Tempo Pieno Vs Tempo Modulare

Nella scuola non mancano i miti e come ogni istituzione con una storia consolidata ha al suo attivo qualche piccola leggenda.
"I bambini che frequentano il Tempo Pieno sono molto più responsabili", (paragone riferito ai bambini del Tempo normale). Così esordisce una mamma al termine di un discorso in cui tesse le lodi del tempo pieno. Ed è giusto, tra l'altro fa molto bene alla scuola che se parli anche bene: vive una realtà di scuola che le piace, che la soddisfa sotto il profilo dei contenuti, delle attività e della quantità.
Quello che non torna è la valutazione qualitativa rispetto all'altra scuola che funziona a trenta ore. Ho risposto leggermente piccata: "No trascorrono solo più tempo a scuola, la responsabilità è uguale sia che si facciano trenta ore di scuola, sia che se ne frequentino quaranta". La discussione è finita così non so se il mio tono non ha ammesso repliche o se lei si è accorta di aver fatto un ardito accostamento o se voleva semplicemente dire altro e si è espressa male.
Il fatto è, come ho già scritto, che è ora di sfatarlo qualche mito, compreso quello che vi siano sostanziali differenze qualitative fra la scuola a quaranta ore e la scuola a trenta ore, proprio a causa di quella differenza di dieci ore. 
Intanto due conti: le quaranta ore sono distrubuite su cinque giorni, le trenta su sei giorni. Gli alunni del TP frequentano dalle otto e trenta alle sedici e trenta, quindi per otto ore giornaliere, i bambini del TM dalle otto e trenta alle tredici e trenta, per cinque ore. Di quelle dieci ore cinque servono per il servizio mensa e altre cinque per la pausa obbligatoria, che può essere usata per attività ricreative di rinforzo ma non per attività didattiche strutturate, di un'ora al giorno. Di fatto per le attività del curricolo rimangono, per entrambe le tipologie di scuola, trenta ore. 
La suddivisione delle trenta ore, quindi la scelta del numero massimo e minimo da dedicare ad ogni disciplina, è definito dal collegio dei docenti secondo standard nazionali. Il numero minimo e massimo che contiene variazioni massime di un ora, consente di poter adattare le ore attribuite ai docenti nel compilare l'orario interno. Di fatto non comporta nessuna differenza sostanziale.
E' evidente che la questione TP vs TM è solamente organizzativa. Questione si badi bene legittimamente organizzativa perchè la scuola Primaria, che è servizio pubblico alla persona e alla famiglia checché se ne dica,  come tale deve poter offrire entrambe le soluzioni organizzative all'interno di ogni singola istituzione. E' la famiglia che sceglie poi in base ai suoi orari e organizza il rientro a casa dei figli nelle ore più congeniali alle sue esigenze: non a caso il TP viene scelto dai genitori che lavorano su cinque giorni alla settimana, perché consente  di trascorrere due giorni interi insieme ai bambini. 
Anche la questione compiti a casa al TP diventa piuttosto complessa perchè pur essendo attribuiti in quantità minore non è detto che non siano necessari, considerata l'equivalenza delle ore. Di fatto il bambino che frequenta il tempo modulare dedica maggior tempo al lavoro a casa. Anche qui è questione di scelte consone ai bisogni e alla capacità e/o possibilità stessa della famiglia di dedicare tempo infrasettimanale ai bambini.

Quindi non ne farei una questione qualitativa, ma una questione di diversa distribuzione dei tempi scuola in accordo coi bisogni della famiglia: entrambi producono lo stesso identico curricolo e le stesse abilità.
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mercoledì 20 giugno 2012

Il flexagono di Sybille

Non posso che chiamarlo con il suo nome perchè il piccolo progetto di cui avevo parlato nel blog, dedicato alla forme e alla matematica, è diventato un gioco molto bello sia per le parole: pace, libertà, amicizia, fantasia, amore e fede, ma soprattutto per i bei disegni creati da Sybille, che rappresentano altrettanti giardini che ospitano le parole che ha scelto.
Nel suo blog ha messo a disposizione di tutti i sei piccoli giardini con il quale si può realizzare il flexagono, stampando fronte retro un foglio formato A4 di cartoncino leggermente spesso.
A me ha spedito una copia orginale del flexagono da lei realizzato, con il quale ho giocato come fanno i bambini quando si ritrovano in mano qualcosa di bello e fantastico: facendo ricongiungere i sei piccoli giardini.
Mi viene in mente che potrebbe essere un bel gioco per i bambini, da realizzare a casa e dare l'inizio ufficiale  alle vacanze estive: condividere la creatività di Sybile e cimentarsi a costruire il flexagono, per poi "perdere" un po' di tempo a guardarlo funzionare.
Se siete curiosi della creatività di Sybille qui e qui potete ammirare le sue opere.

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lunedì 18 giugno 2012

I test d'Italiano e Matematica della scuola Secondaria di Primo Grado: Invalsi 2012

Ecco freschi freschi di pubblicazione i test Invalsi 2012 somministrati oggi nell'Esame di Stato della scuola Secondaria di Primo Grado o scuola Media come si definiva qualche tempo fa. Ho salvato i file e li ho ricollocati in un mio spazio perchè il sito Invalsi è di difficile accesso causa il gran numero di download. 

Prova d'Italiano 
Prova di Matematica

In caso di difficoltà a aprire il file provate a cambiare il browser.
Su Scuola. net è possibile accedere in diretta alla correzione dei test, ma il sito non è per ora accessibile.
Curiosità del test di oggi: sotto lo screenshot del quiz di Matematica con l'immagine di un gatto. Anche l'Invalsi si è fatto contagiare dalla passione del web per i gattini e qualche informazione su Pittulongu la ridente frazione di Olbia di cui si parla  nel test E22 di Matematica.

Aggiornamento: In post di Catepol il delirio e la cronaca su twitter al termine delle prove Invalsi.
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domenica 17 giugno 2012

Meno compresenze più bocciature, ma sarà poi vero?

Della cara vecchia compresenza defunta ormai da due anni, parliamo ogni tanto con una collega. Lei mi racconta che di scuole ne ha girate tante in oltre venticinque anni di servizio e ne ha visto di ogni. Io invece, che alla Primaria sono giovane, professionalmente parlando, so di sicuro come l'abbiamo impostata io e lei la compresenza nei due anni che ci è capitato di farla, due ore il primo anno, poi una poi, più nulla. In quelle sparute ore l'insegnante frontale portava avanti l'attività e l'altra faceva da supporto dando una mano ai bambini, in particolare a quelli più in difficoltà. 
Altri insegnanti, soprattutto quelli che, in contrapposizione alla "vecchia scuola", provenivano dalle esperienze e dalle battaglie  per la L. 517 organizzavano la compresenza in lavoro a gruppi  per capacità e/o per necessità, rimarcando sul rinforzo o sul recupero.
Altri ancora, e qui mi perdonerete se dico cose che a molti non piaceranno, la compresenza la usavano per correggere i compiti e occuparsi di altro. Uno sparuto numero si dirà. Non lo so, non li abbiamo contati, nessuno li ha mai contati. Però li abbiamo visti, anzi a dire il vero li abbiamo visti facendo finta di non vederli. Io, ad esempio, durante il mio primo anno nella scuola Primaria, la collega li ha visti nei venticinque passati in giro per le scuole.
Nei trent'anni circa di esistenza della compresenza c'era di tutto: dall'impegno più puntuale fino al vero e proprio spreco. 
Questo per ricordare brevemente cos'è stata la compresenza, riportata all'attualità  dalle  dichiarazioni di Francesca Pennisi su Repubblica a proposito delle bocciature alla scuola Primaria di questi giorni, che attribuisce alla fine della compresenza la causa del mancato apprendimento di quei bambini (sarà poi vero che non hanno appreso nulla?) dei meccanismi di letto-scrittura che, sempre secondo la Pennisi, si raggiungevano miracolosamente (?) entro Natale. Come se poi fosse vero, primo che si tratti di un miracolo e quindi la compresenza non c'entrerebbe nulla e poi che raggiungere quegli apprendimenti entro Natale metta un bambino al riparo dalle difficoltà.
Ora mi domando da quanto tempo la responsabile scuola del PD non mette piede in un'aula, perchè se solo facesse un doveroso giretto scoprirebbe che il collegamento che ha prodotto nel voler indicare le cause di quelle bocciature è arbitrario.
I bambini imparano nella generalità dei casi entro Natale a decodificare le parole e a scriverne qualcuna in modo autonomo: si tratta di un fatto meccanico. I veri problemi arrivano con i primi lavori sulla comprensione del testo, con la logica e lo studio ancora dopo, che inziano da gennaio in poi e proseguono in seconda e in terza, allora sì  le vere difficoltà bussano con forza. 
E' facile cavalcare l'onda dell'indignazione e trovare l'inevitabile colpevole, dire che la causa delle bocciature è la fine delle compresenze. Più intellettualmente costoso fare un ragionamento compiuto sulle scelte pedagogiche del team docente. Per capire  che la bocciatura è semmai un fallimento dal punto di vista pedagogico perchè stiamo parlando di bambini che imparano nell'arco del quinquennio e sul quale non si può per definizione mettere una parola, che sia una, che indichi che la situazione è tale da dover rifare un anno per intero.
Per intero a rifare le stesse cose. Ripetere contenuti che alla Primaria si ripropongono con andamento ciclico tale da non rivelarsi impossibile che quell'alunno raggiunga gli obiettivi (che potrebbero anche essere minimi e non ci vedrei nulla di sbagliato, perché siamo tutti diversi) se non in terza, perché no in quarta e quinta?
Ma che questo non venga compreso dai politici non stupisce. Perché ai politici come dimostra quanto riportato sopra, una visione reale della scuola non la possiedono e forse neppure gli interessa. Stupisce e, sinceramente induce vergogna, che a non comprenderlo siano i colleghi che barattano la bocciatura con il presunto  merito. E da quando con i bambini piccoli il merito la fa da padrone nelle classi?
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venerdì 15 giugno 2012

Cose che non tornano nella Bozza del 30 maggio 2012 delle Indicazioni Nazionali


La scuola pubblica italiana svolge due funzioni insostituibili che le sono assegnate dalla Costituzione: assicura a tutti i cittadini un’istruzione scolastica obbligatoria di almeno otto anni, successivamente elevati a dieci; realizza, insieme alle altre istituzioni, la formazione della persona e la mobilità sociale, promuovendo e sostenendo i “capaci e meritevoli” per garantire pari opportunità a tutti i cittadini.

Così si legge nel paragrafo  Principi e finalità , subito sotto al capitolo Profilo dello studente al termine del primo ciclo d'istruzione, nella Bozza del 30 Maggio 2012 Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione.
 Non so se è un problema mio di comprensione del testo, però vi trovo un deciso squilibrio intenzionale: un'istruzione scolastica obbligatoria, la formazione della persona e la mobilità sociale (forse intendevano dire alla mobilità, perchè realizzare la mobilità sociale da parte della scuola la vedo in salita), poi si parla di promozione e sostegno per i "capaci e i meritevoli".
E gli altri?

Ma non sarebbe meglio, visto che la Costituzione è citata a più riprese, scrivere che la scuola è il luogo dell'accoglienza con l'obiettivo della formazione della persona, che sostiene i percorsi individuali di crescita culturale, personale e di gruppo.

La parola promozione ecco la lascerei fuori, riferita com'è a capaci e meritevoli, perchè messa così significa che gli altri sono bocciati, e se anche abbiamo consapevolezza di ciò, come in effetti è anche giusto, io però lo riserverei al curricolo delle scuole. In un documento aperto, come di fatto si dichiarano le Indicazioni, il sostegno non può che rivolgersi a qualunque studente, perchè il sostegno, inteso come supporto e aiuto, è indipendente dai meriti e dalle capacità.

Avete letto la bozza, cosa ne pensate?

Man mano che le leggo segnalerò altri dubbi e perplessità, ma anche i punti che mi appaiono più rilevanti e degni di nota. Anche se restano solo cinque giorni per segnalare al ministero tramite questionario le proposte di modifica. Anche i tempi ristretti sono un modo poco democratico di fare le consultazioni.

Materiali utili: qui il pdf della Bozza (contiene l'introduzione che invece non è presente nella copia inviata alle scuole) e qui la bozza in formato Mobi per il Kindle.

Qui la pagina di Indire per la consultazione delle scuola, vorrei aggiungere che anche le risposte chiuse sono un modo poco democratico di consultare la base.
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giovedì 14 giugno 2012

Carnevale della Matematica #50

Benvenuti al Carnevale della Matematica numero cinquanta che coincide con il mese di giugno, il mese della fine della scuola, anche se non per tutti. Ne sanno qualcosa quelli che un tempo si chiamavano i maturandi e che ne avranno sino a luglio inoltrato.
Un Carnevale, questo del cinquantesimo, un po' atipico anche per via del tema e infatti è un "Carnevale non a tema". E per giocare con le parole è un tema anche non avere un tema.
A differenza dei precedenti questo è un carnevale animato: animato dai disegni della mia classe quarta di scuola Primaria, che volentieri hanno prestato la loro creatività per raccontare come vedono i numeri: animali, personificazioni, cartoon... quale preferite?

Ma vediamolo da vicino questo numero cinquanta, infatti sbirciando su Wikipedia scopriamo che (manco a dirlo) è il numero che viene dopo di quarantanove e prima del cinquantuno. E' un numero di Harshad cioè in una data base è un numero intero positivo divisibile per la somma delle proprie cifre. E' un numero nontotiente e un numero noncototiente.
E' la somma dei primi quattro numeri triangolari, cioè rappresentabili graficamente in forma di triangolo: 1, 3, 6 e 10, e dei primi quattro numeri quadrati 1, 4, 9 e 16 (in matematica il numero quadrato è un numero che può essere espresso come il quadrato di un altro numero intero), pertanto: 1 + 3 + 6 +10 + 1 + 4 + 9 + 16 = 50.
Il numero cinquanta in chimica è il numero atomico dello Stagno, è invece il quinto numero magico in fisica.
Per quel che riguarda i simboli il cinquanta è rappresentanto nella smorfia dal pane. Nell'antica Roma simboleggiava la giustizia. Cinquanta sono le stelle della bandiera americana.
Prima di passare ai contributi, due secondi per pensare ai per i più piccoli,  ricordando che la prima matematica, per tutti, anche i più capaci, è nata così, giocando con le dita:
Ora conta ad uno a uno
solleva un dito per ciascuno:
Uno  da solo se ne sta,
due come gli amici che a spasso van,
tre i porcellini della fiaba di ieri,
quattro invece i moschettieri,
cinque le dita di una mano,
sei, se ne aggiungi uno pian piano,
sette  i colori dell'arcobaleno,
otto i pianeti fino a Nettuno,
nove i mesi per venire al mondo,
è quasi finito il girotondo,
infine dieci: con l'uno e lo zero
sei stato bravo davvero davvero.
Andiamo ora ai contributi in rigoroso ordine d'arrivo. Da Giuseppe Lipari di Ok, panico giungono due contribuiti, il primo propone un  Problema: numeri a caso, il secondo Tre numeri a caso chiarisce che l'operazione il precedente problema "Estrarre tre numeri reali positivi a caso in modo che la loro somma sia pari a 1. Fare in modo che le triplette di numeri siano distribuite uniformemente, ovvero ognuna delle possibili triplette deve avere la stessa densità di probabilità di essere estratta a caso" non è affatto scontata come si può pensare, per scoprire che in realtà è il confronto tra due diversi algoritmi.

Il secondo contributo arriva dal blog Il Gloglottatore che partecipa con il resoconto biografico In memoria di Antonio Favaro il più celebre "storico delle matematiche" di tutti i tempi.

Giunge da il Blogghetto di Dioniso Esperimenti (armonici) con spettri artificiali - prima parte, Esperimenti armonici con spettri artificiali - seconda parte ed Esperimenti armonici con spettri artificiali - terza parte: un dialogo su suoni, colori, timbri, strumenti, spettri, numeri e divagazioni (anti)pitagoriche.

Da Leonardo Petrillo di Scienza e Musica arriva Augustin-Louis Cauchy: il rifinitore dell'analisi, un contibuto che analizza la figura di uno dei più grandi matematici del XIX secolo, ovvero Augustin-Louis Cauchy. Nello specifico, l'articolo descrive la sua vita (influenzata dalla conoscenza di grandi matematici e scienziati del calibro di Laplace e Lagrange), paragonabile a quella del Don Chisciotte di Cervantes, e si focalizza soprattutto sui suoi contributi relativi all'analisi matematica. Verso la fine dell'articolo, viene enunciato e dimostrato il noto teorema del calcolo differenziale di una variabile reale, che prende da lui la denominazione. 

Roberto Natalini ci segnala su Maddmaths Giovani matematici crescono Marcello Delitala: Marcello Delitala (classe '75) si laurea in Fisica e nel 2005 prende il Dottorato in Matematica per le Scienze dell' Ingegneria all'Università di Torino. E' ricercatore all'università di Torino dal 2005 e nel 2010 ha vinto il "Kepler Award for Young Scientists" della European Academy of Sciences. Intervista raccolta da Maya Briani. 
L'alfabeto della matematica B come Brachiostocrona Anno milleseicentonovantasei: "Io, Johann Bernoulli, mi rivolgo ai più grandi matematici del mondo. Non c'è niente di più stimolante di un problema difficile, la cui soluzione regali gloria e fama duratura. Per questo motivo, propongo ai matematici più brillanti del nostro tempo un problema che metterà a dura prova i loro metodi e la forza del loro intelletto...". di Corrado Mascia. 
Il fascino indiscreto delle reti Cosa sono le reti in matematica? E come le usiamo in diverse applicazioni che vanno dalla biologia all'informatica teorica e applicata, o ancora ai rapporti sociali? A queste domande cerca di rispondere questo articolo tradotto dal sito di Images des Mathématiques. Di Fernando Alcalde.
I quasi cristalli Allo scopritore dei quasi cristalli, Schetman, è stato assegnato il Premio Nobel per la chimica nel 2011. Ma cosa sono i quasi cristalli? Strutture in cui gli atomi possono disporsi secondo reticoli a mezza strada fra i materiali amorfi e i cristalli. E che hanno interessanti e inedite proprietà. Scheda di Anna Chiara Lai.
Commedia matematica #Logica diabolica In questa seconda puntata raggiungiamo Dante nell’ottava bolgia, quella dei consiglieri fraudolenti, che hanno suggerito a qualcuno come trarre in inganno qualcun altro. Tremenda è la pena del contrappasso che essi devono scontare: bruciano avvolti in lingue di fuoco, ad imperitura memoria delle menzogne e dei raggiri che hanno ordito in vita con la loro lingua, rendendosi in tal modo portavoce di Satana. Di Andrea Tosin.

Su Dueallamenouno, sempre Roberto ci suggerisce Come fare lo scritto di matematica alla Maturità Si stanno avvicinando a grandi passi gli esami di Maturità e, tra le varie prove in programma, quella di matematica è spesso considerata la più temibile. Gli autori, oltre allo stesso Roberto, docente di Matematica e Fisica nelle scuole superiori e Erasmo Modica,  amministratore del blog Matematica OrizzonteScuola, propongono alcuni suggerimenti su come affrontare la prova di Matematica per il prossimo Esame di Maturità.
Newton, il genio e la matematica: un po' di chiarezza sulla questione del "genio" matematico indiano che, secondo i giornali di tutto il mondo, avrebbe "battuto" Newton.
Niente, (anzi poca) matematica, siamo inglesi Un’indagine dell’ufficio inglese per gli standard educativi, l’OFSTED, rivela una notevole carenza del sistema educativo inglese per quanto riguarda la matematica. Abbiamo chiesto a Flavia Giannoli, esperta nei processi formativi per la didattica della matematica, di commentare questa notizia proponendoci il suo punto di vista.

Maurizio Codogno partecipa con una serie di contributi i primi tre arrivano dal Post: Variazioni sul tema di una successione Leggi e scrivi... in maniera non standard, Il paradosso di Richard Un altro paradosso del secolo scorso sull'autoreferenzialità dei numeri, che però ha avuto una svolta inaspettata e infine Wishful Thinking: Se devi risolvere un problema dato a una gara di giochi matematici, cerca di renderti la vita il più facile possibile. 
Dalle Notiziole di .mau. arrivano tre quizzini più o meno matematici, come li definisce l'autore: Se telefonando:  trovate il numero che completa la successione; Matto come un cappellaio: è più vecchia la Lepre Marzolina o il Cappellaio Matto? e Cifre in economia: cancellate cento cifre dalla lista e create il numero maggiore possibile.
Ancora due articoli di "povera matematica": All'incontrario va, avete mai visto un numero salire da 40 a 36? e Crolli derivati: sbattere in prima pagina dei numeri senza contesto non significa molto, e può peggiorare la comprensione del testo. Infine, sempre dalle Notizione una recensione Non si può dividere per zero: articoli di matematica leggera (o "da passeggio", come dice l'autore) purtroppo con parecchi errori di traduzione.

Da Matematicamente di Annarita Ruberto giungono nel seguente ordine Poligono nel piano cartesiano, simmetrie, parallelepipedo rettangolo è la risoluzione di un quesito, riguardante gli argomenti indicati nel titolo del post, mediante l'utilizzo di tre applet di GeoGebra. Poligono nel piano cartesiano e poliedro: problema svolto: anche qui si ricorre a due applet di GeoGebra per la risoluzione del problema.
A seguire Insegnare ai bambini la matematica vera con i computer Dai razzi ai mercati azionari, molte delle più appassionanti creazioni dell'umanità funzionano grazie alla matematica. Allora perché ai ragazzi non interessa? Conrad Wolfram sostiene che una parte della matematica che si insegna - il calcolo manuale - non solo è noiosa, ma è soprattutto irrilevante per la matematica stessa e il mondo reale. E presenta una sua idea radicale: insegnare ai bambini la matematica vera attraverso la programmazione dei computer.
Matematica e computer considerazioni di uno studente Racconta Annarita: Nel post precedente, Conrad Wolfram presenta una sua idea radicale: insegnare ai bambini la matematica vera attraverso la programmazione dei computer. Come docente di Matematica, in linea generale, concordo. I computer potrebbero essere uno strumento potentissimo al servizio dell'apprendimento di questa splendida disciplina, ingiustamente bistrattata, ma non si vuole o non si è in grado di vederne i potenziali vantaggi. Penso che sia rilevante ascoltare la voce dei diretti interessati e principali utenti, gli studenti, attraverso le condivisibili e lucide considerazioni di uno di loro: Marco.
Poi ancora un po' di storia della matematica attravverso alcuni suoi illustri personaggi: Gauss, Riemann, Hilbert, Poincare'- La Matematica Diventa Scienza La matematica costituisce oggi il nucleo della maggior parte delle discipline scientifiche. Claudio Bartocci introduce le affascinanti figure di Gauss, Riemann, Hilbert, Poincaré, i matematici che nell'Ottocento, il secolo delle rivoluzioni, con le loro intuizioni hanno trasformato una disciplina non ancora matura nello strumento fondamentale della ricerca contemporanea. 
I contributi di Matematicamente si concludono con curve matematiche e amore: Heart Curve - Mathematics...Loves You.  

Veniamo ora ai contributi di Roberto Zanasi del blog Gli studenti di oggi che partecipa con Di proporzionalità, logaritmi e argomenti affini dove parla del fatto che non tutto è proporzionalità: esistono anche i logaritmi, come la scala Richter ci sta insegnando da un po' di tempo a questa parte (troppo, ormai). Come non essere d'accordo con lui vista la lunga scia di movimenti della crosta che caratterizzano l'Emilia in particolare e  un po' tutto il nord Italia?
Roberto riporta anche una citazione un po' polemica da un libro di David Foster Wallace nel post Il problema dei corsi universitari di matematica.

Jean del blog Con le mele e con le pere ha partecipato per la prima volta il mese scorso al carnevale della Matematica. Il suo è blog di giochi matematici,  sul quale recentemente ha pubblicato: Il gioco del 17 un problema dedicato ad una variante del gioco del 15, La cravatta giusta un problema di calcolo delle probabilità/combinatorio sul vestiario, Ora un problema di trigonometria, un altro calcolo della probabilità Quindici noci ed infine uno di geometria dove presento anche qualche costruzione con riga e compasso (di archi a sesto acuto e pentagoni) Archi a sesto acuto

E' il turno ora dei contributi di Paolo Alessandrini di Mr. Palomar: Mr Q. #2: Chicchi di grano, monete e fotoni e Mr. Q #3: Circuiti, uova strapazzate e grovigl:
Si tratta della seconda e della terza puntata di un ciclo di post che Mr. Palomar ha voluto dedicare ad un argomento molto affascinante: la computazione quantistica.
Forse tra qualche decennio sulle nostre scrivanie ci saranno dei computer diversi da quelli di oggi, che funzioneranno grazie a fenomeni quantistici, e che grazie alle bizzarrie di questi fenomeni saranno forse in grado di affrontare in modo efficiente problemi più difficili di quelli che i calcolatori di oggi sanno risolvere.
Così come l'informazione manipolata dai computer classici si misura in bit, quella elaborata dai computer quantistici si presenta sotto forma di qubit (bit quantistici). Nei due post citati ho mostrato alcune delle curiose caratteristiche dell'informazione quantistica, in particolare la sovrapposizione quantistica e l'entanglement.

Il quarto e ultimo post della serie lo troverete sicuramente nella prossima edizione del Carnevale.

Da Popinga di Marco Fulvio Barozzi giungono due contributi: il primo dei quali Integrali doppi e volume dei solidi di rotazione a proposito del quale Pop ci spiega che gli integrali doppi hanno ispirato ai matematici spagnoli Jorge Martìn-Morales e Antonio M. Oller-Marcén un metodo per il calcolo dei solidi di rotazione più generale di quelli comunemente presentati nei libri di testo. Questo metodo evita considerazioni sulla forma del solido, fornisce un modo agevole di descrivere il volume del solido anche quando l’asse è inclinato rispetto all'orizzontale e alla verticale, introduce tecniche di doppia integrazione che possono in certe circostanze abbreviare i calcoli. 

Il secondo è un altro degli imperdibili appuntamenti con la poesia di Popinga Al gatto nero: nuove rime scientifiche Alcuni componimenti in rima per sorridere con la matematica, la fisica e la biologia.

E siamo giunti così ai Rudi Matematici che iniziano con un un Q&D (cioè un Quick and Dirty, quiz sporco e veloce) con tanto fango, forse troppo facile perché non ha stimolato alcuna discussione: Corse campestri, a seguire il PM (cioè Paraphernalia Mathematica, serie di dottissimi articoli del nostro Fondatore) del Capo sulle sezioni “metalliche”, perché se quella aurea la conoscono tutti, gli altri metalli sono meno celebri: Metallika, ancora il “Compleanno” dedicato a Lyapunov, matematico non troppo famoso ma che ci dà la scusa per parlare di Star Wars e di Edipo, che come è noto sono quasi la stessa storia: 6 Giugno 1857 – Buon compleanno, Alexsandr! Poi la solita soluzione al problema che i Rudi pubblicano ogni mese sulle pagine di Le Scienze, che stavolta era abbastanza facile: Il problema di Maggio (525) – Cricket e Crocchette infine il centosessantunesimo numero della nostra e-zine (che starebbe per magazine.

Lasciamo i simpatici Rudi e passiamo ora al contributo di Gianluigi Filippelli di Dropsea che inoltra La lezione di Galileo sulla struttura dell'infermo Sull'Inferno di Dante, dopo la sua uscita, se ne sono dette e scritte molte, in particolare sulla struttura e sulla matematica. Tra i tanti che se ne sono occupati c'è anche l'illustre Galileo Galilei, che realizzò due lezioni sulla struttura matematica dell'Inferno dantesco. In particolare sulla prima si sono concentrati gli sforzi di alcuni studenti d'arte dell'Accademia di Brera e questo post è il resoconto della presentazione della mostra organizzata insieme con il Politecnico di Milano.

Ultimo in ordine d'arrivo il post  della cara collega Cristina Sperlari del Il piccolo Friedrich,  che segnala Il gioco musicale con i dadi di Mozart, essa stessa racconta che si tratta di uno straordinario gioco musicale inventato da Mozart in persona, grazie al quale si può comporre una melodia semplicemente a partire dal lancio di due dadi. Un gioco matematico-musicale, insomma, in cui è possibile cimentarsi nella composizione senza avere alcuna nozione di musica...nel frattempo utilizzando la matematica! All'interno dell'articolo è possibile osservare lo spartito di Mozart, capire le regole per giocare e i criteri di costruzione del gioco ed infine sperimentare direttamente il gioco componendo il proprio minuetto ed ascoltandolo! Un gioco che stupisce sempre tutti, i più grandi, ma anche i più piccoli e che può essere un divertentissimo ed utilissimo spunto per lavorare a scuola sulla probabilità! Una probabilità tutta da ascoltare!

Un bellissimo contributo mi giunge ad un'ora dalla pubblicazione del Carnevale dall'amico Piero Patteri del blog Fisicartoonia con Mago Zurlì, Topo Gigio  e il mio primo ipercubo: Una storia fra tante però,si racconta Piero, quella dove vidi per la prima volta un ipercubo, è sempre stata più presente di altre.

Il mio contributo a questo carnevale quasi vacanziero è una riflessione sulle corrispondenze tra giudizi sintetici e voti: Ma Buono è sette o otto? E se ne scoprono davvero delle belle!

Il Carnevale della matematica, cari amici, di giugno si conlcude qui: non posso non osservare come sul web la matematica si nutra di applet, di quiz, curiosità e aneddoti e se la paragono alla lavagna scolastica che rimane ancora oggi il principale modo per spiegarla ad alunni e studenti, be' credo che ci sia molto da lavorare in tal senso, nutro la segreta speranza, che se qualcosa cambierà sarà anche grazie all'instancabile impegno dei carnevalisti.

Il testimone passa quindi a Popinga che ospiterà l'edizione numero cinquantuno di luglio, con un tema che ha a che fare con le Olimpiadi (se non ricordo male).
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lunedì 11 giugno 2012

Dietro a un muro un melograno

Proprio davanti a quella che un giorno era stata una latteria, circondata da case di ogni età, si trovava un cancelletto in ferro, color verde rame, già mezzo arrugginito. 
Si apriva su un lungo cortile: sulla sinistra fitti filari di agrumi, un pozzo al  centro, sulla destra il vialetto che finiva a T di fronte all'ingresso.  La casa era straordinariamente lunga. Lunga e stretta. L'uscita secondaria e il garage infatti si trovavano dalla parte opposta dell'isolato su un vicolo. Ma non era quella la nostra parte preferita, né quella dei bambini che l'abitavano. Il lungo cortile con il pretenzioso vialetto era il più frequentato. Nelle  occasioni in cui il cancelletto restava aperto, non di rado i bambini vi si infilavano mentre giocavano a nascondino, pieno com'era di alberi mezzo aggrovigliati e di muretti.
Puntualmente una voce poco amichevole li invitava a uscire a folle velocità.
Curiosamente dal muro di cinta alcuni rami si gettavano in strada, erano i rami di un imponente melograno, troppo grande in quell'affollato giardino o non saprei, richiamati forse dagli schiamazzi dei bambini, passavano così affacciati una parte dell'anno.
Perché non ricordo di averli mai visti fuori a impicciarsi di noi quando erano carichi di frutti. 
I melograni si caricano di frutti maturi tra ottobre e novembre, quando noi bambini uscivamo fuori per gli ultimissimi scampoli d'estate, i veri saldi di fine stagione delle vacanze di allora. I coronati frutti, così pieni da scacciare i rubini all'esterno, quasi con forza, si potevano osservare a quel punto solo da dietro le sbarre del vecchio cancelletto verde rame.
Ma il mio studio cominciava prima, già durante le assolate giornate estive seguivo la crescita di quelli che allora a me apparivano i frutti più belli e desiderabili. E più li guardavo e più aspettavo di poterli assaggiare. 
Ma non avvenne mai perché nonostante la bimba che ci abitava fosse la mia migliore amica e nonostante sfacciatamente chiesi di assaggiare quei regali frutti, quando ormai bambine non eravamo quasi più, lei rispose che il padre non voleva.
Ora nel mio giardino proprio davanti a me mentre scrivo, c'è un robusto albero di melograno, è fiorito e per ognissanti non mancano mai i frutti della festa, quando per prenderli mi basta allungare una mano. La stessa mano che non riuscì mai ad allungarsi verso il melograno imprigionato dietro cancelletto verde che dava sul pretenzioso vialetto.

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domenica 10 giugno 2012

Ma buono è otto o sette?

La fine della scuola si può benissimo tradurre in numeri: quanti giorni di frequenza, quante assenze, quanti frequentanti, quanti ritirati, quanti trasferiti, quante riunioni, quante ore... tutta una statistica che non a caso, lo sanno bene gli insegnanti, va riportata nei registri.

E anche il "quanto" si è imparato si traduce in una rappresentazione numerica: i voti. 

La valutazione numerica, reintrodotta nel 2008 dalla riforma Gelmini anche alla Primaria, a oltre vent'anni di distanza dalla L. 517 che ne decretò l'abolizione, ha soppiantato i giudizi sintetici, ma non del tutto, perché nella valutazione del comportamento, esso invece reintrodotto dalla Riforma Moratti, ancora è previsto il giudizio sintetico. La riforma specifica, inoltre, che i voti vanno comunque illustrati con giudizio analitico sul livello globale di maturazione raggiunto dall’alunno, Per indicare il livello globale si usa il giudizio sintetico. Di fatto utilizziamo un sistema misto.

Come in tutte le fasi di passaggio per poter trasferire il giudizio sintetico in numero si è usata una tabella di corrispondenza. E qui ci viene in soccorso Wikipedia con queste tabelle, che efficacemente raccontano la situazione:

La tabella sotto indica la corrispondenza tra giudizi sintetici/voti per la Primaria e la Secondaria di I° Grado: 


Mentre la seconda indica la:

Tra queste due corrispondenze salta subito agli occhi che buono indica a seconda dei gradi di scuola due voti diversi.
Quello del buono che può valere setto o otto è un problema noto nelle scuole. 
Non a caso prima di iniziare gli scrutini e in particolare per l'attribuzione del voto in comportamento la domanda di rito è spesso: buono corrisponde a sette o otto?

Potrebbe sembrare una banalità ma tra un valutazione numerica indicata in sette vi è una bella differenza, ad esempio se il voto fosse indicato in centesimi sette è 70 e otto è 80. In una valutazione in trentesimi, come avviene all'università sette è 21 e otto è 24 il che potrebbe pure fare la differenza tra l'accettare o meno il voto, ad esempio.
Se torniamo alla nostra pagina di Wikipedia, nelle corrispondenze indicate per gli altri paesi si intravvede una certa univocità, passando da quella tedesca, che si distingue in quanto a esiguità fino a quella americana che, almeno all'apparenza, consente tutta una gradualità tra un voto e l'altro. 

Ora, senza andare a scomodare grandi discorsi sulla valutazione, e senza entrare nel merito stretto del passaggio da un sistema a un altro ché non è questa la sede, è evidente che dovrebbe esistere un'unica tabella di corrispondenza valida per tutti gli ordini di scuola. Per un solo unico motivo che riguarda tutti: levare alla valutazione quanto più soggettività possibile e dargli un criterio di uniformità. Com'è pensabile di valutare secondo gli stessi criteri se le parole non valgono allo stesso modo?
 Non dovrebbe essere difficile far corrispondere una quantità ad un'altra, e attraverso i numeri mettersi d'accordo sul valore esatto di un giudizio. Oppure scegliere in maniera definitiva per un sistema, evitando di fare della valutazione un gioco di equilibrio.
Perchè i giudizi sintetici è già difficile definirli anche in presenza di indicatori, ma se ancora dobbiamo discutere di cosa valgono si fa il doppio della fatica.

Un'utile guida alla valutazione di Tuttoscuola aggiornata al 2009
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sabato 9 giugno 2012

Qui ci sarà il carnevale della Matematica di Giugno

Cari lettori e cari amici tra qualche giorno in questo blog verrà ospitato il Carnevale della Matematica di Giugno, non c'è un tema particolare infatti si chiamerà un "Carnevale non a tema". Anche perchè un Carnevale che festeggia la sua cinquentesima edizione, e come dice .mau. anche il suo giubileo, ecco, non ha bisogno di grandi suggerimenti per essere celebrato. 
Potete quindi mandare i vostri contributi a tema libero sicuri di essere in tema, entro le ore 24:00 pm del giorno 12, non è detto che dobbiate fare grandi cose, e qui mi rivolgo ai tanti colleghi e i genitori che leggono, basta anche una seplice attività pratica sui numeri, una poesiola, un gioco e perfino un anedotto numerale. Perchè la matematica è ovunque sempre.


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venerdì 8 giugno 2012

Il transito di Venere davanti al sole

Cari lettori vi segnalo questi video rilasciati dalla Nasa che raccontano il transito di Venere davanti al Sole. L'evento astronomico si è verificato tra il cinque e il sei giugno scorso a otto anni di distanza dal precedente nel 2004. Per poter assistenre di nuovo al fenomeno occorrerà aspettare 105 anni, l'appuntamento è pertanto  al 2117. 
Il fenomeno non è stato osservabile allo stesso modo nelle diverse zone del nostro pianeta e per chi se lo forse  perso i video ci permettono di osservare il passaggio. 
Come sempre è da sottolineare la valenza didattica dei video e per ricordarvi che sono scaricabili e utilizzabili offline.

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mercoledì 6 giugno 2012

Esercitarsi per le prove Invalsi per l'esame di Stato della Secondaria di Primo Grado

Il prossimo diciotto giugno 2012 si svolgeranno le prove Invalsi degli esami di stato per la terza classe nella Secondaria di Primo Grado o Terza Media come si chiamava in precedenza, già lo scorso anno avevo predisposto una pagina intera di link per le esercitazioni, comprende pure il collegamento al sito della Zanichelli che propone i test per allenarsi. Da molte pagine è possibile scaricare la versione cartacea che ritrovate anche nella pagina riepilogativa degli anni precedenti nel sito dell'Invalsi stesso.

Per chi volesse esercitarsi on-line è possibile farlo su ProveInvalsi.net, già segnalato in precedenza, per cui giova ricordare la mole di materiale disponibile:
Nel nostro archivio troverete tutte le prove Invalsi fin qui realizzate (adattate dall'originale Invalsi per poter essere fruibili on-line) e altre prove di allenamento realizzate dalla nostra redazione; in totale sono oltre 2200 test. Ogni prova potrete svolgerla ON-LINE verificando immediatamente i vostri apprendimenti grazie al nostro sistema di correzione che al termine di ogni test vi restituirà il numero di risposte esatte, il numero di risposte errate, il tempo che avete impiegato e soprattutto vi farà rivedere le domande che avete sbagliato. PROVEINVALSI.NET non ha alcun legame con l'Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione, è un sito indipendente che vuole essere di aiuto alle famiglie e agli insegnanti.
Inoltre trovate un
grande archivio di prove differenziate per gli alunni diversamente abili: oltre 600 test suddivisi per classe, area di apprendimento, specifica disabilità che vi potranno essere utili anche nella didattica delle normali lezioni curricolari. Nella sezione delle utilità troverete tutta la più recente normativa, i quadri di riferimento e le date degli esami 2011/2012.
 
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lunedì 4 giugno 2012

Merito: alla fine ne resterà uno solo

Non vorrei fare la parte di quella che non ha capito nulla, perché a scuola si sa c'è sempre quello che fa la parte di chi non ha capito nulla e d'altra parte non vorrei neppure fare la parte di quella che non gli piace niente di ciò che viene proposto per la scuola. 
Giusto pochi giorni fa ho raccontato di questa stupidaggine qui, un po' anche per ridere perchè in realtà è improponibile, solo che sembra quasi un sogno, ché uno legge "riforma" e poi si vede spiattellare una specie di premio della bontà, anzi no che dico: premio del merito
Io sono anche d'accordo sul fatto di premiare i meritevoli, è che mi pare si farà fatica a premiarne uno per ogni scuola, a meno che dopo averne individuato un gruppo non si proceda per estrazione a sorte, oppure si analizzi tutto il curriculum a partire dalla scuola infanzia e si faccia la media dei risultati ottenuti.
Sicuramente ho capito male e non è uno studente per ogni scuola,  magari si intendeva tutti quelli che in una data scuola hanno preso un dato voto e non necessariamente solo quelli che hanno preso centoelode, per esempio a partire da novanta che è già un bellissimo risultato e che lo vorrebbero in tantissimi. 
Tantissimi che invece non lo prendono perchè magari anche se hanno fatto tutto bene durante tutti gli anni, hanno sbagliato qualcosa in questo esame di stato. Può succedere di sbagliare o di fare un orale così così. Perché anche quelli bravi sbagliano. 
Eppoi non vorrei neppure che il centoelode, siccome si potrà premiare un solo meritevole, ecco, si finisca per darne uno solo per ogni scuola, così nessun altro è geloso e così nessuna commissione dovrà provvedere a eleggere nessuno e scegliere tra quattro, cinque centoelode
Io non me lo figuro un gruppo di docenti che deve scegliere uno solo tra pochi studenti (perchè i centoelode sono sempre molto pochi ma a quattro, cinque per scuola ci si arriva) che hanno preso tutti lo stesso voto.
In caso di parità poi toccherà votare ancora e votare ancora fino a quando ne resterà  uno solo. Si proprio come Highlander.
Suvvia Ministro Profumo poteva farsi venire qualche idea più brillante per premiare il merito. Lo so che lei risponderà che questa è una riforma sottozero, pardon a costozero, allora faccia così agli studenti meritevoli gli dica che gli offre un gelato, si fa prima sa. Così non dovrà neppure pagare le ore aggiuntive per la riunione di commissione.


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sabato 2 giugno 2012

La festa di fine anno più bella

Man mano che i bambini crescono, nelle due ultime classi di scuola Primaria, c'è sempre meno bisogno di feste di fine anno e più di momenti per stare insieme noi e loro. 
Mi rendo conto sempre di più che le feste concepite per i bambini piccoli che amano esibirsi per i loro genitori, diventano un peso per quelli più  grandi che cominciano a rifuggire dalle esibizioni e che si vergognano. 
Come spesso accade noi adulti ci poniamo nella posizione di esserci dimenticati come eravamo, e di chiedere superficialmente "Cosa c'è da vergognarsi?". Come se non sapessimo che questa vergogna è pari al repentino cambiamento che avviene nel corpo dei nostri alunni di nove e dieci anni. La spensieratezza del non badare a come siamo fatti nel bambino piccolo, lascia il posto alla consapevolezza che il corpo cambia. 
Lo vedo da come alcune bambine si abbassano la maglia fin giù a coprirsi durante l'ora di ginnastica, da come chiudono le braccia in avanti e da come iniziano a curvare le spalle nel tentativo di occultare. E' un periodo. Poi passa per fortuna.
Ma a me è venuto in mente forte, soprattutto per le bambine che sono più soggette a cambiamenti evidenti e radicali, mentre i bambini vanno piano e sorridono sornioni di ciò che vedono, così ho riflettuto sull'imbarazzo dei volti, su quell'emozione così diversa che caratterizza ora i bambini in fase di crescita, perché è stata anche la mia emozione, dimenticata, riposta e risvegliata ora mentre mi rivedo bambina in loro.

La festa di fine anno più bella è come quella di ieri in palestra, in palestra tra noi, seduti in cerchio e sentirsi dire: "Sediamoci a fare un gioco, c'è caldo maestra!". E così in cerchio abbiamo cercato parole per descrivere il nostro anno nel bello e nel brutto. E le richieste si sono susseguite: fino a proporre di dirci cosa ci ha fatto stare bene e cosa ci ha fatto star male. 
Io questo voler stare tra di noi lo voglio assecondare e come insistentemente i bambini continuano a chiedere farò in modo di lasciar fuori per un po' i genitori. Questi bambini di oggi, così pieni di parole, così pieni di cose da raccontare.
La festa più bella è quella seduti vicini a dirsi che quest'anno è stato a volte (parole loro): stimolante, bello, divertente, allegro, entusiasmente...
Alte volte è stato invece: imbarazzante, faticoso, fastidioso, rabbioso, noioso...
La festa più bella è dirsi "ti voglio bene perché...".  Trovare il coraggio di dirsi "non mi piaci quando..." e finire con una risata generale e poi di corsa verso il cancello d'uscita.

La festa più bella a questa età, così bella e irripetibile, così metamorfica e difficile, è andare insieme a mangiare il gelato, così per le vie del paese senza i genitori a fotografare, a riprendere e a fissare nelle immagini, perché la festa più bella a questa età ha il primo sapore dell'autonomia e della libertà.
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venerdì 1 giugno 2012

Indicazioni Nazionali: revisione non starà mica per riduzione?

Con la Circolare ministeriale 24 maggio 2012, n. 46 il Miur invita gli uffici Regionali e i Dirigenti Scolastici ad attivarsi per favorire nelle istituzioni la partecipazione al progetto di revisione delle Indicazioni nazionali per la scuola di Base. La circolare comunica anche che è già presente una bozza di documento che contiene gli esiti del monitoraggio effettuato nei mesi scorsi e invita gli Usr a produrre azioni che promuovano il dibattito e a comunicare con un sitentico report  le risultanza entro il venti giugno prossimo.

A parte che non si capisce come mai le Indicazioni attuali, che sono in realtà abbastanza recenti e a mio avviso neppure tutte da gettare ma solo da integrare e non certamente sui contenuti, vadano a scadenza nemmeno fossero un vasetto di yogurt, viene da chiedersi come sarà possibile che gli Uffici Scolastici Regionali, già noti per la biblicità della tempistica, organizzino entro il venti di giugno prossimo:
- seminari tematici gestiti in collaborazione con scuole, reti di scuole, enti locali, associazioni, Università;
- focus group in alcune scuole (tra quelle a suo tempo segnalate dalle SS. LL. per le azioni di monitoraggio);
- elaborazione di memorie, proposte, segnalazioni a cura di gruppi di consultazione costituiti ad hoc. 

Allo stato attuale e per quello che è dato di vedere da dentro, la priorità della scuola non è quella di rielaborare i contenuti delle indicazioni. Alla scuola e agli insegnanti serve con urgenza parlare oggi di metodo e di strumenti, dando per scontato che andrebbe ripristinata l'offerta formativa a 30 ore. Se proprio di revisione si vuole dibattere servirebbe far esprimere gli insegnanti che le hanno usate per conoscere in cosa si sono rivelate carenti le attuali Indicazioni.

Certamente al Ministero non sorride l'idea di consultare una base che già per le Indicazioni Nazionali del 2007 manifestò un vistoso malcontento, ed è evidente che sarà prilegiata una consultazione più defilata.
Purtoppo l'indignazione quando improduttiva, che si limita a boicottare, che non consegna una proposta alternativa porta a essere esclusi dalle cose che, invece, gli insegnanti dovrebbero curare in prima persona: contenuti, metodi e strumenti, non fosse altro perché sono loro che li propongono in classe. 

Al Miur, invece, dovrebbero avere un po' più di coraggio nell'affrontare il malcontento, farsene carico (visto che le scelte in realtà le fanno loro) e provare a proporre azioni per ricostruire il tessuto della scuola di base, mi pare che la presenza di Marco Rossi Doria sottosegretario (o è solo di facciata?) servisse anche a ciò, e non è certo la scadenza tra meno di un mese, visto che la circolare è giunta nelle scuole da qualche giorno, a far percepire la volontà del Miur di conoscere cosa pensano gli insegnanti in merito ad eventuali nuove indicazioni.

E poi che fretta c'è di revisionare i contenuti, dopo la riduzione massiccia di personale che è lo strumento principe per attuarli? A meno che revisione non stia per riduzione, perchè il dubbio appare lecito a questo punto.
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