di Maestra Rosalba

sabato 28 febbraio 2009

Poesia: Primavera

Una poesia per la Primavera, adatta ai bambini di scuola Infanzia e di scuola Primaria, descrive il primo cambiare del tempo degli ultimi giorni invernali, che spesso si accompagna a repentini cambi metereologici, acquazzoni improvvisi e freddo, con il ritorno del sole, in un'altalena che impiegherà un po' di tempo ancora a stabilizzarsi. 
Spunto per riflessioni e osservazioni insieme agli alunni, sui modi in cui la natura ci circonda e accompagna la nostra quotidianità:
PRIMAVERA
Il timido risveglio
di un germoglio,
il dolce calore
di un tiepido sole,
il curioso ondeggiare
di un piccolo fiore...
Un dispettoso vento
rompe l'incanto,
una nube fugace
il sole nasconde,
per qualche ora è scuro improvviso
poi torna sereno, si apre un sorriso!


Primo vere, dalla Carmina Burana di Carl Orff




Anche i più piccini dovrebbere ascoltare la musica classica, anche senza entrare nel merito dei testi, non sempre adatti, l'educazione al suono e alla musica dovrebbe spaziare tra tutte le sonorità.
Continua a leggere...

Dal testo alla didascalia e viceversa

Nel post di ieri abbiamo visto come una semplice scheda, possa costituire la base per un attività che partendo da esperienze vicine ai bambini permettono di "imbastire" un percorso di comprensione del testo e di analisi delle possibili varianti di questo. Nella prima classe di scuola Primaria una delle prime attività sul testo è strettamente legata alle immagini. Un testo può essere una serie concatenata di frasi con nesso logico o una serie concatenata di immagini che illustrano una storia con didascalie, che indicano sinteticamente il fatto. L'abilità che occorre promuovere nei bambini è quella di saper scrivere didascalie brevi e mirate. Dalle didascalie viceversa è possibile tornare al testo attraverso l'espansione della frase minima. Considerato che il linguaggio a questa età è sufficientemente sviluppato occorre richiamare alla memoria l'utlizzo di parole meno usate e favorire un ulteriore arricchimento del lessico, favorire la giusta costruzione dei periodi, sia a livello orale che scritto.
Il dettato proposto ieri diceva:

"Alberto è andato nel bosco con il papà, e torna con un bel cestello di fragole. Appena in casa, le fa vedere alla mamma, che dice: - Quante belle fragole! Ne userò un po' per preparare una torta con la panna."

Ecco come si è trasformato il dettato dal testo alle immagini, chiaramente il lavoro è stato guidato passo passo, attraverso domande-stimolo i bambini hanno ragionato su quali erano i passi fondamentali del racconto e su cosa illustrare e cosa scrivere.
Il compito successivo è passare dalle didascalie al testo, a questo scopo ho preparato la base del lavoro da fare a casa, ho spiegato e fatto ripetere come va eseguito il compito a casa che è così articolato:

La mattina prima di recarti a scuola compi una serie di azioni, riordinale nella giusta sequenza e poi fai il disegno con la didascalia (ricorda la didascalia è la descrizione breve del disegno).
-faccio colazione
-arrivo a scuola
-mi lavo e mi vesto
-compio il percorso per arrivare a scuola
infine: ORA RILEGGI E TRASFORMA LE DIDASCALIE IN UN TESTO BREVE.
Ora sono curiosa di vedere i risultati. Ma è solo l'inizio del lavoro sul testo e siamo solo a fine febbraio!!

Qua potete scaricare il compito da dare casa. Questo compito si può eseguire se si è fatta l'attività precedente.
Continua a leggere...

venerdì 27 febbraio 2009

Dalla scheda all'attività didattica

Come per molti insegnanti, la scheda nella mia attività didattica non incontra molto favore. A parte alcune attività di conosolidamento quando i bambini non sono autonomi nella scrittura, rimango dell'idea che sortisca sui bambini lo stesso effetto che sortisce la tivù: inducono un apprendimento meccanico, poco riflessivo e poco integrato nei diversi saperi e conoscenze. La differenza che passa tra la didattica normale e una scheda agli occhi dei più potrebbe apparire banale, ma agli occhi di chi è abituato a ragionare per concetti e abilità interconnesse è sostanziale.
Con l'attività che segue è mio intendimento raccontarvi come si passa da una scheda semplice che data in mano ai bambini non sarebbe nient'altro che un puro esercizio fine a se stesso ad un'attività collettiva, mirata e perfettamente integrata con una serie di competenze che vanno fatte acquisire nella prima classe di scuola primaria.
La mia attività odierna è partita da questa scheda;

tratta dal quaderno operativo "L'acchiappaparole" ed. Ardea, ben fatta e adatta a bambini di prima per la comprensione del testo, l'ho trasformata così: ho dettato una parte del testo così:
poi ho invitato i bambini a rileggere il testo, intanto per trovare da soli gli errori, poi per poter rispondere alle domande che ho scritto alla lavagna, loro hanno scritto la domanda sul quaderno e l'hanno completata con la risposta corretta con il colore rosso in questo modo:
l'attività si è conclusa con l'illustrazione di una delle frasi del dettato.
Riepilogando:
  1. dettatura del testo
  2. rilettura del dettato da parte dei bambini
  3. scrittura delle domande alla lavagna
  4. risposta dei bambini singola sul quaderno
  5. confronto sulle risposte, a voce alta i bambini si confrontano sulle risposte fornite
  6. illustrazione sul quaderno.
Questa attività mi ha permesso non solo di lavorare sulla comprensione del testo (il dettato) ma anche di introdurre il concetto di frase minima, di espansione della frase, il disegno e la didascalia. Domani il compito continuerà con la messa in sequenza delle azioni attraverso il disegno e la scritta delle didascalie. Poi si passerà dalla didascalie al disegno. Sicuramente troveremo altre schede (perchè i materiali non sono mai abbastanza) da trasformare in altrettante attività creative e motivanti.
Continua a leggere...

giovedì 26 febbraio 2009

Software didattici free per scuola Primaria

Cercando in rete programmi per la classe prima con il quale poter approfondire le attività didattiche in maniera divertente e piacevole, anche perchè ora l'informatica, non è più materia a se stante, ma si fa attraverso l'insegnamento dei contenuti stessi delle discipline, ho trovato questo sito veramente completo dove poter scaricare gratuitamente programmi per l'approfondimento di tante discpline dall'italiano alla storia, informatica, arte immagine, scienze, inglese... insomma tutto quanto occorre per poter, attraverso l'utlizzo del computer giocare con le parole e divertirsi al pc imparando. Molte delle risorse presenti possono essere utili anche in presenza di alunni diversamente abili e secondo me anche per alunni con disturbi specifici di apprendimento (dislessia, disgrafia ad esempio). Il programma completo è acquistabile, ma se non vi occorre tutto e avete tempo potete scaricare in maniera parziale.

Nella homepage è evidenziato il contenuto "software didattico liberamente scaricabile, destinato soprattutto agli alunni di scuola primaria. Collaboriamo con i progetti QualiSOFT e JCLIC" in questi link viene anche spiegato lo spirito del progetto.

Clikkate su Download Now e vi porterà direttamente al sito didattica.org

Continua a leggere...

mercoledì 25 febbraio 2009

I suoni Gli e Li

Sveglia o svelia?

Altri suoni difficili da riconoscere all'interno delle parole sono GLI e LI.
Ecco una serie di frasi pronte e alcuni esempi di attività da proporre, che prevedono sia la scrittura e il disegno:
  • Dietro il cespuglio un coniglio mangia la foglia.
  • Sul tavolo ci sono l'olio e la saliera.
  • Al mare ho visto una conchiglia e un veliero.
  • Un cavaliere cavalca il suo cavallo bianco.
  • Il maglione ha le righe bianche e rosse.
  • Il petrolio è nero.
Con queste frasi è possibile:
  1. Scrivere alla lavagna facendo il disegno al posto della parola e i bambini devono sostiuituire il disegno con la parola giusta.
  2. Fare un dettato normale, lavorando sulla pronuncia delle parole e ogni bambino individua il suono giusto.
  3. Scrivere il testo alla lavagna con la parola scritta nei due modi ad esempio "Il petroglio/petrolio è nero", il bambino individua quella giusta e scrive solo quella.

Di solito io faccio rappresentare con il disegno almeno una frase, se lavoro sul libro mostro l'immagine dal libro e i bambini si divertono a riprodurla. Non bisogna dimenticare che ancora a questa età e per qualche anno si impara per imitazione. Fino quando gli alunni non apprenderanno uno stile di disegno proprio. E' tipica di questa età l'affermazione: "Io non so disegnare!" Le illustrazioni pronte ci aiutano. Poi andranno da soli.

Continua a leggere...

martedì 24 febbraio 2009

Lasagne bianche agli asparagi e gorgonzola

E' tempo di germogli e in quasi tutta Italia si possono raccogliere gli asparagi nelle diverse varietà. Direte che c'entra l'asparago con la scuola e con i bambini. C'entra perchè ci riporta a uno dei temi di questo blog: vivere a contatto con la natura in una prospettiva ecologica, valorizzando i prodotti che essa ci offre nelle stagioni giuste. Pertanto anzichè fare una salto al supermercato, per il nostro ingrediente principale, infiliamo il cappotto, la sciarpa gli scarponi e grossi guanti, se abbiamo dei bambini imbaccucchiamoli e usciamo in campagna, giriamo vicino alle siepi ai margini delle strade poco trafficate e guardiamo bene perchè sono spuntati gli asparagi selvatici.


Hanno un sapore più deciso di quelli coltivati e sono una vera prelibatezza, la maggior parte di noi li conosce cucinati nella frittata o al cartoccio. Vi propongo una ricetta meno conosciuta. A me un giorno non hanno regalato la ricetta da fare, bensì una teglia pronta di queste lasagne delicatissime e superbe.
Fatevi aiutare dai bambini anche nella preparazione, dopo che avete cucinato e disposto tutto sul tavolo.

Ingredienti: asparagi selvatici, olio d'oliva, cipolla, besciamella (Latte, farina, olio d'oliva, noce moscata, sale) gorgonzola, parmigiano grattugiato, lasagne.
Mondate gli asparagi, tagliando le cime e appena sentite resistenza gettate via la parte dura.
Lavateli e metteteli a cuocere con olio d'oliva e cipolla tritata. Fate cuocere aggiungendo un goccino d'acqua, finchè sono morbidi ma senza sfasciarli.
Riscaldate del latte e e aggiungetelo gradatamente ad una crema di olio d'oliva, farina, sale e noce moscata. Fate addensare fino a quando è vellutata.

Disponete sul tavolo le lasagne appena scottate, la besciamella, il gorgonzola. Mettete sul fondo della teglia la besciamella, poi le lesagne, gli asparagi, il gorgonzola a dadini e il parmigiano. Fate tanti strati fino a esaurimento degli ingredienti. ecco le nostre lasagne, infornatele normalmente come quelle rosse. Aggiungete un posto a tavola perchè meritano di essere mangiate in compagnia


Qua puoi scaricare la ricetta completa in formato word

Nell'area download puoi scaricare altre ricette

Continua a leggere...

lunedì 23 febbraio 2009

I suoni MP e MB

oppure


I gruppi di parole che contengono i suoni "mp e mb" sono un' altra delle difficoltà incontrate dai bambini di classe prima, non solo da loro a dire il vero perchè ci vuole qualche anno affichè i bambini memorizzino il suono correttamente. Occorre armarsi di pazienza e a cicli regolari ricordarsi di fare esercizio. Intanto perchè è tipica la confusione dei suoni P e B e ci vuole un tempo più lungo perchè queste due consonanti vengano memorizzare con il relativo suono e utilizzate all'interno delle parole in maniera corretta.
La difficoltà maggiore è appunto riconoscerle all'interno della parola. Intanto occorre presentare una serie di parole assieme alla regola "le consonanti M e P sono sempre precedute dalla lettera M", la regola va appresa in aula assieme ai suoni e accompagnata dal disegno di ciascuna parola. Cosa serve il disegno? Serve a rendere l'attività più leggera, serve a far associare una parola al'immagine.

L'attività si può svolgere dividendo in due lo spazio della lavagna e la pagina del quaderno: a destra si colloca un suono e a sinistra l'altro. L'ideale è che l'insegnante scriva per prima dietro indicazione dei bambini (cioè sono i bambini ad indivuduare quale suono è contenuto in quella parola) ed esegua il disegno alla lavagna. I bambini poi copiano dalla lavagna. Questo passaggio serve a capire se i bambini hanno compreso e se il livello di attenzione è sufficente. Molte insegnanti evitano di disegnare perchè si dichiarano incapaci. La soluzione è prendere un libro di testo e copiare, farlo assieme ai bambini è divertente e stimolante per tutti.

Ecco una serie di parole da presentare, è sempre meglio far sentire i suoni sillabando, scandendo, facendo notare la posizione delle labbra e della lingua, anche perchè i due suoni si dicono in maniera molti simile e le differenze che esistono vanno rimarcate durante la pronuncia. Pronuncia che deve essere eseguita ad alta voce da tutti i bambini prima di scrivere.
Parole con MP: campana, pompiere, zampa, pompelmo. pompa, lampada, temperino, tempera, imparare, compasso, compagno, impegno, rompere, temporale, tempesta, campagna.
Parole con MB: imbuto, gamba, ombra, bambino, bambina, ombrello, cambiare, ambiente, bambola, ambulanza, tromba, trombetta, tamburo, tamburello, colomba.

Qua trovate i contenuti in formato word

Continua a leggere...

domenica 22 febbraio 2009

L'accento

Questa curiosa immagine l'ho trovata cercando qualcosa che rappresentasse l'accento e questa "è" con le zampe e la bocca spalancata mi è sembrata davvero efficace.
Si trova in una blog giovane e sbarazzino il cui nome è Buraku.
L'accento può far cambiare di significato le parole: il pure può diventare purè, il Papa può diventare papà, un bacio può essere lontano nel tempo e allora baciò, il faro una cosa che devo ancora fare quindi farò.
Si possono inventare tanti giochi di parole con l'uso degli accenti.
Questi giorni ho proposto questo dettato di frasi, con una variante: una parola andava individuata tra due possibili.
Si procede così: si detta la parte iniziale della frase o la frase con la parola mancante e si scrivono alla lavagna le parole da agggiungere una con l'accento e una senza, sta ad ogni bambino fare il ragionamento e collocare la parola giusta in base al significato della frase.
Ma andiamo all'esempio:
La mamma prepara un ottimo pure/purè
Ogni mattina il papà mi saluta con un baciò/bacio.
Sulla finestra si è appoggiato un passero/ passerò.
Carlo salì sul trampolino e si tuffò/tuffo in piscina.
I calciatori iniziano la partita al fischio/fischiò dell'arbitro.


Gli alunni devono prima di scrivere seguire il ragionamento logico, individuare la parola giusta, sceglierla fra le due e inserirla nella frase. Fatto questo devono spiegare ad alta voce il perchè la parola scartata non va bene e cosa significa. Questo passaggio è fondamentale per la comprensione dei significati. La scelta non deve un semplice gesto meccanico e ripetitivo ma frutto di un processo di comprensione. Un accento cambia il significato di tutta una frase e già dalla classe prima l'alunno deve essere in grado di intuire il perchè.
Durante queste attività la concentrazione di tutti deve essere alta.

Ecco perchè è fortemente sconsigliato l'uso di schede per queste attività. Perchè inducono negli alunni gesti meccanici e ripetitivi, scarsa riflessività nell'azione scritta. Se è pur vero che lo scrivere diventa automatismo come la guida di un autoveicolo, è altrettanto vero che è automatismo efficace quando si comprende appieno il significato dell'azione che si compie e quando la scelta delle parole è azione meccanica ma consapevole.
E' nei primi anni di scuola primaria che occorre lavorare sui significati delle parole, che occorre introdurre il massimo possibile di parole nuove e collocarle nel giusto contesto. Non c'è rischio di confusione, i bambini se sono sereni e non influenzati da stati d'ansia imparano tutto e archiviano. L'ordine e la precisione sul come archiviano dipende da molti fattori riguardanti l'alunno, ma molto spesso anche dal metodo che usiamo a scuola.

Le frasi sono tratte dal testo della Giunti Progetto A.BA.CO.
Continua a leggere...

sabato 21 febbraio 2009

Pippi Calzelunghe

L'idea di oggi di carnevale l'ho "rubata" guardando una bimba di quinta elementare, vestita da Pippi Calzelunghe veramente carina. Le cose semplici sono davvero le più pratiche e carine, e se avete poco tempo da dedicare questo è il costume di carnevale che fà al caso vostro: si può cucire direttamente, ma si può realizzare modificando una vecchia maglia. Le immagini, dicono meglio di tante parole:

ecco il vestitino davanti e dietro con tanto di toppe applicate ripassandoci con del filo di diverso colore, quattro grandi bottoni, le bretelle e le tascone colorate. Per questo costume è stata usata una stoffa in fibra e il taglia e cuci. Ma è possibile usare qualsiasi tipo di stoffa e una comune macchina da cucire.


la calzamaglia con le gambe di diverso colore si acquista già pronta, o potete recuperare due vecchie da modificare e farne una; il pantaloncino è stato realizzato in raso, ma si può usare qualsiasi altro tipo di stoffa o prenderlo già pronto.
Per l'acconciatura le trecce vengono tenute facendo passare un filo di ferro gommato da una treccia all'altra e poi fissato con gli elastici e i fiocchetti
Ah... un ultima cosa non dimenticate di fare le lentiggini e di far indossare le scarpe di diverso colore!!!
Buon Carnevale

N. B. Un grazie a Martina e alla sua mamma per avermi permesso di realizzare le foto e divulgare l'idea!

Post Modificato: la mamma di Martina mi ha comunicato che le calzamaglie erano due, le ha divise e riunite con il taglia e cuci. Quando ho fatto le foto sembravano acquistate così. Complimenti!!
Continua a leggere...

giovedì 19 febbraio 2009

Filastrocca: Festa in Rima


Il pagliaccio proviene da questo colorato sito http://www.partecipiamo.it/, la filastrocca è stata sfornata stamani, profuma di coriandoli e frittelle:

Festa in rima

Giovedì grasso
che bello spasso!
Con mascherine
tanto carine.
C'è una fatina
e una farfallina,
un pagliaccetto
che salta sul tetto.
E' carnevale
che bell'effetto!!

I dolcetti sono belli da vedere e ancora più buoni da mangiare, una simpatica idea di una mamma a forma di manine, di piedini e cuoricini di tutte le dimensioni

Questa invece è l'immagine della nostra pentolaccia in giardino, tutti con il cappotto perchè faceva tanto freddo, ma anche tanto divertimento e caramelle e gadget per tutti!!

Buon Carnevale a tutti!!
Continua a leggere...

mercoledì 18 febbraio 2009

Contenuti per i suoni GN e NI

Ecco di seguito alcuni contenuti richiestimi per svolgere le attività sui suoni GN e NI.
Dettato
Testo 1) Daniele raccoglie le castagne in montagna mentre Sonia e Antonio fanno un disegno. Un ragno in cucina li osserva e tesse la ragnatela.
Testo 2) Lo gnomo di montagna lavora in miniera. Torna a casa la sera mangia un panino e una macedonia. Ora dorme beato nel suo lettino, vicino ai suoi fratellini.

Elenco di parole:
GN) Ragno, ragnatela, pugno, pigna, pagnotta, bignè, montagna, mugnaio, gnomo, agnello, gnocchi, sogno, usignolo, spugna, cicogna, disegno, castagne.
NI) Panino, manina, canino, Antonio, animale, geranio, paniere, carabiniere, macedonia, criniera, cerniera, miniera, coniglio.

Il dettato si può svolgere sia di singole parole, di brevi frasi o su un testo minimo, con elementi fantastici.
E' possibile farlo con il classico metodo o in versione dettato "muto", che consiste in una sorta di gioco: la maestra scrive alla lavagna le parole i bambini le leggono, la parola viene cancellata e scritta sul quaderno. E' un esercizio per la memoria visuale oltre che utile divertente. Una variante del gioco può consistere nel far dire direttamente ai bambini le parole, uno di loro la scrive la cancella e poi si scrive cercando di ricordarla. Può essere corredato da disegni da far vedere ai bambini, che possono copiare e ai quali possono ispirarsi; lo gnomo in apertura del post è tratto dal sito Lettura... che avventura! di Simona Maiozzi, pieno di risorse preziose per chi come noi è alla continua ricerca di materiali
Fatto questo l'attività potrebbe proseguire con la scrittura alla lavagna delle parole, da una parte i suoni GN e dall'altra i suoni NI. Le parole si possono poi ricopiare sul quaderno e far fare al fianco il disegno.
Queste sono solo alcuni delle possibili variabili di esercizio. E' utile movimentare un pò l'atività didattica per mantenere viva l'attenzione dei bambini. Se si ha la fortuna di possedere un laboratorio di informatica con collegamento ad internet, si può utilizzare il programma L'alfabetiere della Fabbri e far proseguire gli esercizi sia con l'utilizzo della tastiera, con completamento di parole e testo, che con il trascinamento di sillabe a completamento di parole. Per esempio per i suoni gn e ni andiamo su particolarità ortografiche e facciamo fare gli esercizi proposti.
E' un programma veramente ben fatto e i disegni sono molto belli. I bambini imparano l'utilizzo del pc e nel contempo rinforzano l'uso di determinati suoni.

Qua potete scaricare il file del dettato così da poterlo stampare direttamente in formato word Testi GN e NI

Continua a leggere...

martedì 17 febbraio 2009

Suoni difficili: GN e NI (seconda parte)

"Cerca tre parole con il suono GN e tre parole con il suoni NI, illustrale e con ciascuna di esse forma una frase".
Il post sui suoni GN e NI si è concluso con questa indicazione di compito a casa che ha prodotto un elaborato come questo:


Una mattina di attività per apprendere la differenza tra i suoni più complessi non è sufficiente a dare un margine di sicurezza a tutti i bambini nell' esecuzione scritta, o almeno a far apprendere ai bambini la procedura per il quale ogni volta che si scrive quel particolare suono, occorre riflettere e richiamare alla memoria il grafema giusto.
Questo è il periodo nel quale i bambini più sicuri scrivono di getto e iniziano a sbagliare proprio per eccesso di sicurezza, l'errore tipico è la posposizione delle lettere o la loro dimenticanza. Occorre pertanto fornire un metodo menmonico sia visuale che uditivo per distinguere con precisione i suoni. E' altresì fondamentale che l'alunno apprenda a domandarsi (fase della problematizzazione) se sta scrivendo giusto, cioè si ponga il problema della correttezza delle parole. Questa procedura serve a ridurre il margine di errore dovuto alla distrazione, a volte perchè gli alunni si lasciano distrarre da rumori di sottofondo e a volte perchè distratti da pensieri esterni all'attività scolastica (ansia, altre preoccupazioni, un avvenimento imminente sia a casa che a scuola).
La seconda parte della attività sui suoni GN e NI, può essere introdotta con un breve dettato. L'attività di dettatura è fondamentale in prima, superata la fase della copiatura, il bambino deve essere in grado di richiamare alla memoria il suono, tramite l'ascolto, coglierne le differenze, scrivere e rileggere quanto ha appena scritto.


Ogni attività però non può essere a se stante ed ecco che il dettato oltre a contenere i suoni oggetto di apprendimento, contiene una parola (mentre) che ci richiama a concetti spaziali, ed utilissima per esprimere esperienze.
Il dettato serve a consolidare l'apprendimento ma veicola un ulteriore contenuto: in questo caso fa capire ai bambini che ci sono azioni e attività che avvengono in contemporanea. Potremo definire questo come un gioco di scatole cinesi ogni volta che ne apriamo una ne troviamo un altra con un contenuto nuovo.

Cosi dividendo in due la pagina del quaderno i bambini hanno disegnato e scritto la didascalia, individuata da essi stessi. Il concetto "nello stesso momento" è stato oggetto di svariati esempi: io sto a scuola e nello stesso momento la mamma è a casa.....
Appare evidente che queste sono solo attività a titolo di esempio, adattabili alle diverse classi.
Ciò che occorre sottolineare è che questo tipo di didattica, sempre laboratoriale, per via dei continui feedback che vengono richiesti agli alunni, rispetta prevalentemente proprio il modo di apprendere degli alunni. La settorialità nella didattica va attentamente dosata: è come fare una pietanza. La devo rendere attraente e devo sentire più gusti, ma ognuno deve avere la giusta rilevanza, un sapore non deve predominare su un altro. Se facessi solo un attività alla volta, senza contaminare gli apprendimenti, renderei tutto piatto e monotono. L'assenza di contaminazione impoverisce, l'eccesso confonde. Tutto va commisurato ai bambini.
Continua a leggere...

lunedì 16 febbraio 2009

Attività di italiano classe prima: suoni difficili GN e NI



Nella classe prima man mano che gli alunni progrediscono nello scrivere, passando dalle sillabe più semplici ai suoni più complessi, è metodologicamente utile costruire un vero e proprio percorso, mirante a dare congruenza alle attività. Per evitare la sensazione di contenuti staccati e a se stanti le attività vanno proposte in progress con aumento graduale della difficoltà. Più o meno tutti i bambini in questo periodo di confrontano con la comprensione e con la distinzione di suoni meno intuibili, per i quali è bene promuovere una distinzione netta.
Facciamo l'esempio dei suoni GN e NI, all'interno delle parole, l'attività non deve essere di semplice copiatura, ma i bambini vanno resi partecipi nell'individuare il suono giusto attraverso l'ascolto delle parole e la ripetizione, facendo notare non solo la differenza di suono, ma anche i movimenti della lingua per la pronuncia esatta. Si divide la lavagna con una riga a metà, al centro di ogni metà si scrive la sillaba; la stessa cosa si fà sul foglio del quaderno così come nella tabella

GN

NI

castagna

paniere

pigna

criniera

bagno

geranio

ragno

miniera


A turno i bambini vengono chiamati alla lavagna e invitati a individuare dove inserire la parola, individuato il gruppo giusto, il bambino scrive alla lavagna la parola (serve a controllare che abbia effettivamente capito) con la stessa parola un altro bambino inventa al momento una frase di senso compiuto:
Ragno ------ > Il ragno ha fatto la ragnatela
Castagna ------> La castagna è nel suo riccio
Miniera -------> Nella miniera ci sono i diamanti


(N. B. Queste sono state scritte spontaneamente dai bambini durante l'attività.)

Le parole vanno sempre messe in relazione ad un contesto più ampio, si apprende a scriverle nel modo esatto, ma nel contempo se ne comprende il significato e le si utilizza in maniera attiva. A questo scopo è utile selezionare parole riferite a oggetti o animali conosciuti dai bambini. La frase deve poter essere espressa anche attraverso un disegno, in quanto a questa età i bambini sono legati al dato reale. Si può fare riferimento al mondo della fantasia e ai personaggi delle fiabe, il risultato sarà un maggiore attenzione da parte loro.

Espansione: come compiti a casa e per continuare l'attività intrapresa a scuola si può dare la seguente indicazione di lavoro "Cerca tre parole con il suono GN e tre parole con il suoni NI, illustrale e con ciascuna di esse forma una frase".

Continua a leggere...

sabato 14 febbraio 2009

Dalle scienze al testo creativo

Diversi sono gli argomenti di scienze che riguardano il programma della classe quinta di scuola primaria. Una di queste, legata allo studio degli apparati e dei sistemi del nostro corpo, è la riproduzione. Gli alunni sono in un età tale per il quale possibili scivolamenti dell'argomento sono dietro l'angolo e occorre tenersi sempre pronti a rispondere in maniera serena alle loro impreviste domande.
Potrebbe perfino diventare una sorta di lezione di educazione sessuale, ma sta a noi giudare sapientemente, senza anticipazioni ma anche senza sviare in maniera colpevole. Il modo giusto? Rispondere con serenità alle domande senza aggiungere né togliere.
Per fortuna spesso i libri di testo in questo ci aiutano, sostenendoci nello sviluppare un argomento con il linguaggio adeguato, in maniera semplice e più naturale possibile.
In questo caso è utile riferirsi ai comportamenti umani, come a comportamenti che ci accomunano anche agli animali (l'accoppiamento, la nascita dei cuccioli); la cosa che va aggiunta ed esplicitata è che l'uomo e la donna creano un legame duraturo, che solitamente la nascita di un bambino è un atto pensato e responsabile, accompagnato da un sentimento tra i genitori.

E' in questo modo che gli alunni della classe quinta, durante la chiaccherata che accompagna ogni nuovo argomento, si sono ritrovati a darsi spiegazione del loro arrivo al mondo.
In particolare la domanda di uno di loro "Vero maestra che noi siamo tutti bambini frutto di una scelta responsabile e che i nostri genitori ci hanno voluto?" ci ha condotto prima a chiarire che nascono tanti bambini non voluti, ma che possono essere figli di altrettanti genitori che non hanno avuto il dono di un bambino e infine ci ha portato a raccontare, con un piccolo testo, quali episodi hanno caratterizzato la nostra nascita, come siamo arrivati al mondo, e come abbiamo sconvolto la vita dei nostri genitori.
L'idea è sempre quella di legare un argomento ad altro (rete di conoscenza semantica), di dare sempre e comunque la possibilità agli alunni di esprimersi su cose del quale a loro piace scrivere. Rendere piacevole lo studio di argomenti meno "graditi" inquadrandoli in un contesto, per il quale capiscano che la conoscenza porta a scelte consapevoli.
Partendo dall'esperienza della propria nascita gli alunni hanno legato il concetto di riproduzione al concetto che oggi la nascita è un fatto non casuale bensì voluto e progettato, ma non per questo meno emozionante. Anzi loro stessi hanno detto che la nascita deve essere una "scelta responsabile".
A volte li guardo e quattro mesi dopo averli conosciuti mi pare di vedere altri bambini e li ammiro nel loro coraggio di dirsi le cose a viso aperto.

Maria Laura: "Appena nata "
Mia mamma mi ha raccontato che quando mi ha visto per la prima volta ”non si è spaventata”, perché aveva già avuto l’esperienza con i miei fratelli Simone e Marco, anzi era al settimo cielo dalla felicità, perché ero una bambina. Appena nata ero bravissima mangiavo e dormivo, ma dopo quindici giorni dalla nascita piangevo molto spesso perché avevo le coliche. Quando sono nata pesavo kg. 2,850, avevo già i capelli, gli occhi piccoli e castani e guance paffute, per fortuna ho preso il meglio da mamma e papà. All’inizio mi allattava lei, ma poi aveva poco latte e a me non bastava allora mi aiutava anche con il latte artificiale, apposta per i neonati e lo bevevo con il biberon.
La notte, dice che piangevo come una matta, lei cercava di farmi smettere con il ciuccio, ma non funzionava, perchè io non lo volevo e non l’ho mai voluto, dopo un ora mi riaddormentavo “ovviamente” dopo aver svegliato tutti. Il primo dentino è spuntato dopo sei mesi, ho fatto i primi passi a undici ed ad un anno, ho cominciato tranquillamente da sola. Tutti quanti mi dicono che ero una bambina molto tranquilla e brava. Io quando ero piccola ero un po’ magrolina perché non avevo molto appetito, mia mamma per farmi mangiare doveva inventare sempre qualcosa di nuovo. Mi ha raccontato che quando avevo quattro anni pur di farmi mangiare qualcosa mi faceva giocare con una vaschetta d’acqua e dentro c’erano dei ravanelli e io facevo finta di pescare dei pesciolini e nel frattempo lei mi imboccava.

Carolina: Io da piccolaQuando ero nella pancia della mia mamma avevo spesso il singhiozzo e mi ciucciavo il pollice. Quando sono nata pesavo kg 2,830. Per i primi tre mesi ho pianto parecchio perché avevo le coliche gassose. Da piccolina poppavo il latte molto velocemente facendomi venire il singhiozzo. Ero molto affettuosa e nadavo volentieri con tutti. Verso gli otto mesi ho cominciato a gattonare e verso un anno ho iniziato a camminare “e mi piaceva tanto” facevo tante volte il giro della casa e mi divertivo: per me era come un gioco.
Quando uscivamo con i miei genitori loro mi mettevano nel passeggino ma io non volevo stare seduta e allora passeggiavo anche io.
La mia mamma aveva preparato una tabella alimentare per tutta la settimana, in modo da potermi far mangiare di tutto. Ero molto ghiotta di ravioli e ne potevo mangiare in un giorno dieci molto grandi.
Io sino a 5 anni ciucciavo un cuscinetto molto morbido, mia nonna aveva preparato molte fodere per il cuscinetto con tanti disegni bellissimi. Io quando ciucciavo facevo uno strano rumore co0me questo: “GNA-GNA-GNA” allora mio papà aveva deciso di chiamare il mio cuscino “GNAGNO” e a me piaceva tanto, ero molto gelosa a prestarlo a mio fratello Alberto, ma lo prestavo a mio fratello Federico con cui andavo molto d’accordo.


Valentina: Ciao a tutti!
Sono Valentina, sono nata il diciotto Maggio del 1998 un mese prima di quando dovevo nascere, attraverso un parto cesareo.
Dopo tanto aspettare sono nata! I miei genitori erano un po’ indecisi tra Alice e Valentina ma poi hanno deciso di chiamarmi Valentina, perché Alice dava più l’idea di un acciuga!
Alla nascita ho pesato 2,350 kg ed ero lunga 46 cm, ero piccola perché, come ho già detto sono nata un mese prima. Avevo i capelli di un colore biondo – rossiccio, quasi arancione, gli occhi erano celesti. Ero una gran dormigliona, non che non lo sia più. Da uno “stecchino” sono diventata paffutella tant’è che mia nonna dopo due settimane che non mi vedeva, si era spaventata e aveva chiesto cosa mi era successo. Dormivo e mangiavo, mangiavo e dormivo tutto il giorno così. Ero tranquilla tant’è che mia mamma e mio papà avevano deciso di rivolgersi ad un altro pediatra proprio perchè ero troppo tranquilla, pensavano che avevo qualcosa che non andava invece… ero normalissima e stavo benone!
Non piangevo quasi mai ed ho tardato a parlare e a mettere i dentini, ma non solo anche a camminare perché ero paffuta (d’altronde ero una buongustaia e lo sono ancora!) Non riuscivo a dire bene Valentina e dicevo che mi chiamavo Tittina.
E da allora il mio sopranome è Titti come il canarino dei cartoni animati (la serie Titty e gatto Silvestro) che il gatto tenta sempre di mangiarsi ma poi finisce che nonna Granny lo picchia!
Sto cambiando adesso, però sono sempre tranquilla. Bè ormai sapete tutto di me! Ciao Ciao
Continua a leggere...

venerdì 13 febbraio 2009

Il libro di lettura: "Nata con la camicia"

A volte ci sono argomenti che piacciono non solo ai bambini.... Certe volte catturano anche noi adulti, specie chi adulto lo è da un tempo meno recente, piace ricordare cosa è stato il nostro arrivo nel mondo, come lo abbiamo immaginato attraverso i racconti dei genitori, dei nonni e di tutto il comitato di accoglienza che aspetta l'arrivo di un erede.
Maestra Melania ha voluto condividere con noi quel momento, divertendoci con la sua immaginazione e dandoci l'idea del clima che c'era nella sua casa al tempo della sua nascita. Questo lavoro nasce da un argomento di scienze, la riproduzione, del quale parleremo in maniera dettagliata nel prossimo post. Per ora godiamoci questo divertente e dolce racconto...
Quando si dice nata con la “camicia”
15 maggio 1981…è una calda giornata di primavera.
Sono ormai nove mesi che sto qui dentro: si sta tanto bene, ma a dire la verità mi annoio un po’; sembra poi che tutti siano impazienti e mi piacerebbe vedere cosa c’è là fuori. Già da qualche tempo mi sono sistemata a testa in giù e quasi quasi oggi è il giorno giusto per spingermi oltre questo tiepido nido.
Mamma è tanto stanca e papà non sta più nella pelle…ops…dimenticavo che a lui non piace il termine “papà”…lui preferisce babbo…gli sembra più familiare!!! Quel matto mi parla da fuori e mi ha dato un nome che ancora ero lunga più o meno 5 cm: ha scelto Melania perché vorrebbe che io fossi proprio come quella Melania di Via col vento che ha visto al cinema anni fa…poveretto non immagina che in realtà io mi sento un po’ più Rossella! Mamma è più razionale per fortuna, sento che mi parla e la sua voce è così rassicurante…mi ha raccontato che lei e babbo hanno desiderato di avere un bimbo più di ogni cosa e che stavano quasi per perdere le speranze.
E’ il momento giusto…mi avvio, spingendo verso il basso con i piedi!
Mamma dorme e improvvisamente si sveglia…si è accorta dei miei movimenti e ha capito le mie intenzioni; chiama babbo che dormiva e gli spiega che sono iniziate le contrazioni…più spingo e più lei sente dolore a causa del muscolo che si contrae e si rilassa.
All’alba arriva l’ostetrica e spiega a tutti cosa devono fare: babbo è impazzito per l’ansia e si agita continuamente, intanto sono arrivati anche i nonni…che confusione!
E’ tutto normale e non dobbiamo avere paura di nulla, io però faccio un po’ di fatica e non sono più tanto sicura che si stia meglio là fuori.
Il viaggio è complicato e dura più del previsto: babbo ha perso il contatto con la realtà e nonostante faccia di tutto per essere utile riesce solo a piangere disperato. “Questa bambina non vuole nascere…mi farà morire di paura”: esagerato…sono solo un po’ stanca, ma non mi arrendo mica!
Sono le 12 e 55 quando finalmente vedo la luce…a pensarci bene sento anche freddo e un fischio alle orecchie mi stordisce: mi viene da piangere e quindi piango, tutti invece ridono…che avranno da ridere???!!! Subito sento le braccia di mamma che mi stringono e anche se non posso vederla so con certezza che è la mamma più bella del mondo. Babbo ha finalmente smesso di piangere e di fare avanti e indietro per la casa…riconosco la sua voce vicina a me, ma non vedo bene nemmeno lui.
L’ostetrica ha subito fatto notare a tutti che “sono nata con la camicia”…pare che sarò una bambina fortunata…speriamo bene!
Sono lunga 52 cm e peso 3,700 kg: ho pochi capelli scuri e gli occhi a mandorla…pare che sia la copia spiccicata del mio babbo! Per due giorni tutto bene…ma in realtà non sto poi così bene: sento quei due parlottare preoccupati per il mio aspetto giallastro, ma il medico non sembra condividere. Il terzo giorno l’istinto di mamma mi salva la vita…ma non ero nata con la camicia!!! Mi accompagnano in ospedale giusto in tempo perché il livello dell’ittero nel mio organismo mi sia fatale…il primario mi fa ricoverare e invita i miei genitori ad aspettare che trascorra la notte. E giù a piangere ancora…insomma però, io non avevo intenzione di spaventarli e nessuno provi a pensare che mi lascerò morire proprio ora…mi hanno chiamata Melania pensando a quel personaggio del film, ma con lei ho in comune solo il nome. Così vinco la prima lotta della mia esistenza e da quel momento, per un anno, sarò la gioia della famiglia…solo per un anno però perché il 5 luglio 1982 sorpresa delle sorprese arriva un fratellino!
Io già cammino, ho 2 dentini e…parlo, parlo, parlo, praticamente non ho mai smesso, ho messo su 1 solo metro in 27 anni e 2 kg all’anno…accidenti alla camicia!!!
Maestra Melania
Continua a leggere...

martedì 10 febbraio 2009

Un tema per raccontarsi in quinta elementare

Molti insegnanti sanno che la l'attività più difficle nella scuola è far parlare di sé gli alunni, a volte  ci sono quelli che lo fanno, oseremo dire, in maniera spontanea e perfino eccessiva,  altri lo fanno in maniera superficiale, infine ci sono quelli veramente restii a descrivere emozioni e sentimenti riferiti a propri stati d'animo.
L'attività laboratoriale serve anche a questo, ad approndire tematiche care ai nostri alunni, ma sui quali si sentono estremamente insicuri e coi quali non si confrontano per paura di esporsi ed essere giudicati.
La tematica riguardante l'arrivo di un compagno nuovo, fare conoscenza con una persona nuova o sul come ci si avvicina all'altro, può essere una buon aggancio per una discussione mai come oggi attuale: intraprendere relazioni di amicizia con una persona diversa da noi: chi compie il primo passo, come ci si sente, che emozioni si scatenano e come sono i nostri modi personali di reagire.
Durante la nostra attività gli alunni si sono espressi raccontando esperienze, ma anche analizzando con serenità le loro stesse reazioni, vedendosi con i pregi e i difetti e concludendo che si accettano e vogliono essere accettati per quel che sono. In fondo il messaggio è questo, ed è rivolto ai genitori, a noi insegnanti e agli stessi compagni. Perchè il nodo centrale della vita è accettarsi e accettarci nel nostro essere differenti. La differenza è la nostra vera ricchezza. Lo stereotipo è l'annientamente delle diversità. Anche se abbiamo necessità di "cose" di gruppo, di senso di appartenenza, questo va sempre accompagnato dal rispetto e l'accoglienza delle individualità.

Tema:
Quando incontri una persona sconosciuta ognuno di noi si comporta in maniera diversa a seconda della nostra personalità: racconta come reagisci in queste occasioni.

"Io problemi di socializzazione non ne ho, perchè sono spigliata e spero anche simpatica!! Infatti il più delle volte quando gioco con gente che conosco se vedo qualcuno in disparte (perchè non conosce nessuno) cerco di farlo entrare nella mischia, ecco una delle mie strategie. Non sempre però "raggiungo l'obiettivo" che desidero. Come quando arrivò nostra nuova compagna Ylenia, io ero gelosa di lei perchè nel giro di poche ore aveva fatto una strage di amici, ma ora è acqua passata, abbiamo rimesso tutte le cose a posto. Anche se qualche volta, quando parlo, divento rossa, non perchè sono timida, anzi il contrario, è un istinto. Però c'è da dire che con i grandi, ossia gli adulti non riesco a socializzare perchè mi tremano le gambe e il cuore batte a cento, se lì divento rossa è perchè mi sento RIDICOLA, mentre con i bambini ed i ragazzi mi sento più "naturale", rido, gioco e scherzo senza paura di " schiacciare il pulsante sbagliato", sono me stessa!!
Io di me voglio cambiare solo una cosa che STRA ODIO, sarebbe: quando parlo e guardo i suoi occhi (ndr. dell'adulto), i miei occchi iniziano a lacrimare e la mia faccia diventa rossa come un peperone e mi imbarazzo. L'altro lo lascio com'è, anche se qualche volta bisticcio. ma come dice il proverbio: " NON TUTTE LE CIAMBELLE ESCONO CON IL BUCO"
Laura


"Io quando incontro una persona sconosciuta non parlo mai, perchè aspetto che la persona mi parli, invece se non mi parla me ne vado, mentre se mi parla inizio a parlare e non smetto più: ho proprio un comportamento strambo. Vorrei come gli altri fare amicizia subito, ed essere meno timido. Invece a volte resto gironzolando vicino sino a quando mi chiedono qualcosa.
Comunque anche se vorrei migliorare, gli amici ce li ho lo stesso, mentre a volte con molte persone non riesco a fare amicizia per via del mio carattere acerbino. Insieme alla calcolatrice ho calcolato che alla fine sono un bambino socievole, allegro e anche simpatico. Io sono così!"
Marco

"Io quando incontro qualcuno che non conosco socializzo, non ho problemi. A volte, vedo qualcuno che non conosco e che è in disparte mi avvicino. Una volta infatti con Lucia, una bambina di otto anni, che era nuova in piscina ho socializzato, lei invece era timida e mi è toccato fare quasi come “spiderman”! Cioè toglierle le parole di bocca. Non ho problemi a socializzare, ma a volte vorrei essere invisibile, quando mi mettono in imbarazzo! Quando la mamma mi sgrida, vorrei essere come il vento, volare via lontano, per mare e per monti inesplorati e perdermi in quel tempo. Vorrei cambiare, solo la stupidaggine che mi viene, ma ora che ci penso, socializzo solo essendo spiritosa. Però nel mio cuore sento che posso fare di più, e a volte mi demoralizzo, perché, mi metto problemi nel piacere agli altri, ma questi problemi non si limitano solo a questo, ma anche quando mi chiedo se mi vogliono bene! Allora vorrei sparire, perché penso che davvero non me ne vogliono. Però alla fine concludo che non devo cambiare per farmi volere bene, devo essere solo me stessa."
Ilenia
Continua a leggere...

domenica 8 febbraio 2009

Attività bilingue o plurilingue

Per noi sardi la lingua materna fino a poco meno di quaranta anni fa era il sardo.
Considerato erroneamente dialetto per via delle sue numerose varianti locali, ha definitivamente conquistato il posto tra le "lingue minoritarie" grazie alla normativa di appena un decennio fa, sia a livello nazionale che a livello locale.
Certamente non si può restituire per via legislativa ciò che è stato levato a causa del pensiero diffuso che apprendere sardo e italiano contemporaneamente avrebbe portato dei danni nella comprensione di entrambe le lingue.
La ricerca ha dimostrato che questa idea è totalmente priva di fondamento, anche se ancora c'è chi sostiene che apprendere due lingue fin da piccoli crea confusione. Chi lo sostiene ovviamente, non è al corrente della grande "plasticità" del cervello di un bambino che può apprendere perfino tre lingue senza creare confusione; quella che avviene entro tre anni è una apparente commistione di lingue che si risolve presto in una differenziazione precisa delle parole delle due lingue usate dal bambino. I vantaggi in termini di contenuti sono rilevanti in quanto il bambino conosce e utilizza due codici linguistici, il guadagno cognitivo è enorme per via di un maggior numero di parole conosciute e un ulteriore maggior numero appreso di significati, perchè di ogni lingua occorre non solo valutare l'esplicito ma anche l'implicito cioè il contenuto veicolato tramite le parole che va oltre le parole stesse.
Per molti di noi al quale è stato proibito di parlare il sardo per non creare confusione con l'italiano la perdita è enorme. Perchè è solo con la lingua materna e coi suoi significati impliciti che si possono veicolare una serie di espressioni e modi di dire che inevitabilmente si perdono se non usati.
E' evidente che ora di lingua materna per noi non ce n'è una sola, e se si chiede ai giovani quale lingua sentono come materna risponderanno "l'italiano" nella maggior parte delle zone della Sardegna.
Ora per recuperare il tempo perduto e per non disperdere una risorsa preziosa quale è una lingua, il sardo si insegna nelle scuole, ed è piacevole scoprire che non è perso del tutto, che pur non utilizzandolo molti alunni lo comprendono.
L'italiano è la lingua ufficiale, anche se è stata introdotta la possibilità di stendere anche i documenti pubblici in forma biligue.
Anche l'insegnamento della seconda lingua deve avvenire in forma biligue, non può più essere un fatto estemporaneo di mero folklore, che tra l'altro svilirebbe l'utilizzo della lingua confinandolo a fatto legato alla tradizione, ma deve essere per quanto possibile legato ad un utilizzo quotidiano.
Dovendolo inserire nelle materie del curricolo, ora che gli alunni di prima sono diventati più spediti nello scrivere, lo introduco per veicolare i contenuti di scienze e i contenuti della lingua italiana in forma comparativa. Ad esempio avendo fatto i 5 sensi in scienze, li facciamo utilizzando anche la lingua sarda e se possibile anche con la lingua inglese. Si tratta di trascrivere gli stessi contenuti nelle tre diverse varianti e di lavorare in maniera laboratoriale sui significati e sulla diversità delle parole. Ovviamente i contenuti debbono essre semplificati al massimo. Quello che a noi serve ora è introdurre un vocabolario nuovo, fatte di parole semplici e facili da memorizzare, ma nel contempo formare frasi intere di facile utilizzo.
Io ho schematizzato come segue e fatto copiare sul quaderno, sempre facendo accompagnare i contenuti dal disegno, su pagine diverse e in momenti diversi, richiamando la prima attività sui cinque sensi e specificando che possiamo dire le stesse cose con altre parole, abbiamo scoperto che in sardo una stessa parola può voler dire cose diverse e così pure in inglese:


con gli occhi vedo / biu cun is ogus / whit my eyes I can see

con il naso odoro / fragu cun su nasu / whit my nose I can smell
con la lingua sento il sapore / intendu su sapori cun sa lingua /whit my tongue I can taste
con le orecchie sento / intendu cun is origas / whit ear I can listen
con le mani tocco / toccu cun is manus / whit my hands I can touch

Sono attività semplici e non devono diventare nè ripetitive, nè noiose o forzate. I bambini vengno invitati a ripetere e a familiarizzare i suoni, nulla di più. Per loro è un gioco. Se il gioco è piaciuto cercheranno di ripeterlo a casa e già questa è la realizzazione del nostro primo obiettivo, sollecitare l'utilizzo della lingua anzi delle lingue, inglese compreso. Anche perchè oggi ci sono tanti strumenti per approfondire oltre la scuola.
Continua a leggere...

sabato 7 febbraio 2009

Memorie della guerra

Nonno Gino ha iniziato il racconto della sua gioventù di guerra e di sofferenza con la convinzione che raccontare serve ad educare e prevenire. Per questo il 27 gennaio scorso si è reso disponibile a passare una mattina a scuola con gli alunni di 4 e 5 della nostra scuola Primaria. Dal suo racconto sono scaturiti questi elaborati e tanti altri come questi che Maestra Tiziana e Maestra Antonietta hanno raccolto in un libro da restituire a Nonno Gino. 

Con il libro si restituisce un po' di quello che lui con il suo affetto e con la calma che nasce da averne viste tante nella vita è riuscito a trasmettere in un paio d'ore di chiacchierata. Le foto ritraggono lui in mezzo ai bambini, lui che si avvicina ai banchi mentre scrivono. Rappresentano una mattina diversa, tutta dedicata ai temi della pace: raccontare ai bambini perchè certe cose non accadano più. Sono cose fatte senza clamore, non c'è bisogno di un progetto per far entrare un nonno a scuola,  le cose più significative spesso si svolgono fuori dai riflettori. 

La guerra raccontata da chi ne porta addosso il marchio è ben altra cosa della guerra letta sul libro. Purtroppo oggi e per molto tempo ancora, ci sono persone che possono dare testimonianza diretta della guerra, pensiamo solamente ai bambini soldato. Vorremmo un mondo dove non si possa trovare più nessuno che possa raccontare della guerra.
"Nel 1943, signor Gino, quando aveva 19 anni faceva l'infermiere in Toscana: era stato chiamato alla guerra, era partito insieme ad altri ragazzi ma dopo un paio di giorni era riuscito a scappare dai bombardamenti e molti suoi amici vennero fucilati o morivano sotto le bombe. In quel periodo la gente era povera mangiavano quasi sempre minestra e pane a volte anche duro. Quando lui era soldato guidava il carro armato e curava i compagni che ne avevano bisogno. Tutti i soldati erano uniti tra di loro. Lui una volta aveva aiutato un compagno addirittura l'aveva ospitato per più di un anno. I soldati dovevano imparare a smontare e rimontare il fucile se non riuscivano venivano puniti, poi signor Gino ha lavorato ad Alghero in una colonia penale, l'avevano mandato in Sardegna per punizione. Conosce una ragazza e si sposano, vanno a Is Arenas, colonia penale, dove ha lavorato sino alla pensione. Io ho apprezzato molto la visita di signor Gino perchè grazie a lui ho conosciuto una parte della storia per me nuova.
Signor Gino è anche una persona con molta esperienza e dai suoi racconti ho capito delle cose che mi saranno utili quando sarò più grande." Diego classe quarta.

"Oggi a scuola è venuto il signor Gino e ci ha spiegato un po' la sua vita visto che il 27 gennaio c'è la giornata della memoria e la sua vita "riprende" quei momenti. Nel 1943 signor Gino aveva 19 anni, viveva in Toscana, era il periodo del fascismo e della guerra e lui lavorava come infermiere negli ospedali. Un giorno si trovava in un carro perchè stava andando ad arruolarsi con degli amici ma venne bombardato dai tedeschi verso Bologna. Lui riusci a scappare ma i suoi amici vennero fucilati con altre sedici persone. Gino era triste e continuava a scappare dai tedeschi. Gino in periodo di guerra intensa non si arruolò ma poi imparò a guidare mezzi pesanti e a rimontare armi in cinque minuti, mangiava solo minestra di patate e pane raffermo. Dopo un paio di anni si arruolò verso Alghero e venne traserito a Is Arenas. Si sposò e quando andò in pensione andò a Guspini ed ebbe due figli e ora ha un nipote nella nostra scuola in 4^ A." Veronica classe quinta.
Continua a leggere...

venerdì 6 febbraio 2009

Internet e bambini

Per un giorno mettiamo da parte la didattica per parlare di un interessante servizio trasmesso da Tg3 Neapolis, riguardante Internet e minori.
A Roma è stato presentato l'esito di un indagine sull'utilizzo di Internet curata dal Moige (Movimento Italiano Genitori), dalla Polizia Postale e da Simantec, che illustra come ancora una percentuale alta dei fruitori di Internet non protegge e non tutela abbastanza i bambini durante la navigazione sia con l'installazione di "filtri", sia con un informazione costante.
E' stata presentata inoltre, una campagna di informazione e sensibilizzazione, che verrà condotta dal Moige e dalla Polizia Postale nelle scuole, su come educare i bambini all'utilizzo corretto di un mezzo interessante e utile come Internet ma anche pieno di insidie, dai quali i bambini se non sufficientemente informati rischiano di non potersi difendere.

Qua trovate il video del servizio su Tg3Neapolis.

Questo è l'indirizzo del Moige genitori-it.

Sito della Polizia Postale dove segnalare abusi o chiedere informazione.

I ragazzi non vanno mai lasciati soli  e a lungo di fronte al computer, il dialogo è la miglior arma, accorgersi per tempo se sono turbati, se nascondono qualcosa alla nostra vista. Parlare dei pericoli è la prima difesa dei minori in rete.
Continua a leggere...

giovedì 5 febbraio 2009

Dalle parole in rima alle filastrocche

Nelle attività da svolgere mentre gli alunni di prima imparano la corrispondenza segno grafico/suono vi è quella di far notare che molte parole finiscono con lo stesso suono. Con l'emissione della voce si possono trovare parole che finiscono alla stessa maniera, il più classico di tutti e il più usato è sicuramente cuore/amore.
Il gioco può consistere nel trovarne di meno note, di costruire e scrivere qualcosa che abbia un minimo di senso. Questa attività di gioco, perchè di gioco di parole si tratta, andrebbe iniziata precocemente già da quando il bambino impara a parlare e conosce un numero minimo di parole, ed è cosi che succede: per gioco ci si avvicina al mondo delle rime, poi delle filastrocche e più avanti a quello della poesia.
La visita del nostro Topino della scuola già ci aveva dato modo di capire che una semplice frase può essere scritta in rima e l'effetto cambia molto, soprattutto se a ricevere la frase sono i bambini. La prima voltà che arrivò ci lasciò scritto:
"Sono il topo della scuola
senza dire una parola
ti lascio un pensierino
per la caduta del primo dentino!!"
 

In seguito il topino è tornato ancora per un dentino caduto e ci ha scritto:

"Ho saputo di recente
che Sofia ha perso un dente,
sono qua senza dir niente
lascio un dono espressamente!!"

Insieme ha lasciato anche delle monetine.
Alcune attività come quella di scienze sono iniziate con l'invenzione di una filastrocca lì per lì e anche le attività di Carnevale fatte di ritaglio, colorazione di maschere, ghirlande per le pareti sono state introdotte da una filastrocca, a sottolineare il clima che si crea durante questo periodo dell'anno:
Carnevale voglia di giocare
Carnevale voglia di scherzare
Carnevale voglia di ballare

Le rime le hanno trovate i bambini spontaneamente.
L'elaborazione delle rime può essere un fatto spontaneo trasversale alle attività, si può ad esempio "rimare" per qualsiasi materia, italiano, arte e immagine e certamente con la musica. 
La rima per sua natura nasce spontanea, qualsiasi forzatura produce l'effetto contrario, va preso come gioco perchè è tale a qualsiasi età, se si è capaci le rime si dovrebbero inventare in presenza dei bambini. Non si apprendono con una lezione ma per imitazione, il veder fare precede l'imitazione, sono i tentativi spontanei che poi portano alle piccole rime e anticipano il tentativo di scrivere poesie che arriverà di lì a poco, quando gli alunni cominceranno a inventare le loro poesie.

Queste attività vanno supportate da tanta lettura sia di testi normali sia di poesie. La lettura serve ad arriccchire la conoscenza lessicale, necessaria base per poter "rimare" bene.

Questi di seguito sono prodotti spontanei della classe prima, arrivati dopo i nostri giochi di rime. I foglietti vengono poi appesi su un grande foglio di carta fissato alla parete che contiene tutti i messaggi, i disegni e i testi creati dai bambini. 
Curioso come questo muro è spesso oggetto di commenti durante l'ora della ricreazione...

"Carnevale per giocare
per ballare e scherzare
ma senza esagerare.
Tra coriandoli e stelle filanti
per tutto il giorno andiamo avanti,
felici e contenti andiamo a casa sorridenti."
Sofia

"Il carnevale è arrivato, tutto l'anno lo abbiamo aspettato."
Martina

Continua a leggere...

mercoledì 4 febbraio 2009

Scienze: i 5 sensi (seconda parte)

C'eravamo lasciati nel bel mezzo della nostra attività di scienze che comprendeva: vedere, odorare, gustare, toccare e sentire. Come si possa "udire" coi prodotti di cucina per i bambini restava un mistero, mistero ben presto risolto durante un'attività, manco a dirlo, attesa con entusiasmo dai bambini.
L'attività è ripresa con il toccare ed ecco le mani dei bambini che toccano:
cacao, caffè, zucchero, sale e farina, sfregati sulle mani danno delle senzazioni che sono state espresse così:
"Se tocco la farina e il cacao sono morbidi e vellutati, lo zucchero il sale e il caffè sono ruvidi."
Le sensazioni preferite sono state la morbidezza del cacao e della farina, ma hanno rilevato subito che la farina non ha sapore di nulla, mentre il cacao è pure buono....

Arrivati alla parte del sentire i più curiosi si sono chiesti come è possibile che queste sostanze producano dei rumori. Allora ho spiegato loro che qualsiasi sostanza che cade a terra o su un piano dovrebbe produrre un rumore in quanto attirata dalla forza di gravità della terra, ho spiegato cosa è la forza di gravità, in maniera semplice, poi ho preso una palettina e ho fatto cadere di volta in volta farina, zucchero, sale, cacao e caffè sul piano della cattedra, nel silenzio determinato dall'attenzione generale.
Arrivato il momento della descrizione i bambini hanno detto:
"Se ascolto la farina, il cacao e il caffè quando cadono non fanno rumore, sembrano la neve quando cade, invece lo zucchero e il sale fanno un rumore molto leggero come di sabbia che cade."

Da cosa nasce cosa come sempre e ora dovremo tirare le nostre somme e fare anche le nostre ipotesi, sul perchè queste materie siano cosi diverse se le tocchiamo e perchè possono o no provocare rumore se cadono. Saranno i bambini a scoprirlo tramite l'osservazione anializzando somiglianze e differenze. Ma questo in una prossima attività.
Continua a leggere...

lunedì 2 febbraio 2009

Un laboratorio per imparare a controllare l'ansia

Anche nella scuola Primaria è normale confrontarsi con l'ansia della prestazione, con la volontà di riuscire a fare le cose e superare le piccole trappole che ci tende il nostro io.

Capita spesso che un alunno che ha studiato bene, che è sciolto nel parlare e sicuro dei contenuti mentre è a casa, poi a scuola renda molto meno di quanto è in grado di fare. Finchè non avrà imparato a padroneggiare lo stumento comunicativo, sarà come quel neopatentato cui trema ancora la gamba e che ha bisogno mentalmente di ripete l'azione che deve compiere.

Cosa può fare la scuola in questi casi?
Certamente non ci sono ricette preconfezionate, ma ci sono una serie di atteggiamenti e di strategie che possono aiutarci a provare a superare queste difficoltà e dare una mano concreta a quelli alunni meno spigliati che lavorano tanto a casa ma che a scuola non riescono a vincere l'ansia quando devono affrontare un'attività che li vede protagonisti.
Come sempre ci viene incontro la didattica laboratoriale, la quale ha il vantaggio di essere talmente flessibile da prestarsi a tante variazioni, così da poter costruire attività mirate anche verso la rimozione delle cause che frenano l'apprendimento e se non rimozione almeno alla loro riduzione come numero di eventi che si verificano.

Dovendo affrontare questo problema con alunni che tendevano perfino a somatizzare con malessere fisico l'ansia, ho pensato di renderli ancora più protagonisti facendo in modo che condividessero la responsabilità con i loro compagni.

Dopo aver svolto il lavoro sulla nostra regione, che già era stato di rinforzo positivo considerato che il risultato era stato più che buona per tutti, abbiamo deciso di provare una nuova modalità di lavoro, magari un po' impegnativa per il materiale da preparare a casa, ma da provare sperimentalmente con gli alunni se non altro per conoscerne gli esiti.
Ho fatto questa proposta di organizzazione per un laboratorio di Geografia:
"Che ne dite se la lezione sulle regioni che faremo in seguito la preparate voi a casa e la illustrate ai vostri compagni, preparate una cartina su carta lucida e ci costruiamo la nostra Italia da mettere nella parete dell'aula?" Hanno detto subito di sì con entusiasmo. Ho proposto io i primi due alunni per avviare il piccolo progetto, poi ho detto: "Per gli altri a venire, se l'attività vi piace vi mettete d'accordo voi. In due prepareranno l'attività, mentre i vostri compagni prepareranno le domande da porre a chi espone il giorno che illustreranno i loro contenuti: questi saranno il territorio, l'economia e le tradizioni".
Così è stato, anzi è andata meglio di come prevedessi, gli alunni mi hanno consegnato il materiale in anticipo e la cartina su carta lucida affinchè ne prendessi visione. Il venerdì hanno esposto i contenuti erano sereni e si facevano coraggio a vicenda. Sono stati molto professionali. Durante la fase delle domande hanno dato loro stessi la parola, in ordine di richiesta e alcune delle cose dette sono state integrate di ulteriori contenuti. Chiaramente visti gli esiti si sono formati subito i gruppi per i laboratori successivi.
Non male per alunni che erano restii a presentarsi di fronte ai compagni a parlare. Quando i momenti di serenità saranno superiori a quelli di ansia potremo dire che abbiamo fatto un passo avanti nella strada giusta e che per parlare di fronte ad altri ci vuole competenza ma soprattutto spirito di gruppo e collaborazione.
Ecco i loro materiali: la cartina riprodotta su carta lucida, un lavoro che a loro piace tantissimo:
e qua trovate e potete scaricare la loro ricerca realizzata con Encarta, Encarta Kids e dal libro di testo, l'hanno poi digitata su formato word.

Riepilogando le fasi sono le seguenti: in due o tre alunni preparano un argomento a casa, gli altri si preparano delle domande, l'insegnante controlla i materiali della ricerca; dopo un tempo congruo, in aula di svolge il laboratorio vero e proprio che consiste nell' esposizione dei contenuti attraverso un discorso organizzato e dei contenuti esposti a seguito delle domande dei compagni. Cartellone espositivo in aula.
Continua a leggere...
 

Lettori fissi

Chi sono

La mia foto
"Si impara scambiando conoscenza"

Crescere Creativamente: per bambini e non solo Copyright © 2009/2015 Gadget Blog is Designed by Ipietoon Sponsored by Online Business Journal

Questo blog è visibile in maniera ottimale con IE7 - IE8 - Firefox

Privacy Policy and Privacy e Cookie